The Farewell - Una bugia buona

Film 2019 | Commedia, +13 98 min.

Regia di Lulu Wang. Un film Da vedere 2019 con Zhao Shuzhen, Awkwafina, X Mayo, Hong Lu, Kong Lin. Cast completo Titolo originale: The Farewell. Genere Commedia, - USA, Cina, 2019, durata 98 minuti. Uscita cinema martedì 24 dicembre 2019 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,46 su 27 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 7 giugno 2023

Una famiglia decide di nascondere alla nonna una terribile prognosi. Crea così un pretesto per riunirsi prima che sia troppo tardi. Solo Billi è contraria a convivere con questa bugia. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 4 candidature a Critics Choice Award, ha vinto 2 Spirit Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office The Farewell - Una bugia buona ha incassato 506 mila euro .

Consigliato sì!
3,46/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,48
PUBBLICO 3,41
CONSIGLIATO SÌ
Una commedia sorprendente dai toni sereni e delicati. Un inno alle collisioni di una società aperta.
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 21 ottobre 2019
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 21 ottobre 2019

Billi Wang è nata a Pechino ma vive a New York da quando aveva sei anni. Il suo contatto sentimentale con la Cina è Nai Nai, la sua vecchia nonna, ancorata alle tradizioni e alla famiglia. Salda e praticamente indistruttibile, a Nai Nai viene diagnosticato un cancro. La famiglia decide di nasconderle la verità e di trascorrere con lei gli ultimi mesi che le restano da vivere. Figli e nipoti, traslocati negli anni in America e in Giappone, rientrano in Cina per riabbracciarla e per 'improvvisare' un matrimonio che allontani qualsiasi sospetto. Risoluti e uniti nella bugia, trovano in Billi una resistenza. Inconcludente nella vita e insoddisfatta della vita, Billi vorrebbe liberarsi dell'angoscia e rivelare alla nonna la prognosi infausta. Tra oriente e occidente, troverà una sintesi tra due culture e due condotte etiche.

C'è qualcosa nel bel film di Lulu Wang che evoca Il banchetto di nozze di Ang Lee, orientale traslocato in occidente come lei.

Un'aria 'familiare', il ritorno di una cultura rimossa (nelle forme di una famiglia amata) che produce un quieto terremoto e lascia dietro di sé un nuovo e fertile squilibrio. Conciliata commedia di confronto etnico, The Farewell - Una bugia buona muove dall'America verso la Cina, riscaldando il folclore in un viaggio verso le origini. La diaspora della famiglia Wang, divisa tra Stati Uniti e Giappone, rientra e stringe i suoi 'esuli' al capezzale di una nonna malata. Ed è il protocollo etico-normativo 'della cura', basato in Cina sul "principio della beneficialità" (nell'interesse del paziente in certe circostanze è meglio tacere la verità), il nodo da sciogliere di un racconto che assume in pieno il modello della commedia familiare con la circolazione sentimentale tra i personaggi e il disegno delle loro vite private.

Ed è qui che si gioca la novità, l'audacia e la singolare tenerezza di The Farewell, una commedia sorprendente non per il soggetto ma per il tono. Se lo sfondo dell'incontro-scontro tra culture è sovente il disagio, Lulu Wang sceglie la serenità risolta ma non semplificata del rapporto tra prole espatriata e matriarca 'radicata', che ha accettato il destino (straniero) dei propri figli ma non transige sulla Tradizione.

Lontano dal dramma quanto dalla parodia, The Farewell è una scelta di campo che pesca nella biografia dell'autrice e afferma un nuovo discorso. Il suo punto di osservazione e di ascolto è Billie, quello di attrazione è Nai Nai, ex combattente che chissà quante cose ha visto accadere, che ha capito quasi certamente tutto prima degli altri e prima degli altri ha accettato.

