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fab82ant72
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giovedì 2 gennaio 2020
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garrone deludente, geppetto inesistente
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Sono uscito dalla sala profondamente deluso. Amo ill cinema di Garrone ma questa volta non ho trovato niente di interessante in questa brutta copia del bel film di Comencini. Il film è lento, con chiusure scene da commedia vecchio stile, solo che qui non si ride mai, e nemmeno si sorride. La sceneggiatura è mortificante e uccide completamente la favola di Collodi. La musica è mediocre, né attira la nostra attenzione né ci trasporta in un mondo fatato. Geppetto sparisce dopo 10 minuti di film e lo ritroviamo solo sotto finale nella pancia della balena. Ma la favola non raccontava il tema della paternità? Dov'è finita la ricerca disperata dii Geppetto? Il grillo parlante? Non ne parliamo. Ogni volta che è in scena sembra rincorrere gag alla cinepanettone, solo che non c'è ironia.
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Sono uscito dalla sala profondamente deluso. Amo ill cinema di Garrone ma questa volta non ho trovato niente di interessante in questa brutta copia del bel film di Comencini. Il film è lento, con chiusure scene da commedia vecchio stile, solo che qui non si ride mai, e nemmeno si sorride. La sceneggiatura è mortificante e uccide completamente la favola di Collodi. La musica è mediocre, né attira la nostra attenzione né ci trasporta in un mondo fatato. Geppetto sparisce dopo 10 minuti di film e lo ritroviamo solo sotto finale nella pancia della balena. Ma la favola non raccontava il tema della paternità? Dov'è finita la ricerca disperata dii Geppetto? Il grillo parlante? Non ne parliamo. Ogni volta che è in scena sembra rincorrere gag alla cinepanettone, solo che non c'è ironia. Ecco, sì, forse con questo film ho scoperto che il regista non ha ironia, non sa cosa sia la commedia. Peccato:(
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peppy86
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giovedì 2 gennaio 2020
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favola gotica di un burattino
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Garrone mette in scena benissimo la famosa favola di Collodi. L'estetica è elevatissima, desaturata, "povera" ma vera. I costumi e le scenografie sembrano venir fuori da un dipinto. Ogni inquadratura potrebbe essere disposta all'interno di una cornice da appendere al muro. Ogni personaggio è sussurrato, mai sguaiato, perfettamente disposto in questo contesto a metà strada fra il fiabesco e la ruralità toscana. È un Pinocchio sicuramente meno sfavillante quello di Matteo Garrone, quasi gotico, rarefatto, privo della luminosità del cartone Disney o degli eccessi del film di Benigni. La pellicola lascia tuttavia poche sorprese allo spettatore più navigato. In poche parole: chi non conosce già le vicende del burattino di legno? A difesa di questo piccolo difetto, vorrei citare una famosa frase di Marcel Proust che dice così: "L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi.
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Garrone mette in scena benissimo la famosa favola di Collodi. L'estetica è elevatissima, desaturata, "povera" ma vera. I costumi e le scenografie sembrano venir fuori da un dipinto. Ogni inquadratura potrebbe essere disposta all'interno di una cornice da appendere al muro. Ogni personaggio è sussurrato, mai sguaiato, perfettamente disposto in questo contesto a metà strada fra il fiabesco e la ruralità toscana. È un Pinocchio sicuramente meno sfavillante quello di Matteo Garrone, quasi gotico, rarefatto, privo della luminosità del cartone Disney o degli eccessi del film di Benigni. La pellicola lascia tuttavia poche sorprese allo spettatore più navigato. In poche parole: chi non conosce già le vicende del burattino di legno? A difesa di questo piccolo difetto, vorrei citare una famosa frase di Marcel Proust che dice così: "L’unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell’avere nuovi occhi." Quindi grazie Matteo Garrone per averci ridato Pinocchio.
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anerlivius
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mercoledì 1 gennaio 2020
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delusione assoluta. ma lo hanno letto il romanzo?
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Grandissima delusione. Un film di 2 ore che deve condensare un intero percorso di crescita attraverso tante avventure non può permettersi 10 minuti inziali di gag di Benigni che non fanno altro che togliere dignità a Geppetto. Costruito senza solidità narrativa, ogni problema va a tarallucci e vino dopo 2 minuti. Proietti invisibile, Benigni fuori posto, salvo solo Forconi, anzi proprio bravo. Un'ottima fotografia con una scelta cromatica troppo fredda e tetra. Un inutile susseguirsi di scene grottesche e ridicole che lascia solo capire la pochezza della comprensione del romanzo di Collodi, ma qualcuno lo ha letto? Lucignolo è più impacciato di Pinocchio, le scene giustamente dure e meste completamente tagliate, Lucignolo non esiste più, la fatina sta lì a far da balia, gorilla inutile ed isterico, gatto e volpe ad alternanza simpatici e fastidiosi, ma la vera disgrazia di tutto il film è il grillo, una mascotte messa lì a rendersi ridicola.
