La belle époque

Film 2019 | Commedia, +13 110 min.

Regia di Nicolas Bedos. Un film Da vedere 2019 con Daniel Auteuil, Guillaume Canet, Doria Tillier, Fanny Ardant, Pierre Arditi. Cast completo Titolo originale: La belle époque. Genere Commedia, - Francia, 2019, durata 110 minuti. Uscita cinema giovedì 7 novembre 2019 distribuito da I Wonder Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,49 su 36 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 18 novembre 2019

Quando un imprenditore gli propone di rivivere un giorno della sua vita, il sessantenne Victor accetta senza ripensamenti: vuole tornare al 16 maggio 1974, il giorno in cui conobbe la donna della sua vita. Il film ha ottenuto 11 candidature e vinto 3 Cesar, 3 candidature a Lumiere Awards, In Italia al Box Office La belle époque ha incassato 1,6 milioni di euro .

Consigliato sì!
3,49/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,57
PUBBLICO 3,41
CONSIGLIATO SÌ
Una messa in scena gioiosa di un cinema che regala un sorriso persistente allo spettatore.
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 27 maggio 2019
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 27 maggio 2019

Victor e Marianne sono sposati e 'inversi'. Lui vorrebbe ritornare al passato, lei andare avanti. Disegnatore disoccupato che rifiuta il presente e il digitale, Victor è costretto a lasciare il tetto coniugale. A cacciarlo è Marianne, psicanalista dispotica che ha bisogno di stimoli e ne trova di erotici in François, il migliore amico di Victor. Vecchio e disilluso, Victor accetta l'invito della Time Traveller, una curiosa agenzia che mette in scena il passato. A dirigerla con scrupolo maniacale è Antoine, che regala ai suoi clienti la possibilità di vivere nell'epoca prediletta grazie a sontuose scenografie e a un gruppo di attori rodati. Tutto è possibile, bere un bicchiere con Hemingway o sparare sull'aristocrazia del XVIII secolo. Victor sceglie di rivivere il suo incontro con Marianne, una sera di maggio del 1974 in un café di Lione ("La belle époque"). Sedotto dal fascino dell'attrice che interpreta la sua consorte a vent'anni, Victor col passato trova il futuro.

Con La Belle Époque arriva sullo schermo un bastimento carico di idee e di attori celebri, una commedia nostalgica che risale il tempo e solleva lo spirito.

Nicolas Bedos, ossessionato dal passaggio del tempo (Un amore sopra le righe), torna sui soggetti di predilezione: l'usura dei sentimenti e il rimpianto delle occasioni perdute. A sopportare gli oltraggi degli anni questa volta sono Fanny Ardant e Daniel Auteuil che interpretano con smalto una coppia sull'orlo di una crisi di nervi. Un uomo e una donna che da troppo tempo non condividono più niente e conducono vite parallele. Intorno a loro gravitano Guillaume Canet, regista tirannico e nevrotico, comme d'habitude, e Doria Tillier, compagna a intermittenza del personaggio di Canet che innamora il vecchio disegnatore di Auteuil.

Convocate tutte le celebrità del cinema francese maggiore (Pierre Arditi e Denis Podalydès) e tutte le convenzioni della commedia degli equivoci, La Belle Époque è una messa in scena gioiosa del cinema che consente a Daniel Auteuil di ritrovare l'umorismo toccante dei vecchi ruoli e a Fanny Ardant la luccicanza sentimentale dei film di Truffaut, quella che la faceva svenire in un parcheggio dopo un bacio e le lasciava le cicatrici sui polsi perché in definitiva l'amore fa male. Convinti di non poter più stare insieme, le loro mani allacciate nel gran finale non intendono ragione. Perché Victor e Marianne sono fatti per accendersi e le loro mani per afferrarsi. Fatti per bruciare sempre e probabilmente ferirsi ancora.

Bedos sceglie l'amore che dura e la riconciliazione di una coppia e di un uomo col suo tempo, regalando un sorriso persistente allo spettatore e tante sorprese. Sorprese che accumula tra andate e ritorni, recriminazioni e rievocazioni, carezze e schiaffi. Irriducibilmente brillante e ruffiano, l'enfant terrible della televisione (e non solo) porta sulla coppia uno sguardo tenero e fiducioso, incalzato da repliche e battute che fanno sognare o ridere di gusto. Trascendendo i limiti del reale col suo esercito di decoratori e un senso spiccato della messa in scena, l'autore rievoca il passato per offrire all'avvenire uno sguardo nuovo. Sguardo che contagia i suoi attori al servizio di un superbo gioco cinematografico. Sullo sfondo degli slittamenti temporali sfilano le performance di un cast virtuoso ed eclettico ma perfettamente omogeneo.

La forza del film non risiede solo nell'eccellenza degli interpreti ma altresì nella sceneggiatura di una precisione quasi ineccepibile, che si destreggia coi talenti convenuti fino a concludersi sulla riconciliazione di rigore. Se Nicolas Bedos domina così bene la materia è perché il personaggio di Guillaume Canet è fondamentalmente il suo doppio. Antoine è un regista che deve accordare un ensemble di rivali e di persone che hanno in comune solo una rappresentazione (d'epoca), quella che devono allestire ma che minaccia sempre di volgere in catastrofe. La disposizione benevola di Bedos fa lo charme di questa commedia romantica in astinenza d'amore, concepita come una successione di parole, baci e lacrime legati da un ritmo sostenuto. La bella meccanica gira a pieno regime, regalando ai suoi attori il registro di predilezione e rammentando agli spettatori che qualche volta i 'bei vecchi tempi' sono adesso.

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LA BELLE ÉPOQUE disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 24 novembre 2019
angelo umana

 La vita è sogno (Calderòn de la Barca), un film è sogno, ergo la vita è un film. Lo sceneggiatore e regista di La belle époque, Nicolas Bedos, si è addirittura inventato di far rivivere alle persone in un film di cui sono protagoniste - con set cinematografico appropriato, interni, esterni, pantaloni a zampa di elefante, capelli lunghi e auto dell'epoca [...] Vai alla recensione »

domenica 17 novembre 2019
Stefania Guidi

 Belle epoque   La bellissima Fanny ardant ha 70 e interpreta la signora Drummond, donna che non accetta lo scorrere del tempo e decide, per fermarlo, di iniziare una relazione con un uomo più giovane di cui è psicanalista. I due non condividono nulla, a parte il letto e anche quello con poca convinzione  Il signor Drummond non riesce più a lavorare ed [...] Vai alla recensione »

lunedì 29 marzo 2021
enzo70

Il cinema francese esprime la sua eccellenza nel dipingere le sfumature. E questo bel film di Nicolas Bedos è, appunto, un festival di colori, di emozioni, di ricordi sempre in bilico tra i rimpianti e le attese per il futuro. Perché se il matrimonio tra un uomo ed una donna in età avanzata sembra essere inesorabilmente destinato a finire, il ricordo delle emozioni delle prime [...] Vai alla recensione »

venerdì 11 settembre 2020
nicoladimi

Simpatico film “Francese” la protagonista è interessante che sicuramente è una promessa ma bravi anche un po’ tutti gli attori. La trama, da classica commedia francese è esile e sfuggevole ma tiene e ci porta nei nostri ricordi a riflettere dei nostri tempi col senno di poi.

