paocordi
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venerdì 8 giugno 2018
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lui più che loro2...
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Al centro di questa seconda parte, il protagonista assoluto della scena in verità è Berlusconi e non tutto lo stuolo di personaggi che cercano di approfittare di quel potere, tendente all'infinito, ma che alla fine, agli occhi di Loro, tornerà lentamente e inesorabilmente a tendere a zero.
Magistrale la scena iniziale dove Servillo si sdoppia: il magnifico venditore Ennio Doris cerca di convincere, anche con una forza espressiva e gestuale impressionante, un altro straordinario venditore, un Berlusconi irriconoscibile però, per quel ridimensionato ottimismo e per quel velato scoramento causato dalla, seppur di misura, sconfitta elettorale.
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Al centro di questa seconda parte, il protagonista assoluto della scena in verità è Berlusconi e non tutto lo stuolo di personaggi che cercano di approfittare di quel potere, tendente all'infinito, ma che alla fine, agli occhi di Loro, tornerà lentamente e inesorabilmente a tendere a zero.
Magistrale la scena iniziale dove Servillo si sdoppia: il magnifico venditore Ennio Doris cerca di convincere, anche con una forza espressiva e gestuale impressionante, un altro straordinario venditore, un Berlusconi irriconoscibile però, per quel ridimensionato ottimismo e per quel velato scoramento causato dalla, seppur di misura, sconfitta elettorale. Toccato nell'orgoglio, Silvio farà ricorso a tutto il suo repertorio di “imbonitore” con una cliente random per mettersi ancora alla prova: qui le pause telefoniche sono il tocco finale per ammaliare una preda che in realtà è già stata intrappolata nella vischiosa ragnatela, tessuta con grande maestria.
Lodevole lo sforzo del grande Servillo di imitare il modo di parlare del protagonista anche se non facile è il compito di adottare una cadenza milanese da parte di un attore, napoletano, ma pur sempre non imitatore di professione.
Forse è vero che invecchiando si torna ad esser bambini. Qui il bambino assiste, in una desolata solitudine, al suo spettacolo-giocattolo preferito che ha cercato in tutti i modi, ma invano, di condividere con qualcuno.
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raysugark
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sabato 9 giugno 2018
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loro 2
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In Loro 2 viene mostrato dettagliatamente, sul proseguimento del decadentismo del potere politico. In questa seconda parte della pellicola viene mostrato come Berlusconi trova nuovi modi, per ottenere ciò che a lui serve per rimanere al potere. Nella sequenza dove Berlusconi fa una lunga telefonata con una casalinga per farle molte promesse, è sicuramente una delle migliori scene del film per come descrive la figura del politico. Un altro modo per attirare il pubblico è di trasmettere serie televisive e show di intrattenimento, che vengono distribuiti dall’azienda del politico. Purché siano di scarsa qualità, il pubblico comunque continua a seguirli. Proseguendo la pellicola viene mostrato anche come Sergio Morra una volta incontrando Berlusconi, rimarrà deluso da non poter ottenere quello che desiderava tanto.
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In Loro 2 viene mostrato dettagliatamente, sul proseguimento del decadentismo del potere politico. In questa seconda parte della pellicola viene mostrato come Berlusconi trova nuovi modi, per ottenere ciò che a lui serve per rimanere al potere. Nella sequenza dove Berlusconi fa una lunga telefonata con una casalinga per farle molte promesse, è sicuramente una delle migliori scene del film per come descrive la figura del politico. Un altro modo per attirare il pubblico è di trasmettere serie televisive e show di intrattenimento, che vengono distribuiti dall’azienda del politico. Purché siano di scarsa qualità, il pubblico comunque continua a seguirli. Proseguendo la pellicola viene mostrato anche come Sergio Morra una volta incontrando Berlusconi, rimarrà deluso da non poter ottenere quello che desiderava tanto. Persino le donne giovani scelte dallo stesso Morra rimangono deluse e soprattutto annoiate, pur di partecipare alle feste organizzate per catturare l’attenzione del politico. Infine il rapporto tra Berlusconi e sua moglie Veronica Lario (Elena Sofia Ricci) è molto instabile e distaccato, per quanto lei è sempre stata contro di lui. La sequenza del dialogo tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, è un’altra delle migliori scene del film. Infatti Toni Servillo ed Elena Sofia Ricci hanno saputo gestire il ritmo del dialogo, da sorprendere le loro performance al pubblico e alla critica. Loro è una delle ottime pellicole del regista Paolo Sorrentino da non assolutamente mancare, che viene aiutato da un’ottimo cast, sceneggiatura, montaggio e fotografia.