Lulu Wang non manca il banchetto di nozze con le sue ricadute umoristiche e il suo svolgimento chiassoso e lievemente degradato. Ma è la malattia, la fragilità del congiunto, l'opportunità (o no) di sapere o di 'forzarlo' all'informazione, l'architrave solido ma mai ingombrante di una costruzione che sa dare rilievo ai pensieri e alle azioni di ogni personaggio. Nel percorso formativo che conduce Billi dall'America alla Cina e ritorno, la ragazza si scoprirà finalmente pronta alla vita, incarnando nel grido (di forza e intenzione) di un'arte marziale interiore tutta lo splendore della confusione etnica e della commistione di generazioni e costumi. Perché non c'è riscatto e nemmeno 'guarigione' in un orizzonte culturalmente univoco. Sono le dinamiche e le collisioni di una società aperta a produrre esiti (e film) decisamente felici.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 10 febbraio 2020
ADELIO

Indubbiamente la protagonista del film Billi compie un viaggio reale ma soprattutto ideale dagli stati uniti alla Cina, un viaggio alle origini che porterà al recupero di una cultura e tradizione sconosciute. È un interessante confronto tra 2 culture: l’americana (occidentale e decisamente materiale) e quella cinese (orientale e notoriamente più spirituale).

mercoledì 20 novembre 2019
Vittoria Epicoco

  La 14ª edizione del Roma Film Festival è ricco di sorprese nonché valide proposte cinematografiche, tra le quali fa capolino la tragi-commedia di Lulu Wang, The Farewell – Una bugia buona. Il film, per citare la Wang, è “basato su una bugia vera”: Billi (Awkwafina), giovane newyorkese con – in teoria – aspirazioni artistiche, [...] Vai alla recensione »

venerdì 18 settembre 2020
nicoladimi

Buona commedia ma niente di così eclatante. Il film si basa su due o tre frasi chiave. La frase cardine è “Ci sono delle cose che dovresti capire. Voi vi siete trasferiti in Occidente tempo fa. Tu pensi che la vita dell’individuo appartenga all’individuo stesso, ma è proprio questa la differenza tra Occidente e Oriente: in Oriente, la vita dell’individuo fa parte di qualcosa di più grande; è della [...] Vai alla recensione »

martedì 4 maggio 2021
Felicity

The Farewell – Una bugia buona, è un piccolo miracolo, capace di inserire un umorismo bizzarro in mezzo alla componente emozionale. Con un finale travolgente. Il tempo che resta. Racchiuso in una ritualità fatta di gesti ripetuti e (in)consapevolmente prolungati. Prima che finisca tutto. Non c’è solo un confronto tra il diverso modo di vivere negli Stati Uniti e in [...] Vai alla recensione »

domenica 8 marzo 2020
dodix2013

Film noioso, scritto male, recitato peggio. Situazioni e dialoghi improbabili. Le recensioni positive avevano superato una mia certa iniziale diffidenza e ho deciso di vederlo. Mal me ne incolse. Film pessimo. Due ore buttate.

lunedì 6 gennaio 2020
Fabio Pozzi Mucelli

Trama modesta. Poco verosimile che tutti i parenti si preoccupino così tanto per una persona che "ufficialmente" ha una semplice bronchite. Recitazione spenta, dialoghi poco interessanti. Un film che si può fare benissimo a meno di vedere. Spero che ci sia qualcosa di meglio da candidare all'oscar come miglior film straniero....

domenica 2 febbraio 2020
Emanuele 1968

Sono stato li un'oretta poi sono andato via, avevo altre aspettative. Penso sia un film pulito e piacevole, però speravo lontano dai i soliti film cinesi. Son curioso di leggere commenti dai miei amici di penna.......

domenica 5 gennaio 2020
carlarampi

Il film tratta un argomento interessante: il diverso modo di affrontare la malattia grave di una persona cara e la sua morte in culture diverse (americana vs cinese). Tuttavia il film e' noioso, non prende vita, a tratti melenso. Peccato.