giovedì 30 aprile 2020
Eugenio

 Sprizza saudade e tanta resilienza al tempo che passa, il film di Nicolas Bedos, vincitore della miglior sceneggiatura originale ai Cesar del 2020 (e anche della miglior scenografia), un film che guarda nostalgicamente al passato per proiettarsi con delicatezza verso il futuro.     Protagonisti due coppie, la prima di sessantenni: lui, Victor (Daniel Auteuil) disegnatore [...] Vai alla recensione »

domenica 1 dicembre 2019
Stefano Roncon

E' film che lascia il segno: bella la sceneggiatura, brava la regia e gli attori, ottima la fotografia ... il risultato sono 110 minuti che portano con mano lo spettatore in questa dimensione fra sogno e realtà, nella quale i sentimenti, le passioni, la nostalgia diventano un tutt'uno con la storia stessa. E' vero che la "magia" degli anni 70, il gusto retrò per gli anni che furono, aiuta a dare una [...] Vai alla recensione »

martedì 12 novembre 2019
Maramaldo

Definizione, lamentazione di un passato che non ti "vuole passare". Lo trovi bello ancorchè ricordi che ci hai sofferto indicibilmente. Per illustrare il concetto Nicolas Bedos ha scomodato il cinema di Francia di alcuni decenni. Di chi si è servito? Di uno smarrito "viaggiatore del tempo", Victor, per il quale si prova la compassionevole indulgenza che si riserva [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 novembre 2019
Neremsone

La Belle Epoque, è un bel film, recitato molto, molto bene, un intreccio di vari livelli di narrazione che ti sorprendono... insomma, non il romantico romanzuccio che ci si poteva aspettare; unica pecca la doppiatrice di Fanny Ardant (quella storica di Meryl Streep, che mi è sempre piaciuta): ha tenuto un registro che definirlo "fastidioso" è un eufemismo; evidentemente [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 ottobre 2019
barberis

Cosa diventa l'amore quando viene ingoiato dalla routine? Quando la noia ci pervade e tutto ciò che abbiamo intorno ci sembra già visto, così uguale a se stesso e da così tanto tempo da sembrare alieno?La Belle Époque parla di riscoprire l'emozione di un tempo perduto, di una gioventù mitica in cui ancora tutto era nuovo e perciò affascinante. Rivivere il proprio passato per capire che nel presente [...] Vai alla recensione »

domenica 12 gennaio 2020
ralphscott

Un buon film,che commuove e stupisce per originalità,che diventa eccezionale nei battibecchi tra i due colossi Ardant-Auteuil. Provare per credere:siamo a livelli di spasso da ritrovare molto indietro nel tempo,coppie mitiche come Hepburn-Tracy,per capirci. Vivissimi complimenti per la scrittura dei dialoghi. Una pecca è la scelta del doppiaggio della magnifica Fanny/Marianne Drumond,affidato [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 novembre 2019
ElisaF

Interpretazioni strepitose di tutti e quattro i protagonisti, una sceneggiatura brillante e una struttura per niente banale.Un film che emoziona dall'inizio alla fine e non annoia mai. Consiglio assolutamente a tutti!

domenica 10 novembre 2019
FrankMoovie

 Un gran bel film: in genere una recensione riporta il giudizio alla fine, ma questo film merita l’evidenza. Da anni non mi capitava di sorprendermi che fossero trascorse già due ore circa dall’inizio, senza intervallo: un susseguirsi di momenti di tenerezza, di sorrisi, di commozione e di romanticismo non permette distrazioni.

giovedì 21 luglio 2022
eugen

"La belle E'poque"(Nicolas Bedos, anche autore di soeggetto e screenplay, 2019): nulla a che vedere con i decenni artisticamente e letterariamente definti come tale, ma il"beau temps"di Victor, creatore di fumetti in crisi esistenziale e creativa, cui viene data l'opportunita'di rivedersi ai tempi dei suoi fasti personali, maggio 1974, quando l'epoca risentiva ancora [...] Vai alla recensione »

lunedì 9 dicembre 2019
Manuela Potiti

Film romantico non c'è che dire. Ambientato tra presente e passato. Un presente nel quale il protagonista ha difficoltà ad ambientarsi e riconoscersi. Sarà proprio un'invenzione dei tempi moderni a riportare alla luce un antico sentimento. Ben fatto!

sabato 30 novembre 2019
Giovanni_B_southern

Il film è vedibile, sia chiaro. Però per un film francese è sicuramente una spanna sotto lo standard. Auteuil è sempre un gigante. Fanny Ardant è doppiata malissimo. Il film ha una partenza e una idea molto buona. Si perde però. I dialoghi non hanno alcuna profondità. Tutto è molto scontato e molto sopra le righe.

lunedì 25 novembre 2019
massimiliano santucci

 “Lui vorrebbe tornare al passato, lei andare avanti" recita la presentazione di Mymovies.  Parto di qui ma rovescio l'analisi. A mio avviso è proprio Marianne a rifiutare l'avanzare del tempo e a rimanere ancorata al suo carattere (dispotico) e al suo passato (che è ancora il suo presente, ossia quello di una donna bellissima nonostante l'età). [...] Vai alla recensione »

lunedì 25 novembre 2019
Manuela Potiti

Il film non delude. Veloce divertente a tratti scoppiettante scatta la fotografia di una Francia a metà tra il sogno e la realtà. Gli attori bravi e bellissimi. Vien voglia di saltare dentro lo schermo. Fa sorridere e commuovere.

domenica 24 novembre 2019
Giovanni_B_southern

Per essere un film francese, gente che non sbaglia mai un colpo, il film è deludente. Oltremodo trito, pop e pieno di "già visti" : due su tutti Truman e Il Prigioniero. Piacerà sicuramente a chi va di rado al cinema e chi vede poco i film francesi. In genere il livello del cinema francese è diffusamente più alto di questo film.

venerdì 15 novembre 2019
Pietro Viola

Un vero spettacolo. Attori splendidi, sceneggiatura brillante, montaggio da applausi in questa sorta di amarcord in tempo reale, in cui la nostalgia per ciò che è stato (o che pensiamo sia stato) ridà linfa e spinta vitale a un presente in apparenza grigio e vuoto, in realtà lì in attesa solo di essere apprezzato e rivalutato.

lunedì 11 novembre 2019
Carlox

Visto nel weekend, dopo settimane di attesa...film bellissimo! Si ride e ci si emoziona, bravissimi gli attori (sia i "vecchi" Auteil e Ardant sia i "giovani" Canet e Tillier), straordinaria la regia con una sceneggiatura perfetta.

domenica 15 dicembre 2019
LBavassano

 Risolve in commedia gradevole una tematica che avrebbe potuto assumere forme più sottilmente inquietanti, alluse, all'inizio, deluse, nel finale.

sabato 9 novembre 2019
nadia meden

Ho potuto assistere a un film molto particolare, molto ben strutturato e molto ben recitato. Un film molto originale, una commedia elegante, nostalgica e , perchè no, anche commovente. Chi non vorrebbe rivivere anche solo per un giorno o per un po'  di tempo, seppur limitato, una situazione piacevole della propria vita? Un grandissimo Daniel Auteuil, nei panni di Victor, disegnatore [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 ottobre 2019
Kolymbetra79

Una commedia brillante, due interpreti fenomenali che restituiscono al pubblico emozioni forti e sincere. Un racconto sull’amore che, logorato dalla routine della vita quotidiana, perde la sua essenza. Una lettura profonda dei sentimenti proposta con eleganza e ironia.

giovedì 31 ottobre 2019
Marina Guerrero

Per una volta, il passato regala un potente senso di libertà. Siamo abituate a trovare nel futuro la ventata fresca e intrigante che ci fa sentire vive... ma poi scopriamo che è il passato a racchiudere la forza prorompente capace di rivoluzionare l'esistenza. La Belle Epoque è un film intenso, che salda in conti in sospeso, mette al loro posto i rimpianti, i dolori, l'amore [...] Vai alla recensione »

domenica 10 novembre 2019
Cristina Poggipollini

Francamente, date le premesse esegetiche e l'afflusso di pubblico, sono rimasta sino alla fine perchè il film è stato più veloce dei me ad uscire di scena. A parte il protagonista, disegnatore in disarmo, dipinto  con la consueta  classe di un  impareggiabile Auteuil,  non ho visto e ascoltato che volgarità e non mi riferisco alla sceneggiatura, [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 ottobre 2019
Andrea Romeo

La sceneggiatura di Nicolas Bedos mi ha intrigato a tal punto da farmi pensare a questo film come ad una storia importante per la mia vita. Con una regia e un ritmo entusiasmanti La Belle Époque ci porta in una storia d'amore che assomiglia molto alla nostra, a quella dei nostri genitori, a quella che vivranno i nostri figli. In equilibrio tra la vertigine dell'innamoramento e la comodit&agra [...] Vai alla recensione »

lunedì 21 ottobre 2019
Liviojr

Bello il 'passato' del 1974, bello il Colosseo e... bello anche il febbraio 1957, forse un po' meno bello il futuro...

lunedì 11 novembre 2019
Clod

per perdere tempo a vedere questo film: una regia convenzionale con un montaggio adatto ad un trailer di videogioco. Doppiaggio penoso. Insomma: un soggetto promettente sprecato.

domenica 10 novembre 2019
Flaw54

Falso e artificioso. Film tipicamente francese, basato su battute e dialoghi che alla fine stancano e annoiano. Centrato però il tema di fondo basato sull'amore e tutte le sue varie possibilità. Viste le recensioni pensavo molto meglio.

