Manualistico nell'intreccio, il film ha un retrogusto leggero e gustoso e un divertente cast misto. Recensione di Marianna Cappi, legge Gaia Petronio.
di A cura della redazione
È lontano il tempo in cui Tim Goodman sognava di fare l'allenatore di Pokémon. Ora, a ventidue anni, lavora nelle assicurazioni e ai Pokémon non ci pensa quasi più. La morte del padre però lo riporta a Ryme City, la metropoli dove umani e Pokemon vivono fianco a fianco.
Nato per un videogioco, l'universo dei Pokemon si è espanso in manga, gadget e app, rivelandosi una delle più efficaci operazioni transmediali del nostro tempo. Ispirato a un videogame per Nintendo 3DS e ben diretto da Rob Letterman,
Pokémon: Detective Pikachu è manualistico nella sua progressione narrativa. Dunque non è nel plot che va ricercato un motivo di interesse, ma piuttosto in un retrogusto leggero e un po' nostalgico, fatto di innesti eterogenei, che vanno da Chi ha incastrato Roger Rabbit? all'Incantevole Creamy. Nel nome del film-game.
In occasione dell'uscita al cinema di Pokémon: Detective Pikachu, Gaia Petronio interpreta la recensione di Marianna Cappi.