FOCUS
FOCUS
martedì 24 dicembre 2019
Giovanni Bogani

Vedi il film. Semplice, delicato, comico. Poi leggi un po’, e scopri che la regista, Lulu Wang, questa storia l’ha vissuta per davvero, quasi identica. A sua nonna, che viveva a Changchun, nel Nord Est della Cina, era stata diagnosticata una malattia poco clemente. Tutta la famiglia aveva deciso di nasconderle la diagnosi. E di organizzare un banchetto di nozze di due giovani parenti, come pretesto affinché ognuno potesse tornare lì, e salutare la matriarca. 
 

La storia vera di una bugia. Che Lulu Wang trasforma in un film che ha la sua forza nella semplicità del racconto. Racconta come se non ci fosse niente da nascondere, se non quella bugia attorno a cui è costruito tutto il film. Come se non ci fossero inquadrature vertiginose, ad effetto, da esibire: quasi tutte le inquadrature sono fisse, il loro ritmo mantenuto quieto. The Farewell sembra il film di un maestro orientale, versante giapponese però: Yasujiro Ozu.

Prima scena, New York. Una ragazza cinese cammina nel caos così cinematografico di New York. Ha il volto di Nora Lum, meglio conosciuta come Awkwafina, ex giornalista, rapper di successo, entrata prepotentemente nella top list del cinema con Ocean’s 8 e Crazy & Rich: The Farewell però lo ha girato prima, la regista la ha scelta solo per alcuni suoi video di rap. Adesso, “The Farewell” – un trionfo al Sundance – le è valso una nomination ai Golden Globes. 

Ma non divaghiamo: prima scena, la ragazza è al telefono con la nonna, parla in cinese mandarino. “Sì, certo che ce l’ho il cappello”. Non ce l’ha. È la prima bugia, la prima bugia “buona” del film. Ci saranno altre bugie: una borsa di studio non concessa, ma soprattutto: l’esito di quella radiografia ai polmoni della nonna. 

Viene in mente Roberto Benigni, e la bugia che tiene in piedi per tutto il film La vita è bella (guarda la video recensione), solo per non gettare nella disperazione suo figlio. Ecco, qui c’è una famiglia intera che fa la stessa cosa, volando in Cina col pretesto di un banchetto di nozze per un giovane cugino che si sposa. 

Il resto è pura commedia all’italiana in agrodolce. Un film che è un’ode all’amore – sincero, profondo – che sta sotto la superficie di una dissimulazione. E allora ecco Awkwafina arrivare in Cina, a Changchun – la regista ha girato negli stessi luoghi della vicenda reale – e vedere degli orrendi grattacieli cinesi giallastri e anonimi, peggio di ogni periferia ex sovietica che possa venire in mente. 

Eccola, lost in translation, abbracciare la nonna con una faccia che non dissimula un bel niente: ma la nonna non se ne accorge. Detto tra parentesi, ma neanche tanto: l’attrice che interpreta la nonna, Zhao Shuzhen, è meravigliosa. Occhiate, sorrisi, gesti semplici, una serenità, un senso di accoglienza della vita. E il feeling che si crea fra le due è percepibile, è il valore aggiunto del film. Awkwafina, che ha perduto la madre quando aveva quattro anni, è stata cresciuta dalla nonna. Certi sentimenti li ha ben presenti.

Tutto è punteggiato, però, di commedia. Nonna e nipote che parlano, mentre sullo sfondo i due promessi sposi, goffi e impacciati, posano sotto uno sfondo orrendamente kitsch, un improbabile cuore di cotone bianco nel cielo azzurro che ricorda – a noi italiani – la pubblicità della Lavazza di qualche anno fa. O tutta la famiglia che va insieme alla nonna al cimitero, un cimitero con le tombe tutte uguali, a omaggiare il nonno morto da tempo. Un parente gli lascia le sigarette sulla tomba, la nonna protesta: “Aveva smesso!”, e il parente: “E lascialo fumare, è morto!”. Ci fosse stato Totò, sarebbe entrato nel cast. 

