carloalberto
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domenica 5 settembre 2021
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un madonnaro milionario
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Interessante quanto superficiale documentario sul pittore di murali più quotato del mondo. Purtroppo il limite di questo film, che ha il pregio di mostrare la storia artistica, quel po’ di biografia che si conosce, l’ambiente giovanile dove si è formato e molti lavori di Banksy è la totale mancanza di analisi estetica del fenomeno. La collocazione spazio temporale della sua genesi è limitata al luogo dove sono comparse le sue prime opere, un quartiere popolare di Bristol negli anni settanta, alle influenze dell’Hip hop newyorkese e del movimento graffitaro d’oltreoceano, con un collegamento a carattere sociologico con i movimenti spontanei giovanili di rivolta sociale degli anni ’80 contro la politica repressiva e conservatrice del governo della Thatcher.
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Interessante quanto superficiale documentario sul pittore di murali più quotato del mondo. Purtroppo il limite di questo film, che ha il pregio di mostrare la storia artistica, quel po’ di biografia che si conosce, l’ambiente giovanile dove si è formato e molti lavori di Banksy è la totale mancanza di analisi estetica del fenomeno. La collocazione spazio temporale della sua genesi è limitata al luogo dove sono comparse le sue prime opere, un quartiere popolare di Bristol negli anni settanta, alle influenze dell’Hip hop newyorkese e del movimento graffitaro d’oltreoceano, con un collegamento a carattere sociologico con i movimenti spontanei giovanili di rivolta sociale degli anni ’80 contro la politica repressiva e conservatrice del governo della Thatcher. In realtà Banksy non ebbe nessuna fortuna come graffitaro, ma diventò popolare quando unì l’antica arte dei murales nati in Messico negli ’20 con lo spirito della pop art alla Warhol. Il linguaggio del fumetto, la vis comica racchiusa icasticamente in una sola vignetta di una strip ed un contenuto di una banalità sconcertante e quindi accessibile a tutti, a differenza dell'elitaria arte concettuale moderna,con temi ricorrenti e politicamente corretti come la condanna della guerra, l’amore per l’innocenza infantile, violata dalla brutalità del mondo degli adulti, la presa di posizione a favore degli ultimi, dei diseredati e del popolo palestinese, hanno decretato il successo popolare di questo artista di strada. L’ammirazione della borghesia illuminata e di sinistra di tutto il mondo i mass media, i social network ed il mercato dell’arte hanno fatto il resto.
I due fenomeni, graffitismo e realizzazione di murales, hanno origini storiche, ambienti culturali di riferimento ed intenti artistici e contenuti completamente diversi, che, purtroppo il documentario non mette in luce, anzi mescola le due cose soltanto perché Banksy prima di fare murales è stato un graffitaro e perché molti graffitari, capita l’antifona, hanno abbandonato l’idea, sterile e senza prospettive di guadagno, di protestare facendo ghirigori dappertutto con le bombolette di vernice spray e si sono messi a fare sui muri quello che i poveri bravissimi madonnari fanno da sempre sui marciapiedi delle nostre città. Questi ultimi tuttavia, ispirandosi ad un immaginario religioso fuori moda, ricavano in cambio della loro arte, non milioni di sterline come Banksy, bensì qualche spicciolo di elemosina, elargito più per carità cristiana che per l’interesse che destano le loro opere.
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taty23
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lunedì 18 gennaio 2021
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banksy sulle tracce di un''artista
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Uscirà al cinema il documentario Banksy – L’arte della ribellione, sulle tracce di un artista e sul movimento della Street Art.
Chi si cela dietro la figura misteriosa di Banksy, che ha scelto volontariamente l’anonimato e di mostrarsi al pubblico raramente e sempre a volto coperto?
Il documentario Banksy – L’arte della ribellione parla della nascita e dell’evoluzione dell’artista.
Viene raccontata la carriera dagli inizi, dai primi lavori underground in una Bristol suburbana, fino ad arrivare ad essere il rappresentante di un movimento come quello della Street Art. Non risparmiando anche il lato di protesta e qualche trasgressione per affermare un’idea o un concetto.
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Uscirà al cinema il documentario Banksy – L’arte della ribellione, sulle tracce di un artista e sul movimento della Street Art.
Chi si cela dietro la figura misteriosa di Banksy, che ha scelto volontariamente l’anonimato e di mostrarsi al pubblico raramente e sempre a volto coperto?
Il documentario Banksy – L’arte della ribellione parla della nascita e dell’evoluzione dell’artista.
Viene raccontata la carriera dagli inizi, dai primi lavori underground in una Bristol suburbana, fino ad arrivare ad essere il rappresentante di un movimento come quello della Street Art. Non risparmiando anche il lato di protesta e qualche trasgressione per affermare un’idea o un concetto.
L’effetto Banksy, quando l’arte è condivisione
Nel documentario Banksy– L’arte della ribellione, diretto da Elio Espana, non si parla solo della biografia di Banksy, attraverso alcune interviste e testimonianze viene presentata allo spettatore con una visione più ampia, al contrariodi Exit Through the Gift Shop, docufilm accreditato direttamente allo stesso artista.
Racconta il fenomeno del graffitismo nella Bristol anni ‘80 e l’inizio della Street Art e di come questa si sia evoluta in Inghilterra, dalle periferie fino alla centrale Londra con base nel quartiere di Shoreditch.
Interessante vedere come il personaggio Banksy abbia influenzato e rimodellato il concetto di Street Art portandolo ad un altro livello, creando il cosiddetto “effetto Banksy” con le sue opere e le sue trasgressioni. Tra le quali, le più eclatanti sono le sue incursioni in alcune gallerie d’arte appendendo un proprio dipinto o la mezza distruzione del dipinto “Girl with Baloon” all’asta da Sotheby’s.
L’artista si è sempre dichiarato contro la mercificazione dell’arte o del collezionismo feticistico, se inizialmente la sua idea era semplicemente utilizzare gli spazi comuni per condividere la sua arte con le persone, a mano a mano i suoi soggetti si sono trasformati in opere a sfondo sociale, politico e satirico.
In conclusione
Banksy – L’arte della ribellione porta sullo schermo un documentario ad ampio respiro che oltre ad analizzare il percorso di un artista riesce a raccontare il movimento della Street Art di cui è diventato uno dei principali esponenti.
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