Gangs of London

Film 2020 | Drammatico 60 min.

Regia di Corin Hardy, Gareth Evans, Xavier Gens, Nima Nourizadeh, Marcela Said. Una serie con Michelle Fairley, Sope Dirisu, Brian Vernel, Pippa Bennett-Warner, Lucian Msamati. Cast completo Titolo originale: Gangs of London. Genere Drammatico - Gran Bretagna, 2020, Valutazione: 3,5 Stelle, sulla base di 1 recensione. STAGIONI: 2 - EPISODI: 17

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Ultimo aggiornamento lunedì 21 novembre 2022

Una serie di bande di strada combattono per il controllo del mondo criminale di Londra. La serie ha ottenuto 1 candidatura a Bafta TV Award,

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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CRITICA
PUBBLICO 3,03
CONSIGLIATO N.D.
Bande internazionali alla conquista di Londra.
lunedì 21 novembre 2022
lunedì 21 novembre 2022

Il brutale assassinio di Finn Wallace scatena una guerra tra bande a Londra. Il figlio di Finn, Sean Wallace, cerca vendetta e ritiene la sua famiglia debba dare una prova di forza per non perdere terreno, un progetto che fa franare i più diplomatici piani dei suoi alleati, i Dumani. Mentre albanesi, kurdi, pakistani e rom danno il via a una escalation di violenza, un poliziotto infiltrato si fa strada verso i vertici della criminalità londinese.

Episodi: 8
Regia di Corin Hardy, Nima Nourizadeh, Marcela Said.

La serie perde il suo miglior regista e appare fin troppo melodrammatica e artificiosa, tradendo il cinismo estremo della precedente stagione

Recensione di Andrea Fornasiero

Elliot, esasperato e disincantato, lavora ormai da mesi come sicario al servizio degli Investitori, in un doppio gioco al servizio di losche branche governative. Nel mentre l'equilibrio tra le bande criminali di Londra è stravolto dall'arrivo del cinico e brutale Koba, un georgiano senza scrupoli portato in città dagli Investitori e deciso a sottomettere le frange ribelli, come la casata dell'albanese Luan. Al suo fianco si posiziona anche Ed Dumani, però riluttante a fidarsi di un sociopatico assoluto. Trama poi in segreto Marian Wallace, che si è alleata all'amante dell'ex marito e insieme al figlio sopravvissuto Billy cerca di sovvertire l'equilibrio di potere, con massicci afflussi in città di armi da fuoco.

Torna la più brutale fra le serie Tv, dove si muore molto spesso e molto male. Ma ormai questo destino vale solo per gli sgherri, mentre i protagonisti rimangono in gioco in un rimestare di carte stantio e prevedibile.

Del resto già il finale sopra le righe della prima stagione aveva ampiamente "saltato lo squalo" e aveva spostato la serie da un racconto durissimo di strada e criminalità, a un fumettone con figure bigger than life lontanissimo dalla realtà di Londra. È infatti in linea con questo taglio, che gli inglesi definirebbero "operistico" per i suoi eccessi melodrammatici, che la serie estrae dal cappello la resurrezione di un personaggio chiave dato per morto. Il suo ritorno, ripropone però le medesime dinamiche già inscenate nella stagione precedente ed è in sostanza la più tipica delle "minestre riscaldate".

Nella prima annata, anche personaggi che sembravano destinati a farcela facevano invece una bruttissima fine - come il ragazzino che quasi sopravviveva a un assedio lungo un'intera puntata per poi morire a un passo dalla salvezza. In questa seconda stagione invece vengono catturati e magari anche torturati ma mai uccisi, con colpi di scena anche improbabili. Una ostinazione piuttosto fuori luogo, visto che a nessuno di loro è mai stato conferito un grande spessore drammaturgico. La strategia narrativa risulta così in un artificioso prolungamento, che oltretutto tradisce il cinismo estremo della precedente stagione.

Alla luce di questo non sorprende che Gangs of London abbia perso il suo migliore regista, il fenomenale Gareth Evans, che viene ricordato e omaggiato in una sequenza in cui in Tv un ragazzino guarda il capolavoro action The Raid. Per fortuna è rimasto della partita almeno il suo braccio destro della scorsa stagione, Corin Hardy, che ha fatto propria la lezione di iperviolenza del maestro e riesce a coreografare, nei suoi episodi, scene d'azione viscerali, quasi tutte con protagonista Elliot, ossia Sope Dirisu, il miglior attore del mazzo in termini di stunt e arti marziali. Anche lui comunque non basta se si ritrova a dover combattere con personaggi che la sceneggiatura non vuole far morire e con attori che non sono al suo livello in termini di azione.

Accade così che proprio lo scontro al finale di stagione sia uno dei meno memorabili. Un'ottima sequenza di Corin Hardy è poi per il personaggio di Luan, interpretato da Orli Shuka: a lui toccherà difendere la propria villa da un team di uomini armati, con cui si batterà con armi da fuoco, armi bianche e violentemente a mani nude, in uno scontro primigenio fra raffinati ambienti di lusso. Del resto pure la sparatoria che ha al centro Elliot nel settimo episodio ha luogo in mezzo al lusso, destinato a imbrattarsi di sangue, come nella miglior tradizione dell'action asiatico e dell'emulo occidentale John Wick. È invece una totale delusione su questo fronte il nuovo villain, che non partecipa ad alcuno scontro violento e avrà un'uscita di scena davvero banale e affrettata.

