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Dumbo: l’elogio della diversità secondo Tim Burton

L'eccentrico regista ha provato ad attualizzare l'acutezza narrativa del classico Disney.
di Giovanni Chessari, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema

Dumbo

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lunedì 1 aprile 2019 - Scrivere di Cinema

Nel 2015 è toccato a Cenerentola, nel 2016 è stata la volta de Il libro della giungla, nel 2017 quella de La bella e la bestia (guarda la video recensione). È una tendenza un po' furba e un po' coraggiosa quella promossa dalla Disney negli ultimi anni: da una parte è innegabile che l'adattamento in live-action dei primi grandi lungometraggi d'animazione punti sull'usato sicuro, dall'altra è pur vero che si corre un rischio enorme a voler riproporre il garbo dei classici di ieri agli spettatori di oggi.
Dunque riprendere adesso il Dumbo del 1941 non era un'impresa semplice. L'originale era nato dalle esigenze prettamente finanziarie di casa Disney: era necessario rientrare dalle spese di due disastrosi insuccessi al botteghino, quello di Pinocchio prima e quello di Fantasia poi, film che avevano patito gli inizi della seconda guerra mondiale con il blocco del mercato d'esportazione cinematografica in territorio europeo e asiatico.

Pertanto, la realizzazione di Dumbo doveva tenere conto di parametri specifici: durata minima, budget iper-ridotto, realizzazione essenziale.
Giovanni Chessari, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema

Incredibilmente il risultato finale fu un'opera sorprendente, perché nella magia della fantasia recuperava con intelligenza la verità del reale. Appena un mese prima dell'ingresso in guerra degli Stati Uniti a seguito dell'attacco subìto a Pearl Harbor, l'elefantino dagli occhi blu si faceva simbolo dell'uomo costretto a soffrire gli ordini di uno stato-circo che dei propri cittadini faceva ciò che voleva.

Ecco che nel celebre incubo alcolico di Dumbo non è più il sonno della ragione a generare mostri, bensì una realtà così drammatica che neanche il sonno riesce a cancellare: gli spaventosi elefanti rosa marciano come novelli dittatori, cercano di prevalere l'uno sull'altro, invadono le case altrui, annientano i valori familiari e collettivi sui quali era sorto e cresciuto il mito del Sogno Americano.


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