eressm
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sabato 1 aprile 2023
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da guardare e amare ancora di più natasha
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Un film che se può risultare, all’inizio, spento e troppo cupo, alla fine ci si accorge rispecchia perfettamente le dinamiche e i principi che fanno parte della vita della Vedova Nera: violenza, conflitti, bambine spaventate, libertà e indipendenza femminile.
Una pellicola con al suo interno una morale, quello dell’amore, della fiducia e della collaborazione; perché come nel caso di Natasha Romanoff la sua famiglia originaria e gli stessi Avengers sono per lei una casa ma anche una squadra con cui affrontare il nemico.
Natasha è ormai da considerare la madre di tutti gli eroi, le fondamenta di un gruppo che assorbe i dolori e i legami spezzati che molto spesso hanno sofferto insieme.
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Un film che se può risultare, all’inizio, spento e troppo cupo, alla fine ci si accorge rispecchia perfettamente le dinamiche e i principi che fanno parte della vita della Vedova Nera: violenza, conflitti, bambine spaventate, libertà e indipendenza femminile.
Una pellicola con al suo interno una morale, quello dell’amore, della fiducia e della collaborazione; perché come nel caso di Natasha Romanoff la sua famiglia originaria e gli stessi Avengers sono per lei una casa ma anche una squadra con cui affrontare il nemico.
Natasha è ormai da considerare la madre di tutti gli eroi, le fondamenta di un gruppo che assorbe i dolori e i legami spezzati che molto spesso hanno sofferto insieme. E questo film penso lo dimostri chiaramente grazie alla storia turbolenta di Nat. Non farlo significava mancare di rispetto a Black Widow alle sue lotte e soprattutto al suo grande sacrificio.
Un film da vedere e non farsi ingannare dagli altri.
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alessandro
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venerdì 27 maggio 2022
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film eccellente
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Un film a mio modo molto interessante e penso che la generazione di oggi abbia tanto materiale per apprendere gli eroi della Marvel.
penso che sia un film che comunque sia molto semplice e devo dire la verità mi ha colpito sia la trama ma soprattutto gli effetti speciali che hanno impiegato per farlo. Penso per l'appunto che sia un film bellissimo e che auguro a tutti di vederlo.
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felicity
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lunedì 30 agosto 2021
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un film che gioca con i generi commedia spy story
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Black Widow, ennesimo capitolo del Marvel Cinematic Universe e soprattutto primo film da solista dedicato (finalmente) all’unica Avengers originaria interpretata da Scarlett Johansson, è pensata come una celebrazione postuma del personaggio della Vedova nera, scomparsa in Avengers: Endgame, anche se è effettivamente ambientato fra Civil War e Infinity War, quando Natasha Romanoff, in fuga dalle autorità statunitensi, si decide a chiudere un vecchio conto in sospeso sul suo passato.
Nel film, dunque, conosciamo molto di più dei suoi trascorsi, delle persone con cui è cresciuta, e abbiamo a disposizione più elementi per valutare il contesto emotivo che la porta a compiere le sue ultime, eroiche gesta.
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Black Widow, ennesimo capitolo del Marvel Cinematic Universe e soprattutto primo film da solista dedicato (finalmente) all’unica Avengers originaria interpretata da Scarlett Johansson, è pensata come una celebrazione postuma del personaggio della Vedova nera, scomparsa in Avengers: Endgame, anche se è effettivamente ambientato fra Civil War e Infinity War, quando Natasha Romanoff, in fuga dalle autorità statunitensi, si decide a chiudere un vecchio conto in sospeso sul suo passato.
Nel film, dunque, conosciamo molto di più dei suoi trascorsi, delle persone con cui è cresciuta, e abbiamo a disposizione più elementi per valutare il contesto emotivo che la porta a compiere le sue ultime, eroiche gesta. Nella pellicola diretta da Cate Shortland sono nascosti numerosi altri dettagli che contribuiscono alla ricchezza mai esausta di questo sfaccettato universo cinematografico.
