maramaldo
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mercoledì 20 novembre 2019
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ad alessandro castellino, con ammirazione
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Sicuro. Cartesio, però, non me lo dovevi scomodare. Sai cosa pensavo mentre ti leggevo? René Descartes si recò in pellegrinaggio ad un santuario per rendere grazie della luminosa idea ricevuta. Dall'uso che fai di ascissa e ordinata possiamo avere lo stesso moto di riconoscenza?
Vogliamo pettinare le bambole come ama ripetere un simpatico abitatore di talk shaw? King e Kubrick sono due mostri, in senso buono, si capisce. Non c'è, quindi, razionalità nella loro morbosa immaginazione. Men che meno logica. Cerebrali sì (Kubrick lo è di più) ma non è detto che ragionino.
Computare, modulare la farneticazioni con cui favoleggiano non porta lontano, non si apprende, tanto meno si insegna o si comunica un concetto.
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Sicuro. Cartesio, però, non me lo dovevi scomodare. Sai cosa pensavo mentre ti leggevo? René Descartes si recò in pellegrinaggio ad un santuario per rendere grazie della luminosa idea ricevuta. Dall'uso che fai di ascissa e ordinata possiamo avere lo stesso moto di riconoscenza?
Vogliamo pettinare le bambole come ama ripetere un simpatico abitatore di talk shaw? King e Kubrick sono due mostri, in senso buono, si capisce. Non c'è, quindi, razionalità nella loro morbosa immaginazione. Men che meno logica. Cerebrali sì (Kubrick lo è di più) ma non è detto che ragionino.
Computare, modulare la farneticazioni con cui favoleggiano non porta lontano, non si apprende, tanto meno si insegna o si comunica un concetto.
Scendiamo in quota. Flanagan stavolta ha, per così dire, "toppato". Ha contato, presunto, troppo sul suo mestiere. Penso che non si strofinerà più con i 2 K.
Credimi, la sola geometria applicabile a Doctor Sleep è quella di Rosa... Cilindro.
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jaylee
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domenica 17 novembre 2019
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non tutto e’ oro quello che luccica
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Il secondo sequel di un film di Stanley Kubrick, oltre che il secondo sequel di un film di Stephen King, ma l’unico sequel basato su un opera di entrambi, ovvero Shining (nel caso ve lo steste chiedendo, gli altri film sono 2001 Odissea nello Spazio e It). Stavolta alla regia però per ovvi motivi, abbiamo Mike Flanagan, uno specialista di horror, che ha dovuto faticare non poco per convincere King ad usare non la sua versione di Shining (una miniserie TV fine anni ’90), ma il capolavoro di Kubrick, che King ha sempre odiato per le tante libertà prese nella sceneggiatura rispetto al testo originale.
Ed infatti si vede benissimo: molte le scene ricostruite all’interno del film, qualcuna addirittura recuperata ma manipolata (tra cui l’iconica alluvione di sangue che esce dagli ascensori), e innumerevoli i riferimenti più o meno nascosti in qua e là.
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Il secondo sequel di un film di Stanley Kubrick, oltre che il secondo sequel di un film di Stephen King, ma l’unico sequel basato su un opera di entrambi, ovvero Shining (nel caso ve lo steste chiedendo, gli altri film sono 2001 Odissea nello Spazio e It). Stavolta alla regia però per ovvi motivi, abbiamo Mike Flanagan, uno specialista di horror, che ha dovuto faticare non poco per convincere King ad usare non la sua versione di Shining (una miniserie TV fine anni ’90), ma il capolavoro di Kubrick, che King ha sempre odiato per le tante libertà prese nella sceneggiatura rispetto al testo originale.
Ed infatti si vede benissimo: molte le scene ricostruite all’interno del film, qualcuna addirittura recuperata ma manipolata (tra cui l’iconica alluvione di sangue che esce dagli ascensori), e innumerevoli i riferimenti più o meno nascosti in qua e là. Il film ed il libro rispondono a questa domanda: cosa è successo a Danny Torrance (e a sua madre Wendy) dopo i terrificanti eventi dell’Overlook Hotel nel 1980?
