Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 54 minuti |
Regia di | Luciano Martinengo |
MYmonetro |
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Ultimo aggiornamento venerdì 19 aprile 2019
Un percorso alla ricerca della misteriosa poetessa torinese Piera Oppezzo, vissuta a Milano a partire dal 1967 e deceduta in circostanze drammatiche nel 2009.
CONSIGLIATO N.D.
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Piera, riconosciuta come una delle voci più innovative (e difficili) della poesia italiana contemporanea, era anche una persona chiusa in un suo mistero, inscalfibile e difficilmente conoscibile, come avvolta in una bolla di affascinante lontananza. Ha fatto la sarta (da ragazzina), la commessa, la dattilografa, la collaboratrice editoriale (Einaudi, Rai, Feltrinelli, Guanda, SE). Militante extraparlamentare negli anni sessanta, ha poi partecipato a un gruppo di autocoscienza femminista. A metà degli anni settanta ha organizzato con altre donne il collettivo "Pentole e fornelli" girando l'Italia con uno spettacolo di canzoni e testi vari. Pur avendo partecipato ai grandi sommovimenti politici di fine anni Sessanta, non ha mai cessato di dedicarsi alla scrittura che rappresentava da sempre la sua ragione di vita. Cercando di scoprire elementi chiarificatori della sua esistenza e la fonte del suo stile pietroso e implacabilmente coerente, il documentario va alla ricerca di chi l'ha conosciuta, o, per meglio dire, avvicinata nel corso degli anni.
La sua figura compare su uno dei Quadri specchianti realizzati negli anni 60 da Michelangelo Pistoletto, ed è suggestivo credere che questa partecipazione abbia condizionato la sua esistenza: costretta a essere un'immagine riflessa, vacillante e sparpagliata, e, per questo, imprendibile. Parliamo della poetessa Piera Oppezzo, un'intellettuale schiva, orgogliosa e per questo dimenticata.