FOCUS
INCONTRI
sabato 16 novembre 2019
Claudia Catalli

Camicia bianca, gonna lunga aderente, stivaletti, capelli raccolti e mani tempestate di gioielli. Non c'è niente da fare: dal vivo Fanny Ardant mantiene intatto il suo fascino, proprio come sul grande schermo. Lo dimostra per l'ennesima volta nel film di Nicolas Bedos La belle époque, in cui interpreta la grintosa Marianne, che di se stessa dice: «Bevo, vivo, vado avanti», per poi schiaffeggiarsi selvaggiamente e darsi della 'cattiva' quando, in una delle scene più memorabili del film, caccia di casa il marito affaticato dagli anni (un dolente e magnifico Daniel Auteuil). Un personaggio che, racconta l'attrice, l'ha stregata come pochi: «La ricchezza di un personaggio è la sua contraddizione». 

Custodisce un segreto per mantenere intatto il fascino negli anni?
Mi basta amare fino in fondo quello che faccio. Ogni giorno come fosse il primo. Adoro il mio mestiere come una pazza, quando non lo amerò più mi ritirerò in una grotta sperduta. Oui, lo giuro. Finora è stata una gioia stare sul set e ricominciare sempre. Ogni film è il primo, devo azzerare tutto, resettare, aspettare che scatti una nuova magia. Non so mai cosa potrà accadere, lo trovo stupendo.

Ha mai avuto un'icona, un modello, una donna che l'ha ispirata più di chiunque altra al mondo?
Anna Magnani, senza ombra di dubbio. Giocava duro, recitava forte e ha saputo diventare indimenticabile.

C'è invece un personaggio, tra i tanti interpretati, che le è rimasto dentro?
Direi Maria Callas. Chi avrebbe mai sognato di poterla interpretare? Era una donna pazzesca, alla ricerca dell'assoluto. Eppure mai riusciva ad arrivare alle cose. Ma ho amato moltissimo anche l'esperienza che ha segnato tutta la mia carriera, e anche la mia vita personale. La signora della porta accanto di Francois Truffaut. Tutto era perfetto: era un grande film, fu un grande amore... l'allineamento astrale dei pianeti.

Lavorare con Nicolas Bedos è come lavorare con un direttore di orchestra, ha detto. Perché?
È un regista appassionato e preciso, ha scritto le scene e i dialoghi con un ritmo e una musicalità che diventano una gioia per un'attrice. Lavorare con lo sguardo di un regista che sa esattamente dove andare è tutto. Un bravo regista è un grande giardiniere che lascia crescere le sue piante, ma sa bene che è meglio piantarle qui o là...

Proseguendo sul territorio delle similitudini, come dev'essere un'attrice?
Come una coppa di champagne: non devi essere mai troppo seria, nella vita ci vuole leggerezza.

Se dovesse indicare i suoi registi del cuore, oggi, quali nomi farebbe?
Purtroppo non sono così esperta di cinema, di certo non sono un critico, ma confesso di aver avuto sempre un debole per il cinema di Martin Scorsese e di Roman Polanski.

Dal cinema alla vita: qualche anno fa è diventata nonna. Che effetto le fa?
Amo il caos, l'amore e il furore che abitano una famiglia. Le grida, i pianti, le discussioni. Cerco di trasmettere il mio amore per il cinema: ho visto ventisette volte Ballando Ballando di Scola con mio nipote di 8 anni.

INCONTRI
mercoledì 13 novembre 2019
Ilaria Ravarino

Tutti pazzi per La belle époque: uscita il 7 novembre, la commedia di Nicolas Bedos raccoglie consensi sempre più ampi e trasversali, arrivando a raddoppiare dopo una settimana le sale in Italia.

"La cosa che più mi ha colpito di questa pellicola così interessante è la sua grande, fantasiosa sceneggiatura - dice il conduttore Pippo Baudo, fan della prima ora del film - che regala una miniera di piccoli particolari e di atteggiamenti d'epoca grazie ai quali rivivere lo spirito degli anni '70. Io sono da sempre un grande ammiratore di Fanny Ardant, che conobbi assieme a Truffaut quando furono miei ospiti in una trasmissione. È un film molto godibile sul sogno di un personaggio, Daniel Auteuil, che vuole rivivere il giorno più bello della sua vita. Una storia davvero romantica".

Conquistato da Bedos anche il cantante Frankie hi-nrg mc: "Mi è piaciuta la delicatezza della scrittura e della storia, trattata con grande eleganza, ironia e leggerezza. Il personaggio di Auteuil è vincente dal secondo fotogramma in poi, empatico e senza mai un calo. E Fanny Ardant con il suo personaggio fa una grandissima tenerezza, è una donna che affronta la sconfitta con grazia e sorriso - ammesso che si tratti di una sconfitta, perché La belle époque è soprattutto il racconto di una rinascita. Ho la sensazione che possa diventare un piccolo classico, più aggraziato e meno muscolare di un Truman Show con cui condivide senza dubbio dei tratti. Durerà nel tempo". 

Ma La belle époque convince anche gli addetti al settore, come la sceneggiatrice Lisa Nur Sultan: "È un film davvero delizioso, si ride e ci si emoziona, lo si guarda con un sorriso costante sulle labbra. Da tanto non vedevo una regia così piena di inventiva, di ritmo e di idee. Un film estremamente giocoso, nonostante parli dell'argomento più straziante di tutti, ovvero il tempo che ci cambia e fa finire le cose belle. Molto romantico senza essere sentimentale, i protagonisti sono tutti in qualche modo detestabili come siamo noi e perciò li adoriamo. Sono uscita e ho chiamato mia mamma per dire di andarlo a vedere e portarci mio papà. Non posso organizzare per loro una rievocazione del loro incontro, ma sono certa che i baffi di Daniel Auteuil faranno la loro parte".

Sulla stessa linea il produttore Valerio De Paolis: "Una commedia francese divertente, spiritosa e intelligente, con protagonisti fortissimi e sorprendenti. Un film da cui esci con un senso di gioia, contento di aver visto qualcosa che non ti aspettavi".

Entusiasmo condiviso dalla giornalista Renata Ingrao: "Mi è piaciuto veramente tanto. Un film brillante, pieno di trovate e intelligente. Di fronte a un film francese temo spesso l'intimismo, apprezzabile ma non sempre. Invece La belle époque mi ha spiazzato. Mi ha fatto lo stesso effetto di Perfetti sconosciuti: una commedia intelligente, divertente e malinconica, con attori strepitosi. Una bella idea, raccontata in modo originale, che funziona bene e riscuote unanimi consensi".

FOCUS
sabato 9 novembre 2019
Tommaso Tocci

Immergersi nella finzione come se fosse reale, e commercializzare il prodotto che ne risulta, è da qualche decennio un terreno creativo molto florido per l'industria dell'intrattenimento. Lo abbiamo visto declinato in chiave digitale, tra realtà virtuali più o meno volontarie, più o meno ingannevoli, più o meno rivelatorie di un'ansia da fine millennio per un'informatica che prometteva di fagocitarci tutti.

