Super Troopers 2

Mac e i suoi amici vivacchiano con lavoretti senza futuro, da quando sono stati licenziati dal corpo di polizia del Vermont. A seguito di una querelle sui confini tra Stati Uniti e Canada, occorre convincere gli abitanti di un paesino del Québec di essere diventati cittadini degli Stati Uniti. Ci pensano Mac e i suoi, assunti di nuovo per l'occasione.

Quando l'immancabile cameo di comici del passato transita dai protagonisti di American Pie e Scary Movie (dove un tempo un simile onore toccava ai Monty Python o al National Lampoon's), diviene di immediata lettura il declino subito dalla commedia americana negli ultimi decenni.

Ha trionfato la comicità più istintiva e triviale, che si adatta a un pubblico sempre più pigro intellettualmente, servendogli un altro po' della solita pietanza con generosi dosi di chiasso superfluo e scurrilità. Nonostante ciò, la sequenza di apertura di Super Troopers 2 - con i cameo suddetti - resta la migliore del film, in linea con il predecessore, asceso a cult soprattutto per il fulminante incipit.

Super Troopers esce infatti nel 2001, ignorato dai più, per divenire un fenomeno da passaparola negli anni successivi. Un tentativo di rinverdire i fasti della comicità National Lampoon's, concepito da un improbabile gruppo di non-attori dalla chimica sorprendente. Un culto tale da scatenare, 15 anni dopo, un crowdsourcing che ha raggranellato 4 milioni di dollari e ha obbligato gli attempati protagonisti a riprendere in mano giubba e cappello per imbastire un nuovo episodio. La sensazione di una reunion nata più per volontà dei fan che per uno spunto creativo, tuttavia, accompagna ogni minuto del film, che procede a strappi rivisitando i medesimi temi di allora con minore presa. Colpa dello svantaggio anagrafico, di un umorismo che sa di obsolescenza, o semplicemente di mancanza di idee. Smarrito l'effetto sorpresa, restano le battute omofobe e misogine, i riferimenti a Friends, al critico A.O. Scott o a La storia fantastica e gli sfottò ai canadesi per il loro accento e le loro abitudini, che aumentano il localismo e l'intraducibilità del tutto.

Se il primo capitolo era noto convenzionalmente come una visione ideale per una serata su di giri in compagnia, il sequel gli fa il verso, regalando una lunga sequenza al "viaggio" in acido dei protagonisti. Il dialogo invisibile tra i due Super Troopers caratterizza l'intera operazione, ma non fa che aumentare la condizione subalterna del sequel, caratterizzata da un ritmo inesistente, un plot sciatto anche per i modesti standard del genere e una blanda ripetitività dei gag, tale da far rimpiangere la serie di Scuola di polizia. Nella versione doppiata, infine, si aggiunge l'aggravante della resa incerta e difficoltosa di battute pressoché intraducibili. 