Dio è donna e si chiama Petrunya, l'immensa ribellione di genere e sociale di una 40enne straordinaria
di Davide Turrini Il Fatto Quotidiano
Nel paese dei sogni Petrunya sarebbe presidente del consiglio. Solo per quel "studio l'integrazione del comunismo nelle istituzioni democratiche" andrebbe baciata seduta stante. Invece, il maturo personaggio femminile di un film splendido e godibilissimo, Dio è donna e si chiama Petrunya, presentato in prima italiana al 37esimo Torino Film Festival, è costretto a vivere nel contesto tradizionalista e oppressivo di una società arcaica macedone. Petrunya (clamorosa l'intensità e l'ironia dell'attrice Zorica Nusheva) subisce le angherie sibilline della madre ("sei brutta, mettiti questo vestito altrimenti stai male") e finisce fuori tempo massimo per trovare un lavoro: è sulla soglia dei quarant'anni, "laureata in storia" (una battuta detta parecchie volte che ci ha fatto parecchio ridere), disoccupata, e chiaramente non inquadrabile nella "norma" di un innevato paesino di campagna retrivo e cinico. [...]
di Davide Turrini, articolo completo (4426 caratteri spazi inclusi) su Il Fatto Quotidiano 26 novembre 2019