Lo abbiamo anche però interpretato con maggior allegria come un fatto analogico, felici di rincorrere l'illusione di set-mondi costruiti a mano, abbastanza grandi da contenere le moltitudini delle narrative possibili. Nell'era che stava introducendo la reality tv nelle nostre case, Peter Weir e Ron Howard portavano l'elemento satirico alla base di quell'impulso fino alle sue naturali conseguenze, in The Truman Show e in EdTv, rispettivamente del 1998 e del 1999.

Vent'anni dopo, la fascinazione televisiva è stata soppiantata da quella capitalistica, in cui la satira si sposta da chi guarda a chi può permettersi di comprare una perversione tanto elaborata. È una sottile linea che da The Game di Fincher arriva fino a Westworld, serie futuristica su un parco giochi per ricchi popolato da cowboy robot.

Nicolas Bedos, con La belle époque, propone una versione romantica, sgualcita e un po' cialtrona di un genere che solitamente ci tiene molto a simulare la perfezione prima di sfociare nel disastro.

"Le voyageurs de temps" è l'organizzazione dal nome altisonante che promette di portare il quasi settantenne Victor ovunque lui voglia nel passato, e che si trova invece ad affrontare l'insolita specificità della sua nostalgia. Non la corte di Maria Antonietta, non una guerra mondiale, bensì Il 16 maggio del 1974, in un caffè di Lione, dove Victor ha incontrato per la prima volta sua moglie Marianne. Perché la Storia è di certo affascinante, ma il cuore non può che strattonarci all'indietro, verso quel periodo in cui "non era orribile essere me".

Quell'immersione da parco giochi, in cui l'esperienza è reale ma le proibizioni scompaiono, non cerca più il brivido dell'altro da sé, come nella precisione stantia di Westworld, ma il conforto di un ricordo - e pazienza se la combinazione del personale (invece del nuovo di Westworld) e del tempo passato (invece di un presente in divenire, come in The Truman Show) dà a Victor un controllo della messa in scena troppo intenso per godersi appieno l'artificio. La belle époque fa centro costruendo un gioco approssimativo e fallace ma senza patemi, in cui gli attori dimenticano i dettagli dei loro personaggi, facendosi correggere in corso d'opera, e il protagonista si fa prendere la mano chiedendo licenze poetiche improvvise, come un po' di pioggia che non c'era nel 1974, mentre inseguiva Marianne all'uscita del bar.

Le pretese vengono via come una carta da parati posticcia su questo set gestito dal maniaco regista Antoine e illuminato dalla star Margot. Il senso di disillusione collettiva, sentimento così francese, non è mai un ostacolo quanto un invito a godersi il momento, proprio perché tutto sta cadendo a pezzi.

"Sei tu che hai chiesto una storia d'amore" dice l'attrice al cliente. "Ma non il dolore che viene dopo", risponde lui. E sarà per questo che il film è così riuscito, andando a indagare il "dopo" della premessa iniziale, che così velocemente si spende, si rovina e si contamina. Il gioco di coppie specchiate, con il riverbero delle finzioni tra i quattro personaggi principali, prosegue ben oltre il suo limite: come lo stesso Victor, che sa andare così tanto indietro da fare il giro e ritrovare il suo presente.

FOCUS
martedì 5 novembre 2019
Claudia Catalli

La memoria del cuore elimina i cattivi ricordi e magnifica quelli buoni e, grazie a questo artificio, siamo in grado di superare il passato. Lo sosteneva Gabriel Garcia Marquez, lo ribadisce oggi Nicolas Bedos con un film garbato e intelligente che è un vero inno alla memoria del cuore, appunto. Pochi film sanno raccordare presente e passato come La belle époque. Da una parte Marianne, una donna moderna, indipendente, in carriera, allergica al retrogusto stantio di relazioni datate e capace di rilassarsi solo quando inforca i suoi occhiali VR. Dall'altra Victor, un fumettista d'altri tempi che disegna a mano e guarda con sospetto le diavolerie contemporanee come, per dirne una, certe serie tv. Nel mezzo, un regista di oggi, fantasioso e creativo, in grado di (ri)portare in vita epoche lontane. Il quando non importa, conta solo il chi e che cosa, in altre parole il volere del "cliente", che descrive al dettaglio l'epoca in cui vorrebbe tornare. A pagamento, si intende, ma chi non cederebbe alla tentazione di poter, di fatto, viaggiare nel tempo?

Chi guarda non può che rimanere sedotto da ciò che vede: un protagonista che si ritrova immerso in un passato fatto di ricordi, nostalgie, antiche follie, brividi di gioventù. Va in scena il suo passato, privato, personale: l'unico tempo in cui è stato felice.

Daniel Auteuil, attore per cui ogni superlativo è a merito già stato usato, incarna perfettamente lo scetticismo iniziale e poi la totale adesione emotiva allo strampalato progetto. Suo malgrado diventa un cliente affezionato di queste "messe in scene" temporali, perdendosi nell'ebbrezza dei ricordi fino - addirittura - a (ri)innamorarsi. Che brutti scherzi fa la memoria, che spettacolari scherzi fa il cinema. Riesce a far tornare ciò che non è più.

Scriveva bene Jacques Derrida: il cinema è l'arte di rievocare i fantasmi. Fantasmi di ieri, spettri di amori che il logorio degli anni ha fatto appassire. Lo sa più di tutti Fanny Ardant, questa volta nei panni di una moglie stufa di una passione spenta, smaniosa di riprovare sulla propria pelle il furore degli inizi. Già, gli inizi. Quando di una storia d'amore si apprezza tutto, i gesti, i non detti, le sospensioni, le scelte, i sospiri, ma anche tutto ciò che sarà. Il binomio amore e memoria ha reso grande tanto cinema di spessore, dalla trilogia sentimentale firmata Linklater (Prima dell'alba, Before sunset, Before Midnight) fino a titoli come Se mi lasci ti cancello, o il nostro Ricordi? (guarda la video recensione) di Valerio Mieli.

Riacciuffare l'altro nel mare magnum dei ricordi, rinnamorarsi da capo, smarrirsi nelle vertigini di ieri e, nel frattempo, nel pieno del languore nelle memorie più dolci, ignorare un fattore fondamentale: tutto ciò che è stato ci cambia, inevitabilmente. Il giorno successivo nessuno è più lo stesso. Il loop della finzione cinematografica ignora questo passaggio, fondamentale per apprezzare, invece, quella realtà da cui entrambi i protagonisti di La belle époque vogliono fuggire a gambe levate. Incapaci di accettare l'avanzare degli anni, la noia, la passività di un quotidiano diventato sempre più grigio. Accettare se stessi, le proprie e le altrui mancanze, le zoppie che ogni relazione più o meno sana porta con sé: sembra volerci suggerire tutto questo, La belle époque. Un film che prosegue nella testa di chi lo guarda anche una volta usciti dalla sala. 

FOCUS
martedì 29 ottobre 2019
Giovanni Bogani

Un film che è una riflessione sulla recitazione, sul cinema, sulla nostalgia. Sulla nostra voglia di fermare il tempo, sulla ricerca del tempo perduto. Sull'amore, sul bisogno di ritrovare il nostro io, sotto le scorie della disillusione, del cinismo, delle amarezze. Funziona tutto, in questo film, e quasi preghi che non ne facciano un remake americano più costoso e meno sottile. Funziona lo spunto narrativo: che un bravo regista allestisca per te un viaggio nel tempo su misura, nell'epoca che vuoi. Che ti permetta di tuffarti in una pagina della Storia, o magari anche in una pagina della tua storia personale.

Funziona una sceneggiatura che organizza il gioco delle finzioni e delle rivelazioni con grande precisione. E brillano gli attori: Daniel Auteuil sommesso, sgualcito, divorato dallo sgomento prima, dalla nostalgia poi; cuore in inverno, come il titolo di un film in cui amava intensamente e dolorosamente, come qui. Brillano Fanny Ardant, imperiosamente infelice, e Doria Tillier: quando c'è lei sullo schermo, tutto vive un po' di più.