Le puntate centrali sono invece dirette da Marcela Said e Nima Nourizadeh, che non hanno gli stessi numeri per quel che riguarda l'azione e la violenza. Va però concesso che almeno una scena notevole è firmata dalla seconda: un violentissimo tentativo di fuga da parte di Lale.

Il livello delle coreografie e delle riprese non è al passo con Corin Hardy, ma ci sono comunque sequenze impressionanti per la brutalità, anche qui immersa nel lusso, in particolare in una sala da bagno enorme e tutta di marmo bianco. In questo episodio la serie ha anche un momento di assoluta mancanza di pietà, come nella prima annata, ma verrà poi neutralizzato negli epiloghi di stagione. Per quanto infatti Gangs of London prometta mattanze, finisce invece solo per scombinare solo le cose, cambia insomma tutto per non cambiare niente e lascia ben poche speranze di rinnovamento per le future stagioni. Una vera delusione.

Episodi: 9
Regia di Corin Hardy, Gareth Evans, Xavier Gens, Nima Nourizadeh, Marcela Said.

Una serie scioccante che esalta finché la violenza dilaga ma si perde nel tirare le fila degli intrighi

Recensione di Andrea Fornasiero

Il brutale assassinio di Finn Wallace, architettato da un misterioso mandante, scatena una guerra tra bande a Londra. Il figlio di Finn, Sean Wallace, cerca vendetta e ritiene la sua famiglia debba dare una prova di forza per non perdere terreno, un progetto che fa franare i più diplomatici piani dei suoi alleati, i Dumani. Mentre albanesi, kurdi, pakistani e rom danno il via a una escalation di violenza, un poliziotto infiltrato si fa strada verso i vertici della criminalità londinese, solo per scoprire che dietro di ci sono interessi internazionali ancora più loschi.

Gangs of London vanta probabilmente le migliori scene d'azione mai viste in Tv e di certo le più brutali. Una serie scioccante che tiene benissimo finché la violenza dilaga, ma si sfalda molto malamente quando deve tirare le fila degli intrighi.

Gli ideatori sono il regista Gareth Evans e il suo sodale direttore della fotografia Matt Flannery, che insieme hanno realizzato in Indonesia veri e propri capolavori dell'action con i due The Raid. Qui non possono avvalersi di campioni di arti marziali dello stesso livello, ma Sope Dirisu si presta a terribili corpo a corpo con grande abnegazione, il tutto dimostrandosi anche un attore molto intenso, insomma una vera sorpresa. Più noto al pubblico è l'altro protagonista, Joe Cole, uno dei fratelli Shelby delle prime quattro stagioni di Peaky Blinders, che si conferma una presenza affascinante sul sempreverde filone dei belli e dannati. È sua la prima scena della serie, quella che detta il tono, con il suo personaggio Sean Wallace che dà fuoco a un altro criminale, appeso a testa in giù dalla cima di un palazzo.

Siamo in un mondo di gangster "bigger than life", dove le gesta hanno la violenza delle tragedie elisabettiane, con una messa in scena però non teatrale bensì viscerale. Il nichilismo e l'aura mortifera pervadono l'intera serie, i personaggi spesso finiscono fatti a pezzi anche dopo aver dimostrato eroica resistenza e la moralità dei protagonisti viene messa in crisi al punto che la serie, nel sesto episodio, sfocia nel torture porn.

Evans scrive e dirige il pilot di doppia durata, un lungometraggio che regala due notevoli scene d'azione con Sope Dirisu, la prima contro numerosi avversari e la seconda contro un solo micidiale antagonista nel bel mezzo di un macello. Torna poi alla regia e alla sceneggiatura per il quinto episodio, che è davvero qualcosa di mai visto tanto in TV quanto al cinema. La seconda metà di questa puntata è un lungo assedio con attaccanti che comunicano a gesti e assediati che sono costretti a un crescendo di sacrifici. Ne viene una impressionante danza di sangue, che si dipana per tutti i livelli della casa assediata e inanella morti e menomazioni pesanti, impietosa senza alcun cedimento.

Tutte le prime sei puntate comunque, anche quelle dirette da Corin Hardy e Xavier Gens, vantano scene d'azione notevoli o un incedere drammatico d'altissima tensione. Poi però, negli ultimi tre episodi della stagione, l'intrigo deve finalmente arrivare al dunque e qui gli sceneggiatori non si dimostrano all'altezza. Si sfonda ogni sospensione dell'incredulità, con gangster che all'improvviso compiono eclatanti gesti terroristici, con diabolici burattinai che tirano le fila da dentro una poco originale limousine nera e con il coinvolgimento dei servizi segreti.

In tutto questo, la brutale carnalità della serie si scioglie in un eccesso di narrazione sopra le righe, cervellotica, che perde il senso dei regolamenti di conti da strada per sostituirlo alla solita cospirazione. I personaggi fanno tutti un ultimo salto carpiato e le loro psicologie si fanno da "fumettone", con colpi di scena che preparano nuovi faccia a faccia per la prossima (già confermata) stagione. Non manca nemmeno una resurrezione da feuilleton davvero fuori luogo. È davvero un peccato che un progetto così ben costruito e coerente sia arrivato a sfibrarsi in questo modo nell'ultima fase. Rimane comunque una visione imprescindibile per fan dell'azione senza mezze misure.

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martedì 25 ottobre 2022
 

Torna l’action thriller creato da Gareth Evans e Matt Flannery. Dal 26 ottobre su Sky e in straming su NOW.  Guarda il trailer »

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