FOCUS
venerdì 13 dicembre 2019
Tommaso Tocci

Lulu Wang, la regista di The Farewell - Una bugia buona, è americana come la protagonista del film, Billi, entrambe emigrate negli Stati Uniti dalla Cina al seguito dei genitori quando avevano sei anni. Che ci sia molto di autobiografico in questa agrodolce meditazione sulle differenze culturali e sulle responsabilità familiari non stupisce più di tanto. Wang aveva già usato la sua esperienza di vita come base per un episodio del podcast "This American Life", ed è naturale che in seguito alla buona ricezione del suo esordio alla regia Posthumous (che, ambientato a Berlino e incentrato sulla figura di un artista, era invece quanto di più lontano dal tema si possa immaginare) sia tornata sull’argomento per sviscerarlo ancor più in profondità.
 

Fin dal suo debutto, ormai un anno fa al Sundance, era chiaro che The Farewell fosse destinato al successo, con la sua attenta capacità di descrizione psicologica, la delicatezza emotiva e l’agile posizionamento a cavallo dei generi.

Prima è arrivato il sigillo di qualità di A24, la casa di distribuzione più cool del momento che ne ha immediatamente preso i diritti. Poi l’uscita sugli schermi statunitensi in estate, battendo addirittura la media per sala di Avengers: Endgame. E ora, mentre il film arriva piano piano in tutti gli altri paesi (compreso un interessante e coraggioso posizionamento natalizio in Italia con Bim), il dibattito si è spostato inevitabilmente sulla awards season.

È qui che è venuto fuori il vero problema strutturale di come The Farewell si posizioni nel nuovo cinema americano, finalmente più inclusivo, eterogeneo, e attento alle voci autoriali delle minoranze. Il pluri-citato Crazy & Rich (da cui Wang ha preso la sua protagonista, Awkwafina, e la differenza tra i due ruoli è essa stessa affascinante) rimane un fenomeno culturale enorme, la cui commedia di grana grossa apre però le porte a storie dai contorni più sfumati. 

Proprio come The Farewell, che però ora si trova escluso da alcuni premi per via delle stringenti regole sulle percentuali di dialogo in inglese presenti nel film. Nelle nomination dei Golden Globes, il film è relegato al gruppo dei migliori film stranieri, e non può competere nella cinquina principale come miglior commedia. Si rilancia quindi la domanda: come si quantifica l’americanità di un’opera? E in che modo certe regole elementari e puramente tecniche finiscono per diventare un riflesso di una non totale accettazione?

La stessa Lulu Wang lo aveva dichiarato mesi fa, con un post sul blog di A24 dal titolo “Il mio film americano”. Sul saper resistere alle pressioni di renderlo un film più “vicino”, cambiando l’ambientazione o usando più inglese, o più “lontano”, rimuovendo l’ibridazione tra le due culture e confezionando un film più semplice e colorato su un matrimonio e sugli stereotipi dell’Altro. 

E invece The Farewell è importante oggi per come reclama quello scomodo spazio di coscienza a metà, parlando di una nonna cinese e di come le tradizioni cinese vogliono che si affronti la morte. Ma facendolo attraverso la prospettiva di una protagonista, Billi, che si sente americana proprio perché non capisce quel mondo.

O, in altre parole: come si fa a parlare di identità in un mondo contemporaneo quando le categorie che abbiamo a disposizione sono ormai obsolete? La questione della lingua in The Farewell è ironicamente lo specchio di quanto avvenuto poche settimane prima con le liste presentate agli Oscar dai vari paesi non americani; il film nigeriano Lionheart è stato rimandato a casa perché contiene troppo inglese per essere un film “straniero”, nonostante l’inglese sia una lingua ufficiale in Nigeria.

Ecco perché è importante guardare The Farewell attraverso il prisma dell’identità a stelle e strisce, senza espellerlo dal sistema culturale attraverso la componente esotica.