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rob8
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venerdì 10 agosto 2018
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un’opera densa di suggestioni
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Paolo Sorrentino torna al cinema “politico”, ma lo fa esplorando i risvolti privati della parabola berlusconiana al suo declino. Esplorazione che prevede ampi giri di avvicinamento e tempi narrativi dilatati (e qui sembra influire l’esperienza di Young Pope).
Al di là della suddivisione in due parti (effettuata per esigenze di sala), l’opera va vista e giudicata nell’insieme: e si tratta ancora una volta di un’opera densa di suggestioni e spunti cinematografici di livello. Meno visionaria de La grande bellezza, ma ugualmente centrata sul concetto di decadenza: lì di una città e dei suoi salotti, qui di un uomo (politico) e del suo entourage.
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Paolo Sorrentino torna al cinema “politico”, ma lo fa esplorando i risvolti privati della parabola berlusconiana al suo declino. Esplorazione che prevede ampi giri di avvicinamento e tempi narrativi dilatati (e qui sembra influire l’esperienza di Young Pope).
Al di là della suddivisione in due parti (effettuata per esigenze di sala), l’opera va vista e giudicata nell’insieme: e si tratta ancora una volta di un’opera densa di suggestioni e spunti cinematografici di livello. Meno visionaria de La grande bellezza, ma ugualmente centrata sul concetto di decadenza: lì di una città e dei suoi salotti, qui di un uomo (politico) e del suo entourage.
Decadenza che culmina tra le macerie de L’Aquila: metafora della rovina delle promesse mancate. Cui s’oppone lo sguardo dolente ma fiero dei vigili del fuoco, raccolti nel finale a vegliare la speranza in una notte buia.
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xerox
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sabato 12 maggio 2018
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be-lli-ssi-mo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Impossibile fare uscire dalla penna l'oceano di pensieri, riflessioni, considerazioni, che un film come questo ti smuove dentro... Signori, qui si parla di 26 anni di storia d'Italia. Della sua storia, della sua politica, della sua società, della sua cultura, dei suoi costumi...
Tutto inizia (ricordate?) con i pullman pieni di foto di bambini e lo slogan "Fozza Itaia". E il partito nasce così, come una nuova saponetta...
Mamma mia quante ne abbiamo viste in questi anni!!! Sorrentino in una recente intervista ha detto che in "Loro", lui ha voluto raccontare una "storia d'amore..." SEEEEEE, Sorrentì!!!!! La tesi fondamentale del film, che io condivido completatamente, è che l'Italia, prima dell'avvento di Berlusconi, FOSSE GIA' COMPLETAMENTE BERLUSCONIANA DI SUO! Si aspettava solo un catalizzatore, un punto di aggrumazione che raccogliesse tutti quelli (E QUELLE!) persone che lo hanno acclamato in tutti questi anni.
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Impossibile fare uscire dalla penna l'oceano di pensieri, riflessioni, considerazioni, che un film come questo ti smuove dentro... Signori, qui si parla di 26 anni di storia d'Italia. Della sua storia, della sua politica, della sua società, della sua cultura, dei suoi costumi...
Tutto inizia (ricordate?) con i pullman pieni di foto di bambini e lo slogan "Fozza Itaia". E il partito nasce così, come una nuova saponetta...
Mamma mia quante ne abbiamo viste in questi anni!!! Sorrentino in una recente intervista ha detto che in "Loro", lui ha voluto raccontare una "storia d'amore..." SEEEEEE, Sorrentì!!!!! La tesi fondamentale del film, che io condivido completatamente, è che l'Italia, prima dell'avvento di Berlusconi, FOSSE GIA' COMPLETAMENTE BERLUSCONIANA DI SUO! Si aspettava solo un catalizzatore, un punto di aggrumazione che raccogliesse tutti quelli (E QUELLE!) persone che lo hanno acclamato in tutti questi anni.
