Black Summer

Film 2019 | Horror 40 min.

Titolo originaleBlack Summer
Anno2019
GenereHorror
ProduzioneUSA
Durata40 minuti
Regia diJohn Hyams, Abram Cox
AttoriJaime King, Justin Chu Cary, Sal Velez Jr., Christine Lee (I), Kelsey Flower, Erika Hau, Nathaniel Arcand, Gwynyth Walsh, Edsson Morales, Nyren B. Evelyn, Mustafa Alabssi, Stafford Perry, Tom Carey (I), Zoe Marlett, David Haysom Jayson Therrien, Brad Kelly, Joel Jackshaw, Joel Gagne, Brianna Johnston, Megan Reneau, Arielle Rombough, Patrick Lundeen, Alex Fellowes Smith, Jerod Blake, Ryan Luhning, Dwight Layne, Lonni Olson, Braden Overwater, Christian Fraser.
MYmonetro

Regia di John Hyams, Abram Cox. Una serie con Jaime King, Justin Chu Cary, Sal Velez Jr., Christine Lee (I), Kelsey Flower, Erika Hau, Nathaniel Arcand, Gwynyth Walsh, Edsson Morales, Nyren B. Evelyn, Mustafa Alabssi, Stafford Perry, Tom Carey (I), Zoe Marlett, David Haysom. Cast completo Titolo originale: Black Summer. Genere Horror - USA, 2019, STAGIONI: 1 - EPISODI: 8

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Ultimo aggiornamento lunedì 29 aprile 2019

Black Summer segue i sopravvissuti di un cataclisma in lotta contro un gruppo di zombie, oltre che tra di loro, per raggiungere un sito di evacuazione militare.

Consigliato assolutamente no!
n.d.
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Alla ricerca della figlia tra gli zombie.

Una madre allontanata dalla figlia che intraprende uno straziante viaggio per ritrovarla non fermandosi di fronte a nulla. A fianco di un gruppo di profughi americani, deve affrontare un nuovo mondo ostile e prendere decisioni estreme nell'estate più sanguinosa mai vista in un'apocalisse zombie.

Episodi: 8
Regia di John Hyams, Abram Cox.

Una stagione rigorosa che spinge sul pedale dell'ambizione e conferma la serie come la più cruda e brutale in circolazione

Recensione di Andrea Fornasiero

Rose ha ritrovato su figlia Anna e ora è pronta a tutto per farla sopravvivere, ma non sarà facile. Oltre al pericolo dei veloci e brutali zombie, gli altri sopravvissuti sono armati fino ai denti e si battono tra loro per le poche risorse rimaste. Scappate dalle città e dopo aver perso i pochi alleati per strada, ora Rose e la figlia cercano riparo tra le montagne innevate. Sono passati quattro mesi dall'inizio dell'epidemia ed è giunto un gelido inverno, dove l'unica speranza sono le casse di aiuti che un aereo lancia dal cielo. Vari gruppi si mettono in viaggio per raggiungere la sua pista di atterraggio, con la speranza di volare via verso una zona dove il contagio non è ancora arrivato...

Black Summer si conferma la serie di zombie di gran lunga più cruda e brutale in circolazione, dove la sopravvivenza è continuamente a rischio e anche i gruppi più preparati possono ritrovarsi sbranati e "zombieficati" in pochi minuti.

La serie conferma il proprio rigore, con dialoghi ridotti all'osso, spesso del tutto assenti, oltre che con l'assenza di qualsiasi canzone in colonna sonora, ma è riaffermato anche il suo virtuosismo, con molte scene realizzate in elaborati piani sequenza. Se già la stagione precedente amava le strutture a mosaico, per lo più però contenute a un solo episodio, questa volta gli autori hanno spinto sul pedale dell'ambizione e hanno frammentato tutti gli episodi in un continuo incastro di segmenti narrativi, ognuno con un punto di vista preciso, che mostra un diverso lato di una medesima scena o copre un pezzo mancante della narrazione. Si salta avanti e indietro nel tempo molto spesso ed è richiesta costante attenzione per seguire gli incastri, d'altra parte la serie non ha quasi mai cali di tensione e l'asciuttezza delle varie situazioni non perde mai di concentrazione.