Se di solito a Natale ci sono troppi prodotti hollywoodiani a darsi battaglia con le commedie nostrane, stavolta si potrà consigliare senza esitazione di scegliere quel film americano, che è tra i migliori dell’anno e dice molto sugli USA di oggi, anche se la sua voce arriva dalla Cina.

Frasi
Mi chiedo cosa combinano in camera da letto quando io non sono in circolazione!!
Una frase di Nai Nai (Zhao Shuzhen)
dal film The Farewell - Una bugia buona - a cura di MYmovies.it
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 2 dicembre 2020
Mario Mazzetti
VivilCinema

Vivere in un paese ma essere originaria di un altro ha i suoi vantaggi ma può mettere a nudo la mancanza di un'identità precisa, l'esigenza della riappropriazione di radici che sembrano sfumare. Un tema particolarmente presente nella vita di Billi, che a sei anni è volata con i genitori dal nord della Cina a Brooklyn. A inizio film la sentiamo parlare a telefono con l'amata nonna, Nai Nai in mandarino, [...] Vai alla recensione »

martedì 18 febbraio 2020
Giulia Bona
Filmidee

Dai produttori di "Green Book" e "Il caso Spotlight", arriva il 20 febbraio nelle sale italiane, Cattive Acque, l'ultimo film dell'acclamato regista Todd Haynes, con un cast d'eccezione composto da Mark Ruffalo, Anne Hathaway, William Jackson Harper, Bill Pullman e Tim Robbins. La recensione: Una (tremenda) storia vera. Anno 1998. L'avvocato in carriera Rob Bilott, bene inserito in uno studio solito [...] Vai alla recensione »

sabato 18 gennaio 2020
Enrico Danesi
Giornale di Brescia

Billi è una ragazza cinese che vive a New York con la famiglia: il solo legame che mantiene con la patria d'origine è rappresentato dall'amata nonna, con cui è in costante contatto telefonico. Quando l'anziana si ammala di cancro, la famiglia (distribuita tra Usa e Giappone) opta per la "bugia buona", e si organizza per un provvisorio e frettoloso ritorno in Cina.

venerdì 17 gennaio 2020
Daniela Ceselli
Left

Una giovane donna (la rapper e attrice statunitense d'origini cinesi Awkwafina), con ambizioni artistiche - silurate da una lettera in cui le rifiutano la borsa di studio - nel traffico di New York è al telefono via skype con sua nonna (Zhao Shuzhen), residente in Cina in attesa di fare una tac. Profondo il legame, evidente l'intesa. Presto apprende dai genitori che alla donna, con cui parla quotidianamente [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 gennaio 2020
Vera Mandusich
Cinequanon

Billi (Awkwafina) è una trentenne single di origini cinesi. Vive a New York in un appartamento che si permette a fatica. In America ci è arrivata da bambina, quando la sua famiglia si è trasferita per motivi di lavoro. Adesso che all'amata nonna Nai Nai sono stati dati nemmeno tre mesi di vita a causa di un cancro ai polmoni, Billi e i genitori partono per Pechino.

sabato 4 gennaio 2020
Andrea Frambrosi
L'Eco di Bergamo

Al cinema, ma anche nella vita se è solo per questo, è sempre (o quasi) una questione di sguardo. Lo sguardo sul cinema, e sul mondo, in questo «The Farewell - Una bugia buona», è affidato ad una delle protagoniste, la Billi interpretata da Awkwafina (pseudonimo della cantante rap e attrice Nora Lum, già vista anche in «Jumanji: The Next Level»), cui la regista Lulu Wang (Wang Ziyi) affida il compito [...] Vai alla recensione »

giovedì 2 gennaio 2020
Alessandra De Luca
Ciak

Nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, Billi scopre che all'amata nonna, Nai-Nai, restano solo poche settimane di vita: in famiglia tutti lo sanno, ma hanno deciso di tenere nascosta la verità all'anziana per farle vivere serenamente i suoi ultimi giorni. Cosi, con la scusa di un matrimonio da celebrare in fretta e furia, tutta la famiglia si riunisce a casa di Nai-Nai, a Changchun.

