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alex2044
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domenica 2 dicembre 2018
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il soufflè è rimasto piatto
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Che peccato . Le buone intezioni ci sono tutte e le idee brillanti non mancano accoppiate a intuizioni anche interessanti . Ma come per un soufflè non basta usare gli ingredienti giusti per farlo lievitare così questo film viaggia piatto per tutta la sua durata . Persino gli attori , alcuni di comprovata professionalità , danno l'impressione di recitare con il freno a mano tirato e spesso con troppi ammiccamenti di maniera che li rendono più verbosi che espressivi . Il finale arzigogolato arriva come una liberazione e questo non è mai bene per un film .Mi dispiace due volte esprimere questi pensieri , per la simpatia e l'ammirazione che ho sempre provato per il Mastandrea attore .
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Che peccato . Le buone intezioni ci sono tutte e le idee brillanti non mancano accoppiate a intuizioni anche interessanti . Ma come per un soufflè non basta usare gli ingredienti giusti per farlo lievitare così questo film viaggia piatto per tutta la sua durata . Persino gli attori , alcuni di comprovata professionalità , danno l'impressione di recitare con il freno a mano tirato e spesso con troppi ammiccamenti di maniera che li rendono più verbosi che espressivi . Il finale arzigogolato arriva come una liberazione e questo non è mai bene per un film .Mi dispiace due volte esprimere questi pensieri , per la simpatia e l'ammirazione che ho sempre provato per il Mastandrea attore . Ma questa opera prima per me non è riuscita . Niente di grave , Il buon Mastandrea può riprovarci ed io tornerò a vederlo e questa volta mi auguro di apprezzare la sua regia .
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venerdì 30 novembre 2018
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golio
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Amore houssam irna facinili
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annac
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venerdì 30 novembre 2018
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racconto profondo e delicato
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Difficile recensire un film come questo: Mastandrea tocca con delicatezza un tema che di delicato non ha nulla. La morte improvvisa e sul lavoro di un giovane marito e papà, uno strappo alla vita con in più un senso di ingiustizia esistenziale, politico, cosmico gigante. Chiara Martegiani cammina su questo filo che è la sua fragilità, che non è dramma, che non è tristezza, che non è indifferenza. Che cos'è? E' semplicemente ciò che vive e ce lo racconta umanamente attraverso una bellezza disarmante, semplice, pura, che guarda la scena, la sua scena, la sua vita con questo due grandi occhi tondi, italiani, veri. A tratti (solo a tratti) appare lento, ma poi finisce e ti senti che per entrarci, vederlo, capirlo avevi bisogno di tutto il film.
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Difficile recensire un film come questo: Mastandrea tocca con delicatezza un tema che di delicato non ha nulla. La morte improvvisa e sul lavoro di un giovane marito e papà, uno strappo alla vita con in più un senso di ingiustizia esistenziale, politico, cosmico gigante. Chiara Martegiani cammina su questo filo che è la sua fragilità, che non è dramma, che non è tristezza, che non è indifferenza. Che cos'è? E' semplicemente ciò che vive e ce lo racconta umanamente attraverso una bellezza disarmante, semplice, pura, che guarda la scena, la sua scena, la sua vita con questo due grandi occhi tondi, italiani, veri. A tratti (solo a tratti) appare lento, ma poi finisce e ti senti che per entrarci, vederlo, capirlo avevi bisogno di tutto il film. Piaciuto.
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