Se Il mio profilo migliore racconta una donna cinquantenne che cerca di rinascere, inventando una se stessa più giovane su Facebook, ne La belle époque un uomo sessantenne - e anche qualcosa di più - cerca di rinascere "recitando" un se stesso più giovane nella messa in scena perfetta di un giorno di maggio del 1974.

Un abile regista l'ha ricreato per lui: il bistrot dei suoi vent'anni, le Citroen DS per strada, i pacchetti di Gauloises sui tavolini, le minigonne, il coq au vin nel menu scritto col gesso sull'ardesia. E nel bistrot arriva, come una folata di vento, la donna della sua vita. È un'attrice, l'ha istruita il regista. Ma non importa: lui sa benissimo che è una finzione, ma è una finzione dolce, può flirtare con il suo passato. La sospensione dell'incredulità non è totale, non è assoluta, lui non è scemo; ma è un leggero stordimento, e il naufragar è dolce in quel mare. Per lui, come per noi.

E del resto, se avessimo diecimila euro al giorno da spendere in questo gioco, non lo faremmo anche noi? Non vorremmo rivivere il giorno del nostro bacio più bello, di quell'amore che sembrava il primo - e l'ultimo? Il giorno in cui la vita sembrava rivelarsi?

Chissà se c'entra qualcosa, per la genesi del film, Midnight in Paris di Woody Allen, in cui il protagonista finisce nella Parigi degli anni '20 a dialogare con Hemingway: e anche qui, curiosamente, c'è un attore che impersona Hemingway per un gruppo di clienti. E come in Midnight in Paris, c'è un'auto che passa al volo, trascinando il protagonista ad una festa.

Non importa. È comunque un'idea entusiasmante, quella di una realtà virtuale, ma artigiana: teatrale, fisica, concreta. Creare dei viaggi nel tempo organizzando dei set personalizzati. Un'idea che però poteva funzionare cinque minuti e poi spegnersi; il film poteva compiacersi delle sue ricostruzioni, di far sentire lo spettatore finito in un film di Bertolucci, o in Effetto notte di Truffaut. E invece, il film non si ferma mai più del necessario sugli oggetti d'epoca, perché non è quello il centro del film. Il centro del film è il percorso che compiono i protagonisti per ritrovarsi. Per ritrovare il ventenne innamorato che abita in loro, qualunque sia la loro età.

Sono quattro personaggi, tutti bisognosi di amore. Un sessantenne che cerca di vivere con stile il suo declino, una psicanalista che non è ancora riuscita a capire il paziente più difficile, se stessa; un regista isterico e perfezionista, che non riesce a dirigere la donna che ama; e una donna bellissima che non vuole esserne l'ostaggio. In tutto questo, la sintonia che Auteuil e Doria Tillier riescono a costruire, la tensione delle anime, il desiderio di sfiorarsi, di raggiungersi sapendo che non è possibile, è qualcosa di fantastico. Sarebbe bastato un dettaglio, uno sguardo sbagliato, una frase detta male, e tutto sarebbe saltato. Per fortuna, non accade. E noi spettatori amiamo tutti: Auteuil, Doria Tillier, il regista zoppo, perfezionista e isterico, e una psicanalista che chiude la porta di casa e si prende a schiaffi, sibilando a se stessa "méchante", cattiva.

CELEBRITIES
venerdì 25 ottobre 2019
Marzia Gandolfi

Nella cornice del Festival Lumière di Lione, Daniel Auteuil ha tenuto la settimana scorsa una masterclass davanti a un pubblico entusiasta e numeroso. Dosando sapientemente ricordi, pragmatismo e humour, si è assunto la responsabilità dei film fatti, soprattutto i 'peggiori', da cui giura di aver appreso di più sul mestiere dell'attore. Distillando la sua lezione di cinema ha rivendicato le sue scelte, guidate sempre dal piacere e mai dalla carriera. Gli crediamo sulla parola ma è soprattutto per Un cuore in inverno, il film più crudele, più bergmaniano e più bello di Claude Sautet, che è conosciuto e amato dal pubblico italiano. Personaggio antiromantico e antitriffautiano che offre le sue carezze solo agli oggetti e che solo la musica emoziona perché lo allontana dalla vita, il liutaio di Daniel Auteuil è uno di quei personaggi che restano per sempre aggrappati all'immaginario dello spettatore. Personaggio assente, che non ha accesso ai sentimenti, che è chiuso dal di dentro. Un profilo introverso che l'attore francese, nato ad Algeri, ha declinato negli anni, alternandolo a ruoli comici, perché Daniel Auteuil resta ostinatamente simpatico.

Lo sa bene Nicolas Bedos che con La belle époque (guarda la video recensione) regala all'attore una nuova primavera. Un'esperienza totalmente inedita in una commedia drammatica in cui Auteuil interpreta un disegnatore depresso a cui offrono la possibilità di rivivere il maggio del '74 e l'incontro con la donna della sua vita. Se da Sautet ha appreso il rigore e la semplicità, da Bedos impara a lasciare andare e a lasciarsi andare.

Figlio di cantanti di operetta, Daniel Auteuil non nasce per poco in un teatro d'opera ma cresce nelle quinte di un teatro lirico. La musica e le arie cullano la sua infanzia e gli regalano quella relazione naturale con la scena, dove è sicuro che niente di male può accadere perché tutto è già stato previsto.

A quattro anni era il figlio di Madame Butterfly, a sei anni marciava a testa alta con le sigaraie della Carmen sulla scena, dove incontra Yves Montand e Michel Simon, Annie Cordy e Luis Mariano, e coltiva il mestiere che da grande farà con eccellenza diretto da autori maggiori. Il soldato agricoltore per Claude Berri (Jean de Florette), l'edonista Enrico di Navarra per Patrice Chéreau (La regina Margot), l'inaccessibile liutaio per Claude Sautet (Un cuore in inverno), il fratello troppo tenero di Catherine Deneuve per André Téchiné (La mia stagione preferita), il borghese parigino per Michael Haneke (Niente da nascondere), Daniel Auteuil ha una carriera ragguardevole (e fluida) ma resta umile, muovendosi tra il registro dell'interiorizzazione, l'empatia pudica e la riservatezza divertita.

Come il bel personaggio che gli serve Nicolas Bedos, l'attore ha visibilmente lavorato su stesso per risolvere i suoi dilemmi. Meno angosciato e più filosofo ne La belle époque approfitta della vita e del piacere di recitare accanto alla più bella, Fanny Ardant, l'ultimo grande amore di François Truffaut e l'unico grande amore di Victor. A fianco della leggenda bruna del cinema francese e nella commedia gioiosa del fils prodige di Guy Bedos, Auteuil passa a una velocità superiore facendosi perdonare l'arcaismo fallocratico della sua ultima regia (Sogno di una notte di mezza età).

Attore imprescindibile del cinema popolare francese (Quasi nemici - L'importante è avere ragione, negli ultimi anni ha avviato un significativo ritiro qualitativo e quantitativo sul fronte della scena cinematografica. È con soddisfazione allora che lo ritroviamo in un film che abita a pennello e in cui dimostra ancora una volta di essere un irriducibile animale da palcoscenico. Un ruolo in cui fa letteralmente scintille, un personaggio che è come un vecchio amico che accompagna sul set. Un plateau che ricostruisce un'epoca e ripara una vita sentimentale.

Daniel Auteuil è oggi il simbolo dell'attore di qualità francese che ha imparato a mettersi in pericolo, recitando come respira. Un attore dégagé in un mondo di attori engagé che recita una cosa alla volta, una vita alla volta. Un attore istintivo col naso tordu, il cui fascino viene dallo sguardo, dal suo barlume, da una fissità e una concentrazione che sentono bene l'inquietudine. Ci sono attori che aderiscono a un gruppo, a un'immagine, a una causa. Daniel Auteuil non sposa niente. "Non prendetevi per quello che dicono che siete", confessa al pubblico, chiudendo qualsiasi discorso sulla stigmatizzazione di un attore.

