Il titolo originale del film è “La odisea de los giles”, quello internazionale “Heroic Losers” mentre il nostro potrebbe meglio essere “La rivincita dei tonti”. È un film drammatico che vira in commedia, adattamento di un romanzo di Eduardo A. Sacheri dal titolo "La noche de la usina" (che ha anche collaborato alla sceneggiatura), e si svolge nel 2001 ad Alsina, un piccolo centro nella provincia di Buenos Aires, durante una grave crisi economica. Un gruppetto di onesti ed eterogenei sfigati, una sorta di “Armata Brancaleone”, capeggiato dall’ex calciatore Fermin Perlassi, (interpretato dal semore bravissimo Ricardo Darìn), cercherà di mettere in scena nella campagna argentina una sorta di lotta di classe.
Le persone del gruppo avevano deciso di unirsi per costituire una cooperativa agricola, rilanciando una vecchia impresa e cercando di racimolare la somma necessaria all'acquisto dei silos.
Fermin e sua moglie Lidia (Verónica Llinás) convincono quindi uno ad uno gli abitanti del paese e mettono tutti i risparmi in dollari in una cassetta di sicurezza nella banca della vicina Villagrán. Ma il direttore della banca Alvarado, complice di un losco faccendiere, convince Fermin a versare tutto su un unico conto bancario (in pesos).
La mattina del giorno dopo, purtroppo, scatta il cosiddetto corralito, un sistema di misure che a cavallo del nuovo secolo bloccò i conti in banca, vietando i prelievi in dollari. Ma Fortunato Manzi, l’avvocato corrotto e concussore, approfittandosi della situazione, aveva appena ritirato tutti i soldi (in dollari) svuotando le casse della banca.
Fermin e i suoi scoprono casualmente che Manzi (interpretato da Andrés Parra) ha nascosto il denaro dentro una cassaforte sepolta in un terreno agricolo e decidono di riprendersi i loro soldi - il resto lo avrebbero dato in beneficienza -, dando così una bella lezione all’avvocato senza scrupoli, che ha mandato in rovina parecchie famiglie.
Fermin per le modalità del furto prende spunto dalla trovata del detective Peter O’Toole in un vecchio film di William Wiler che vede in TV: ”Come rubare un milione e vivere felici” del 1966. La seconda parte di ”Criminali come noi” film racconta, pertanto, tutte le vicende e le difficoltà incontrate nel mettere in atto il piano.
Il regista Sebastian Borensztein è già stato autore di un altro divertente film “Cosa piove nel cielo” che ha vinto il Marc'Aurelio d'Oro all’edizione del 2011 del Festival Internazionale del Film di Roma, e il premio del Pubblico. In questo film dipinge una serie di tipologie umane di cui ognuna potrebbe essere la protagonista di una pellicola a parte: Antonio Fontana (interpretato da Luis Brandoni) che fa continue battute su Bakunin e sul peronismo, Medina (Carlos Belloso) il pescatore sdentato che usa la dinamite, la coppia di amici un po' ritardati (Guillermo Jacubowicz, Luciano Cazaux) che sognano il telefono cellulare, l’imprenditrice fallica (Rita Cortese) con il figlio trasgressivo (Marco Antonio Caponi), e così via.
Questo feel good movie, su uno sfondo drammatico, ne ricorda altri cui il regista si è sicuramente ispirato: dal già citato “Armata Brancaleone” al più recente “Ocean’s 11”. Se non è originale è comunque condotto con garbo e intelligenza. È stato presentato al Toronto film festival e premiato ai Goya Awards come Miglior film latino americano.
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