L'Italia degli evasori fiscali, dei fondi neri all'estero, dei corrotti, dei corruttori, degli stuoli di ragazze convinte di farsi strada nella vita a colpi di tette&culi, della vita.... FACILE, in cui basta allungare le mani per prendere tutto ciò che si desidera...
Il film guardatevelo voi, date voi i vostri giudizi, ma non perdete UNA SOLA PAROLA del dialogo Berlusconi-Lario, quando lei gli comunica che vuole divorziare.... C'è una tensione che neanche Hitchcock... Bellissima sceneggiatura!
Chiudo, ma ricordate che di questo film si potrebbe parlare PER GIORNI INTERI, analizzando tutti gli spunti che ne vengono fuori.
HAI FATTO UN CAPOLAVORO, SORRENTINO!!!
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ninopellino
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domenica 13 maggio 2018
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paolo sorrentino fa di nuovo centro
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"Loro 2" è la pellicola del regista Sorrentino che integra e completa i contenuti narrativi della prima parte avente come titolo "Loro 1". Quest'ultima, difatti, la potremmo definire una sorta di anticamera, di prologo in cui ci è stato evidenziato tutto il mondo lussurioso e fatto di affari sottobanco da parte di coloro che, tentando di elevarsi furbamente nel mondo della società, sperano di trovare in LUI il necessario appoggio economico e politico. In "Loro 1" abbiamo iniziato a vedere anche un anticipo su quello che appare essere l'universo personale del Cavaliere, caratterizzato da un lusso immenso nella sua Villa di Sardegna, ma fatto però anche di solitudine e di incomprensioni coniugali.
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"Loro 2" è la pellicola del regista Sorrentino che integra e completa i contenuti narrativi della prima parte avente come titolo "Loro 1". Quest'ultima, difatti, la potremmo definire una sorta di anticamera, di prologo in cui ci è stato evidenziato tutto il mondo lussurioso e fatto di affari sottobanco da parte di coloro che, tentando di elevarsi furbamente nel mondo della società, sperano di trovare in LUI il necessario appoggio economico e politico. In "Loro 1" abbiamo iniziato a vedere anche un anticipo su quello che appare essere l'universo personale del Cavaliere, caratterizzato da un lusso immenso nella sua Villa di Sardegna, ma fatto però anche di solitudine e di incomprensioni coniugali. "Loro 2", secondo le mie impressioni, è invece il film vero e proprio che il regista napoletano dedica a Berlusconi e tale pellicola viene chiaramente valorizzata dalla solita, encomiabile interpretazione del grande attore Toni Servillo. Proprio come nel film "Il divo", dedicato alla memoria di Giulio Andreotti, anche in questa nuova opera, l'attore Servillo riesce a trasmettere a noi spettatori ogni più piccola sfumatura di espressione e di pensiero del personaggio principale, in questo caso, appunto, del Cavaliere Berlusconi. In questo film ho trovato molto importanti e centrali alcuni dialoghi che Berlusconi intrattiene con diversi personaggi e che servono giusto ad imprimere nella memoria di noi spettatori tutta l'essenza e la filosofia di vita di un uomo che, amato e/o odiato, è risucito comunque a imporre il suo pensiero e la sua potenza per oltre venti anni in Italia, partendo dalla diffusione delle reti private a livello nazionale fino agli anni in cui egli ha politicamente dominato il nostro Paese. La suddetta filosofia di pensiero, ad esempio, ci viene già sinteticamente spiegata nel corso delle sequenze iniziali, scaturite dai contenuti di un collooquio che il Cavaliere ha con un enigmatico personaggio chiamato Ennio (interpretato dallo stesso Servillo), oppure, nel prosieguo della pellicola, in cui il film si concentra nell'analizzare il periodo storico in cui Berlusconi pur di ritentare la scalata nel mondo politico, tenta di accattivarsi sei senatori nel passare dalla sua parte. Il regista non manca, poi, di infarcire questo film da una certa dose di malinconica ironia, sul tempo che passa e al conseguente desiderio di sentirsi sempre giovane, mendiante feste e festini con belle donne cortigiane e con qualche mezza tacca che tenta di persuadere e farsi aiutare da LUI pur di raggiungere una posizione sociale e politica. Ma tutto ciò è puro fumo di illusioni che sarà dissolto da due successivi dialoghi che egli avrà con due donne: una giovane ragazza di intrattenimento che, nel corso di una festa, lo qualifica come "vecchio" e la moglie Veronica che, prima di lasciarlo definitivamente, gli spiegherà (così come spieghierà in maniera deteRminata e diretta a noi spettatori) tutte le sue motivazioni relative alla sua scelta. Importante poi la parentesi dedicata alle tristi vicende che hanno colpito l'Aquila e ai relativi e parziali interventi di mero appagamento che il Governo Berlusconi riuscirà a concretizzare a favore delle popoloazioni colpite dal terremoto. Simbolica di tutto il film resta, pertanto, la statua del Cristo elevata verso l'alto, in segno di speranza, così come ci viene mostrata ad inizio pellicola e il Cristo, invece, rovinato e posto a terra che vediamo nmelle scene finali del film, in mezzo alle macerie e alla magnanima bontà degli umili lavoratori del pronto soccorso.
