Titolo originale | 45 Seconds of Laughter |
Anno | 2019 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Tim Robbins |
Attori | Sabra Williams, Jeremie Loncka, Tim Robbins, Hannah Chodos . |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,22 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 9 settembre 2019
CONSIGLIATO SÌ
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Tim Robbins è in primis una 'statura'. Quando il suo metro e novantasei si profila all'ingresso del laboratorio teatrale della Prigione di Stato di Calipatria, un brivido percorre le uniformi blu. Per i detenuti, Tim Robbins è la star di The Shawshank Redemption (Le ali della libertà), un prison movie del 1994 dove l'attore interpreta il vice direttore di una banca condannato (ingiustamente) a due ergastoli per l'uccisione della moglie. È il loro film preferito e per una buona ragione: la fine della storia è un inno al loro sogno più folle, la grande fuga in barba alle guardie. Tim Robbins non vince l'Oscar quell'anno ma il film fa sempre un'audience da record in televisione. Un anno più tardi, nel 1995, realizza Dead Man Walking - Condannato a morte, un appello accorato contro la pena di morte che vale l'Oscar alla sua compagna, Susan Sarandon. Da quel momento l'autore-attore non smette di militare per una riforma della giustizia penale negli Stati Uniti. La sua compagnia teatrale, l'Actors' Gang, fondata nel 1981, organizza dei workshop in quattro prigioni della California per creare nell'emergenza momenti di verità. Contrario all'approccio punitivo e sostenitore della cultura della parola, mette a punto un programma di riabilitazione ed entra in contatto con le realtà carcerarie più dure, la sua missione è la giustizia sociale, il suo obiettivo è cambiare il mondo.
Le sessioni (multiculturali) cominciano sempre con una tecnica di improvvisazione sviluppata sulla scena dalla regista newyorkese Anne Bogart.
Un esercizio emozionale e fisico che mima le quattro emozioni principali: la gioia, la paura, la collera, la tristezza nello spirito della Commedia dell'Arte. È nel 1984 che Tim Robbins ha la rivelazione e decide di adattare alla tecnica di recitazione della gang (the style) il genere teatrale italiano col suo messaggio di satira sociale dissimulato dalla farsa. L'attore militante è convinto esista una correlazione tra la scomparsa dell'insegnamento dell'arte nelle scuole pubbliche e l'aumento della popolazione carceraria. I suoi laboratori diventano allora uno spazio altro dove i detenuti hanno finalmente l'occasione di esprimersi e di esprimere le proprie emozioni. Da quindici anni, Tim Robbins e i suoi attori, tutti con una formazione fuori dal comune, spalancano nuovi orizzonti per l'istruzione in carcere e contribuiscono ad abbassare il tasso di recidive tra i prigionieri californiani grazie a un programma di arte drammatica che li incoraggia a connettersi con la loro emotività, a gestire le proprie inquietudini e a ripensare criticamente la realtà. Lo scopo del progetto non è farne degli attori ma mostrargli una via di uscita che conduce alla trasformazione.
Segnato dall'esperienza, Tim Robbins decide di 'evadere' e di realizzare un film, di raccontare la loro storia, di condividere il lavoro di un piccolo collettivo che mette in scena un messaggio alternativo e euforizzante. L'attore, giudicato troppo eclettico dall'establishment, per le sue posizioni politiche, specialmente sulla guerra in Iraq, firma un documentario umanista e militante che rifonda il mondo col sorriso.
Nella prigione di Stato di Calipatria, un gruppo di detenuti viene scelto per partecipare al laboratorio teatrale della compagnia di Tim Robbins, la The Actors' Gang. Il regista riprende gli incontri fino al saggio finale, dando alla luce 45 Seconds of Laughter. Il titolo del documentario, fuori concorso a Venezia76, si riferisce a uno dei bellissimi esercizi che la compagnia teatrale propone ai detenuti. [...] Vai alla recensione »
Il teatro, inteso come terapia riabilitativa di alcuni detenuti della prigione di Stato di Calipatria è al centro di questo sensibile ed emozionante lavoro di Tim Robbins. L'esperienza del laboratorio teatrale è utilizzato infatti come strumento di rinascita personale per dare ad alcuni detenuti l'opportunità di esprimere le proprie emozioni liberamente, senza sentirsi giudicati.