Detto fatto: Danny, ormai più vicino ai 50 che ai 40, si è rifatto una vita nel New Hampshire: la sua “luccicanza” (la capacità di parlare con gli spiriti dei defunti, nonché di entrare nella mente delle persone) è stata finalmente accettata, ed ha trovato lavoro in un hospice, come inserviente e consolatore di chi sta per morire, assieme ad una gatta pure lei dotata di poteri simili. Non è il solo al mondo, come già sa; ma una specie di comunità di vampiri psichici stanno cercando quelli come lui per garantirsi la vita eterna e dovrà uscire allo scoperto per salvare se stesso ed una bambina dai poteri come i suoi.
Stavolta King ha fatto sapere di essere pienamente soddisfatto dell’adattamento: e questo ci spiega come mai il suo unico tentativo di regia (Brivido, 1986) rimane negli annali come uno dei più brutti film basati sui suoi libri. Nel senso: questo Doctor Sleep non è terribile, anzi a tratti è pure piacevole, ma è lontano anni luce dal film con Jack Nicholson. Il problema è semplice: mentre il fascino di Shining rimane in quello che evoca, ma di fatto non spiega mai (tanto che esiste letteratura – e un docu-film- che prova ad interpretarlo), qui il Mago svela i suoi trucchi e così facendo diventa un semplice Prestigiatore.
In effetti, questo è un film che sembrano 2 messi assieme: la setta dei Vampiri Psichici e il ritorno al Overlook Hotel, e come i due si amalgamano non sempre viene benissimo. Curioso, perché a se’ stanti reggono abbastanza bene, ma nell’insieme sembrano forzati, così come certe ricostruzioni del film originale, messe lì quasi per compiacere i fan.
Bravino Ewan McGregor, credibile e diligente (e, immaginiamo un grande onore per lui – che ottiene di replicare la scena in cui Jack Nicholson mette la faccia nella porta aperta dall’ascia); ma il resto gira senza infamia e senza lode, incluse le attrici principali, la malvagia strega Rebecca Ferguson, e la giovane “padawan” (visto che il ruolo di Jedi si addice al buon Ewan) Kyliegh Curran (anche qui una ragazza al posto del protagonista maschile originale come da tendenza imperante). Le volte in cui effettivamente Doctor Sleep fa paura si contano sulle dita di una sola mano, e qualcuna avanza pure.
In definitiva: un thriller, come si sarebbe detto una volta, un po’ televisivo con l’omaggio ad un capolavoro vero, che toglie il dubbio se sia stato superiore il libro o il film. Si narra da tempo che stia per arrivare un prequel, speriamo andrà meglio. Nel frattempo, come conclude Danny ad un certo punto del film (non vi diciamo dove) con un doppio senso che in italiani non rende: “Continua a Luccicare” –“Keep Shining”. (www.versionekowalski.it)
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eugenio
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venerdì 15 novembre 2019
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luccicanza annacquata
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Paura, angoscia, depravazione e un pizzico di noia nell’ultimo film di Mike Flanagan. L’impresa però non è da tutti e farebbe tremare i polsi a un novizio: tradurre il seguito di Shining di Kubrick, Doctor Sleep, in un prodotto che, accettate le variazioni che ogni trasposizione cinematografica impone sul testo, risulta essere accattivante malgrado qualche scivolone inevitabile nella sceneggiatura.
Del resto la lunghezza non aiuta. E’ un’arma a doppio taglio: ti coinvolge sicuramente ma al tempo stesso non aiuta nello svolgimento di una trama complessa già di suo nel romanzo. Due ore e trenta piene in cui scopriamo, per chi non lo conosce, il destino del bambino che usava il triciclo in quell’Overlook Hotel dannato, scene rimaste e consacrate alla storia come il famoso piano sequenza e quel lungo fiume di sangue che irrompeva dalle porte, sfumando nella follia.
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Paura, angoscia, depravazione e un pizzico di noia nell’ultimo film di Mike Flanagan. L’impresa però non è da tutti e farebbe tremare i polsi a un novizio: tradurre il seguito di Shining di Kubrick, Doctor Sleep, in un prodotto che, accettate le variazioni che ogni trasposizione cinematografica impone sul testo, risulta essere accattivante malgrado qualche scivolone inevitabile nella sceneggiatura.