Pur partendo dalle solite premesse supereroistiche, Black Widow è un film che gioca con i generi, pescando abbondantemente dalla commedia ma anche da certi film di spionaggio ambientati duarnte la Guerra fredda. È significativo, per esempio, che Natasha, nel suo rifugio in un camper nel bel mezzo della tundra norvegese, passi il tempo a guardare e a recitare a memoria vecchi film di James Bond. Quello che vediamo in una scena, in particolare, è Moonraker: Operazione Spazio (1979) con Roger Moore. La scelta della pellicola non è casuale, dato le numerose similitudini: in entrambi, infatti, il villain è un boss megalomane determinato a soggiogare l’intero pianeta, nascondendosi in una base segreta sospesa sulla Terra (nello spazio in Moonraker, fra le nuvole in questo film). Entrambi poi hanno un temibile, monolitico e silente braccio destro, Jaws dai denti di ferro nel caso del film di 007 e il mimetico Taskmaster in Black Widow (entrambi pronunceranno una sola frase una volta che si ribelleranno al loro manipolatore).
Un’altra similitudine con la saga di 007 si può rintracciare nel personaggio di Rick Mason (O-T Fagbenle), colui che procura a Natasha armi, documenti e mezzi di trasporto i più improbabili, un po’ come fa M nelle varie avventure di James Bond. Mason ha radici ben precise nei fumetti Marvel, noto come The Agent: si tratta di un mercenario e di una spia specializzato nell’occuparsi dei bisogni materiali e logistici dei vari supereroi e villain, appoggiando sempre il miglior offerente. Altri non è che il figlio di Phineas T. Mason, detto il Riparatore (Thinkerer), un ingegnere dell’intelletto straordinario che è comparso anche in Spider-Man: Homecoming.
Come detto, il nemico di Black Widow è un criminale megalomane, ovvero il generale Dreykov (Ray Winston), leader della Stanza Rossa che vuole piegare la mente delle Vedove nere in modo da infiltrarle in tutto il mondo. Il villain compare per la prima volta nell’Mcu in questo film, ma lo abbiamo già sentito nominare: nel primo Avengers, infatti, quando Natasha dialoga con Loki sull’helicarrier dello Shield, il dio dell’Inganno si riferisce a lei come “la figlia di Dreykov”, anche se non è effettivamente la figlia, ma in senso esteso è una delle tante bambine sottratte dal gerarca alle rispettive famiglie per essere addestrate fino a diventare terribili assassine. In un colpo di scena in questo film si scopre paradossalmente che la vera figlia di Dreykov, che Natasha credeva di aver ucciso, si nasconde invece sotto la maschera di Taskmaster (Olga Kurylenko).
Nella sua missione per destituire Dreykov, la Vedova nera riallaccia i rapporti con la sua famiglia fittizia, composta dalla sorella Yelena (Florence Pugh), dal padre Alexei/Red Guardian (David Harbour) e dalla madre Melina (Rachel Weisz). Proprio per liberare Red Guardian, lei e Yelena volano in elicottero fino a una prigione russa di massima sicurezza: i più attenti noteranno che nel tablet delle due il gulag compare con il nome di Seventh Circle Prison. Che non è nuovo ai fan dei fumetti Marvel, in quanto Seventh Circle è proprio il titolo di una miniserie che vede alleati Daredevil e The Punisher, spesso associati a Black Widow. È più probabile, comunque, che il riferimento voluto dagli sceneggiatori fosse anche al settimo girone dell’Inferno dantesco, dove sono condannati i violenti. E sappiamo che lo stesso Red Guardian non si è mai risparmiato in efferatezze, nonostante alcuni dettagli di lui mostrano il suo buon animo: proprio nelle scene in prigione vediamo che sul suo braccio un tatuaggio raffigurante due rose con altrettante scritte in cirillico: stanno proprio per Natasha e Yelena.