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Grandissima delusione. Un film di 2 ore che deve condensare un intero percorso di crescita attraverso tante avventure non può permettersi 10 minuti inziali di gag di Benigni che non fanno altro che togliere dignità a Geppetto. Costruito senza solidità narrativa, ogni problema va a tarallucci e vino dopo 2 minuti. Proietti invisibile, Benigni fuori posto, salvo solo Forconi, anzi proprio bravo. Un'ottima fotografia con una scelta cromatica troppo fredda e tetra. Un inutile susseguirsi di scene grottesche e ridicole che lascia solo capire la pochezza della comprensione del romanzo di Collodi, ma qualcuno lo ha letto? Lucignolo è più impacciato di Pinocchio, le scene giustamente dure e meste completamente tagliate, Lucignolo non esiste più, la fatina sta lì a far da balia, gorilla inutile ed isterico, gatto e volpe ad alternanza simpatici e fastidiosi, ma la vera disgrazia di tutto il film è il grillo, una mascotte messa lì a rendersi ridicola. Un film senza consapevolezza e senza ispirazione, fatto tanto per fare scalpore, ma siccome c'è Benigni e co tutti ad osannarlo. Una vera tristezza, povero Collodi!
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cicciovictor
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mercoledì 1 gennaio 2020
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manca la magia: il naso che si allunga!
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per chi ha visto il film: immaginate di non conoscere la storia, e di vederla per la prima volta rappresentata: capireste la magia di questo burattino/bambino al quale cresce il naso quando dice bugie? Che è il motivo del successo mondiale ed eterno del libro di Collodi. Avviene una sola volta e quasi non se ne accorge nemmeno Pinocchio che non si allarma più di tanto, mentre la fatina ci ride sopra e questo naso lungo diventa soltanto un ingombrante arnese che scompiglia gli oggetti in tavola. In ultimo, scompare sotto le beccate degli uccellini. Mah! scelta del regista? clamorosa dimenticanza? O forse sono io che non ho capito nulla? Per chi ha visto il Pinocchio di Comencini, è inevitabile farne un confronto, e personalmente trovo che Garrone sia quasi sempre secondo.
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per chi ha visto il film: immaginate di non conoscere la storia, e di vederla per la prima volta rappresentata: capireste la magia di questo burattino/bambino al quale cresce il naso quando dice bugie? Che è il motivo del successo mondiale ed eterno del libro di Collodi. Avviene una sola volta e quasi non se ne accorge nemmeno Pinocchio che non si allarma più di tanto, mentre la fatina ci ride sopra e questo naso lungo diventa soltanto un ingombrante arnese che scompiglia gli oggetti in tavola. In ultimo, scompare sotto le beccate degli uccellini. Mah! scelta del regista? clamorosa dimenticanza? O forse sono io che non ho capito nulla? Per chi ha visto il Pinocchio di Comencini, è inevitabile farne un confronto, e personalmente trovo che Garrone sia quasi sempre secondo. A cominciare da Pinocchio, che era un commovente Andrea Balestri assolutamente spontaneo e commovente, mentre Federico Ielapi è ingabbiato nel trucco. Sul Gatto e la Volpe, che sono i due personaggi di contorno più presenti nella rappresentazione di Garrone, il divario è abissale! non mi spiego la scelta di una Volpe che sovrasta il Gatto, relegato a ripetere le parole del compare. Non pare affatto una coppia di furfanti. Si salva la fotografia, la veridicità delle scene, dei costumi. Ammetto che sono personalmente parziale nel commento, per aver occasionalmene rivisto solo lo scorso anno l'intero film di Comencini, e di non riuscire a analizzare Garrone senza confrontarlo
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simghe
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mercoledì 1 gennaio 2020
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poetico
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Garrone ha ancora colpito nel segno, un nel film, poetico e con nellissime immagini, un bravissimo benigni e un altrettanto bravo per ceccherini. Commovente il profondo rapporto babbo e figlio, che Benigni rende benissimo. Da vedere
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lord
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martedì 31 dicembre 2019
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pinocchio in stile dark
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La trasposizione cinematografica di una delle favole più famose al mondo è fuor di dubbio impresa complicata; nonostante ciò, Matteo Garrone si mostra a suo agio dietro la macchina da presa, raccontando col suo stile inconfondibile un Pinocchio differente sotto tutti i punti di vista. Sin dalla prima scena, lo spettatore viene calato nell'universo garroniano, colmo di atmosfere cupe e poco rassicuranti; un exploit di colori soffusi e allo stesso tempo tenebrosi che tanto ricordano lo stile dark e a tratti quasi horror del cinema di Tim Burton. Un meraviglioso spettacolo visivo caratterizzato da una eccellente fotografia, con inquadrature curate raffiguranti dapprima i colli toscani e in seguito le pianure pugliesi, intervallate da borghi medievali e spiagge cristalline.
