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L'approccio sia letterario sia filmico e in genere artistico al mondo della mitologia e dei poemi epici nordici riesce più difficile non tanto per un'oggettiva difficoltà, quanto invece per la questione che siamo abituati/e alla mitologia e all'epica(poesia e incografia)classica, mentte dei ed eroi nordici ci creano qualche problema per"disabitudine". se questo vale in parte per il"Nibelungenlied"germanico, vale fortiori Gods and Warriors"(2018, David L.G.Hughes)il regista e gli/le interpreti britanniche cercano di restituire lo spirito della cultura vikinga, ma gli eroi/le eroine(qui la principessa eroina, ben resa da Marlyn Ford)appaiono sempre come"oppressi/e"da un'ananke(un fatum)terribile, per cui per esempio la principessa eroica è nata quando il re(il padre)non era presente ed è è nata bene da un parto che però ha fatto morire la madre, dunque in modo"spiacevole"e su di essa tale destino pesa e continua a pesare(a pensar male, ma cfr.la valutazione dei"divo Giulio"forse qualche volta si va vicini al vero...c'è il rischio che ci si debba"sorbire"un Number Two...), mentre gli Dei del Walhalla agiscono troppo sulle vicende umane anche quando sembrano essere più"schivi"dei loro"colleghi"dei miti greco-latini... Questione di punti di vista, ma ciò si esprime in forma vistosa quando si tratta di battaglie, che implicano rappresentazioni troppo lunghe; meglio i duelli, dove però spesso i caratteri contrastanti non emergono con troppa vivacità e anche nei dialoghi, complessivamente ben calibrati, ma che"ammmettono qualche eccezione". Tra gli altri interpreti, bene Paul Freeman e Terence Stamp, interprete ormai"anziano"e sicuramente Victoria Broom, eroina non meno della protagonista, anzi sua decisa antagonista. El Gato
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