Lo stesso Red Guardian non è l’unico dei supereroi russi di casa Marvel che compare nel film. Proprio di fronte a lui nella gara a braccio di ferro si siede un altro carcerato gigantesco di nome Ursa: quando Alexei gli spezza un polso lo prende in giro dicendo “Guardatelo il grande orso”. Tutto fa credere che si tratti di un personaggio chiamato nei fumetti Mikhail Uriokovitch Ursus, noto come Ursa Major, un super soldato sovietico con la capacità di trasformarsi in orso. In un’altra scena del film Yelena chiama scherzosamente il padre Crimson Dynamo (in italiano Dinamo Cremisi): ebbene, questo è un altro personaggio ancora, l’equivalente russo di Iron Man per così dire; la sua prima incarnazione, Anton Vanko, si vede proprio nel film Iron Man 2 nei panni del padre moribondo di Ivan Vanko alias Whiplash, il villain interpretato da Mickey Rourke. Il fatto che si nominino questi personaggi (e che la stessa Yelena potrebbe diventare la nuova Black Widow o prendere il nome di White Widow) fa pensare che prossimamente nell’Mcu potrebbe essere introdotta anche la Guardia d’Inverno, il corrispondente est-europeo degli Avengers.
Nel rapporto di amore-odio fra Natasha e la sorella Yelena svolge un ruolo fondamentale un gilet che la seconda indossa con grande orgoglio per tutta la durata del film, vantandosi di quante tasche abbia a disposizione. Alla fine lo regala alla Vedova nera in modo da accompagnarla almeno virtualmente nelle sue prossime avventure. E non è un caso che, retroattivamente, lo stesso gilet sia parte fondamentale del look sfoggiato da Scarlett Johannson in Infinity War e Endgame. La stessa attrice anni fa aveva spiegato che quell’elemento scenico era stato introdotto espressamente da Kevin Feige, boss di Marvel Studios, come preciso richiamo al passato dell’eroina e al suo rapporto con Yelena. Tutto, dopo aver visto questo film, assume ora più senso. Sempre alla fine di Black Widow, del resto, veniamo a conoscenza di come gli Avengers fuggitivi fossero venuti in possesso del Quinjet, fornito da Mason a Natasha proprio nelle scene conclusive.
Molto significativa è anche la scena che si vede dopo i titoli di coda: accompagnata da una cagnolona di nome Fanny (ricordiamo che Fanny Longbottom era una delle scherzose false identità che Mason aveva fornito alla protagonista), vediamo Yelena visitare la tomba della sorella su cui campeggiano le parole “Figlia. Sorella. Avenger”. Qui riceve la visita della contessa Valentina Allegra de Fontaine, l’enigmatico personaggio interpretato da Julia Louis-Dreyfus, che le dice che il suo prossimo obiettivo non è altri che Occhio di falco (Jeremy Renner), ritenuto responsabile della morte di Natasha. Curiosamente avevamo già visto Valentina nella serie The Falcon and the Winter Soldier, mentre reclutava fra le sue fila Us Agent: invece era proprio in questa scena post-credit che il suo personaggio così ambiguo doveva debuttare se Black Widow non fosse stato rimandato di oltre un anno. In ogni caso, le immagini ci fanno intendere che rivedremo la Yelena di Florence Plugh nella serie Hawkeye.
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fermat
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sabato 24 luglio 2021
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senza infamia e senza lode
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Film abbastanza insipido, che dice poco su Yelena Belova (la nuova Widow) e ancora meno su Natasha. La trama è piena di forzature e passaggi senza senso, tipo uno scienziato che ha dedicato tutta la sua vita ad un progetto, non andrebbe improvvisamente contro di esso senza una buona ragione, ma nel film...
Triste che abbiamo ridicolizzato un personaggio storico dei fumetti come Red Guardian, comparsa senza alcun ruolo, un pò comeTaskmaster, ridotto al ruolo di personaggio secondario, mentre "il vero" antagonista non è per niente riuscito.
A parte questo e il fatto che le scene d'azione non siano il massimo, il film è godibile, gli effetti speciali sono belli e sarei di parte se non gli dessi almeno la sufficienza.
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Film abbastanza insipido, che dice poco su Yelena Belova (la nuova Widow) e ancora meno su Natasha. La trama è piena di forzature e passaggi senza senso, tipo uno scienziato che ha dedicato tutta la sua vita ad un progetto, non andrebbe improvvisamente contro di esso senza una buona ragione, ma nel film...
Triste che abbiamo ridicolizzato un personaggio storico dei fumetti come Red Guardian, comparsa senza alcun ruolo, un pò comeTaskmaster, ridotto al ruolo di personaggio secondario, mentre "il vero" antagonista non è per niente riuscito.