Del resto la lunghezza non aiuta. E’ un’arma a doppio taglio: ti coinvolge sicuramente ma al tempo stesso non aiuta nello svolgimento di una trama complessa già di suo nel romanzo. Due ore e trenta piene in cui scopriamo, per chi non lo conosce, il destino del bambino che usava il triciclo in quell’Overlook Hotel dannato, scene rimaste e consacrate alla storia come il famoso piano sequenza e quel lungo fiume di sangue che irrompeva dalle porte, sfumando nella follia.
Danny Torrance, sì, quello della luccicanza. Ora è cresciuto, non propriamente benissimo (sfido direte voi… con quello che ha passato col padre…) ha toccato il fondo ma da questo, si è rialzato, stabilendosi, in una cittadina quieta. Ha conosciuto Bill, grazie al quale è riuscito a trovare una parvenza di normalità lavorativa, si è disintossicato, frequentando un centro di alcolisti anonimi, ha ripreso lentamente a vivere insomma.
Altrove però la minaccia incombe. Una carovana di strani figuri rappresentati come novelli zingari con roulotte a seguito si nutre della paura, del dolore di umani, con particolare predilezione per i bambini, uccidendoli senza pietà e violandone brutalmente la loro infanzia.
Il boss di questo deprecabile gruppo è Rosie the Hat (nel film interpretata da una brava Rebecca Ferguson) che cappello a larghe falde e occhi a led come Terminator, si muove come vampiro alla ricerca di potenti “elementi” da asservire oppure da uccidere. Piano semplice dagli illustri passati come Il popolo d’autunno di Ray Bradbury: c’era un circo là e qui una carovana di nomadi mangia-bambini. Stranieri diversi, stranieri “cattivi” che King, da buon democratico del Maine, traspone in minaccia di una società ossessivamente consumistica che uccide, distrugge valori che potrebbero diventare stelle nel cielo e nella vita ma finiscono semplici pasti caldi di assetati assassini.
Flanagan non indugia su questo. Vedasi la forte scena inaspettatamente violenta del “bambino del baseball” la cui morte è quasi vissuta in diretta da una bambina (di colore) Abra, dalla luccicanza così potente da riuscire a mettersi in contatto telepatico proprio con Danny Torrence (le coincidenze della vita..), invitandolo, obtorto collo, a sconfiggere per sempre quelle creature attirandole in una trappola letale e chiudendo il circolo vizioso di quelle misteriose sparizioni.
Danny, riluttante, si opporrà almeno inizialmente lasciando la bambina al suo destino ma non potrà far altro che accettare quella sfida, facendo i conti col suo delirante passato mai sepolto in quell’ Overlook Hotel popolato da antichi demoni dove la storia ebbe inizio e dove finirà. Per sempre?
Leggete o guardate.
Le differenze ci sono, molte.
A cominciare dal protagonista: Il Danny di Doctor Sleep (dal volto di Ewan Mc Gregor) è meno bipolare, più consapevole del suo fardello e del suo posto nel mondo. Mondo che non ruota più intorno a lui come nel romanzo, si muove dinamicamente, ipercinetico. Poi i protagonisti: al di là del deus ex machina di Abra, la bambina che risolve ogni cosa, richiamo alla cinematografia anni ’80 di Wes Craven, gli altri co-protagonisti, inevitabilmente sfumano a figure di contorno abbozzate e mai completamente delineate, in un gioco al massacro che perde pezzi da metà film.
Eroi ed antieroi sono appiattiti, quasi disumanizzati, privi di una connotazione che nelle pagine di King ci faceva saltare sulla sedia. La classica partita bene/male; demoni/angeli sterminatori, si muove inevitabilmente verso il ricercato climax, l’affermazione di Danny col padre Jack Torrance, in un incontro-scontro in cui gli alvei della mente, ignote macchine di cui sfruttiamo solo una minima parte, si rivelano in tutta la loro potenza annacquata come whisky diluito con acqua. Non esalta, non commuove, non affonda e al termine, ciò che ci rimane, non è quella sensazione di piacevole stordimento ma quella di un prodotto modesto e privo di guizzi, ricordo vago di uno Shining sfumato in note di irriverente follia. Anche se, molto in fondo, accattivante.
