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martedì 4 dicembre 2018
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antonella musitano
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“Tramonto a mezzogiorno”, basterebbe una sola parola per inquadrare il film di Umberto Rey: film verità. Il quadro storico è quello del Risorgimento sul quale, purtroppo, la “storia ufficiale” non ha voluto ancora fare i conti e rendere giustizia alla verità storica. Dovrebbe essere il primo obiettivo della ricerca storiografica ma sui fatti del Risorgimento, questo non è avvenuto nonostante un’ampia e documentata letteratura abbia ormai dimostrato che quello che la “vulgata” e i libri ci hanno finora presentato e “insegnato” non è altro che una costruzione oleografica, ingessata nei miti di un Risorgimento che invece per il Sud si è tradotto in una conquista violenta ordita da una rete di interessi internazionali in un quadro geopolitico che considerava “scomoda”la presenza di uno Stato indipendente, come quello delle Due Sicilie, nel cuore del Mediterraneo.
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“Tramonto a mezzogiorno”, basterebbe una sola parola per inquadrare il film di Umberto Rey: film verità. Il quadro storico è quello del Risorgimento sul quale, purtroppo, la “storia ufficiale” non ha voluto ancora fare i conti e rendere giustizia alla verità storica. Dovrebbe essere il primo obiettivo della ricerca storiografica ma sui fatti del Risorgimento, questo non è avvenuto nonostante un’ampia e documentata letteratura abbia ormai dimostrato che quello che la “vulgata” e i libri ci hanno finora presentato e “insegnato” non è altro che una costruzione oleografica, ingessata nei miti di un Risorgimento che invece per il Sud si è tradotto in una conquista violenta ordita da una rete di interessi internazionali in un quadro geopolitico che considerava “scomoda”la presenza di uno Stato indipendente, come quello delle Due Sicilie, nel cuore del Mediterraneo. Ma c’erano anche le enormi ricchezze del Sud, un boccone troppo ghiotto per uno staterello, come quello dei Savoia ormai alla bancarotta. Ecco allora questo film che cerca di aprire uno squarcio, di raccontare quello che è realmente avvenuto. E Umberto Rey lo fa attraverso uno dei personaggi più discussi, più ambigui, più controversi della storia risorgimentale: Liborio Romano. Un Liborio Romano che, agli occhi del regista, si pente del suo operato nel turbinio degli eventi di quell’epoca e racconta tutto in un testamento – verità. Ad interpretare il ruolo del protagonista lo stesso Umberto Rey che, con grande capacità espressiva, vive il dramma interiore dell’uomo, prima ancora che dello statista. La visione del film crea un grande pathos grazie anche ad effetti sonori e scenici straordinari e porta lo spettatore a guardare alla nostra storia passata e presente con occhio critico e più consapevole. E la sua visione è una sorta di “investimento” nella costruzione del nostro futuro.
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moebius
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giovedì 29 novembre 2018
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rileggere la storia del cosiddetto risorgimento
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Film rocco di pathos narrativo, fotografia stupenda, narrazione con i giusti tempi adeguati al dramma degli avvenimenti raccontati d a l protagonista. Musica originale. Ittima cornice per una rivisitazione storica dei fatti che portarono all'unità di Italia.
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mercoledì 28 novembre 2018
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da vedere
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Interpretazione magistrale di Umberto Rey nel ruolo di Don Liborio Romano in un film che ti tiene incollato alla poltrona dall’inizio alla fine. Da vedere
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fab13
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mercoledì 28 novembre 2018
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la verità rende liberi
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Hegel diceva che la storia é "la versione dei fatti, scritta dai vincitori". Ecco questo film è esattamente il contrario. L'autore di questo film ci racconta una verità diversa da quella che abbiamo conosciuto fin dai giorni di scuola. Una verità anche scomoda, ma che, in quanto tale, deve essere presa in seria considerazione. Un film da vedere per capire.
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umberto
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martedì 27 novembre 2018
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la vera storia sull'unita' d'italia
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Fulvio Bedin è un professore universitario di Storia, famoso a livello internazionale per i suoi libri che, con documentata e attenta analisi, raccontano la Storia e le evoluzioni politico-militari d’Europa.
Nel novembre del 1866 riceve, nel suo studio a Torino, una lettera di convocazione dall’ex Ministro degli Interni e della Guerra del Regno delle Due Sicilie (nonché deputato del neonato Regno d’Italia), il Barone Liborio Romano. Incuriosito e attratto da quell’anomalo invito che reca al suo interno tracce di sangue e un post scriptum enigmatico, il professore decide di presenziare all’incontro che si terrà presso Palazzo Romano a Patù, in provincia di Lecce, nonostante la data coincida con quella della notte di Natale.
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Fulvio Bedin è un professore universitario di Storia, famoso a livello internazionale per i suoi libri che, con documentata e attenta analisi, raccontano la Storia e le evoluzioni politico-militari d’Europa.
Nel novembre del 1866 riceve, nel suo studio a Torino, una lettera di convocazione dall’ex Ministro degli Interni e della Guerra del Regno delle Due Sicilie (nonché deputato del neonato Regno d’Italia), il Barone Liborio Romano. Incuriosito e attratto da quell’anomalo invito che reca al suo interno tracce di sangue e un post scriptum enigmatico, il professore decide di presenziare all’incontro che si terrà presso Palazzo Romano a Patù, in provincia di Lecce, nonostante la data coincida con quella della notte di Natale.
Giunto a destinazione, Bedin fa la conoscenza di Cosimo Margiotta, un repubblicano, amico d’infanzia e notaio del Barone. I due ben presto si ritrovano seduti in compagnia di un sofferente e turbato don Liborio Romano, il quale svela definitivamente il motivo di quella strana ed inaspettata riunione: la volontà di confidarsi e consegnare loro un autentico e veritiero testamento in riferimento ai fatti, episodi, atti, documenti e personaggi che hanno caratterizzato la cosiddetta “Unità d’Italia” del 1860. L’unica condizione che pone ai suoi ospiti in modo perentorio è che questo testamento storico venga pubblicato e diffuso non prima del 2017, ovvero a circa centocinquant’anni dalla data di quell’incontro.
Accettata la condizione imposta, Bedin e Margiotta si ritrovano a intraprendere un viaggio, narrato e documentato, che stravolge totalmente qualsiasi libro, articolo giornalistico e Storia ufficiale da loro riconosciuta. Un’ingarbugliata rete di sovrani e Stati europei complici degli avvenimenti: tradimenti, storie di deportazioni e detenzioni che ricordano l’olocausto ebraico, il patto della neonata Italia tra Stato e camorra e tanto altro.
In questo sconvolgente e rivoluzionario scenario, Fulvio Bedin si vede costretto a vestire non solo i panni dello storico integerrimo e interessato esclusivamente alla verità, ma anche quelli di un pubblico ministero alla ricerca di risposte e prove inoppugnabili. Dall’altra parte Margiotta, per motivi di interesse, cerca di bloccare sul nascere la pericolosa confessione del suo amico.
E così Palazzo Romano, tra antiche profezie e avvenimenti surreali, si trasforma nello sfondo in cui tre uomini, con le loro parole, dubbi, emozioni e punti di vista, fanno i conti con le proprie coscienze. Grazie a loro, un mistero tenuto sepolto per oltre centocinquant’anni ora vede la luce. E nulla sarà più come prima.
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