salcat
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venerdì 14 agosto 2020
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un film ben scritto, recitato e diretto.
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In un appartamento di Copenaghen, dientro ad un finto muro, vengono rinvenuti tre corpi mummificati seduti intorno ad una tavola macabramente imbandita. La notizia suscita immediato clamore e l'indagine viene affidata al "Dipartimento Q" della polizia danese. Il rinvenimento di una quarta sedia fa, tuttavia, presagire che le vittime in realtà dovessero essere quattro. Inizia così una fitta "indagine nell'indagine" dai risvolti inquietanti, soprattutto per i temi trattati.
La trama del film è molto ben stutturata, come del resto anche la stessa sceneggiatura, e si svuluppa su due piani temporali (1961 e "presente"). Ne viene fuori una pellicola che riesce ad intrattenere e ad incuriosire lo spettatore, soprattutto nelle sue battute iniziali.
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In un appartamento di Copenaghen, dientro ad un finto muro, vengono rinvenuti tre corpi mummificati seduti intorno ad una tavola macabramente imbandita. La notizia suscita immediato clamore e l'indagine viene affidata al "Dipartimento Q" della polizia danese. Il rinvenimento di una quarta sedia fa, tuttavia, presagire che le vittime in realtà dovessero essere quattro. Inizia così una fitta "indagine nell'indagine" dai risvolti inquietanti, soprattutto per i temi trattati.
La trama del film è molto ben stutturata, come del resto anche la stessa sceneggiatura, e si svuluppa su due piani temporali (1961 e "presente"). Ne viene fuori una pellicola che riesce ad intrattenere e ad incuriosire lo spettatore, soprattutto nelle sue battute iniziali. Dal "thriller" si passa poi gradualmente al "poliziesco" con una narrazione via via molto più lineare ed a forti tinte drammatiche. I personaggi (protagonisti e non) hanno caratteristiche solide e ben definite, interpretate egregiamente dagli attori. Ottima anche la regia che riesce a governare i vari generi del film (dramma, thriller, poliziesco, giallo). Che dire... scoperto per caso mentre sfogliavo il catalogo "prime video", non so come questo film non abbia avuto diffusione nelle nostre sale cinematografiche. Ne consiglio la visione (Voto: 7+).
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achab50
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lunedì 2 novembre 2020
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film corale, con qualche neo
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la vicenda è ambientata a København (Copenaghen per noi), città piuttosto deprimente nelle numerose giornate di brutto tempo, ed infatti qui siamo continuamente nel nevischio. In un appartamento in ristrutturazione viene scoperta una parete non risultante dalle mappe catastali (che a København devono essere molto particolareggiate); alla demolizione appare un vano con un tavolo e tre cadaveri mummificati in pose davvero strazianti, ed una sedia vuota. Da qui si dipana il racconto con frequenti ma piacevoli flash back (evviva! Un regista che sa il fatto suo) che risalgono al 1961 e si riferiscono ad una specie di riformatorio posto su di un'isola altrimenti disabitata, dove agisce la copia danese del dott Mengele, che anzichè rieducare giovani ragazze "deviate" le sterilizza in una sorta di pulizia etnica governata da una Spectre potentissima di medici, poliziotti e politici (potevano mancare?) nel silenzio delle istituzioni.
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la vicenda è ambientata a København (Copenaghen per noi), città piuttosto deprimente nelle numerose giornate di brutto tempo, ed infatti qui siamo continuamente nel nevischio. In un appartamento in ristrutturazione viene scoperta una parete non risultante dalle mappe catastali (che a København devono essere molto particolareggiate); alla demolizione appare un vano con un tavolo e tre cadaveri mummificati in pose davvero strazianti, ed una sedia vuota. Da qui si dipana il racconto con frequenti ma piacevoli flash back (evviva! Un regista che sa il fatto suo) che risalgono al 1961 e si riferiscono ad una specie di riformatorio posto su di un'isola altrimenti disabitata, dove agisce la copia danese del dott Mengele, che anzichè rieducare giovani ragazze "deviate" le sterilizza in una sorta di pulizia etnica governata da una Spectre potentissima di medici, poliziotti e politici (potevano mancare?) nel silenzio delle istituzioni.
Nelle scene iniziali un poliziotto si lamenta col suo superiore per la lettera di presentazione anodina che doveva esibire in occasione di un trasferimento ad altro incarico, e questo mi ha richiamato le lettere di presentazione che il grande Bach vergava ai propri allievi "non avrò a vergognarmi di lui" e dunque mi ha mosso a simpatìa.