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inesperto
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sabato 9 novembre 2019
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redrum
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Più che di horror, trattasi di un buon dark fantasy. Da Shining si prende solamente spunto, per raccontare una storia che si discosta quasi del tutto dal capolavoro di Kubrick, i cui elementi dànno l'avvio e la conclusione alla pellicola. Questo determina una certa autonomia della trama rispetto all'ingombrante originale, mossa alquanto furba per evitare paragoni esiziali... Una bambina prodigio ed un ex bimbo prodigio (il nostro Danny), ora adulto, combattono fianco a fianco una lotta magica contro un gruppo di malvagi cannibali spirituali, guidati da una fascinosa e bellissima Rebecca Ferguson. Per niente noioso, anzi particolarmente stimolante, le vicende sono narrate con buon ritmo, alternando momenti action ad altri di riflessione.
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Più che di horror, trattasi di un buon dark fantasy. Da Shining si prende solamente spunto, per raccontare una storia che si discosta quasi del tutto dal capolavoro di Kubrick, i cui elementi dànno l'avvio e la conclusione alla pellicola. Questo determina una certa autonomia della trama rispetto all'ingombrante originale, mossa alquanto furba per evitare paragoni esiziali... Una bambina prodigio ed un ex bimbo prodigio (il nostro Danny), ora adulto, combattono fianco a fianco una lotta magica contro un gruppo di malvagi cannibali spirituali, guidati da una fascinosa e bellissima Rebecca Ferguson. Per niente noioso, anzi particolarmente stimolante, le vicende sono narrate con buon ritmo, alternando momenti action ad altri di riflessione. Senza un avo di tal fatta, si parlerebbe tranquillamente di un bel prodotto d'intrattenimento.
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martedì 5 novembre 2019
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pareri
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Avrei qualcosa da aggiungere per quanto riguarda le tematiche affrontate da king 1 Danny mette in cassaforte tutti gli orrori visti nell'hotel per non affrontarli più ed è un grosso peso per lui , infatti beve tanto per non usare più la luccicanza e vedere le persone soffrire. 2 Il motto del NODO :" mangia bene, vivi a lungo" una frase così forte che rispecchia la vita umana cattiva e meschina. 3 l'interpretazione di King dopo la morte , l'anima fuoriesce dai corpi ma c'è ancora vita nell'aldilà
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uppercut
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lunedì 4 novembre 2019
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sleep per davvero
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Il titolo è la componente più azzeccata del film (per quanto il capitolo ospedaliero rimane del tutto pretestuoso in una sceneggiatura che più "svaporata" non potrebbe essere): ci si addormenta che è una bellezza. Urla, strilli, il pum pum del cuore nulla possono sull'effetto soporifero di uno dei prodotti più mediocri dell'ultimo millennio, L'unica scena degna di uno sguardo vigile arriva solo alla fine: il ritorno di Danny all'Overlook Hotel. Ma ci si arriva già spossati come al decimo giro sul trenino fantasma. E quel che segue cancella ogni possibilità di riscatto. Al di là di ogni discorso sull'incapacità del cinema contemporaneo hollywoodiano di offrire UNA idea apprezzabile almeno per originalità, la nota più triste riguarda proprio il look del film, più down che over, I cattivacci, già nel prologo, sembrano disegnati da un ragazzino delle medie con la fissa dei videogames, E quando questo mood da terzo mondo dell'immaginario pretende di confrontarsi con l'insondabile ti verrebbe da alzarti dal letto, padon, dalla poltrona, e recuperare l'uscita.
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Il titolo è la componente più azzeccata del film (per quanto il capitolo ospedaliero rimane del tutto pretestuoso in una sceneggiatura che più "svaporata" non potrebbe essere): ci si addormenta che è una bellezza. Urla, strilli, il pum pum del cuore nulla possono sull'effetto soporifero di uno dei prodotti più mediocri dell'ultimo millennio, L'unica scena degna di uno sguardo vigile arriva solo alla fine: il ritorno di Danny all'Overlook Hotel. Ma ci si arriva già spossati come al decimo giro sul trenino fantasma. E quel che segue cancella ogni possibilità di riscatto. Al di là di ogni discorso sull'incapacità del cinema contemporaneo hollywoodiano di offrire UNA idea apprezzabile almeno per originalità, la nota più triste riguarda proprio il look del film, più down che over, I cattivacci, già nel prologo, sembrano disegnati da un ragazzino delle medie con la fissa dei videogames, E quando questo mood da terzo mondo dell'immaginario pretende di confrontarsi con l'insondabile ti verrebbe da alzarti dal letto, padon, dalla poltrona, e recuperare l'uscita. Mica per sdegno. Per noia.