A parte questo e il fatto che le scene d'azione non siano il massimo, il film è godibile, gli effetti speciali sono belli e sarei di parte se non gli dessi almeno la sufficienza. Non aspettatevi però un film all'altezza della Marvel.
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umberto
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mercoledì 21 luglio 2021
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il tassello che mancava
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BLACK WIDOW... Dopo più di un anno, finalmente è arrivato il momento di poter vedere questo stand alone su uno dei principali personaggi dell'Infinity Saga. Il rischio di rimanere deluso ovviamente era alto, vista la grande attesa che avevo e il momento in cui il film usciva, ampiamente dopo Endgame. Alla fine Cate Shortland è riuscita a tirar fuori un buon prodotto, più vicino ad uno stile "Mission impossible" che al classico Marvel, viste anche le caratteristiche del personaggio. La regista racconta bene la nascita e l'evoluzione della Romanoff come Vedova Nera, mettendo bene in risalto la famosa "nota rossa" più volte nominata in altri film della saga.
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BLACK WIDOW... Dopo più di un anno, finalmente è arrivato il momento di poter vedere questo stand alone su uno dei principali personaggi dell'Infinity Saga. Il rischio di rimanere deluso ovviamente era alto, vista la grande attesa che avevo e il momento in cui il film usciva, ampiamente dopo Endgame. Alla fine Cate Shortland è riuscita a tirar fuori un buon prodotto, più vicino ad uno stile "Mission impossible" che al classico Marvel, viste anche le caratteristiche del personaggio. La regista racconta bene la nascita e l'evoluzione della Romanoff come Vedova Nera, mettendo bene in risalto la famosa "nota rossa" più volte nominata in altri film della saga. Bello anche il rapporto/confronto con Yelena (probabilmente la futura Vedova Nera tra gli Avengers) interpretata da una brava Florence Pugh che da un taglio al personaggio più da maschiaccio e meno femme fatale rispetto alla Johansson. Effetti speciali molto naturali e non invasivi contornano scene d'azione fatte molto bene e coinvolgenti, anche se, il vero effetto speciale è sempre lei.... Natasha Romanoff.
Voto:9
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umberto
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mercoledì 21 luglio 2021
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il tassello che mancava
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BLACK WIDOW... Dopo più di un anno, finalmente è arrivato il momento di poter vedere questo stand alone su uno dei principali personaggi dell'Infinity Saga. Il rischio di rimanere deluso ovviamente era alto, vista la grande attesa che avevo e il momento in cui il film usciva, ampiamente dopo Endgame. Alla fine Cate Shortland è riuscita a tirar fuori un buon prodotto, più vicino ad uno stile "Mission impossible" che al classico Marvel, viste anche le caratteristiche del personaggio. La regista racconta bene la nascita e l'evoluzione della Romanoff come Vedova Nera, mettendo bene in risalto la famosa "nota rossa" più volte nominata in altri film della saga.
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BLACK WIDOW... Dopo più di un anno, finalmente è arrivato il momento di poter vedere questo stand alone su uno dei principali personaggi dell'Infinity Saga. Il rischio di rimanere deluso ovviamente era alto, vista la grande attesa che avevo e il momento in cui il film usciva, ampiamente dopo Endgame. Alla fine Cate Shortland è riuscita a tirar fuori un buon prodotto, più vicino ad uno stile "Mission impossible" che al classico Marvel, viste anche le caratteristiche del personaggio. La regista racconta bene la nascita e l'evoluzione della Romanoff come Vedova Nera, mettendo bene in risalto la famosa "nota rossa" più volte nominata in altri film della saga. Bello anche il rapporto/confronto con Yelena (probabilmente la futura Vedova Nera tra gli Avengers) interpretata da una brava Florence Pugh che da un taglio al personaggio più da maschiaccio e meno femme fatale rispetto alla Johansson. Effetti speciali molto naturali e non invasivi contornano scene d'azione fatte molto bene e coinvolgenti, anche se, il vero effetto speciale è sempre lei.... Natasha Romanoff.
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frankmoovie
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lunedì 19 luglio 2021
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il futuro con i piedi per terra ...
