dandy
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lunedì 17 ottobre 2022
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salto...nel buio...
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Tirabassi(anche sceneggiatore)debutta alla regia con un'insolita e coraggiosa commedia amara che guarda dritta alla commedia classica vecchio stile nella prima parte(Monicelli,Risi,Steno)per poi virare a sorpresa verso la satira feroce e surreale in stile Citti,Olmi,Ferreri nella seconda.Non è quel genere di commedia dove la risata abbonda per sottolineare la cruda realtà beffarda,ma piuttosto uno spaccato tragicomico di vite sallo sbando con una comicità accennata qua e là e comunque innegabilmente spassosa(l'episodio del nano,il cadavere appeso,l'ultima rapina fallita perchè anticipata da altri) atta a sottolineare l'inelluttabilità e inesorabilità di un "destino prestabilito" che fa franare i piani dei due squallidi protagonisti,eterni perdenti figli di un Paese dove chi è sfigato è destinato a restarlo se gli va bene o diventarlo ancor di più se gli va male.
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Tirabassi(anche sceneggiatore)debutta alla regia con un'insolita e coraggiosa commedia amara che guarda dritta alla commedia classica vecchio stile nella prima parte(Monicelli,Risi,Steno)per poi virare a sorpresa verso la satira feroce e surreale in stile Citti,Olmi,Ferreri nella seconda.Non è quel genere di commedia dove la risata abbonda per sottolineare la cruda realtà beffarda,ma piuttosto uno spaccato tragicomico di vite sallo sbando con una comicità accennata qua e là e comunque innegabilmente spassosa(l'episodio del nano,il cadavere appeso,l'ultima rapina fallita perchè anticipata da altri) atta a sottolineare l'inelluttabilità e inesorabilità di un "destino prestabilito" che fa franare i piani dei due squallidi protagonisti,eterni perdenti figli di un Paese dove chi è sfigato è destinato a restarlo se gli va bene o diventarlo ancor di più se gli va male.Salvo poi ribaltare il tutto con impagabile cinismo nel finale,dove il "miracolo al contrario" garantirà la fortuna dei protagonisti attraverso il bieco commercio religioso-televisivo.Non tutto è riuscito,ma il coraggio di uscire dagli schemi e la sincerità nelle tematiche affrontate sono innegabili.Bravissimi i 2 protagonisti,Memphis in testa.Simpatici cammei per Valerio Mastrandrea(l'impiegato postale)Marco Giallini(lo zingaro insensibile) e Lillo(il meccanico che contrabbanda in armi).Ancora una volta(e ormai chi le conta più?)il pubblico,merito anche della solita distribuzione pietosa,lo ha snobbato del tutto.Non si vuol proprio far niente per salvare un certo tipo di cinema in questo paese...
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guido maggiorani
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giovedì 18 agosto 2022
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un salto nel vuoto
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Nonostante un buon cast il film non decolla. Finale quantomeno stupido e improbabile. Chi non l'ha visto non si è perso niente.
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matteo orlanduccio
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martedì 17 maggio 2022
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ho solo perso un'ora e mezzo di sonno.
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Qualcuno mi ridia indietro l'ora e mezza che io e i miei amici abbiamo speso guardando questo film. Film senza una morale e senza trama. Sarebbe stato meglio guardare un'ora e mezza, anche il doppio, PEPPA PIG. Metto una stella solo perchè non ne posso dare 0.
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rondinella
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domenica 7 novembre 2021
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una commedia amara ben riuscita
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Seguiamo le vicende dei due protagonisti impacciati e incasinati capaci solo di mettersi nei guai. A dar loro filo da torcere c'è Ciletta interpretato dal volto intenso di Salvatore Striano. Bravo Tirabassi alla sua prima regia!
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vepra81
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sabato 4 luglio 2020
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un fulmine di troppo
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L'idea ci poteva stare, ma poi quando ho visto la scena del fulmine mi è caduta tutta la stima e la voglia di dare un gran voto a questo film. Il grande salto di cosa? Per non parlare del finale senza alcun significato. Peccato davvero.
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olmo
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martedì 25 febbraio 2020
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un film da non perdere!
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I miei complimenti all'opera prima di Giorgio Tirabassi! Lo reputo un film attualissimo e molto complesso. Una comicità cinica e per nulla volgare. Difatti si vede la celebre e fantastica penna di Mattia Torre. Mi è piaciuto raccontare solo il male dei due poveri protagonisti, una legge del contrappasso dove saltiamo a piedi pari le colpe che diamo per scontate.
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pirobutirro
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martedì 17 dicembre 2019
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commedia all'italiana? tirabassi ci va assai vicino.