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frascop
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lunedì 4 novembre 2019
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vedibile per stephen king ma troppo lungo
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Ewan McGregor interpreta Danny Torrance, il figlio del custode dell'Overlook Hotel (Jack Nicholson in Shining, l’horror di Kubrick del 1980). Adesso il bambino ormai diventato uomo si libera dell'alcol e ricomincia a vivere in una nuova città grazie all’aiuto di un insperato amico, Bill. Ma il passato ritorna e questo film narra la lotta di Danny e della bambina Abra contro la banda soprannaturale di Rose “Cilindro (bravissima Rebecca Ferguson), una sorta di hippie che si nutre della luccicanza uccidendo i bambini che la possiedono. La lotta è lunga, anche troppo, e si conclude proprio nel malefico posto di Kubrick, l’Overlook Hotel. La storia, congegnata anche da Stephen King, si segue anche se una mezzoretta poteva essere accorciata in sede di montaggio, e l’horror, di cui Mike Flanagan è esperto, è molto contenuto.
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Ewan McGregor interpreta Danny Torrance, il figlio del custode dell'Overlook Hotel (Jack Nicholson in Shining, l’horror di Kubrick del 1980). Adesso il bambino ormai diventato uomo si libera dell'alcol e ricomincia a vivere in una nuova città grazie all’aiuto di un insperato amico, Bill. Ma il passato ritorna e questo film narra la lotta di Danny e della bambina Abra contro la banda soprannaturale di Rose “Cilindro (bravissima Rebecca Ferguson), una sorta di hippie che si nutre della luccicanza uccidendo i bambini che la possiedono. La lotta è lunga, anche troppo, e si conclude proprio nel malefico posto di Kubrick, l’Overlook Hotel. La storia, congegnata anche da Stephen King, si segue anche se una mezzoretta poteva essere accorciata in sede di montaggio, e l’horror, di cui Mike Flanagan è esperto, è molto contenuto.Tutti gli omaggi a Kubrick e all’indimenticabile Nicholson non fanno altro che far rimpiangere almeno a me il fascino di quel capolavoro. Ad un certo punto Abra con la sua telepatia verso Dan mi ha fatto pensare alla ragazzina Undici di Stranger Things, la serie dei fratelli Duffer. Mentre i protagonisti salgono verso l'hotel nella neve per trenta secondi la colonna sonora diventa così debordante e pomposa che forse i musicisti (The Newton brothers) pensavano di poter ambire all'Oscar.
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nino pellino
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domenica 3 novembre 2019
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la regia rende affascinante questo horror fantasy
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Gran bel lavoro da parte del regista Mike Flanagan che conferisce a questo horror fantasy un certo fascino e l'interesse a seguirlo fino alla fine nonostante la sua durata di ben due ore e mezza e nonostante la lentezza di alcune scene soprattutto nel primo tempo che comunque non sono assolutamente da considerarsi come tempi morti. Rispetto al romanzo di cui questo film ne rappresenta la relativa trasposizione cinematografica, mi sento di dire che l'operazione mi sembra dignitosamente riuscita. Gli attori sono perfettamente bravi nel dare valore e spessore ai personaggi che interpretano e gli effetti speciali sono risultati a me molto graditi in quanto mi rimandano alla creatività dei veri film horror carismatici dei tempi passati e senza un eccessivo uso sfrenato di trucchi visivi e caotici fatti a computer.
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Gran bel lavoro da parte del regista Mike Flanagan che conferisce a questo horror fantasy un certo fascino e l'interesse a seguirlo fino alla fine nonostante la sua durata di ben due ore e mezza e nonostante la lentezza di alcune scene soprattutto nel primo tempo che comunque non sono assolutamente da considerarsi come tempi morti. Rispetto al romanzo di cui questo film ne rappresenta la relativa trasposizione cinematografica, mi sento di dire che l'operazione mi sembra dignitosamente riuscita. Gli attori sono perfettamente bravi nel dare valore e spessore ai personaggi che interpretano e gli effetti speciali sono risultati a me molto graditi in quanto mi rimandano alla creatività dei veri film horror carismatici dei tempi passati e senza un eccessivo uso sfrenato di trucchi visivi e caotici fatti a computer. Molto belle le scene finali che contengono diversi significati che vengono, tra l'altro, già dettagliatamente spiegati nel romanzo. Una particolarità: il film avrebbe funzionato anche senza scomodare un capolavoro come "Shining" del 1980 e comunque ritengo di non perdere troppo tempo nel lasciasi condizionare dal voler fare a tutti i costi dei puntigliosi paragoni con il film di Kubrick. Il discorso è molto semplice: quello era e rimarrà per sempre un capolavoro della cinematografia mondiale, mentre questo film, "Doctor Sleep", rappresenta un ottimo horror fantasy.
