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Il ritorno di Mary Poppins, avere fiducia nel linguaggio emotivo dell'animazione

Un film che agita, risveglia e anima l'emotività. Al cinema.
di Leonardo Strano, vincitore del Premio Scrivere di Cinema

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Emily Blunt (41 anni) 23 febbraio 1983, Londra (Gran Bretagna) - Pesci. Interpreta Mary Poppins nel film di Rob Marshall Il ritorno di Mary Poppins.
venerdì 28 dicembre 2018 - Scrivere di Cinema

L'impostazione visiva della narrazione con contaminazioni visive in due dimensioni e l'equilibrata sinergia di profondità dimensionali differenti è una delle intuizioni più intelligenti de Il ritorno di Mary Poppins (guarda la video recensione). Esattamente come Mary Poppins (il capolavoro disneyano del 1964), il film diretto da Rob Marshall gioca con la realtà animata, sovrappone live action e animazione tradizionale, propone una grammatica cinematografica mista, eterogenea e agile al punto da trasmettere una fiducia integerrima nel linguaggio emotivo dell'animazione. Il disegno per questo film infatti non è solo un mezzo narrativo ma il perno attraverso cui ragionare sulle forme della realtà, sui suoi luoghi comuni, sul ruolo dell'immaginazione nella società.

il cartone animato diventa metodo per riflettere sugli eventi reali, al pari dei momenti musicali in cui la narrazione si esplicita per rivelazioni filtrate dalle note e al pari delle coreografie musicali dentro cui la narrativa cerca di esprimersi mediante il linguaggio del corpo.
Leonardo Strano, vincitore del Premio Scrivere di Cinema

Non c'è nulla di forzato o posticcio in questa scelta. Nemmeno il preciso riferimento al film originale suona come un occhiolino evitabile: è una scelta coerente, funzionale e soprattutto riuscita che esalta una storia che usa decòr e design dell'immagine come importantissimi elementi creativi, capaci di amplificare i contenuti positivi e allo stesso tempo di formularne di nuovi in linea con il discorso tematico e in tono con quello visivo. È grazie alla cura dei dettagli scenici e animati infatti che risulta così genuino e appassionante tornare nei luoghi dell'immaginazione libera, riscoprendo le due dimensioni come una superficie di porcellana su cui scivolare dolcemente, lasciandosi trasportare dall'avventura e dalle sensazioni morbide, senza essere rincalzati dall'urgenza del realismo e della cupezza claustrofobica e senza respiro.

L'incursione dei personaggi animati per il film infatti rappresenta un salto emotivo sostanziale, che arriva a metà e permette un cambio di marcia nella narrazione.


LA RECENSIONE CONTINUA A LEGGERE

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