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La trasposizione cinematografica di una delle favole più famose al mondo è fuor di dubbio impresa complicata; nonostante ciò, Matteo Garrone si mostra a suo agio dietro la macchina da presa, raccontando col suo stile inconfondibile un Pinocchio differente sotto tutti i punti di vista. Sin dalla prima scena, lo spettatore viene calato nell'universo garroniano, colmo di atmosfere cupe e poco rassicuranti; un exploit di colori soffusi e allo stesso tempo tenebrosi che tanto ricordano lo stile dark e a tratti quasi horror del cinema di Tim Burton. Un meraviglioso spettacolo visivo caratterizzato da una eccellente fotografia, con inquadrature curate raffiguranti dapprima i colli toscani e in seguito le pianure pugliesi, intervallate da borghi medievali e spiagge cristalline. La trama è nota e i personaggi principali del romanzo di Collodi sono tutti rappresentati: da Geppetto (raffinatamente interpretato da un Roberto Benigni mai fuori le righe), il cui sguardo disperato trasmette tenerezza ma allo stesso tempo dignità, al fastidioso compagno di viaggio di Pinocchio, ossia il Grillo parlante (Davide Marotta); dal Mangiafuoco (che forse nessuno meglio di Gigi Proietti avrebbe potuto impersonificare), al Gatto e la Volpe (i bravissimi Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini); dall'Omino di burro (Nino Scardina) alla Lumaca (un plauso alla recitazione di Maria Pia Timo), fino a giungere a Lucignolo (a cui Garrone tuttavia riserva un ruolo secondario) e ovviamente alla Fata Turchina, bambina (Alida Baldari Calabria) e adulta (Marine Vacht). Menzione speciale ai trucchi e ai costumi. Fa impressione la cura del dettaglio che gli artisti hanno adoperato sul viso di un bravissimo Federico Lelapi, così come lo scricchiolio del legno che accompagna i suoi movimenti. La scelta di Garrone di privilegiare l'effetto visivo quasi old style a discapito delle nuove tecnologie è operazione che il regista aveva già scelto nel suo “Racconto dei racconti” e che anche in tal caso pare azzeccata: così facendo, la fiaba resta fedele a se stessa, suscitando emozioni e riflessioni in merito a temi che hanno da sempre affascinato intere generazioni.
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nik
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martedì 31 dicembre 2019
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deluso
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Molto deluso sia da Benigni che da Garrone. Manca una vera colonna sonora che accompagna il film. Personaggi mal vestiti e brutti. Preferisco Comencini e Manfredi.
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gustibus
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lunedì 30 dicembre 2019
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un pinocchio molto..furbo
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Finalmente commento un film di casa nostra.Questo e'un Pinocchio furbetto.Con rispetto per il regista Garrone,ce,'un Benigni((Geppetto)che fa bene il suo ruolo,ma e'meglio di Manfredi?nel vecchio ma famoso a tutti Pinocchio di Monicelli.Ce'Proietti(mangiafuoco)ce'Ceccherinie Papaleo(gatto e volpe) Federico Lelapi il bravo Pinocchio 2019.La storia e'narrata abbastanza in linea classica,a volte lenta,a volte commovente.Uscito durante le feste del Natale,senza cinepanettone,con un Star Wars 9 non al meglio ma con Ficarra e Picone da record,probabilmente almeno per altri 2giorni incassera'ottimamente,ovvio fino al 1gennaio,poi arrivera'Zalone.Praticamente siamo al 15%in piu'di incassi annuali senza troppi o pochissimi film(una volta filmoni!)di qualita'.
