American Woman |
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Un film di Jake Scott.
Con Sienna Miller, Christina Hendricks, Aaron Paul, Jacki Weaver, Will Sasso.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 111 min.
- USA 2018.
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un sentimentale riuscito maledi figliounicoFeedback: 49076 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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sabato 11 marzo 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
American woman, diretto da un figlio d’arte con un cognome ingombrante e impegnativo, Jake Scott, più che un drammatico è un tentativo mal riuscito di realizzare un film sentimentale. Il dramma si riduce all’antefatto, ovvero all’improvvisa scomparsa della figlia della protagonista, interpretata con un certo impegno da Sienna Miller, e dura dieci minuti, per il resto, e sono circa cento minuti di noia, è la descrizione fin troppo minuziosa della vita di questa donna a cui rimane il nipotino da crescere, delle sue storie d’amore, dei suoi fallimenti, degli insopportabili battibecchi con la sorella, che vive nella villetta di fronte, e con la madre bisbetica quanto lei, fino alla prevedibile notizia, che giunge dopo una quindicina d’anni e quasi alla fine del film, che la figlia morì la sera stessa in cui sparì, uccisa da uno dei soliti serial killer che imperversano in America. Che si tratta di un film sentimentale Scott ce lo vuol far capire facendo abbracciare i personaggi tra di loro ogni due minuti temendo forse che altrimenti potremmo pensare che stiamo assistendo ad un episodio di una delle tante serie tv con ambientazione familiare che a tratti si può perfino scambiare per una sitcom. Perché un film sentimentale, Voglia di tenerezza di James L. Brooks è un esempio paradigmatico di questo genere, si possa definire tale occorre che lo spettatore sia coinvolto emotivamente nell’azione ed empatizzi con almeno uno dei protagonisti, cosa che non accade in American woman e non per colpa del cast ma per una sceneggiatura che non sviluppa il pathos potenzialmente contenuto nella vicenda narrata, ossia il trauma per la perdita della figlia, disperdendosi viceversa nel racconto di episodi collaterali ed ininfluenti e quindi poco interessanti della vita della protagonista. In tal modo il film non è la storia tragica di una madre a cui viene sottratto il bene più caro ma diventa una storia qualsiasi di una qualsiasi donna americana, il titolo è una sintesi perfetta del soggetto, a cui per inciso è capitata una disgrazia, una terribile disgrazia che tuttavia non le ha impedito di continuare a lavorare, a frequentare uomini ad avere un compagno e poi un marito etc. etc.. La banalità del quotidiano subentra alla tragedia ed il finale, che vorrebbe essere strappalacrime ricongiungendosi all’iniziale momento drammatico, ci lascia invece indifferenti perché troppo distante dall’antefatto ed il pathos oramai è andato perso diluito in un mare di chiacchiere e di abbracci inutili.
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