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alesimoni
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mercoledì 16 maggio 2018
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lui non è un divo..
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In questo secondo atto del film, Sorrentino ha usato due registri che si sposano e intrecciano bene tra loro: una parte satirica molto divertente e una più intimista e riflessiva.Nella prima è riuscito con merito a mettere in ridicolo Lui e quindi ciò che rappresenta, il potere. In questo una gran parte del merito va alla strepitosa interpretazione di Sorrentino, fantastico quando si sdoppia in Ennio Doris! La rappresentazione farsesca è sempre però permeata da una sensazione di malinconia, come se Lui dovesse perennemente riempire un vuoto, nonostante lo sfarzo e gli eccessi di cui si circonda. Significativo che nella parte più politica del film Sorrentino affidi le critiche più feroci a Lui e anche alla sua filosofia di vita, proprio a Veronica, che interpreta quindi una ribellione della donna al ruolo di oggetto che è onnipresente (anche troppo) nel film.
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In questo secondo atto del film, Sorrentino ha usato due registri che si sposano e intrecciano bene tra loro: una parte satirica molto divertente e una più intimista e riflessiva.Nella prima è riuscito con merito a mettere in ridicolo Lui e quindi ciò che rappresenta, il potere. In questo una gran parte del merito va alla strepitosa interpretazione di Sorrentino, fantastico quando si sdoppia in Ennio Doris! La rappresentazione farsesca è sempre però permeata da una sensazione di malinconia, come se Lui dovesse perennemente riempire un vuoto, nonostante lo sfarzo e gli eccessi di cui si circonda. Significativo che nella parte più politica del film Sorrentino affidi le critiche più feroci a Lui e anche alla sua filosofia di vita, proprio a Veronica, che interpreta quindi una ribellione della donna al ruolo di oggetto che è onnipresente (anche troppo) nel film. La sequenza riflessiva e struggente è quella del terremoto e della ricostruzione, in cui leggo un’ulteriore, fortissima critica a una politica dell’Immagine che nasconde dietro al velo patinato delle new town, un enorme cumulo di macerie in cui giace un Paese spossato, rappresentata nella scena più bella,commovente e amara del film con una delicatezza senza uguali. In conclusione il film è assolutamente eccessivo e ridondante nella prima parte, ben riuscito nella seconda. Non c’era bisogno di farne due, sembra solo un’operazione commerciale. Il confronto, naturale, col Divo è impari per freschezza, novità e divertimento. Ottimo lavoro come sempre di Bigazzi alla fotografia, bravo anche Scamarcio.
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fulviowetzl
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venerdì 18 maggio 2018
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arrancare e arraffare contatti e conchiglie
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Quando 15 giorni fa sono uscito dalla proiezione della prima parte, a chi mi chiedeva a botta calda un commento sul film, ho risposto: "Il film è bellissimo perché mi ha fatto schifo". Stavo parafrasando un commento ad un mio film "Prima la musica, poi le parole", fatto da un gruppo di giurati ragazzi, al Giffoni Film Festival nel 1999, dove il film era in concorso: "Il film non ci è piaciuto perché Lanfranco (il padre interpretato da Jacques Perrin) è cattivissimo con il figlio".Tipico dell'infanzia è scambiare il contenuto per la forma, non ci piacciono i personaggi perchè agiscono male nel film, quindi non ci piace il film.
