Menocchio

Film 2018 | Drammatico, +13 103 min.

Titolo internazionaleMenocchio the Heretic
Anno2018
GenereDrammatico,
ProduzioneItalia, Romania
Durata103 minuti
Regia diAlberto Fasulo
AttoriMarcello Martini, Maurizio Fanin, Carlo Baldracchi, Nilla Patrizio, Emanuele Bertossi Agnese Fior, Mirko Artuso, Roberta Potrich, Giuseppe Scarfì, David Wilkinson, Roberto Dellai, Gino Segatti, Saverio Sculli.
Uscitagiovedì 8 novembre 2018
TagDa vedere 2018
DistribuzioneNefertiti Film
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,36 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Alberto Fasulo. Un film Da vedere 2018 con Marcello Martini, Maurizio Fanin, Carlo Baldracchi, Nilla Patrizio, Emanuele Bertossi. Cast completo Titolo internazionale: Menocchio the Heretic. Genere Drammatico, - Italia, Romania, 2018, durata 103 minuti. Uscita cinema giovedì 8 novembre 2018 distribuito da Nefertiti Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,36 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 7 agosto 2020

Per Domenico Scandella detto Menocchio, Dio e Natura sono la stessa cosa: è nella terra o tra gli alberi o ancora nel fuoco che si nasconde il divino. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Menocchio ha incassato 64,8 mila euro .

Consigliato sì!
3,36/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,70
PUBBLICO 2,88
CONSIGLIATO SÌ
Con uno stile pittorico e materico, un cinema della sobrietà che non cede al ricatto del sentimentalismo.
Recensione di Emanuele Sacchi
domenica 5 agosto 2018
Recensione di Emanuele Sacchi
domenica 5 agosto 2018

La straordinaria storia di Domenico Scandella detto Menocchio, mugnaio che alla fine del Cinquecento affrontò il tribunale della Santa Inquisizione difendendo le proprie teorie eretiche sulla natura di Dio e sulla Chiesa di Roma.

Le fiamme avviluppano i titoli di testa. E contraddistinguono da subito vita e morte di Domenico Scandella detto Menocchio. Le fiamme dell'inferno e del rogo purificatore, delle torce che servono a rischiarare i bui anfratti della cella in cui Menocchio viene rinchiuso.

Il fuoco, la terra e gli elementi della natura assurgono da subito a protagonisti nel film di Alberto Fasulo, assecondando il punto di vista di un mugnaio che lì trova Dio. Il motore invisibile di ogni cosa sembra essersi "nascosto" per la vergogna di aver creato l'uomo, ma gli uomini che lo rappresentano sono al contrario presenti e assai visibili. Dio è negli alberi, nel vento, nei miracoli quotidiani che nessuno sottolinea ma che sono tangibili, laddove i dogmi della Chiesa paiono puro artificio. Menocchio non accetta che Maria sia vergine o che il Paradiso sia quello che gli hanno raccontato. In particolare non crede a chi di questa fede approfitta, per una mera questione di potere. "Il Dio delle ricchezze è qui... Ma il Dio dei poveri, dov'è?".

L'elemento sociale e quello spirituale sono intrecciati e inscindibili, mettere in discussione l'uno significa sfidare l'altro. E pagarne le conseguenze. Il mugnaio lo sa, ma non arretra di un passo, con il cipiglio fiero delle rughe e dell'occhio glauco di Marcello Martini, attore per caso. L'aver individuato il volto del protagonista è solo uno dei miracoli di Alberto Fasulo, che in Menocchio muta ed eleva il proprio stile, rendendolo pittorico e materico.

Non a caso una delle sequenze più potenti del film è quella in cui il mugnaio posa il suo primo sguardo sugli affreschi dell'aula in cui sarà processato. Lì osserva l'autorappresentazione del potere, una successione di papi e re che sembrano imperturbabili di fronte all'affronto del mugnaio, anche loro a fianco dell'Inquisizione nell'unitario compattarsi del Potere. Da Augusto Tretti ad Alberto Fasulo il Potere ha mille volti ma è come se ne avesse uno solo, quando si tratta di difendere la propria autorità e il proprio privilegio.

Un cinema della sobrietà, virtù rara nel cinema italiano, che fa sua la lezione di Rossellini e Bresson ma che cerca di non strafare, di non sottolineare mai l'eccesso. Senza cedere al ricatto del sentimentalismo, o della comoda semplificazione. Le inquadrature sbilenche e i primi piani deformati seguono i turbamenti dell'animo di un uomo che non smette mai di interrogarsi sulle proprie credenze, laddove chi lo giudica vive di verità assolute e incontrovertibili. Cinema per non dimenticare da dove siamo venuti e dove potremmo tornare. Per non dimenticare il sangue versato da chi ha scelto di difendere la propria irriducibile diversità di pensiero.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 21 dicembre 2018
Dario B8S