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Non sono un appassionato di film futuristici da supereroi, né conoscevo gli Advanger al contrario della mia consorte che con entusiasmo ha scelto di tornare a cinema con questo film. Ammetto che l'adrenalina prende lo spettatore e molte scene sono fatte veramente bene, come i colori e i suoni. La storia è sembrata interessante ma alla fine mi è è sembrata un "già visto" e anche il trucchetto di collegare la trama al passato e finire con una preparazione di un nuovo episodio in futuro lascia perplessi. Non aspettavo invece i momenti di forti emozioni e l'inno alla famiglia: sentimenti che fanno sempre bene a chi guarda una pellicola.
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Non sono un appassionato di film futuristici da supereroi, né conoscevo gli Advanger al contrario della mia consorte che con entusiasmo ha scelto di tornare a cinema con questo film. Ammetto che l'adrenalina prende lo spettatore e molte scene sono fatte veramente bene, come i colori e i suoni. La storia è sembrata interessante ma alla fine mi è è sembrata un "già visto" e anche il trucchetto di collegare la trama al passato e finire con una preparazione di un nuovo episodio in futuro lascia perplessi. Non aspettavo invece i momenti di forti emozioni e l'inno alla famiglia: sentimenti che fanno sempre bene a chi guarda una pellicola. Forse si poteva fare meglio. Certamente la regia di è superba e gli attori sono bravi con tre stelle splendenti Scarlett Johansson, la giovane Florence Pugh, Rachel Weisz e poi William Hurt, David Harbour, Jade Ma, Ray Winstone, O-T Fagbenle, Olivier Richters, Michelle Lee ... Che dire? Un film di fantascienza con i piedi per terra: mi sembra la definizione giusta.
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inesperto
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sabato 17 luglio 2021
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sorelle all''attacco
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Il film racconta la vita della Romanoff, the Black Widow, membro effettivo degli Avengers, cominciando da quando era una bambina che viveva con la fittizia famiglia sotto copertura negli USA. Padre (un Red Guardian grossolanamente vituperato, classico atteggiamento di supponenza yankee...) e madre erano agenti infiltrati mentre lei e la sorellina erano state prescelte per diventare Vedove Nere (un programma nel quale veniva selezionata 1 bambina su 20 e le altre 19 venivano uccise). Scoperti, fuggono a Cuba, dove le due bimbe sono catturate per i suddetti fini. Stacco. Dopo 21 anni, lei già membro effettivo degli Avengers nel momento in cui gli stessi si spaccano dopo gli accordi di Sokovia, viene ricercata dallo S.
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Il film racconta la vita della Romanoff, the Black Widow, membro effettivo degli Avengers, cominciando da quando era una bambina che viveva con la fittizia famiglia sotto copertura negli USA. Padre (un Red Guardian grossolanamente vituperato, classico atteggiamento di supponenza yankee...) e madre erano agenti infiltrati mentre lei e la sorellina erano state prescelte per diventare Vedove Nere (un programma nel quale veniva selezionata 1 bambina su 20 e le altre 19 venivano uccise). Scoperti, fuggono a Cuba, dove le due bimbe sono catturate per i suddetti fini. Stacco. Dopo 21 anni, lei già membro effettivo degli Avengers nel momento in cui gli stessi si spaccano dopo gli accordi di Sokovia, viene ricercata dallo S.H.I.E.L.D.. Proprio nel lasso di tempo tra la separazione e la riunificazione dei Vendicatori, Natasha vive questa avventura in reunion con la vecchia famiglia. Insieme cercheranno di far giustizia del responsabile della creazione delle black widows, che, rispetto ai tempi della Romanoff, quando venivano condizionate solo psicologicamente ad obbedire (lei si riscosse dopo aver contribuito a far esplodere una bomba che uccise la figlia piccola dell'uomo a cui sta dando la caccia), adesso invece sono influenzate chimicamente, quindi molto più in profondità. Naturalmente la family riuscià nell'impresa.
Sono presenti momenti divertenti (come quelli in cui la sorellina prende in giro la nostra eroina per le "pose" che assume in combattimento) e toccanti. Scene di lotta di buon livello. Pellicola blockbuster abbastanza godibile, che consente di passare un paio d'ore staccando il cervello.
