Il racconto dei fatti realmente accaduti nella storia della famosa artista cilena. Dal 12 luglio al cinema e on demand.
di Giancarlo Zappoli
La vita e l'arte della pittrice cilena, ma in diversi periodi residente in Italia, Carmengloria Morales narrati dalla nipote regista Maura Morales Bergmann in un documentario che rinasce letteralmente dalle ceneri di uno precedente andato in gran parte perduto in seguito ad un incendio che nel 2016 ha devastato lo studio dell'artista distruggendo gran parte delle sue opere.
Entierro in spagnolo significa letteralmente sepoltura ma è anche il nome che l'artista ha dato a una pala d'altare divisa in quattro parti per la cappella del carcere di Viterbo. Tre sono arricchite dai colori da lei utilizzati mentre una è vuota ed ha un crocifisso appeso.
L'effetto è di grande impatto e trae origine dalla sua elaborazione concettuale sul dittico che così sintetizza: “La distanza che mi appartiene culturalmente è quella di sapere che stai guardando un quadro: nella parte dipinta c’è tutto quello che puoi fare come artista che sta agendo, poi c’è la tela vuota che è il prima, il dopo, l’immanenza. La coscienza nel quadro è quella che ti respinge e ti dice: “attento che stai guardando un quadro!". Maura Morales (apprezzata direttrice della fotografia di Santiago Italia) ha realizzato di fatto un omaggio in forma di dittico.
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