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Finalmente commento un film di casa nostra.Questo e'un Pinocchio furbetto.Con rispetto per il regista Garrone,ce,'un Benigni((Geppetto)che fa bene il suo ruolo,ma e'meglio di Manfredi?nel vecchio ma famoso a tutti Pinocchio di Monicelli.Ce'Proietti(mangiafuoco)ce'Ceccherinie Papaleo(gatto e volpe) Federico Lelapi il bravo Pinocchio 2019.La storia e'narrata abbastanza in linea classica,a volte lenta,a volte commovente.Uscito durante le feste del Natale,senza cinepanettone,con un Star Wars 9 non al meglio ma con Ficarra e Picone da record,probabilmente almeno per altri 2giorni incassera'ottimamente,ovvio fino al 1gennaio,poi arrivera'Zalone.Praticamente siamo al 15%in piu'di incassi annuali senza troppi o pochissimi film(una volta filmoni!)di qualita'.Vincono i film per bimbi e famiglie,ma la qualita',il grande CINEMA dove e'andato a finire?
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vieri leidi gardi
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lunedì 30 dicembre 2019
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delusione
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Sono perfettamente d'accordo con il commento e l'opinione di viver93. Garrone, che a me tra l'altro piace molto, credo che abbia un pò peccato di presunzione, volendo stravolgere e stringare, una favola piena di saggezze educative e che non si poteva, come hanno del resto fatto altri, ridurre in due ore di proiezione. Tanto per cominciare, a parere mio, se un racconto letterario è già stato riportato sullo schermo in maniera sublime, anche se si tratta di cinquant'anni fa, come il Pinocchio di Comencini appunto, non si dovrebbe andare a disturbarlo, almeno che non si stravvolga completamente il soggetto, presentandolo come...liberamente ispirato. Ma in questo nostro caso il film risulta ibrido, mezzo napoletano mezzo toscano, completo per l'essenza della storia, ma senza, come dice il nostro critico, approfondire i personaggi, che a veder bene non corrispondono neanche alle descrizioni, ormai conclamate del racconto.
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Sono perfettamente d'accordo con il commento e l'opinione di viver93. Garrone, che a me tra l'altro piace molto, credo che abbia un pò peccato di presunzione, volendo stravolgere e stringare, una favola piena di saggezze educative e che non si poteva, come hanno del resto fatto altri, ridurre in due ore di proiezione. Tanto per cominciare, a parere mio, se un racconto letterario è già stato riportato sullo schermo in maniera sublime, anche se si tratta di cinquant'anni fa, come il Pinocchio di Comencini appunto, non si dovrebbe andare a disturbarlo, almeno che non si stravvolga completamente il soggetto, presentandolo come...liberamente ispirato. Ma in questo nostro caso il film risulta ibrido, mezzo napoletano mezzo toscano, completo per l'essenza della storia, ma senza, come dice il nostro critico, approfondire i personaggi, che a veder bene non corrispondono neanche alle descrizioni, ormai conclamate del racconto. Ma geppetto non si chiamava polentina per via della sua parrucca gialla ? Il film poi, come ho anche notato le reazioni del pubblico in sala, restando passivo senza emozioni, senza un vero divertimento o coinvolgimento, ci si annoiava insomma.
L'esorcista, Qualcuno volò sul nido del cuculo, La donna che visse due volte, o The blues Brothers, tanto per citarne alcuni, vanno lasciati cosi come sono, senza voler riproporli al pubblico in una nuova versione, basata su gli originali, con un risultato sicuramente scadente. E' una pecca che abbiamo noi del cinema italiano, quello di non saper scegliere i soggetti giusti da trasportare sullo schermo ancor prima che il pubblico ne usufruisca. Capisco che il noto e bravo regista abbia cercato di cimentarsi in opere diverse, favolistiche, come il molto più riuscito (Il racconto dei racconti) senza troppo ripetersi, con criminalità e denunce sociali, ma bisogna anche stare attenti a dove si va a parare, cosa non facile certo, ma che compromette senza riserve la riuscita di un opera, anche con una ottima regia, come devo ammettere, anche in questo caso.
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martina martoglio
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domenica 29 dicembre 2019
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non criticabile
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Chiunque critichi questo film si ricordi che l'Italia viene da tempi bui in quanto creatività e ingegno (oltre che effetti speciali). I film italiani hanno un budget ridotto e la qualità di Pinocchio dovrebbe essere vista anche in quest'ottica. Non si può criticare sempre tutto e tutti. Il film è delicato e ha delle musiche degne di nota. Chiunque critichi questo film si ricordi che l'Italia viene da tempi bui in quanto creatività e ingegno (oltre che effetti speciali). I film italiani hanno un budget ridotto e la qualità di Pinocchio dovrebbe essere vista anche in quest'ottica. Non si può criticare sempre tutto e tutti. Il film è delicato e ha delle musiche degne di nota.
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