Apprezzabile il pezzo dei Nirvana rielaborato come colonna sonora ai primordi della vicenda.
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alessandro spata
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mercoledì 14 luglio 2021
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natasha come “nikita” e così per sempre
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Sinceramente mi sono annoiato non poco alla visione di questo film e la noia mi ha preso proprio dinnanzi alle scene d’azione con le sparatorie e le esplosioni e gli inseguimenti e gli effetti speciali che a tratti lasciavano un tantino a desiderare. La verità è che non sanno più cosa inventarsi per stimolare ancora l’attenzione del pubblico. Ma è fatale. Troppa confusione, troppi intrecci, troppi rimandi, troppi salti temporali. Insomma alla fine per goderti la storia (ma quale storia?) devi essere uno sfegatato fan e un po' nerd anche dell’intera collezione Marvel Cinematic Univers (aridatece “Iron Man”, il primo, e per me si potevano anche fermare lì).
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Sinceramente mi sono annoiato non poco alla visione di questo film e la noia mi ha preso proprio dinnanzi alle scene d’azione con le sparatorie e le esplosioni e gli inseguimenti e gli effetti speciali che a tratti lasciavano un tantino a desiderare. La verità è che non sanno più cosa inventarsi per stimolare ancora l’attenzione del pubblico. Ma è fatale. Troppa confusione, troppi intrecci, troppi rimandi, troppi salti temporali. Insomma alla fine per goderti la storia (ma quale storia?) devi essere uno sfegatato fan e un po' nerd anche dell’intera collezione Marvel Cinematic Univers (aridatece “Iron Man”, il primo, e per me si potevano anche fermare lì). Ttutto ormai sembra stucchevole, ripetitivo. È la formula secondo me che non regge più. Troppi supereroi tutti insieme. Un’inflazione di super dotati. Lo scavo psicologico del super eroe ormai è stato ultimato. Si è toccato il fondo forse e non c’è più niente da scavare?
Tuttavia, permane l’afflato pedagogico tipico dei fumetti. Il messaggio per le bambine in particolare è chiaro: ciò che conta, nella vita, è che potete vincere, che avete tutto quello che vi serve per lottare con costanza e senza arrendervi mai. Fatevi rispettare. La protagonista diviene un modello di comportamento per le bambine, ma anche per i maschietti che faranno bene fin dalla più tenera età ad abituarsi al nuovo corso. Peccato che la funzione pedagogica esercitata dal messaggio serva contemporaneamente a orientare le leggi di mercato e del merchandising, ma questa è un’altra storia.
In linea generale trattasi di un classico film d’azione al femminile dove imperano donne letali più degli uomini e dove gli uomini fanno la figura degli imbecilli (Alexei Shostakov sembra perennemente ubriaco se non proprio indementito) o dei sadici maniaci (il “super criminale” è pur sempre necessario per l’economia della “storia”) E poi c’è la metafora della solidarietà femminile che vince in un mondo dominato tendenzialmente dagli uomini. E col dovuto addestramento le donne possono diventare più distruttive degli uomini più nerboruti. Ergo, pure nel campo della violenza le differenze di genere non contano più. Anche le donne possono essere capaci di nefandezze inaudite seppure obbligate dalle circostanze, a volte. La parità consiste nel diventare più disumane degli uomini, alla fine? Quindi lo standard maschile in fondo viene pur sempre riconfermato a voler proprio essere pignoli.
Gli elementi educativi che dal fumetto si veicolano al cinema sono qui ancora una volta l’idea della coralità, gli eroi non vincono mai da soli anche se il loro contributo per l’innesco della (re)azione è imprescindibile. Tuttavia, viene riconfermato il mito o l’archetipo dell’eroina/eroe che libera le “masse” (femminili, in questo caso) dal lavaggio del cervello del maschio di turno sadico e piuttosto arcaico. Ma nel mondo reale è proprio così: pieno di maschi senza scrupoli che occupano posti di potere che esercitano non soltanto sulle donne, ma sui più deboli in generale.