INCONTRI
giovedì 17 ottobre 2019
Ilaria Ravarino

Ne La belle époque di Nicolas Bedos è un'attrice, Margot, incaricata di interpretare Marianne, la donna che Victor conobbe in un caffè di Lione una sera del maggio 1974, innamorandosene perdutamente. Un ruolo romantico (ma non troppo) che calza a pennello sul volto incantevole di Doria Tillier, la Julia Roberts di Francia, che del regista, oltre che musa e cosceneggiatrice - è la compagna dal 2015. "Siamo una coppia molto riservata - dice lei, nelle rare interviste in cui accetta di parlare del partner - lavorare insieme alla persona che si ama è un privilegio, e capisco che la gente possa essere curiosa di noi".

Avevate già collaborato in Un amore sopra le righe. Com'è stato tornare insieme sul set?
Bellissimo. Adesso ci conosciamo perfettamente anche a livello artistico. Lo capisco al volo. So quello che vuole. E lui sa cosa sono in grado di fare. 

Il ruolo di Margot l'ha scritto per lei?
So che Nicolas ha pensato subito a me. Margot non mi somiglia, anche se ci sono alcuni aspetti del suo carattere che condivido. Piccole cose che mi hanno fatto sentire a mio agio fin dalla prima lettura del copione. E poi interpretare un'attrice è bellissimo: è come recitare dieci ruoli in uno.

Nel film Margot è diretta da un regista ossessivo. Sul set lei preferisce essere più libera?
Se sono diretta da un regista di cui mi fido, come Nicolas, la sensazione di essere controllata non mi dispiace. Abbiamo gli stessi gusti e le stesse opinioni artistiche. Ma mi è capitato anche di lavorare con persone piene di talento di cui non condividevo la visione. In quel caso è stato difficile lasciarmi andare. Mi è servito più tempo. 

Ha un mentore nella vita?
Non la definirei una mentore, perché non le ho mai chiesto esplicitamente un consiglio, ma piuttosto una ispiratrice. Mi piace Fanny Ardant. Tutto quello che dice è interessante. Non è mai banale. 

La belle époque parla di nostalgia. Lei è nostalgica? 
Molto. Così tanto che non riesco a rispondere a questa domanda senza commuovermi. 

Se dovesse rivivere un momento della sua vita quale sarebbe?
La prima del film a Cannes. Ero così emozionata che non mi ricordo nulla. Vorrei riavere indietro quel momento, per riviverlo in maniera tranquilla. 

Negli anni Settanta ci tornerebbe? 
Sì. Adoro i vestiti e la musica di quell'epoca. E mi piace pensare a una vita libera dalla schiavitù della tecnologia.

L'amore trionfa su tutto, si dice nel film. Lei ci crede?
Di certo l'amore muove ogni cosa. Qualsiasi cosa facciamo, alla fine l'obiettivo è sempre lo stesso: essere amati. E mi creda: è l'unica cosa che interessa anche me. 

Frasi
non cercare di semplificare le cose piuttosto accettane la complessità
Una frase di Margot (Doria Tillier)
dal film La belle époque - a cura di Giorgio De Angelis
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 7 novembre 2019
Emiliano Morreale
La Repubblica

Esistono film che, pur senza essere capolavori, sfiorano la perfezione. Due anni dopo il suo esordio - il "feel-good movie" Un amore sopra le righe, cronaca di quarant'anni d'amore malgrado tutto e malgrado tutti - Nicolas Bedos ha affilato le armi e ci consegna una piccola, amabile parabola che sfiora temi sensibili come la nostalgia, il passare degli anni, la difficoltà di vivere insieme senza cadere [...] Vai alla recensione »

sabato 9 novembre 2019
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

L'inizio è scoppiettante e scorretto, un vero peccato che le belle idee vadano a finire nella palude della nostalgia. "Posso toccare il negro?", chiedono le signore a un pranzo di gala, eleganti con abiti d'altri tempi, quando la domanda non comportava l'immediata fucilazione. Prima, sulle labbra carnose del valletto colorato si erano fatte battute pesantissime.

martedì 5 novembre 2019
Alberto Rivaroli
Tv Sorrisi e Canzoni

Un film geniale che celebra l'amore senza enfasi, anzi con un sorriso. Protagonista è una coppia (Daniel Auteuil e Fanny Ardant) che dopo una vita insieme sembra non aver più nulla da dirsi, al punto che lei, Marianne, caccia di casa lui, Victor. L'uomo, allo sbando, accetta l'invito di un imprenditore che gli offre un servizio unico: grazie a un set accuratissimo e a un cast di attori, potrà rivivere [...] Vai alla recensione »

lunedì 18 novembre 2019
Gianni Canova
We Love Cinema

"La vita era più semplice. C'erano i ricchi e i poveri, destra e sinistra. Difendevi gli immigrati senza preoccuparti dell'economia. I religiosi erano meno fanatici. La gente si parlava ai tavoli e non guardava i telefonini": alla domanda sul perché rimpianga gli anni Settanta, Victor (Daniel Auteuil) - maturo e annoiato fumettista sessantenne, protagonista di La belle époque - risponde così.

lunedì 18 novembre 2019
Fausto Bona
Brescia Oggi

«La belle époque» del francese Nicolas Bedos è un film estremamente divertente dentro il quale è facile e dolce lasciarsi andare e naufragare. È una commedia perfetta con una meccanica di precisione degna di un orologio svizzero, scritta e messa in scena dallo stesso Bedos e interpretata da un cast stellare: dall'affascinante Fanny Ardant a Daniel Auteuil, da GuillaumeCanet, chiaramente alter ego cinematogr [...] Vai alla recensione »

domenica 17 novembre 2019
Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Un compendio. Del miglior cinema francese, innanzitutto: una parata di star, del passato e del presente. Del suo tema di gran lunga preferito, l'Amour. E di uno dei generi in cui eccelle, la commedia sentimentale. Un matrimonio in crisi, il rimpianto di una grande passione, l'andirivieni nello scorrere del tempo, il gioco del cinema che tutto può ricreare (da Truffaut a Lelouch, e l'elenco delle citazioni [...] Vai alla recensione »

domenica 17 novembre 2019
Andrea Frambrosi
L'Eco di Bergamo

«Frammenti di un discorso amoroso» si intitolava un celebre saggio del semiologo francese Roland Barthes. Sono altrettanti frammenti di un discorso amoroso quelli che il regista Nicolas Bedos mette in scena in questo curioso «La Belle Époque» che ha per protagonisti due mostri sacri del cinema francese: Daniel Auteuil (Victor) e Fanny Ardant (Marianne).

venerdì 15 novembre 2019
Daniela Ceselli
Left

Presentato fuori concorso all'ultimo Festival di Cannes, La belle époque, scritto e diretto dal trentanovenne Nicolas Bedos, è una commedia sentimentale squisitamente francese, che non tradisce le aspettative in termini di divertissement e maestria drammaturgica. Una coppia vicina ai sessanta. Lui, Victor (Daniel Auteil), è un eccellente disegnatore, da poco licenziato dal giornale per cui lavorava, [...] Vai alla recensione »

venerdì 15 novembre 2019
Carlotta Po
Cineforum

Omaggio all'arte visiva, il film di Nicolas Bedos insiste sulla catarsi, sulla magica taumaturgia della rappresentazione cinematografica, mettendo in scena, in un mondo che segue accetta e applica ciecamente l'evoluzione digitale, la possibilità di immergersi fisicamente - analogicamente - in un altro qui-e-ora. Immaginando, per un attimo, l'opportunità di prendere parte ad un vero e proprio film, [...] Vai alla recensione »

giovedì 14 novembre 2019
Marina Visentin
Cult Week

Victor (Daniel Auteuil) ha sessant'anni e uno splendido avvenire dietro le spalle. Disegnatore di talento, è praticamente disoccupato, in gran parte perché si è sempre rifiutato di cambiare il proprio stile (considerato ormai irrimediabilmente vecchio) e soprattutto di adeguarsi alle nuove tecnologie digitali. Se Victor vive rinchiuso nel rimpianto e nella malinconia, con lo sguardo perennemente rivolto [...] Vai alla recensione »

sabato 9 novembre 2019
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Curioso ritorno alle origini di una coppia borghese in età impantanata in acide recriminazioni da separazione. Macchinoso il come: un gioco per ricchi inscena il passato in accurata fiction d'epoca ad personam. Lui chiede di tornare al 1974, primo incontro, intima "madelaine" in un suadente presente-passato. Si innamora dell'attrice... Ardant segue il copione in marcature a denti spiegati.