domenica 29 dicembre 2019
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Dire la verità o tenerla nascosta? La verità è un valore, e a molti appare un valore indiscutibile, assoluto. Ne è sicura anche la giovane, ma non più giovanissima, Billi Wang di The Farewell - Una bugia buona (The Farewell, Usa e Cina, 2019, 98'). Scritto e diretto da Lulu Wang, il film è tratto da una actual lie, da una "bugia vera" che ha un forte sapore autobiografico.

venerdì 27 dicembre 2019
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

La bugia del titolo riunisce una famiglia cinese da New York, e dal Giappone, a Pechino. Qui il ritorno alle radici riesce a diventare, nei dettagli delle relazioni cangianti, quel tormentato sistema affettivo del congiungersi e perdersi, del ritrovarsi e separarsi che tanti genitori, tanti figli, nonni e nipoti affrontano nel nuovo assetto delle migrazioni economiche del nostro mondo.

giovedì 26 dicembre 2019
Marina Visentin
Cult Week

Billi Wang (Awkwafina, candidata al Golden Globe come miglior attrice), protagonista di The Farewell - Una bugia buona di Lulu Wang è nata a Pechino ma è cresciuta a New York, dove alle soglie dei trent'anni si muove inconcludente tra un lavoretto e un tentativo (fallito) di conquistare una borsa di studio. New York è la sua città, ci abita da quando aveva sei anni, ma le sue radici sono rimaste in [...] Vai alla recensione »

mercoledì 25 dicembre 2019
Serena Nannelli
Il Giornale

Dramedy con protagonista una famiglia cinese i cui membri organizzano in fretta e furia un matrimonio come scusa per potersi riunire tutti attorno alla matriarca morente. L'accordo è di tenere l'anziana donna all'oscuro delle sue condizioni di salute. "Basato su una vera bugia", il film coinvolge emotivamente, scaldando il cuore al fuoco della malinconia.

martedì 24 dicembre 2019
Stefano Giani
CineSalotto

La cena delle beffe è apparecchiata in quel di Changchun dove un dramma si nasconde dietro ai sorrisi. Una famiglia festeggia un matrimonio accelerato allo spasimo, ma i motivi sono ben diversi da quelli che si potrebbero ipotizzare. Nessun lieto evento in arrivo da giustificare la fretta. Tantomeno un amore, incapace di restare entro i confini. La verità la sanno tutti, tranne la nonna, malata irreversibil [...] Vai alla recensione »

martedì 24 dicembre 2019
Roberto Manassero
Film TV

Lulu Wang non è una grande regista: The Farewell, suo secondo lungo, non ha la forza di mettere in scena la lacerazione dei suoi personaggi - cinesi emigrati negli Usa e in Giappone che tornano in patria per la malattia della Nai Nai, la nonna paterna - attraverso lo spazio e il tempo del racconto: non è Hou Hsiao-hsien, per dire, e nemmeno l'Ang Lee di Il banchetto di nozze.

martedì 24 dicembre 2019
Maurizio Cabona
Il Messaggero

In Cina la tradizione familiare regge l'urto della post-modernità e della ormai lunga e sempre tumultuosa crescita economica. Due secoli fa, quando il gigante asiatico pareva dormire, Napoleone disse: «Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà». Se non trema, certo è preoccupato. Né una singola potenza europea né l'Unione Europea nel suo complesso possono più maltrattare la Cina col pretesto della [...] Vai alla recensione »

martedì 24 dicembre 2019
Stefano Giani
Il Giornale

Billi, cinese di nascita cresciuta negli Stati Uniti, torna a Changchun e scopre che all'amata nonna restano poche settimane di vita e tutti, in casa, le tengono nascosta la verità. Un affrettato matrimonio giustifica la riunione ma il risultato è individuare e definire il ruolo di ognuno in famiglia. Divertente commedia che non si perde in compianto e lacrime e sembra l'ideale seguito deIl banchetto [...] Vai alla recensione »

