elgatoloco
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lunedì 13 giugno 2022
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lacunoso , forse, ma interessante...
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"Daughter of the Wolf"(David Hackl, sceneggiatura di Nika Agiashviili, 2019), racconta di una ex.militare, reduce dall0Iraq o comunque dal"Vivino Oriente"(Medio per gli USA), che torna alla segheria di famiglia, ma il figlio tredicenne e'stato rapito da"Padre", quasi carismatico capobanda, che pero'era stato truffato dal padre e forse anche dal nonno della donna, che l'aveva, appunto, raggirato e forse la vendetta e'pi'antica ancora, Vendetta su vendetta, dunque, homo homini lupus, hobbesianmente, dato che la donna ha pagato persino il riscatto per il sequestro del figlio, che i rapitori hanno preso, anzi "caricando"sul prezzo, ma c'e'dell'altro: una tormanta di neve(luog imprecisto.
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"Daughter of the Wolf"(David Hackl, sceneggiatura di Nika Agiashviili, 2019), racconta di una ex.militare, reduce dall0Iraq o comunque dal"Vivino Oriente"(Medio per gli USA), che torna alla segheria di famiglia, ma il figlio tredicenne e'stato rapito da"Padre", quasi carismatico capobanda, che pero'era stato truffato dal padre e forse anche dal nonno della donna, che l'aveva, appunto, raggirato e forse la vendetta e'pi'antica ancora, Vendetta su vendetta, dunque, homo homini lupus, hobbesianmente, dato che la donna ha pagato persino il riscatto per il sequestro del figlio, che i rapitori hanno preso, anzi "caricando"sul prezzo, ma c'e'dell'altro: una tormanta di neve(luog imprecisto. potrebbe essere Alaska o Montana, nbn ci viene detto)blocca la ricerca del figlio da pate della donna, ma lei incontra uno dei rapitori e lo costringe, con mezzi"decisi"ad accompagnarla dove si trovnao i suoi colleghi e Padre. Tutto poi procede per il verso giusto, per madre e figlio, anche con l'aiuto di alcuni famleici lupi, che pero'li tengono in grande"riguardo", mentte si accaniscono sui"malos", sui cattivoni.. Happy end soffetto, quasi a riprova che le cose sono difficili... Certo Gina Carano, gia'lottatrice di arti marziali, non e'precisamente il massimo come attrice protagonista, ma efficace nel suo ruolo, mentream a parte la bravura di Anton Gillis Adelman come figlio, a fronte dell'interpretazione sciatta degli altri rapitori, risalta il grande Richard Dreyfuss as Pather. Il "cote'"eostrico del film e'nella protezione che La protagonista e il figlio godono da paete del "WOlfs"m cge sibi "buni porotettori dei due", Probabilnenbte l'origine forse indiana(INdia intendo, ovviamente)di chi ha scritto la sceneggiatura puo0rendere ragione di quest aspetto, cmunque importante del film, che si svolge tra panoramli innevati, appunto con la presenza di molti lupi, El Gato
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(di daniele)
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felicity
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mercoledì 24 giugno 2020
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noioso, pieno di buchi e incongruenze
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L'ambientazione gelida e selvaggia è uno degli elementi fondamentali della narrazione in questo film e nelle fitte foreste proprio la presenza dei lupi gioca un ruolo chiave nello sviluppo di certe dinamiche.
Ciò che sulla carta si sarebbe potuto trasformare in un affascinante legame dal taglio mistico-ancestrale, finisce invece al centro di sviluppi forzati e improbabili, caratteristica che permea gran parte dei novanta minuti di visione.
La sceneggiatura si rivela ricca di buchi e incongruenze e il cast tenta di colmare con il proprio carisma le falle dei relativi personaggi: se la Carano si presta a un ruolo soprattutto fisico, più sfumata è invece la performance di Brendan Fehr nei panni di Larsen, mentre un attore di razza quale Richard Dreyfuss risente del peso di un villain troppo caricaturale nei suoi eccessi.
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L'ambientazione gelida e selvaggia è uno degli elementi fondamentali della narrazione in questo film e nelle fitte foreste proprio la presenza dei lupi gioca un ruolo chiave nello sviluppo di certe dinamiche.
Ciò che sulla carta si sarebbe potuto trasformare in un affascinante legame dal taglio mistico-ancestrale, finisce invece al centro di sviluppi forzati e improbabili, caratteristica che permea gran parte dei novanta minuti di visione.
La sceneggiatura si rivela ricca di buchi e incongruenze e il cast tenta di colmare con il proprio carisma le falle dei relativi personaggi: se la Carano si presta a un ruolo soprattutto fisico, più sfumata è invece la performance di Brendan Fehr nei panni di Larsen, mentre un attore di razza quale Richard Dreyfuss risente del peso di un villain troppo caricaturale nei suoi eccessi.
La prima metà del film si risolve così in un inseguimento infinito a piedi, con situazioni al limite dell'assurdo tra esplosioni, laghi ghiacciati e crepacci che complicano non poco la vita alla protagonista, mentre la seconda prova a offrire qualche sussulto drammatico in più che giustifichi almeno in parte le mosse delle varie figure coinvolte.
Se dal punto di vista ludico sono presenti un paio di sequenze discretamente realizzate, a mancare a Daughter of the Wolf è un'identità concettuale degna di nota e lo script sembra unicamente indirizzato a offrire rese dei conti e scene action gratuite che trascinano stancamente l'operazione fino ai titoli di coda.
A parte i fan della Carano, per gli altri la visione è tempo perso.
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(di rudy_50)
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