sabato 9 novembre 2019
Valerio Caprara
Il Mattino

Uno spunto modello "Truman Show" sviluppato con tortuosa abilità rende "La belle époque" un film piacevole. Anche perché a rendere credibile l'idea di un'impresa che, ricorrendo a un set e tutti i mezzi della messinscena, permette a facoltosi clienti di viaggiare nel tempo per rivivere i momenti più belli del passato, ci sono Auteuil e la Ardant ai loro ottimi livelli supportati, per di più, dalla [...] Vai alla recensione »

sabato 9 novembre 2019
Giulia Bianconi
Il Tempo

Il passato torna sempre portando nostalgia. Talvolta lo fa in punta di piedi, altre volte scombussolando il presente e anche il futuro. In questo caso è il fumettista Victor, alle prese con una crisi professionale e sentimentale, a voler rivivere il bel tempo che fu di un amore, quello nei confronti della moglie Marianne, con la quale le cose non vanno più bene da diversi anni ormai.

sabato 9 novembre 2019
Michele Gottardi
Il Mattino di Padova

"La belle époque", di Nicolas Bedos, non è un film sull'età del Liberty ma una storia d'amore giocata tra fantasia, realtà e finzione scenica, con una Fanny Ardant che rievoca i suoi ruoli alla Truffaut, e tutto il gotha degli attori del cinema francese. Un film che come il suo protagonista, Victor, guarda indietro con nostalgia, ma torna al presente con maggior convinzione.

sabato 9 novembre 2019
Alberto Pesce
Giornale di Brescia

Due anni fa era «Un amore sopra le righe» esordio alla regia del francese Nicolas Bedos, una biografica memoria di tumultuosa vita di coppia. Ora, in seconda battuta, magari con più registico rischio, ma grazie anche ad un cast di attori di poliedrico talento, Bedos tra il lirico e il parodico va raffinatamente più addentro negli esistenziali destini di coppia.

sabato 9 novembre 2019
Serena Nannelli
Il Giornale

"La belle époque" è un film che sa parlare a chi conosce la deleteria volontà di aggrapparsi al passato e di restare ostaggio di ricordi felici. Victor (Daniel Auteuil), fumettista, e Marianne (Fanny Ardant), psicanalista, sono una coppia borghese sposata da quarant'anni che oramai litiga su tutto. Una sera, esasperata, Marianne caccia Victor di casa.

sabato 9 novembre 2019
Davide Turrini
Il Fatto Quotidiano

Volete viaggiare nel tempo con gioia e divertimento, facendo riemergere quei sentimenti nascosti e sepolti, dimenticati col passare degli anni? La Belle Epoque è un film/macchina del tempo, set/studio alla Truman Show, che vi getterà dentro ad una vasca di Cocoon, rigenerante, autentica, purissima. Appassita è la vita dell'ex disegnatore Victor (Daniel Auteuil).

venerdì 8 novembre 2019
Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Come reagirebbe Proust calato in un Grande Fratello di polveroso vintage da lui stesso scelto, perfetto come un set di Westworld, ma ipnotico come un Mirror che da Black si tinge di solari nostalgie? Ne rimarrebbe sedotto, accomodato nel suo locale preferito in attesa della Madeleine che gli avrebbe cambiato la vita. Perché quel giorno, probabilmente, avrebbe voluto Marcel, per rivisitare la predestinazione [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 novembre 2019
Stefano Giani
Il Giornale

Lui, fumettista nostalgico, odia il presente digitale. Lei, psicanalista dispotica, ne è infatuata. Morale, si lasciano. E quando Victor è invitato a un viaggio nel passato, torna al giorno in cui si innamorò di Marianne. «La belle époque», locale dove Cupido colpì due cori con una freccia, è una suggestiva messinscena di nostalgia, ricordi e rimorsi.

venerdì 8 novembre 2019
Fulvia Caprara
La Stampa

Con tutto se stesso, nel film di Nicolas Bedos La Belle Epoque, il 60enne Victor, l'ex-cuore in inverno Daniel Auteuil, insegue il sogno di tornare ragazzo e di rivivere il giorno più bello della sua vita, quello in cui ha conosciuto Marianne (Fanny Ardant) la moglie che lo ha appena piantato. Catapultato, grazie ai trucchi dell'agenzia di Antoine (Guillaume Canet) nel cuore degli anni '70, con look, [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 novembre 2019
Théo Ribeton
Les Inrockuptibles

In questo polpettone sulla nostalgia, la felicità perduta e l'amore sbiadito l'azienda Time Traveller propone a un disegnatore amareggiato di rivivere la settimana di 25 anni prima, quando incontrò il suo grande amore, in un set perfettamente ricostruito e animato da attori ben istruiti. L'idea sembra venir fuori da Black mirror, e invece diventa un'occasione per intonare una canzone, che conosciamo [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 novembre 2019
Silvana Silvestri
Il Manifesto

La nostalgia è celebrata come grande business nel film di Nicolas Bedos regista, attore e comico figlio di un celebre umorista. Si omaggiano anche due mostri sacri del cinema come Daniel Auteuil e Fanny Ardant come appena scesi dai ritratti degli antenati, lui stropicciatissimo senza più ispirazione, lei istericamente dedita alle novità tecnologiche e alla frenesia del mondo contemporaneo.

martedì 5 novembre 2019
Luca Pacilio
Film TV

L'idea è fulminante e forse ammicca a Michael Crichton: un'impresa, ricorrendo ad artifici teatrali, propone al cliente di tornare in un'epoca a sua scelta. Victor sceglie di rivivere quella dell'incontro col suo grande amore (la moglie), preferendo rifugiarsi in una falsa replica del passato piuttosto che affrontare il vero presente, quello di una crisi coniugale.

domenica 3 novembre 2019
Massimo Giraldi
Roma Sette

L'edizione numero 14 della Festa di Roma si è chiusa domenica 27 ottobre con il premio del Pubblico andato a Santa subito, film che ricostruisce la vicenda di Santa Scorese, ragazza di 23 anni accoltellata da uno stalker a Bari il 22 maggio 1991. Ma al di là della cronaca, il cinema torna con prepotenza nell'incalzare delle "normali" uscite cinematografiche: tra i film prossimamente alla ribalta, scegliamo [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 ottobre 2019
Maurizio Di Rienzo
Ciak