martedì 24 dicembre 2019
Peter Travers
Rolling Stone

La regista e sceneggiatrice Lulu Wang trae spunto dalla sua vita per raccontare la storia di una famiglia cinese riunitasi per celebrare un matrimonio, che però fa più l'effetto di un funerale. Awkwafina, la rapper-commediante che infuso la sua vena esilarante in Crazy & Rich e Ocean's 8, stavolta smorza i toni per interpretare, in modo eccelso, Billi, una newyorkese che torna in Cina per vedere la [...] Vai alla recensione »

lunedì 23 dicembre 2019
Carlotta Po
Cineforum

Continua collisione di prospettive, credenze e valori opposti, The Farewell - Una bugia buona ne rappresenta in realtà anche un incontro fertile, una risoluzione tramite docili compromessi. Billi è la protagonista, una trentenne nata cinese e cresciuta negli Stati Uniti che si ritrova a dover accettare la decisione della famiglia originaria di tenere all'oscuro la nonna, per tutti Nai Nai, del tumore [...] Vai alla recensione »

domenica 22 dicembre 2019
Michele Anselmi
Cinemonitor.it

"Basato su una bugia vera" leggiamo sui titoli di testa, e bisogna riconoscere che l'ossimoro suona calzante per "The Farewell", cioè l'addio, il bel film di Lulu Wang, cinese naturalizzata statunitense, che esce il 24 dicembre, proprio alla vigilia di Natale, con la Bim. Certo il tema non è dei più festosi, ma la trentacinquenne regista, pescando in un'esperienza familiare scaldata da un mezzo lieto [...] Vai alla recensione »

sabato 21 dicembre 2019
Teresa Marchesi
Huffington Post

Quattro anni e sei mesi fa un medico mi convocò separatamente per comunicarmi che per mio marito non c'era più speranza di cura. L'équipe riunita dell'Istituto di assistenza domiciliare fu più chiara e diretta. Non mi lasciarono alzare finché non scoppiai a piangere. Volevano essere sicuri che avevo capito bene. La consegna del silenzio, mai dichiarata, era implicita.

sabato 21 dicembre 2019
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Si dice "Jewish Christmas", e si intendono le giornate natalizie-leggi: la fuga dalle giornate natalizie- degli ebrei a New York (consigliabile se anche voi non capite perché tutti comprano su internet, ma le strade sono comunque piene di gente che cerca parcheggio). Ristorante cinese (sono sempre aperti e non c'è bisogno di prenotare) e poi cinema.

mercoledì 18 dicembre 2019
Simona Siri
Vanity Fair

Per alcuni critici Usa è il film rivelazione della stagione, forte di un incasso americano di oltre 17 milioni di dollari. Per altri, potrebbe addirittura essere candidato a qualche Oscar. The Farewell - Una bugia buona è una piacevole sorpresa e la conferma, nell'anno di Parasite, di quanto storie apparentemente lontane da noi possano essere interessanti e universali, oltre che profonde e divertenti. [...] Vai alla recensione »

martedì 17 dicembre 2019
Sara Del Corona
Marie Claire

A proposito della nouvelle vague di filmmaker di temperamento, eccone una che affronta il tema dello spaesamento perpetuo degli immigrati con un realismo e una poesia che s'impongono con delicatezza, e mandano vibrazioni surreal-intime alla Lost in Translation di Sofia Coppola. Anche se qui è tutto molto diverso: la regista, americana, addirittura fidanzata con Barry Jenkins (Moonlight), è nata a Pechino. [...] Vai alla recensione »

martedì 17 dicembre 2019
Valeria Vignale
Tu Style

Billi, nata in Cina e cresciuta negli Usa, scopre che alla sua amata nonna, rimasta a Changchun, restano poche settimane di vita ma tutti in famiglia vogliono nascondere la verità alla diretta interessata. Con la scusa di celebrare insieme un matrimonio affrettato si riuniscono nel paese d'origine, riscoprendo le radici comuni, lo spirito della nonna, il ruolo di ognuno nel gruppo.

