Tra film antropologico e gangster movie, la trasformazione epocale e violenta di un popolo. Recensione di Roberto Manassero, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Alla fine degli anni '60, in Colombia, nella regione abitata dagli indiani Wayuu, che ancora vivono di pastorizia e coltivazione della terra, l'ambizioso Rapayet sposa la giovane Zaida. In poco tempo, il ragazzo avvierà un fiorente commercio di marijuana verso gli USA.
Il regista Ciro Guerra dirige con sguardo documentaristico un film antropologico che si trasforma inaspettatamente in un gangster movie, seguendo la disgregazione di un popolo nel passaggio da un'economia arcaica a una di tipo capitalistico.
Il passaggio del film da uno sguardo di tipo etnografico a uno spettacolare, è testimone di una trasformazione epocale che non riguarda solo l'economia di una società, ma in modo ancor più drammatico la sua cultura e il suo immaginario inevitabilmente colonizzati.
In occasione dell'uscita al cinema di Oro verde - C'era una volta in Colombia, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Roberto Manassero.