Relazione omicida

"An Affaur to Die For"(Victor Garcia, sceneggiatura di Elliott San, 2019)è  un film mancato, in gran parte.  Si tratta di un incontro/anche in chiave sadomaso, almeno così all'inizio)tra due amanti: una brillante docente di medicina e un suo studente, pare non particolamente brillante.  Entrambi sono sposati: lei da 21 anni, con un detective, lui(ventisettenne)da meno tempo, con una bambina. Segnali per entrambi di minacce alla relativa famiglia, per lui, per lei al marito, minacce che, in realtà, sembrano decisamente essere reali. Il finale vedrà un contrasto feroce in un'alleanza inapsettata, dove dire di più sarebbe"lesivo"di una legittima attesa da parte di chi legge questa nota e si accinge a guardare il film. [+]

"An Affaur to Die For"(Victor Garcia, sceneggiatura di Elliott San, 2019)è  un film mancato, in gran parte.  Si tratta di un incontro/anche in chiave sadomaso, almeno così all'inizio)tra due amanti: una brillante docente di medicina e un suo studente, pare non particolamente brillante.  Entrambi sono sposati: lei da 21 anni, con un detective, lui(ventisettenne)da meno tempo, con una bambina. Segnali per entrambi di minacce alla relativa famiglia, per lui, per lei al marito, minacce che, in realtà, sembrano decisamente essere reali. Il finale vedrà un contrasto feroce in un'alleanza inapsettata, dove dire di più sarebbe"lesivo"di una legittima attesa da parte di chi legge questa nota e si accinge a guardare il film.  QUesto film recnete di un regista spagnolo, ma sostanzialmente made in the USA, ha vari"difetti": sempre tenend conto del fatto che la suspense viene mantenuta, in realtà, fino alla fine, c'è da dire che: 1) l'elemento claustrofoico(tutto si svolge in una sorta di suire royale di un hotel, quasi un appartamento vero e proprio)non viene adeguatamente valorizzato, non portando a un climax progressivo che contempli anche momenti di pausa(anticlimax-regressione dlela tensione), arrivando a un finale abbastanza deludente; 2)l'inizio"sadomaso"sembra essere quasi un(peraltro non richiesto)omaggio a una moda corrente, non portando in alcun modo a uno sviluppo narrativo che, almeno, tenga in qualche modo presente tale elemento, che non viene in seguito minimanewnte preso in considerazioen; 3)i protagonisti Claire Forlani e Jake Abel, i due protagonisti(ma un discoso analogo, forse non uguale varrenne anche per i "comprimari"non sembrano essere del tutto adeguati, dato che non rendonoadeguatamente la condizione in definittiva"limbica"nellq quale si trovano, dato che non sono poi sostanzialmente né sinceramente "amanti fino in fondo"ma neanche perversi.-maligni e dunque dovrebbbero esprimere una condizione di"dospensione"e incetezza sostanziale che non riescono, appunto, a rendere pienamente. Ma, in realtà, oltre che degli(delleinterpreti è"colpa"della regia e della sceneggiatura che , in momolti momenti, contempla, tempi "morti"non funzionali alla "causa"del film, che rimane un discreto thriller tra gli altri, senza in alcun modo emergere.   El  Gato [-]

Le inquadrature iniziali, ad esempio l’indugiare gratuito e senza senso sulle mani al volante, in primo piano, della donna fedifraga, un’inespressiva Claire Forlani, che si reca all’appuntamento con il giovane amante, non lasciano dubbi sulla natura telefilmesca di questa produzione italo spagnola diretta da uno sconosciuto regista iberico di nome Victor Garcia. Claustrofobicamente girato tutto in una stanza d’albergo, con un cast ridotto al minimo formato da attori di secondo piano, tre protagonisti, isso essa e ‘o malamente, e qualche comparsa, con una trama inverosimile, che dovrebbe nelle intenzioni degli autori creare un’atmosfera di suspense ed invece risulta noiosa, ed un finale tanto fantasioso quanto ridicolo, non si può nemmeno classificare come un B movie, si potrebbe piuttosto definire come un giallo televisivo con qualche scena osè.