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Giorgio Tirabassi è un grandissimo: basterebbe il solo Glauco di Boris per scolpire il suo nome nella Storia. Tuttavia, parliamo qui di un Attore con la A maiuscola, uomo di teatro prestato al cinema e alla televisione, alle volte per piacere e altre per necessità, in entrambi i casi, sempre con eccellenti risultati, anche quando il prodotto non è tutto 'sto granché: non è però il caso del suo esordio dietro la macchina da presa, "Il grande salto", film che purtroppo non ha ricevuto l'attenzione che meritava né dalla critica né dal pubblico. Ed è un vero peccato, perché di commedie fatte così, figlie o nipoti della lezione di Monicelli, di Scola, ma anche dei Citti, se ne vedono sempre di meno.
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Giorgio Tirabassi è un grandissimo: basterebbe il solo Glauco di Boris per scolpire il suo nome nella Storia. Tuttavia, parliamo qui di un Attore con la A maiuscola, uomo di teatro prestato al cinema e alla televisione, alle volte per piacere e altre per necessità, in entrambi i casi, sempre con eccellenti risultati, anche quando il prodotto non è tutto 'sto granché: non è però il caso del suo esordio dietro la macchina da presa, "Il grande salto", film che purtroppo non ha ricevuto l'attenzione che meritava né dalla critica né dal pubblico. Ed è un vero peccato, perché di commedie fatte così, figlie o nipoti della lezione di Monicelli, di Scola, ma anche dei Citti, se ne vedono sempre di meno.
Tirabassi, mettendoci pochi mezzi e tanto coraggio, ha girato una pellicola imperfetta ma di tutto rispetto, coi tempi (tragi)comici ben distribuiti, gli attori giusti (ottimo il vecchio sodale Ricky Memphis, in questo caso) con le facce adatte allo scopo e una regia solida, senza troppi fronzoli; in più, un bel po' di camei importanti ad aggiungere valore a sequenze già di per sé più che riuscite.
Insomma, non si grida al capolavoro ma c'è di che esser contenti; e visti i risultati si spera che l'attore-regista non si fermi qui e ci regali qualche altra perla.
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lizzy
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martedì 29 ottobre 2019
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un onesto lavoro...
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Onestamente non so cosa cerchi la gente da un film come questo.
Non credo che il regista abbia elemosinato voti in qualche festival, manco che i vari critici o addetti ai lavori abbiano gridato al miracolo.
Siamo di fronte ad un onesto lavoro, appunto, dove la meschinità e le bassezze umane la fanno da padrone.
Non siamo così in fondo come "Brutti, sporchi e cattivi", ma poco ci manca.
I due sono di una tristezza infinita, ma certo chi ci sta intorno non è da meno.
A cominciare dalla moglie del protagonista che come masochista dell' anno potrebbe tranquillamente gareggiare, fino al suocero senza attributi che alla fine riporta a casa il poveraccio.
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Onestamente non so cosa cerchi la gente da un film come questo.
Non credo che il regista abbia elemosinato voti in qualche festival, manco che i vari critici o addetti ai lavori abbiano gridato al miracolo.
Siamo di fronte ad un onesto lavoro, appunto, dove la meschinità e le bassezze umane la fanno da padrone.
Non siamo così in fondo come "Brutti, sporchi e cattivi", ma poco ci manca.
I due sono di una tristezza infinita, ma certo chi ci sta intorno non è da meno.
A cominciare dalla moglie del protagonista che come masochista dell' anno potrebbe tranquillamente gareggiare, fino al suocero senza attributi che alla fine riporta a casa il poveraccio.
E che dire del bossetto che, aiutando l'amico, affida ai due sfigati un compito così gravoso come quello di accompagnare una salma allo "smaltimento".
Certo, qua e la si ride non tanto per la trama, ma per le trovate e riprese fanciullesche (Ma dai, il cadavere sparato fuori dalla macchina "fulminata" e appeso al ferro del ponte sembra uno spaventapasseri messo li per caso da una banda di ragazzini beoti.
Carina l' idea del miracolo "al contrario" con tanto di approfittamento finale della situazione.
Ma il bello non è tanto nell'ideazione del film stesso o nelle varie interpretazioni degli attori.
Il bello è che queste situazioni sono lo specchio reale di una società (in questo caso europea, visto che vien tirata in ballo in extremis la penisola iberica...) che effettivamente si pasce di questo genere di cose.
E basterebbe accendere dal dopo pranzo in poi la tv mettendola su qualche canale importante per vederne a iosa di questi "casi umani" e dei loro sostenitori.
Il film è carino e ha una sua (im)morale sconcia.
Ma di piiù non si potrebbe chiedere a questa produzione.
E a me va più che bene così...
P.S. E io aspetto pure il (improbabile) sequel!
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pasquale
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domenica 20 ottobre 2019
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calma piatta e trama inesistente
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Nulla da dire Ricky Memphis e Giorgio Tirabassi, ma veramente un film di una noia e insensatezza unica.