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Quando 15 giorni fa sono uscito dalla proiezione della prima parte, a chi mi chiedeva a botta calda un commento sul film, ho risposto: "Il film è bellissimo perché mi ha fatto schifo". Stavo parafrasando un commento ad un mio film "Prima la musica, poi le parole", fatto da un gruppo di giurati ragazzi, al Giffoni Film Festival nel 1999, dove il film era in concorso: "Il film non ci è piaciuto perché Lanfranco (il padre interpretato da Jacques Perrin) è cattivissimo con il figlio".Tipico dell'infanzia è scambiare il contenuto per la forma, non ci piacciono i personaggi perchè agiscono male nel film, quindi non ci piace il film. E io stavo scambiando il contenuto per la forma. Mi ha fatto schifo perchè quello che vedevo snocciolarsi spietato davanti agli occhi era schifoso, questo rutilante esagitato, a volte esangue, carnevale grottesco di carni al macello, tette e culi, baci saffici e finti pompini, ambienti asettici arredati da architetti compiacenti, come certe cartapeste barocche per l'ingresso dei sovrani, luci da palcoscenico, fish-eye a circoscrivere, aureole al neon, e questo arrancare e arraffare, arrancare e arraffare, contatti e conchiglie oceaniche, sfioramenti e polluzioni, tracheotomie e tosaerbe, strip di coca, e strip tout court, body guard e body builder era nauseante e seducente perché coreografato con sapienza dalle luci di Bigazzi, dai sinuosi e avvolgenti a volte claustrofobici movimenti di sky cam e dolly e droni continui e stordenti. Noi vedevamo "loro" e sulla superficie riflettente dello schermo, vedevamo noi, sì anche noi, la sinistra che per anni "ha graziato Berlusconi", perché una parte della sinistra, quella che ha trasformato la parola socialismo in un insulto, quella che viveva nella Milano da bere, al di sopra di ogni mezzo e ogni decenza, quella che faceva mercimonio di cadaveri e prendeva due terzi degli appalti in tangenti, un terzo per l'opera, la sinistra di Craxi e dei "loro" accoliti, è il brodo di coltura da cui è saltato fuori il girino che meglio ha imparato la lezione, diventando un grande rospo pasciuto a 46 denti pronto a rifilarci appartamenti virtuali e dentiere posticce, sogni e mutui a tasso zero, creando quel fenomeno impressionante e mai prima di allora così coerente e così compiutamente disegnato fin nei più minuti dettagli e optional che è il "berlusconismo" (la Milano da vomitare). Con la nostra compiacenza, confinati orgogliosamente e sterilmente in un Aventino della coscienza etica, abbiamo permesso tutto questo, molti di noi sono scivolati nel whirpool, rimanendo sul bordo della voragine un giro di giostra, due giri e poi giù. Vedere condensato in 3 ore e mezzo di due capitoli, tutto lo schifo che abbiamo permesso e fatto, vedere in due inquadrature complementari simmetriche e frontali il kilomentrico tavolo delle 60 ospiti festanti a villa Certosa, e il pletorico schieramento del governo Berlusconi al giuramento davanti a un Napolitano costernato, è stato devastante. (segue)
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fulviowetzl
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venerdì 18 maggio 2018
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di fronte alla grande bruttezza
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(segue) Sono tornato stasera a vedere per la seconda volta Loro 2, e l'ho trovato potente e annientante. Ho pensato che i nostri supereroi, i nostri Avengers, i nostri Marvel, usciti ad occupare in due militarmente il 90 % delle sale, lo stesso giorno, sono questi, questi Sergio Morra, questi Santini, Cupe, questi topi grandi come nutrie che fanno deragliare ed esplodere camion della monnezza sui fori imperiali, questi agnelli sacrificali che muoiono assiderati dall'aria condizionata a palla o perché non sanno scegliere su quale monitor vedere il quizzone di Mike, questi Apicella e Fabi Concati, e fischiatrici che hanno fatto il master a Dubai, e soprattutto questo cerone ambulante modellato da madame Tussauds sul modello di Spock (quanto era umano lui, pur con le orecchie a punta in sù), questa attricetta emiliana, diventata antroposofa sulla via di Bangkok.
