francesco izzo
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domenica 2 febbraio 2020
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una storia drammatica, a volte un pò inverosimile
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Anche se la brava attrice/cantante americana degli anni 40-60 viene interpretata magistralmente da una bravissima Renée Zellweger, trovo che le finzioni - soprattutto nel finale - siano un pò troppo inverosimili e banalizzino un film complessivamente discreto e ben fatto.
La povera Judy bambina era stata preda dell'affarismo di un produttore, che, ancor prima di rovinarle la giovanissima vita con ritmi di lavoro frenetici, le aveva rovinato anche la salute con pillole e regimi di diete per mantenerne la linea .Questo vediamo almeno nei "flashes back". Vediamo però poi nel film una diva, ormai affermata ed ultraquarantenne, che, piuttosto a corto di soldi, per pagarsi gli avvocati e riprendersi i figli di un suo matrimonio finito, se ne va a Londra dove, trattando con sufficienza pianista ed agente del suo nuovo spettacolo,alla fine non riuscirà - a causa dei suoi problemi psicologici e di alcoolista- ad onorare più gli impegni presi.
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Anche se la brava attrice/cantante americana degli anni 40-60 viene interpretata magistralmente da una bravissima Renée Zellweger, trovo che le finzioni - soprattutto nel finale - siano un pò troppo inverosimili e banalizzino un film complessivamente discreto e ben fatto.
La povera Judy bambina era stata preda dell'affarismo di un produttore, che, ancor prima di rovinarle la giovanissima vita con ritmi di lavoro frenetici, le aveva rovinato anche la salute con pillole e regimi di diete per mantenerne la linea .Questo vediamo almeno nei "flashes back". Vediamo però poi nel film una diva, ormai affermata ed ultraquarantenne, che, piuttosto a corto di soldi, per pagarsi gli avvocati e riprendersi i figli di un suo matrimonio finito, se ne va a Londra dove, trattando con sufficienza pianista ed agente del suo nuovo spettacolo,alla fine non riuscirà - a causa dei suoi problemi psicologici e di alcoolista- ad onorare più gli impegni presi. Nel mondo reale succede che, in questi casi, si venga cacciati e si perda quantomeno quell'opportunità di lavoro. Nel film invece succede che il rimpiazzo -un chitarrista/cantante - le ceda il suo posto in scena, dove, come dell'alcool a casa, aveva invece bisogno del suo canto per esprimersi e sentirsi forse meglio. Anche se- con la sua vita distrutta, dopo aver cacciato in malo modo il suo ultimo giovane marito e dopo che i figli le hanno detto che vogliono restare col padre - alla fine non riuscirà nemmeno più a cantare.
Un pò patetiche e sdolcinate, a mio avviso, anche le figure dei due gay-fans e l'affetto incondizionato dell'agente donna che, invece di seccarsi per la sua inaffidabilità - che nel mondo reale viene giustamente letta anche come mancanza di rispetto - nel film sta tutta dalla sua parte fregandosene completamente, nel finale,persino del suo ruolo/lavoro.
Insomma: una storia drammatica, a volte un pò troppo edulcorata, con d'altra parte delle belle canzoni, che sono una delle parti migliori del film.
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ghisi grütter
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domenica 2 febbraio 2020
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brava e dannata
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Il film narra l’ultimo periodo della vita cantante e showgirl Judy Garland, passato in preda alla dipendenza dall’alcol e dai farmaci. È basato sul dramma teatrale End of the Rainbow di Peter Quilter, del 2005. Per ottenere la custodia dei due figli più piccoli Judy avendo bisogno di molti soldi per potersi comprare una casa e permettersi bravi avvocati, accetta di fare una lunga tournée a Londra, dov’era molto amata: una serie di spettacoli nel corso di sei settimane al The Talk of the Town.