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jonnylogan
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domenica 20 ottobre 2019
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il grande flop
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Nello e Ruffetto sono due criminali e amici inseparabili ma anche perennemente perseguitati da un destino che pare non dar loro vie d’uscita. Ruffetto vive a casa dei suoceri con la moglie Anna e il figlio di otto anni. Nello frequenta la casa dell’amico e nel corso delle loro giornate i due iniziano a progettare quell colpo che potrebbe finalmente risolvere tutti i loro problemi.
Il grande salto anelato dai due protagonisti non viene spiccato nè nella pellicola ma nemmeno a visione ultimata di un film che lascia con un forte senso di amaro in bocca per via dell’occasione sprecata. Tirabassi, cresciuto alla corte di Proietti, così come la suocera Paola Tiziana Cruciani, attore di teatro e di serie TV di successo, caratterista romano, esattamente come il suo sodale Ricky Memphis, entrambi con una forte carica empatica con il loro pubblico, non riesce in questa sua prima prova, pur sempre impreziosita dall’ultima sceneggiatura scitta a sei mani con il compianto Mattia Torre, a firmare una pellicola che si ricordi nonostante il tentativo di rinverdire a suo modo i fasti del neorealismo, del cinema di periferia e degli eterni sconfitti di Pasolini o quello più da commedia agrodolce alla Soliti Ignoti di Monicelliana memoria.
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Nello e Ruffetto sono due criminali e amici inseparabili ma anche perennemente perseguitati da un destino che pare non dar loro vie d’uscita. Ruffetto vive a casa dei suoceri con la moglie Anna e il figlio di otto anni. Nello frequenta la casa dell’amico e nel corso delle loro giornate i due iniziano a progettare quell colpo che potrebbe finalmente risolvere tutti i loro problemi.
Il grande salto anelato dai due protagonisti non viene spiccato nè nella pellicola ma nemmeno a visione ultimata di un film che lascia con un forte senso di amaro in bocca per via dell’occasione sprecata. Tirabassi, cresciuto alla corte di Proietti, così come la suocera Paola Tiziana Cruciani, attore di teatro e di serie TV di successo, caratterista romano, esattamente come il suo sodale Ricky Memphis, entrambi con una forte carica empatica con il loro pubblico, non riesce in questa sua prima prova, pur sempre impreziosita dall’ultima sceneggiatura scitta a sei mani con il compianto Mattia Torre, a firmare una pellicola che si ricordi nonostante il tentativo di rinverdire a suo modo i fasti del neorealismo, del cinema di periferia e degli eterni sconfitti di Pasolini o quello più da commedia agrodolce alla Soliti Ignoti di Monicelliana memoria. Il tutto virato in salsa slapstick, con la sfortuna che sotto varie vesti perseguita i due protagonisti fino ad arrivare a scene ai margini dell’assurdo. Peccato perchè la coppia Tirabassi e Memphis già ampiamente vista in Distretto di Polizia, e pur passando dall’altra parte della barricata (da guardie a ladri sfortunati) funzionerebbe ampiamente ma al di là di qualche flebile risata e di camei piacevoli e gentilmente concessi da Marco Giallini, Valerio Mastandrea e Lillo la stessa sceneggiatura risulta alla fine debole e il risultato finale senza capo nè coda.
Nello e Ruffetto sono due criminali e amici inseparabili ma anche perennemente perseguitati da un destino che pare non dar loro vie d’uscita. Ruffetto vive a casa dei suoceri con la moglie Anna e il figlio di otto anni. Nello frequenta la casa dell’amico e nel corso delle loro giornate i due iniziano a progettare quell colpo che potrebbe finalmente risolvere tutti i loro problemi.
Il grande salto anelato dai due protagonisti non viene spiccato nè nella pellicola ma nemmeno a visione ultimata di un film che lascia con un forte senso di amaro in bocca per via dell’occasione sprecata. Tirabassi, cresciuto alla corte di Proietti, così come la suocera Paola Tiziana Cruciani, attore di teatro e di serie TV di successo, caratterista romano, esattamente come il suo sodale Ricky Memphis, entrambi con una forte carica empatica con il loro pubblico, non riesce in questa sua prima prova, pur sempre impreziosita dall’ultima sceneggiatura scitta a sei mani con il compianto Mattia Torre, a firmare una pellicola che si ricordi nonostante il tentativo di rinverdire a suo modo i fasti del neorealismo, del cinema di periferia e degli eterni sconfitti di Pasolini o quello più da commedia agrodolce alla Soliti Ignoti di Monicelliana memoria. Il tutto virato in salsa slapstick, con la sfortuna che sotto varie vesti perseguita i due protagonisti fino ad arrivare a scene ai margini dell’assurdo. Peccato perchè la coppia Tirabassi e Memphis già ampiamente vista in Distretto di Polizia, e pur passando dall’altra parte della barricata (da guardie a ladri sfortunati) funzionerebbe ampiamente ma al di là di qualche flebile risata e di camei piacevoli e gentilmente concessi da Marco Giallini, Valerio Mastandrea e Lillo la stessa sceneggiatura risulta alla fine debole e il risultato finale senza capo nè coda.
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