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(segue) Sono tornato stasera a vedere per la seconda volta Loro 2, e l'ho trovato potente e annientante. Ho pensato che i nostri supereroi, i nostri Avengers, i nostri Marvel, usciti ad occupare in due militarmente il 90 % delle sale, lo stesso giorno, sono questi, questi Sergio Morra, questi Santini, Cupe, questi topi grandi come nutrie che fanno deragliare ed esplodere camion della monnezza sui fori imperiali, questi agnelli sacrificali che muoiono assiderati dall'aria condizionata a palla o perché non sanno scegliere su quale monitor vedere il quizzone di Mike, questi Apicella e Fabi Concati, e fischiatrici che hanno fatto il master a Dubai, e soprattutto questo cerone ambulante modellato da madame Tussauds sul modello di Spock (quanto era umano lui, pur con le orecchie a punta in sù), questa attricetta emiliana, diventata antroposofa sulla via di Bangkok. Questi Bertolasi, Bondi, Doris, Confalonieri... I nostri supereroi, quelli che ci meritiamo ora come allora, ora che lo abbiamo "riabilitato". Il moralismo e il giudizio, l'indignazione e il disgusto lo esprimo io, Sorrentino non lo fa, il suo è uno sguardo fenomenologico e beffardo, e, guardato attentamente come ho fatto stasera il suo è un grande film sperimentale. Lui riesce a ricreare mimeticamente lo stile degradato che le televisioni commerciali, scimmiottate quasi da subito dalle tv di Stato, hanno imposto fino a corrompere il nostro sguardo, il nostro gusto, la nostra percezione, la nostra cultura dell'immagine, ammesso che mai l'abbiamo avuta. Basti vedere la sequenza in cui lo schermo si divide in due, quattro, forse otto split screen, con tutte le oscene fiction che il gigantesco (d'altezza) Max Tortora, propone a Silvio, e propina a noi, per culminare con la sintesi delirante di Lady Diana smanacciata dal "negretto" nella capanna, in "Congo Diana", per credere alla copia pantografata dell'estetica berlusconiana, che non è ahimè molto distante dall'estetica di "Gomorra" e "Suburra" le serie, che ho smesso o forse non ho mai iniziato a vedere, stufo di entrare nelle ville hollywoodiane con impluvi pompeiani e cascatelle al neon dell'ennesimo capo della Camorra a Casal di Principe. Perché devo sorbirmi quest'orgia di cattivo gusto, che tracima dal mio computer e mi sporca e inquina lo sguardo e la coscienza etica ed estetica? Non voglio fare la fine della pecorella smarrita di Loro 1, annientata come il giapponese di fronte a La grande Bellezza, di fronte alla grande bruttezza. (segue)
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flyanto
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venerdì 18 maggio 2018
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il secondo atto dell'ex-premier italiano
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Ecco che in questi giorni è uscito nelle sale cinematografiche italiane "Loro 2", la seconda parte del film del regista Paolo Sorrentino sul personaggio di Silvio Berlusconi. In questo secondo capitolo si assiste all'ascesa politica dell'ex-Premier ed alla fine del suo matrimonio con la moglie Veronica Lario, oltre che ai suoi scandali legati alle feste popolate, come sempre, da giovani e belle ragazze. Anche in questa pellicola il modo in cui Sorrentino presenta Berlusconi è ironico, per non dire, a volte, anche grottesco, ma il tono è più smorzato e, pertanto, le immagini sono meno esagerate rispetto a quelle della prima parte. Anche in questa versione numero 2 si possono identificare personaggi legati all'ambiente della politica come a quello della televisione immersi in un mondo sempre all'insegna dell'eccesso, del ridicolo, a guisa di baraccone dove lo sfarzo e la mancanza di morale non hanno limiti ed, anzi, vengono ostentati quasi con orgoglio.
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Ecco che in questi giorni è uscito nelle sale cinematografiche italiane "Loro 2", la seconda parte del film del regista Paolo Sorrentino sul personaggio di Silvio Berlusconi. In questo secondo capitolo si assiste all'ascesa politica dell'ex-Premier ed alla fine del suo matrimonio con la moglie Veronica Lario, oltre che ai suoi scandali legati alle feste popolate, come sempre, da giovani e belle ragazze. Anche in questa pellicola il modo in cui Sorrentino presenta Berlusconi è ironico, per non dire, a volte, anche grottesco, ma il tono è più smorzato e, pertanto, le immagini sono meno esagerate rispetto a quelle della prima parte. Anche in questa versione numero 2 si possono identificare personaggi legati all'ambiente della politica come a quello della televisione immersi in un mondo sempre all'insegna dell'eccesso, del ridicolo, a guisa di baraccone dove lo sfarzo e la mancanza di morale non hanno limiti ed, anzi, vengono ostentati quasi con orgoglio. Insomma, il ritratto di una Società in generale che è in profonda decadenza e che certamente non promette nulla di buono per il futuro.