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Il film narra l’ultimo periodo della vita cantante e showgirl Judy Garland, passato in preda alla dipendenza dall’alcol e dai farmaci. È basato sul dramma teatrale End of the Rainbow di Peter Quilter, del 2005. Per ottenere la custodia dei due figli più piccoli Judy avendo bisogno di molti soldi per potersi comprare una casa e permettersi bravi avvocati, accetta di fare una lunga tournée a Londra, dov’era molto amata: una serie di spettacoli nel corso di sei settimane al The Talk of the Town.Uno degli obiettivi del film, infatti, è mostrare la diva come una madre single lavoratrice che lotta per avere il tempo e i soldi per stare con i figli.
Ma il suo è un “mal di vivere” che trova le matrici nell’infanzia e, come narra il regista, nelle sue carenze affettive e nel duro addestramento che la cantante ha subìto da ragazzina per riuscire a sfondare nel mondo dello spettacolo. Il film, infatti, in alcuni flash back mostra come la cantante sia stata spinta da Louis B. Mayers della MGM, per potenziare le sue prestazioni, ad assumere consistenti dosi di farmaci, dai quali rimarrà dipendente per tutta la vita.
Judy Garland era nata nel 1922 come Frances Ethel Gumm nella contea di Itasca in Minnesota, ultima di tre sorelle. Era figlia d’arte, infatti entrambi genitori erano attori di vaudeville (il padre era un tenore e la madre una pianista) e con loro aveva debuttato piccolissima (a due anni e mezzo) sul palcoscenico insieme alle sorelle Mary Jane e Dorothy Virginia. A soli 17 anni aveva interpretato il film “Il mago di Oz” che la rese celebre.
Cinque sono stati i suoi mariti: il musicista David Rose che lascerà presto per sposare il regista Vincente Minnelli, da cui nel 1946 avrà Liza, che seguirà le sue orme. Si sposerà poi con Sidney Luft, da cui avrà due figli Lorna e Joey, con cui avrà un rapporto burrascoso.
Il film “Judy” è ambientato prevalentemente a Londra nel dicembre 1968, quando le performances della Garland si alternavano tra alti e bassi, e tra un successo e l’altro la cantante aveva delle terribili cadute presentandosi sempre in ritardo in scena e talvolta completamente ubriaca. La cantante sarà raggiunta dal suo amico Mickey Deans, musicista e imprenditore, la cui presenza sembra avere su di lei un impatto positivo. Lei lo sposerà durante la tournée londinese, ma alle prime difficoltà la sua fragilità la riporterà a drogarsi. In una scena Judy viene visitata da un medico che le chiede: “Prende qualcosa per la depressione?” e lei risponde “Quattro mariti. Le sembra stia funzionando?” R
upert Goold, attivo soprattutto in ambito teatrale, traccia un quadro preciso di questa donna talentuosa ma sofferente, mostra la sua paura di fallire e di essere dimenticata, il suo bisogno di amore e di accettazione e la sua dipendenza anche dal palcoscenico. Oltre a ciò la sua voglia di essere una donna “normale” che vive e cresce i suoi figli amata come donna e come madre e non solo come artista. Anche se il film non lo mostra, Mickey Deans la troverà morta a casa sua a Londra, a quarantasette anni, dopo aver ingerito accidentalmente una dose eccessiva di farmaci. Il film è abbastanza convenzionale e non aggiunge conoscenza sul mondo dello spettacolo talvolta spietato. “Judy” è forse un po' troppo teatrale, ma ha in Renée Zellweger una grande interprete che si trasforma completamente in Judy, cantando perfino al suo posto come lei. Per questa sua interpretazione ha già vinto il Golden Globe 2010 ed è candidata al prossimo Oscar.
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[+] judy & reneé somewhere over the rainbow...
(di antonio montefalcone)
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nino pellino
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sabato 1 febbraio 2020
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una renée zellweger da oscar
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Film commovente che ci mette in evidenza i retroscena amari e problematici riguardanti i vissuti di vita privata della famosa cantante e attrice Judy Garland, interpretata per l'occasione da una straordinaria Renée Zellweger. Sicuramente uno dei film più belli di questa stagione coinematografica e che pertanto merita il riconoscimento di qualche premio importante nel corso della notte delgi Oscar.
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sabato 1 febbraio 2020
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judit emozionante!
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Una grandissima interpretazione di Renée Zellweger
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