Tutta questa costruzione a mosaico, che riguarda in particolare i primi quattro episodi davvero molto interconnessi fra loro (i successivi ruotano intorno a una situazione o ambiente unico), può risultare a tratti pretestuosa e gratuita, ma l'intento è di raccontare non più solo di pochi sopravvissuti bensì di diversi gruppi e individui solitari, con una maggiore coralità.

Incredibilmente, visto il gran numero di personaggi, la serie non si perde nessuno per strada e di quasi tutti arriviamo a vedere il destino, tranne naturalmente per la manciata di sopravvissuti che potrebbe tornare in una eventuale - e auspicabile - terza stagione. Come già nell'annata precedente, uno dei personaggi più emblematici della filosofia della serie è la coreana Sun, che non parla inglese e quindi è obbligata a comunicare per gesti. La regressione del linguaggio è uno dei fili conduttori infatti anche di questa stagione, dove persino le figure a capo di uno o dell'altro gruppo sono di pochissime parole. I più "loquaci" ormai sono gli zombie: la prepotenza del loro costante ringhiare esprime il più basilare dei bisogni e tutto il resto sembra irrilevante.

Non a caso il personaggio che più parla è un giovane, che cerca di minacciare gli altri e prendere il controllo di una casa in cui è ospitato, ma che continua pure a esprimere dubbi. Più pensa a voce alta e più scivola in un abisso di paranoia, perché ogni sovrastruttura della civiltà ora vacilla e quel che siamo soliti aspettarci dagli altri non offre alcun appiglio. In una tale assoluta incertezza, che è espressa fin dal prologo della serie, per il linguaggio non resta spazio e infatti la più brava a contrattare sarà paradossalmente proprio Sun, che non può affidarsi alle parole e deve riportare gli altri alla ragione con gesti eclatanti.

Rose e Anna hanno imparato i rischi del linguaggio e praticano un rigoroso silenzio, anche quando incontrano sconosciuti e persino quando sembrano aver trovato un luogo davvero sicuro. Anna, che è giovane e in questi mesi infernali ha vissuto la propria formazione, si rifiuta di credere a un posto che è troppo perfetto per essere vero e non vede l'ora di andarsene, turbata da quella pace che per lei è lo spettro di un mondo scomparso, una trappola insidiosa. La vita in Black Summer ritorna al più binario e primordiale dei comportamenti umane: la reazione di attacco o di fuga.

Episodi: 8
Regia di John Hyams, Abram Cox.

La versione adrenalinica di The Walking Dead. Una serie che ridona energia a un genere ormai televisivamente spompato

Recensione di Andrea Fornasiero

Sei settimane dopo che un micidiale virus ha iniziato a diffondersi, gli Stati Uniti sono già in preda al panico, le istituzioni si stanno sgretolando e i sopravvissuti vengono portati in appositi campi dell'esercito, che però non ha spazio per tutti e si dividono così le famiglie. Rose finisce così separata dalla figlia e intraprende un'odissea per ritrovarla allo stadio, luogo che in molti cercano di raggiungere, perché ritenuto sicuro. Si uniranno a lei un criminale che si spaccia per militare, inoltre altri personaggi incrociano il loro cammino come una ragazza coreana che quasi non parla inglese e un immigrato siriano sordo.

Messo in scena come un tesissimo mosaico di punti di vista e fatto di pura azione, tensione e scene estremamente drammatiche, Black Summer è la versione adrenalinica e senza tregua di The Walking Dead e ridona energia a un genere ormai televisivamente spompato come quello dell'apocalisse zombie.