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[+] non è un film eccelso, ma neanche disastroso
(di antonio montefalcone)
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maramaldo
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sabato 2 novembre 2019
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l'horror che vuol essere preso sul serio
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Niente ironie, parodie, parabole. Schietto, ciò rende Doctor Sleep un film importante, milestone, che però rischia di farlo diventare tombstone, tanto per rimanere nell'allegra gergalità del genere.
Il libro, io l'ho letto. Prendo sempre al supermercato qualche Stephen King che regalo, senza aprire, ad una persona che soffre d'insonnia. Con su la scritta "Il Seguito di Shining", invece, affrontai le centinaia di pagine. Terminai a stento. Non mi ricordo la fine se mai ce n'era una.
Curiosità che il film non soddisfa. Dopo digressioni dozzinali, scantona nei corridoi, sale, al bar dell'Overlook Hotel nonchè nella stanza 237 dove sarebbe ora che l'anziana signora esibizionista venisse asciugata e ricondotta a casa.
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Niente ironie, parodie, parabole. Schietto, ciò rende Doctor Sleep un film importante, milestone, che però rischia di farlo diventare tombstone, tanto per rimanere nell'allegra gergalità del genere.
Il libro, io l'ho letto. Prendo sempre al supermercato qualche Stephen King che regalo, senza aprire, ad una persona che soffre d'insonnia. Con su la scritta "Il Seguito di Shining", invece, affrontai le centinaia di pagine. Terminai a stento. Non mi ricordo la fine se mai ce n'era una.
Curiosità che il film non soddisfa. Dopo digressioni dozzinali, scantona nei corridoi, sale, al bar dell'Overlook Hotel nonchè nella stanza 237 dove sarebbe ora che l'anziana signora esibizionista venisse asciugata e ricondotta a casa.
Rievocazione di Kubrick? Non credo. Stanley - come Gioacchino Rossini, disposto a musicare anche la lista della lavandaia - ricavò gioielli anche da spunti cui non credeva tanto. Il demone è ancora e sempre Stephen King il quale non vuole mollare quell'universo parallelo che ha concepito, cui sembra a volte creder davvero, torbido e abietto ma irrimediabilmente fuori moda. Non gli piacque a suo tempo il lavoro di Kubrick, eppur memorabile. Adesso ha voluto metter becco con il risultato che più d'uno lamenta.
Contentatevi lo stesso. Sorvolate sul protagonista, lo scialbo Ewan McGregor (Danny), lontano perfino dallo Sleep del romanzo. Il volenteroso Flanagan rimedia con un bel conflitto a fuoco liberatorio che, assieme ai ripetuti soprassalti fragorosi, evita l'assopimento. C'è poi, sveglia (lei, sì) e brava, la morettina Kyliegh Curran, Abra, confidenziale per Abra Cadabra. Volete far gli spiritosi? Assieme agli Halloran (qui, Carl Lumbley) assicura che sulla "luccicanza" non ci sono pregiudizi razzistici.
Riconciliatevi con Flanagan. Vi offre "Rose the Hat", riconoscibile pure nella sagoma oscura, vista di spalle. Rebecca Ferguson, algida e altera, ironica e crudele come le dark lady di razza. Se vi punta, letale come un cobra. Tornerà. Streghe così non muoiono mai.
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mother demon
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sabato 2 novembre 2019
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valido seguito di shing
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Dopo aver letto il romanzo, sono andato a vedere ' DOCTOR SLEEP' e devo dire che la sua realizzazione non è affatto male, superiore al libro, con una solida regia ed un valido cast. Non è minimamente ai livelli di Shining, ma è comunque un buon film. Lo consiglio.
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