Sorrentino, in conclusione, presenta l'Italia in rovinosa caduta ma nonostante tutto, in maniera emblematica e toccante, termina la propria opera cinematografica riscattandone il valore artistico e, dunque, la bellezza della sua creatività, mediante la scena finale del film in cui viene mostrato il rinvenimento di una bellissima statua in mezzo alle macerie provocate dal terribile terremoto della città dell'Aquila
Sempre ottimo, ovviamente l'attore Toni Servillo nel ruolo di Silvio Berlusconi che, ripeto, viene da lui impersonato in maniera alquanto simile (seppure un poco calcata) all'immagine reale attraverso la gestualità e soprattutto l'intonazione della voce.
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edenartemisio
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venerdì 18 maggio 2018
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tutto non e’abbastanza
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Mentre il film “Loro 1” indugia moltissimo sulla fauna che cerca "Lui" e il protagonista appare soltanto alla fine, come un dio antropomorfo annoiato dalle vicende dei mortali, ma umanamente preso a riconquistare la sua dea tradita e rancorosa, “Loro 2” calca ancor più la mano sullo squallore dei cortigiani, dando maggiore spazio al sovrano. In un episodio degno di nota, il calciatore di colore, rifiuta un vantaggiosissimo contratto con il Milan, dicendo: “Tutto non è abbastanza”. “Lui” incassa il rifiuto e prende quello che può. Ruba quelle parole per ripeterle successivamente in un altro contesto. Quella, però, non è soltanto una frase ad effetto, perché incarna esattamente il principio regolatore di un mondo dove ogni personaggio è disposto a tutto per raggiungere quello che vuole.
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Mentre il film “Loro 1” indugia moltissimo sulla fauna che cerca "Lui" e il protagonista appare soltanto alla fine, come un dio antropomorfo annoiato dalle vicende dei mortali, ma umanamente preso a riconquistare la sua dea tradita e rancorosa, “Loro 2” calca ancor più la mano sullo squallore dei cortigiani, dando maggiore spazio al sovrano. In un episodio degno di nota, il calciatore di colore, rifiuta un vantaggiosissimo contratto con il Milan, dicendo: “Tutto non è abbastanza”. “Lui” incassa il rifiuto e prende quello che può. Ruba quelle parole per ripeterle successivamente in un altro contesto. Quella, però, non è soltanto una frase ad effetto, perché incarna esattamente il principio regolatore di un mondo dove ogni personaggio è disposto a tutto per raggiungere quello che vuole. E’anche scontato che il centro della corte, il sovrano, non possa non avere un ego che sovrasta quello di ogni cortigiano. Con questo film sono offerte allo spettatore immagini che non conducono direttamente a un giudizio sul politico,viene raccontata invece la storia straordinaria e incredibile dell’uomo che si è fatto re regalando sogni. Mille sono le contraddizioni che affliggono il “Lui” della situazione, ma non lo scompongono più di tanto. Quella volontà non riesce a concepire limiti e alcune sconfitte diventano ripartenze. Non mancano neppure momenti di incontro con la verità, come quando Stella (Alice Pagani), una ragazza che rifiuta l’atmosfera della corte e, rivolgendosi al sovrano, senza cattiveria ma con forza gentile, dice: “ha l’alito di mio nonno, che non è né buono, né maleodorante, è solo l’alito di un vecchio”. Anche questo film è costruito con l’originalità a cui Sorrentino ci ha ormai abituati e si presenta in continuità non soltanto con “Loro 1” ma anche con “la grande bellezza”, fornendo vasti affreschi della decadenza non soltanto di Roma, ma di tutto il paese. Servillo è sempre grandissimo e indovinati sono i ruoli degli altri attori e attrici, veramente bravi, dei quali ho particolarmente apprezzato le espressioni degli occhi evidenziate in dettaglio, le occhiate degli animali rapaci.
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