sabato 19 ottobre 2019
Emanuele Rauco
La Rivista del Cinematografo

A memoria, la quasi totalità dei film che hanno come tema la bugia hanno come luogo di svolgimento la famiglia, come se ci fosse una diretta proporzione tra la grandezza dell'affetto e la grandezza delle menzogne. Su questa proporzione, Lulu Wang fonda il suo secondo lungometraggio, The Farewell. "Basato su una vera bugia" (raccontata dalla stessa Wang prima in forma letteraria e poi come script), [...] Vai alla recensione »

sabato 19 ottobre 2019
Simone Emiliani
Sentieri Selvaggi

Il tempo che resta. Racchiuso in una ritualità fatta di gesti ripetuti spessi ripetuti e (in)consapevolmente prolungati. Prima che finisca tutto. Non c'è solo un confronto tra il diverso modo di vivere negli Stati Uniti e in Cina in The Farewell, secondo lungometraggio di Lulu Wang. Ma soprattutto sembra quasi esserci una mutazione attraverso la figura di Billi.

venerdì 27 dicembre 2019
Emiliano Morreale
La Repubblica

Opera seconda di Lulu Wang, trentottenne regista nata a Pechino ma cresciuta negli Usa, The Farewell - Una bugia buona è stata una piccola rivelazione all'ultimo Sundance Film festival, e se ne parla addirittura come del possibile outsider per gli Oscar. Nella protagonista del film, la regista e sceneggiatrice sembra aver messo molto di suo: Bill è una giovane di origine cinese che vive a New York [...] Vai alla recensione »

NEWS
CELEBRITIES
venerdì 10 gennaio 2020
Fabio Secchi Frau

"New York City Bitch, that's where I come from, not where I moved to on Mom and Dad's trust fund". Tradotto: "New York City, bitch! Ecco da dove vengo, non dove mi sono trasferita grazie al fondo fiduciario di mamma e papà!" Queste sono le parole di [...]

NEWS
lunedì 23 dicembre 2019
Andrea Fornasiero

Cinema, ma anche le principali novità in streaming e gli imperdibili appuntamenti tv. Scopri la guida »

GUARDA L'INIZIO
venerdì 20 dicembre 2019
Massimiliano Carbonaro

In anteprima su MYmovies.it i primi 10 minuti del sorprendente film di Lulu Wang. Dal 24 dicembre al cinema. Guarda l'inizio »

NEWS
martedì 17 dicembre 2019
Ilaria Ravarino

Guida completa all'offerta cinematografica di un Natale da record. Scopri i film »

VIDEO RECENSIONE
lunedì 16 dicembre 2019
A cura della redazione

Billi Wang è nata a Pechino ma vive a New York da quando aveva sei anni. Il suo contatto con la Cina è Nai Nai, la vecchia nonna ancorata alle tradizioni a cui viene diagnosticato un cancro. La famiglia decide di nasconderle la verità e di passare con [...]

TRAILER
mercoledì 20 novembre 2019
 

Billi, nata in Cina e cresciuta negli Stati Uniti, tornata a malincuore a Changchun, scopre che in famiglia tutti sanno che all'amata Matriarca, Nai-Nai (nonna), restano solo poche settimane di vita, ma hanno deciso di tenere nascosta la verità alla diretta [...]

FESTA DI ROMA
lunedì 21 ottobre 2019
Marzia Gandolfi

Un inno alle collisioni di una società aperte. Presentato a Roma FF14, dal 24 dicembre al cinema. Vai all'articolo »

NEWS
martedì 17 settembre 2019
 

Una famiglia cerca di organizzare un matrimonio prima che la nonna muoia. Vai all'articolo »

winner
miglior attrice in un film brillante
Golden Globes
2020
winner
miglior film
Spirit Awards
2020
winner
miglior attrice non protag.
Spirit Awards
2020
winner
film dell'anno
AFI Awards
2020
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