Nel film prevale una visione estetizzante e iconografica della storia, con immagini scolpite come rappresentazioni gotiche di maniera e tempi lunghi, molto lunghi, ma non necessari, intesi forse a creare l'idea di un'età mitica e - per così dire - sacrale, e a riproporre quel tipo di narrazione delle antiche classi marginali sotto il velo della partecipazione solidale e quasi [...] Vai alla recensione »

domenica 23 aprile 2023
Avvelenato

Peccato che tutta questa esaltazione tecnica del primissimo piano, del dettaglio e delle lunghe sequenze "espressive (?)", abbiano preso il posto a una sintesi narrativa del ragionamento "eretico-contadino" del personaggio Menocchio. L'idea è partita bene: le facce, gli attori...fotografia..... facciamo pure il chiaroscuro caravaggesco, va.

martedì 13 novembre 2018
Zoom e Controzoom

Da subito si sprofonda nei forti contrasti, luce ombra, che esaltano i tratti vissuti di un Menocchio immobilizzato nel suo dramma e nelle sue convinzioni. Stesso trattamento per gli altri interpreti. Questo aspetto plasma tutto il percorso filmico, tenendoci dentro ai primi piani che poco lasciano all'autonomia del racconto sul dove, come, quando, perchè.

mercoledì 28 novembre 2018
pupibatol

Ho davvero apprezzato il film di Fasulo, il messaggio che trasmette è davvero potente e attuale. Sento quotidianamente il disagio della sottomissione ideale che ci circonda e il mugnaio è un esempio di virtù che oggi dovrebbe essere da esempio. Mi è piaciuta molto la regia che ha giocato sui primi piani garantendo una certa intimità con gli attori che hanno dimostrato ottime capacità pur essendo non [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 novembre 2018
Selena Santarossa

Per nulla d`accordo. Questo film racconta la storia di Menocchio, racconta i fatti storici. Facce vere, luci reali, oscurità che rappresenta benissimo il tempo.  Se poi vogliamo il solito film romanzato e artificiale ok ma questo film è arte pura. Semplice nel modo, concreto, realistico. Gli attori/non attori sono stati bravissimi. 

Frasi
"Dio è scappato, si vergogna di come ha fatto l'uomo."
Menocchio (Marcello Martini)
dal film Menocchio - a cura di Maria
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 8 novembre 2018
Emiliano Morreale
La Repubblica

Domenico Scandella detto Menocchio era un mugnaio autodidatta di un villaggio di Montereale Valcellina, in Friuli, che alla fine del Cinquecento venne messo sotto accusa dall'Inquisizione per le proprie idee eretiche. A renderlo celebre era stato, nel 1976, un libro di Carlo Ginzburg, Il formaggio e i vermi, dove si sottolineavano l'originalità e la forza della sua visione del mondo, che sembravano [...] Vai alla recensione »

venerdì 23 novembre 2018
Salvatore Aloise
Arte

Ci vuole coraggio a fare, oggi, un film su un mugnaio del cinquecento processato e giustiziato per eresia dall'Inquisizione. Ma, quest'idea, Alberto Fasulo l'aveva in testa da un po'. Alla scuola dell'obbligo si era imbattuto nella storia di un vecchio e cocciuto autodidatta di un villaggio sperduto del Friuli - Domenico Scandella, detto Menocchio, di Montereale Valcellina -che aveva avuto l'ardire [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 novembre 2018
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

«Quest'uomo dev'essere estirpato». Galera e catene nella luce di Rembrandt. La tenebrosa battuta di un santo inquisitore nella tenebrosa vicenda del mugnaio eretico Scandella detto Menocchio suona viva anche oggi, tempo forcaiolo per differenze religiose e razziali. Lucido e insieme istintivo istigatore di contraddizioni tra dogmi e fede, uomo, chiesa e dio, a fine '500 fondò una comunità smantellata [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 novembre 2018
Luca Mosso
La Repubblica

La parola, il processo, l'abiura. E poi, fuori campo, il ritorno e la resistenza che si confonde con il declino. Nel mettere in scena la storia di Domenico Scandella, detto Menocchio, mugnaio friulano che nel 1584 viene processato per eresia, Alberto Fasulo sceglie di concentrarsi sul processo, il momento pubblico dove le strategie della Chiesa convergono per esercitare il potere, dove gli amici scivolano [...] Vai alla recensione »

domenica 11 novembre 2018
Gian Luca Pisacane
Famiglia Cristiana

Luci e ombre del vivere umano. Difficile oggi trovare un cinema così essenziale e profondo. Menocchio è la storia di un mugnaio, che vive in un paesino del Friuli, nel Cinquecento. Non crede nella verginità della Madonna, nel Figlio dell'Uomo e in tante altre cose che impone la fede. Verrà imprigionato e mandato al rogo. Lo storico Carlo Ginzburg ha narrato la sua vicenda nel libro Il formaggio e i [...] Vai alla recensione »

NEWS
TRAILER
venerdì 26 ottobre 2018
 

Italia. Fine 1500. La Chiesa Cattolica Romana, sentendosi minacciata nella sua egemonia dalla Riforma Protestante, sferra la prima sistematica guerra ideologica di uno Statoper ilcontrollo totale delle coscienze.

[LINK] FESTIVAL
giovedì 12 luglio 2018
Emanuele Sacchi

È stata annunciata, in occasione della presentazione milanese di oggi del Locarno Festival, l'assegnazione del Leopard Club Award 2018 a Meg Ryan, che riceverà il premio il 3 agosto in Piazza Grande. L'omaggio all'attrice sarà accompagnato dalla proiezione [...]

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