Comunque persiste l’immagine della vincitrice umile e solitaria che dopo aver compiuto l’azione di salvataggio si prende l’aereo e in splendida solitudine sparisce tra le nuvole per tornare a casa (ma dove va esattamente?) completamente trasformata, meno sprezzante e indifferente, ma più in pace con se stessa e il mondo, forse (fino alla prossima battaglia almeno) E infatti aspettiamo il sequel o un altro prequel, semmai. Anzi no! Perché Scarlett Johansson non ne vuole più sapere di super eroine, ma lo spettacolo deve pur andare avanti. E allora eccola la scena dopo i titoli di coda, in cui vediamo la tomba di Natasha (???) Uccisa a suo tempo da Clint Barton alias “Occhio di falco”. Ho dovuto documentarmi un po' per rievocare l’evento mostrato nel film Avengers: Endgame (2019) per capirci qualcosa. Boh! Correggetemi se sbaglio riferimento.
E tuttavia una orrenda sensazione di déjà vu mi prende. Ma è possibile che al cinema non si possa andare oltre “Nikita” la ragazza ribelle di Besson? Lo schema è identico a grandi linee. Ragazza dal forte spirito libertario e anche un po' nichilista eventualmente, ma dotata di un patrimonio genetico adeguato cioè portata per fare l’assassina implacabileviene strappata alla sua vita di tutti i giorni (fin da piccina magari perché bisogna prenderli da piccoli) e trasportata in un mondo speciale, nuovo e spietato. Addestrata suo malgrado per trasformarsi in una macchina da guerra imbattibile. Alla rivelazione della posta in gioco e dello scopo la nostra eroina si rifiuta all’inizio di collaborare alla missione. Poi dopo l’incontro con il Maestro (in Nikita era Tchéky Karyo: Bob e Jeanne Moreau: Amande che addestra la sua pupilla alle armi della seduzione tra le altre e che sostiene la nostra eroina). In seguito vuoi per necessità vuoi per amore l’eroina accetta la sfida.
Qui in “Black widow” a semplificare le cose c’è un qualche espediente chimico/neurologico che favorisce il controllo mentale delle mal capitate “vedove”. Giusto per dare un tocco di originalità al plot.E non manca nemmeno l’espediente classico utilizzato per favorire l'identificazione nello spettatore e cioè la creazione di una doppia identità del personaggio: Natasha si rifugia in Norvegia a fare la semplice casalinga in una roulotte di tutto rispetto.
Ovviamente la nostra eroina quando deve combattere e uccidere soffre moltissimo perché ha comunque pur sempre il fottuto “istinto materno” che qua e là ci mette lo zampino o forse più semplicemente sa usare i neuroni meglio della media dei maschi in circolazione e allora è più facile che qualche senso di colpa affiori tra uno scannamento e l’altro. Chissà!
È davvero difficile ormai essere originali in questo settore cinematografico. È vero che i fumetti si caratterizzano per una struttura narrativa ripetitiva, ma dal cinema, visti anche i mezzi tecnologici di cui disponiamo, ci aspettiamo qualcosa di più. E gli effetti speciali invece sembrano messi lì a compensare la mancanza di una trama non dico credibile, ma almeno dignitosa trattandosi pur sempre di un film “fantastico”.
Gli effetti speciali nel cinema dovrebbero avere la funzioni di “immagini onomatopeiche” cioè svolgere il ruolo che le “onomatopee” hanno nei fumetti, vale a dire accentuare l’immedesimazione dello spettatore/lettore, esaltare la dinamicità dello spettacolo, restituire l’energia, ma anche l’intelligenza della storia.Nessuno ha voglia di guardare semplicemente un videogioco.Taskmaster a tratti mi ha ricordato il “Predator” di McTiernan. Giusto per rimarcare questa sensazione di “già visto”.
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xerox
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mercoledì 14 luglio 2021
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mah.....
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Tutte le volte che commento un film, e ne leggo le recensioni e le critiche, mi sembra di avere visto un'altra cosa... In Black Widow ho visto solo uno dei tanti schemini cinematografici americani. La storia della famigliola, (padre, madre, due figliolette) che si smembra e che dopo 20 anni si ricompone col solito corollario di accuse, colpe, pentimenti e perdoni. Grande pippone, nella parte centrale NOIOSISSIMA del film, quello della riconciliazione delle due sorelle. Tutto il resto della storia, inseguimenti e mazzate comprese, è contorno.
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