Mi fermo qui nel racconto, quanto sopra solo per dimostrare di aver visto il film!
E' un racconto ben condotto e che fa volare il tempo, qui e là ci sono degli aspetti implausibili (come ha fatto una signora a costruirsi una falsa parete con tanto di carta da parati senza aiuto alcuno?) ed alcune esagerazioni (se gli Stati applicassero nelle indagini la stessa cura di Spectre il terrorismo sarebbe finito prima di iniziare), ma risulta interessante anche perchè non c'è un vero e proprio protagonista unico, ma è una specie racconto corale in cui i personaggi sono credibili ed hanno anche un notevole spessore psicologico, anche quelli secondari. La regìa è accurata ed alcune scene davvero non banali (l'incontro sul battello con brindisi a base di giusquiamo nero), questo fa dimenticare la figura del medico-mostro che è troppo accentuata e risulta infine poco credibile. Non mancano accenni a problemi tutt'ora irrisolti come la libertà di scelta femminile ed il razzismo strisciante. Alla fine arriva la spiegazione che, in verità, lascia margine a qualche dubbio ulteriore, ma in tempo di guerra ogni buco è una miniera, ed un film così merita di essere visto e sicuramente non annoierà.
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wolvie
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sabato 24 aprile 2021
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indagine a copenaghen capitolo iii
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Terzo capitolo delle indagini del dipartimento danese Q sui casi irrisolti. La regia passa a Christoffer Boe, ma non cala la qualità del prodotto.
A Copenaghen vengono ritrovati tre corpi mummificati che in comune hanno la caratteristica di aver lavorato, molti anni addietro, in un collegio/ospedale di recupero femminile sull' isola di Sprogo. Luogo isolato e maledetto, a causa dei soprusi subiti dalle malcapitate che vi venivano rinchiuse.
Le indagini s intrecciano con una clinica per la fertilità assistita all avanguardia, gestita da un ambiguo luminare, che ha ben più di un segreto celato nel suo passato.
Anche questo film risulta ben fatto, indagando anche l animo tormentato di Morck, con uno svolgimento molto articolato, ma vivaddio con una tensione filmica che non si trova spesso, in altri prodotti di genere.
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carloalberto
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venerdì 8 ottobre 2021
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giallo tv politicamente corretto
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La risposta danese alla serie americana di Starsky & Hutch e a quella tedesca di Squadra speciale cobra 11 giunge tardiva ma offre qualcosa in più rispetto alle omologhe avventure poliziesche, rinnovando il mito antico dei due eroi amici per la pelle, Eurialo e Niso, nella atmosfera plumbea di Copenaghen con dialoghi ironicamente tristi conformi allo spirito di un popolo che trova nel calore dei rapporti umani un sicuro rifugio alle intemperie del clima. Il film è costruito come un classico cold case, si sviluppa su piani temporali diversi, seguendo le vicende di una giovane donna rinchiusa in un manicomio dalla famiglia negli anni sessanta e parallelamente nel presente, in cui si indaga sul misterioso ritrovamento di mummie in una stanza murata.
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La risposta danese alla serie americana di Starsky & Hutch e a quella tedesca di Squadra speciale cobra 11 giunge tardiva ma offre qualcosa in più rispetto alle omologhe avventure poliziesche, rinnovando il mito antico dei due eroi amici per la pelle, Eurialo e Niso, nella atmosfera plumbea di Copenaghen con dialoghi ironicamente tristi conformi allo spirito di un popolo che trova nel calore dei rapporti umani un sicuro rifugio alle intemperie del clima. Il film è costruito come un classico cold case, si sviluppa su piani temporali diversi, seguendo le vicende di una giovane donna rinchiusa in un manicomio dalla famiglia negli anni sessanta e parallelamente nel presente, in cui si indaga sul misterioso ritrovamento di mummie in una stanza murata. Girato come un film tv sembra non abbia altre pretese oltre l’intrattenimento istruttivo in nome del moderno mito dell’accoglienza, comparendo nella trama nel ruolo di cattivo una fantomatica spectre di dottori razzisti che hanno l’obiettivo di sterilizzare le straniere. Del resto il motivo razziale è implicito nella scelta della differente estrazione etnica dei due protagonisti, il bianco, burbero dal cuore tenero, ispettore danese puro ed il suo aiutante, immigrato di origini arabe, passionale e sentimentale come vuole il clichè.
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