Il merito è soprattutto di John Hyams, ideatore della serie insieme a Karl Schaefer e sceneggiatore e regista di oltre metà degli episodi della prima stagione, tra cui naturalmente i primi e gli ultimi. Si tratta di puntate di durata variabile, tutte costruite su una situazione o un'idea chiara e tese fino allo spasmo, con dialoghi ridotti all'osso perché in fondo si rivisita un filone dove di chiacchiere ce ne sono state fin troppe. Quello di Hyams e dell'altro regista Abram Cox è soprattutto un tour de force visivo, con lunghi piani sequenza, una gran mobilità di messa in scena e una lucidità di regia che accompagna i personaggi in un caos sempre crescente.

Se il primo episodio riprende alcune scene da diversi punti di vista e introduce molti personaggi, per farli incontrare solo alla fine, nei successivi si tende a concentrarsi su pochi tra loro. Nel quarto per esempio si segue un giovane solitario inseguito per tutto il tempo da alcuni feroci contagiati mentre si nasconde senza fortuna in un posto dopo l'altro. Nel quinto invece tutto ruota intorno ai personaggi assediati in una tavola calda circondata da pochi ma brutali assalitori non morti. Non tutti funzionano allo stesso modo, per esempio il terzo episodio ambientato in una scuola, dove gli studenti hanno messo in piedi un gioco crudele da Signore delle mosche all'ennesima potenza, risulta tirato per i capelli e la tensione sfuma.

L'episodio sul "colpo" del gruppo di sopravvissuti in una struttura protetta dai militari richiede poi una forte sospensione dell'incredulità, visto quanto il piano è articolato, quante cose sono in balia del caso e quante informazioni e tempo di preparazione il gruppo dovrebbe aver avuto per metterlo in atto. D'altra parte, improbabile o meno, è un episodio magnetico nel suo incastro di traiettorie di tra i vari personaggi all'interno della struttura, che per altro è un luogo a dir poco decadente in cui i più forti se la godono e i deboli sono ridotti alla schiavitù sessuale.

In questo episodio, ma non solo, i nostri dimostrano un assoluto disprezzo per l'autorità e per come i militari stanno gestendo la crisi. Se non lo sono nelle parole, anche perché nella serie non c'è spazio per lunghi discorsi, sono di certo anarchici nei fatti, al punto che per cancellare certe ingiustizie non esitano a scatenare un bagno di sangue e un'orda di non morti. La loro è una ribellione istintuale, all'insegna del tanto peggio tanto meglio, e non è solitaria, come dimostra il fantastico ultimo episodio sull'attacco allo stadio, dove molti altri gruppi convergono e si scatena un furioso contro armato tra uomini, militari e non-morti, dove non in pochi finiscono vittima di pallottole vaganti nel marasma della lotta. Una puntata davvero visivamente impressionante, che chiude perfettamente il cerchio aperto nel pilot, giustamente crudele nell'uccidere alcuni protagonisti ma anche saggia nel lasciare aperti fili per una eventuale seconda stagione.

Black Summer venne inizialmente annunciata come uno spin-off e un prequel di Z Nation, serie chiusa l'anno scorso con la quinta stagione (andava in onda in Usa su SyFy), ma con il passare del tempo nelle interviste questa connessione è stata via via sminuita, fino a essere del tutto negata dall'attrice protagonista Jaime King. Del resto anche se la produzione della Asylum è la stessa e pure gli autori sono i medesimi, il tono è completamente diverso e lo stesso vale per i personaggi. Che formalmente sia o meno un prequel poco importa, è sicuramente una serie con una propria autonoma forza e respiro, dalla grande concentrazione stilistica che ci riconsegna il miglior John Hyams (figlio di Peter), quello dello spietato e violento cult Universal Soldier: Day of Reckoning. Un gradito ritorno alla forma.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 7 luglio 2021
ledgerai

Concepita come una serie low budget, come del resto gran parte dei progetti acquisiti da Netflix, Black Summer si è rivelata essere la vera grande sorpresa di questo universo “cinematografico”. Al netto di una prima stagione già pienamente soddisfacente in termini di elaborazione narrativa, in cui la produzione lascia subito intendere di avere le idee chiare in merito, con la stagione 2 ci si riversa [...] Vai alla recensione »

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