Un uomo e una donna a Parigi, sposati da una vita, procedono in direzioni opposte: Victor, disegnatore autopensionatosi, disdegna ogni oggetto digitale, sbandierando nostalgia di ogni passato; Marianne, psicanalista "tranchant" ma ferita, insegue nuovi stimoli anche nella dominante sessualità con l'amante. Così Victor si aggrappa all'ancora dell'agenzia Time Traveller, orchestrata da un quarantenne [...] Vai alla recensione »

martedì 29 ottobre 2019
Valeria Vignale
Tu Style

Victor (Daniel Auteuil) è un tipo all'antica, nostalgico degli anni 70 quando era nel pieno della storia d'amore, ora in crisi, con Marianne (Fanny Ardant). Perciò chiede a una strana agenzia, la Time Traveller, di rivivere il momento più felice della sua vita, nel 1974, con tanto di set per la ricostruzione di quel colpo di fulmine e attori a interpretare i suoi ricordi (compresa la "giovane" Marianne). [...] Vai alla recensione »

venerdì 25 ottobre 2019
Marco Consoli
Il Venerdì di Repubblica

«Una sera cenavo con un amico più vecchio e lui si lamentava di questa epoca terribile, con tutte le sue innovazioni tecnologiche, e così mentre parlava mi è venuta in mente questa immagine: un uomo, arrabbiato con se stesso per non essere stato in grado di tenere il passo con una società che è cambiata troppo velocemente, si chiude in una stanza e immagina di tornare al passato, quando era giovane [...] Vai alla recensione »

martedì 22 ottobre 2019
Sarah Mataloni
Close-Up

Ne La belle époque di Nicolas Bedos la nostalgia del passato diventa un nuovo slancio per affrontare il presente. Non ci si immerge nei ricordi per affondare nella tristezza di un abbandono e per crogiolarsi nel dolore, ma per trovare una nuova linfa vitale che possa ridefinire in modo più netto e "colorato" la vita presente. La commedia, fresca ed esilarante riesce a rendere originali e divertenti [...] Vai alla recensione »

lunedì 21 ottobre 2019
Gian Luca Pisacane
La Rivista del Cinematografo

Tornare, riavvolgere. Cinema che sfida il tempo, che vuole superare il presente e lanciarsi nel passato. La realtà che si mescola con la finzione, il teatro che si fonde con il grande schermo. Come? Miracoli della tecnologia. Un'azienda soddisfa le richieste di clienti facoltosi, li riporta a qualsiasi momento storico che desiderano. Hitler, Hemingway, possono incontrare chiunque vogliano.

lunedì 21 ottobre 2019
Francesco Alò
Il Messaggero

Lui è un disegnatore depresso, barba lunga, geloso del figlio («Sembra una mostra del complesso di Edipo», quando lo vede in foto con la madre), impotente («Cos'è la Preistoria? Quando andavo a letto con mia moglie») e disoccupato. Tramite un amico del figlio pagherà per ricreare il giorno in cui conobbe l'ormai quasi ex consorte («All'inizio c'era l'azione» lo rimprovera lei citando Freud), quando [...] Vai alla recensione »

domenica 20 ottobre 2019
Alfredo Sconza
Maxim

La coppia non più giovanissima composta da Victor (Daniel Auteuil) e Marianne (Fanny Ardant) è nel pieno di una frattura del rapporto matrimoniale, dovuta ad una evidente crisi di mezza età della moglie e madre che vede sfiorire la sua bellezza ed il suo tempo migliore. Marianne è una psicanalista e donna in carriera che tradisce il marito e vive ormai nella costante ricerca di nuove emozioni, per [...] Vai alla recensione »

domenica 20 ottobre 2019
Alessandro Aniballi
Quinlan

Victor è un uomo all'antica che odia il presente digitale. Quando un eccentrico imprenditore, grazie all'uso di scenografie cinematografiche, comparse e un po' di trucchi di scena, gli propone di rivivere il giorno più bello della sua vita, Victor non ha dubbi: sceglie di tornare a Lione il 16 maggio del 1974, quando ha incontrato la donna della sua vita.

martedì 21 maggio 2019
Enrica Brocardo
Vanity Fair

La Belle Époque, fuori concorso a Cannes e che, in Italia, uscirà prossimamente distribuito da Wonder Pictures, è stato raccolto da molti applausi e da ancora più risate durante la proiezione. Il film, una commedia francese diversa dalle solite commedie francesi che un po' cominciano a stufare, è diretto da Nicolas Bedos, una star in Francia, e ha un cast altrettanto importante: Daniel Auteuil, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 6 novembre 2019
Alessandra De Luca
Avvenire

È arrivato quasi in silenzio all'ultimo Festival di Cannes, ma all'indomani della sua proiezione fuori competizione non si parlava d'altro che di La belle époque, gioiosa commedia diretta da Nicolas Bedos e interpretata da Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Guillaume Canet, Dora Tillier e Pierre Arditi. In arrivo nelle nostre sale giovedì con I Wonder Pictures, il film vanta una storia davvero originale. [...] Vai alla recensione »

domenica 20 ottobre 2019
Simone Emiliani
Sentieri Selvaggi

Non sono viaggi nel tempo. La Belle Époque è soprattutto il tentativo di ricostruire le memorie personali e la Storia nel presente. Troviamo quindi Heminghway che però non beve, Hitler spaventato dall'irruzione di un'altra storia. Forse ci sono tutti i meccanismi del cinema. I set in costruzione, le luci, la scansione dei momenti drammaturgicamente più importanti.

NEWS
BOX OFFICE
venerdì 3 luglio 2020
Andrea Chirichelli

Completa il podio L’ufficiale e la spia, che ottiene 1137 euro e aggiorna il suo totale a 3,3 milioni di euro. Scopri la classifica »

BOX OFFICE
giovedì 2 luglio 2020
Andrea Chirichelli

New entry al quarto posto: Matthias & Maxime di Xavier Dolan, che debutta con 1643 euro e 321 spettatori. Scopri la classifica »

NEWS
lunedì 18 novembre 2019
Andrea Chirichelli

Anche questa settimana il viaggio nelle cinematografie mondiali inizia dalla Germania, perché Das perfekte Geheimnis, l'ennesima trasposizione "locale" del nostro Perfetti Sconosciuti (guarda la video recensione), sta facendo registrare incassi incredibili. [...]

BOX OFFICE
lunedì 11 novembre 2019
Andrea Chirichelli

Il box office cresce del 21,4% questo weekend rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e il guadagno su base annua è di oltre il 15%. Le ragazze di Wall Street (guarda la video recensione) è il miglior incasso con 1,5 milioni di euro, davanti a Il [...]

NEWS
giovedì 7 novembre 2019
 

Victor e Marianne sono sposati e 'inversi'. Lui vorrebbe ritornare al passato, lei andare avanti. Disegnatore disoccupato che rifiuta il presente e il digitale, Victor è costretto a lasciare il tetto coniugale.

CELEBRITIES
venerdì 25 ottobre 2019
Marzia Gandolfi

Nella cornice del Festival Lumière di Lione, Daniel Auteuil ha tenuto la settimana scorsa una masterclass davanti a un pubblico entusiasta e numeroso. Dosando sapientemente ricordi, pragmatismo e humour, si è assunto la responsabilità dei film fatti, [...]

CELEBRITIES
lunedì 21 ottobre 2019
Fabio Secchi Frau

Regista teatrale, comico, attore, sceneggiatore (ha firmato Gli infedeli del 2012), Nicolas Bedos, soprattutto con i film da lui scritti, interpretati e diretti, sembra evocare costantemente dei buoni sentimenti.

TRAILER
giovedì 10 ottobre 2019
 

Se poteste rivivere il giorno più bello della vostra vita, quale scegliereste? Victor è un uomo all'antica che odia il presente digitale. Quando un eccentrico imprenditore, grazie all'uso di scenografie cinematografiche, comparse e un po' di trucchi [...]

VIDEO RECENSIONE
martedì 8 ottobre 2019
A cura della redazione

Victor e Marianne sono sposati, ma lui vorrebbe tornare al passato, lei andare avanti. Disegnatore disoccupato e disilluso, Victor è costretto a lasciare il tetto coniugale. L'uomo accetterà l'invito di un'agenzia che offre la possibilità di vivere nell'epoca [...]

POSTER
mercoledì 25 settembre 2019
 

Victor è un uomo all'antica che odia il presente digitale. Quando un eccentrico imprenditore, grazie all'uso di scenografie cinematografiche, comparse e un po' di trucchi di scena, gli propone di rivivere il giorno più bello della sua vita, Victor non [...]

NEWS
lunedì 16 settembre 2019
 

Un uomo decide di tornare 40 anni indietro. Vai all'articolo »

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