Senza Lasciare Traccia

Film 2018 | Drammatico, +13 108 min.

Regia di Debra Granik. Un film Da vedere 2018 con Ben Foster, Thomasin McKenzie, Jeff Kober, Dale Dickey, Peter James DeLuca. Cast completo Titolo originale: Leave No Trace. Genere Drammatico, - USA, 2018, durata 108 minuti. Uscita cinema giovedì 8 novembre 2018 distribuito da Adler Entertainment. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,36 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 13 novembre 2018

Padre e figlia vivono in un vasto parco urbano a Portland quando un episodio li costringe a cambiare vita per sempre. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Critics Choice Award, 3 candidature a Spirit Awards, In Italia al Box Office Senza Lasciare Traccia ha incassato 123 mila euro .

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Consigliato sì!
3,36/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,44
PUBBLICO 3,13
CONSIGLIATO SÌ
Un manuale di gesti di sopravvivenza che coglie con grazia la persistenza di un'ideale: il ritorno alla terra radicale e utopico.
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 16 ottobre 2018
Recensione di Marzia Gandolfi
martedì 16 ottobre 2018

In fondo al bosco vivono un padre e una figlia. Will e Thomasin formano da soli una comunità con le sue regole e la sua filosofia. Tom, come la chiama il padre, è un'adolescente diafana che condivide col genitore un Eden silvestre, Will, veterano di guerra traumatizzato, si è ritirato volontariamente dal mondo imbarcando sua figlia in una vita eremita. Esperto nell'arte della sopravvivenza, Will ha trasmesso a Tom solide conoscenze e adesso vive clandestinamente con lei sul limitare di Portland, nel parco nazionale dell'Oregon. Ma un giorno vengono scoperti e costretti a rientrare in un ordine sociale ed economico più normativo. I servizi sociali gli propongono un tetto, una scuola, una vita normale a cui Will non riesce proprio a rassegnarsi e che Tom vive come una (bella) scoperta. La presa di coscienza di questa divergenza la condurrà all'indipendenza.

Otto anni dopo Un gelido inverno, Debra Granik trasloca dal Missouri all'Oregon ma resta fedele ai margini. Margini che offrono nuove prospettive.

Al cuore del film c'è ancora una volta una ragazzina e la sua relazione intensa col padre. Ieri era Jennifer Lawrence a incarnare un'adolescente alla ricerca del genitore che aveva abbandonato il focolare domestico, oggi è l'inverso. Il duo è fusionale. Padre e figlia vivono in autarchia in una foresta, esplorando al massimo il concetto di autosufficienza. Lui ha un problema a integrarsi in una società che non ha scelto, lei ne è stata preservata fino al giorno in cui intravede un'altra via possibile. Il loro equilibrio vacilla ma mai il loro amore in risonanza col minimalismo lirico della regia che accorda personaggi e paesaggi.

Diversamente dal suo titolo, che suggerisce l'intenzione deliberata del protagonista di 'non lasciare traccia', l'autrice segue le sue orme e trova il sentiero discreto dei dimenticati volontari, di persone trincerate nei boschi, condannate a una vita vagabonda per resistere a una modernità alienante o per curare una sindrome post traumatica provocata dalle guerre senza gloria dell'America. È una storia vera a servire questa volta il film di Debra Granik che non cessa di dire gli esclusi, gli invisibili, i 'cani erranti' come nel suo documentario Stray Dog, racconto di un biker veterano del Vietnam.

Il suo cinema fa prova di inclusione, riconducendo alla luce della collettività uomini ai margini. E sotto quella luce si disegna la frattura tra padre e figlia, tra Will che non vuole demordere dal suo modus vivendi e Tom che muta naturalmente in animale sociale. Nessun giudizio, nessuna compiacenza, nessuna condiscendenza, nessun cattivo. Le stesse autorità non esistono nel film per cassare i sogni ma per ascoltare e proporre delle soluzioni al binomio familiare. Ma la Granik sceglierà il loro focolare nel modello di sopravvivenza, incompleto ma umano e premuroso, di una comunità alloggiata in case-mobili e in piena natura.

Debra Granik coglie con polso e grazia la persistenza di un'ideale: il ritorno alla terra radicale e utopico. Influenzato da una lunga tradizione nazionale (Henry David Thoreau e Jack London) e dalle tracce lasciate dai suoi contemporanei (Sean Penn, Jeff Nichols), Senza lasciare traccia non è solo un 'documentario' sulle comunità escluse dal sogno americano o un'ode ecologica della vita nei boschi ma è soprattutto il racconto semplice e universale di una fanciulla cresciuta al ritmo delle stagioni e divenuta a primavera padre di suo padre. Debra Granik elude la drammaturgia fondata su opposizioni binarie, allo schema atteso del racconto iniziatico, la rivolta dell'adolescenza di fronte alla rigidità dei padri, la regista propone la rappresentazione di una lenta mutazione, naturale, dolce prima dell'ineluttabile separazione.

Ben Foster, declina il ruolo del nevrotico, in cui è specializzato, per incarnare il fianco profondo delle ferite sepolte e della filiazione. A donargli la replica è Thomasin McKenzie, giovane attrice australiana e apparizione impressionante di magnetismo grezzo. Insieme trovano un'armonia che perdura nella discordia tranquilla insediata tra i loro personaggi, tra lui che non smette di fuggire e lei che dovrà scegliere tra l'amore filiale e il mondo che la chiama. Tutti i loro sforzi, le loro sofferenze, i sacrifici tendono verso un solo traguardo: lo sguardo (in)quieto di un padre sulla propria figlia, quando scopre che non è più la stessa ma nemmeno un'altra. E allora Will fa un passo di lato. Un gesto genitoriale e cinematografico corroborante. Del resto, Senza lasciare traccia è un manuale di gesti di sopravvivenza nella natura e nella vita.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 12 ottobre 2018
Eugenio

Sfiorava almeno nei primi trenta minuti il capolavoro questo film di Debra Granik, per la bellezza dell’ambiente naturale, per il suono del silenzio, per il rapporto quasi simbiotico tra un padre e una figlia che ricorda molto quello in The road di Cormac McCarthy di qualche anno fa. Solo che in questo film non esiste un dramma apocalittico. Siamo lontani dalle atmosfere di invasioni aliene, [...] Vai alla recensione »

martedì 20 novembre 2018
figliounico

 Magnifica prova di Ben Foster, nel ruolo di un veterano traumatizzato dalla guerra, che decide di chiudere per sempre i ponti con ogni tipo di comunità umana, coinvolgendo la figlia adolescente in una vita da eremita nei boschi. Non è la scelta per una vita bucolica e “sana” in armonia con la natura selvaggia, in alternativa al caotico e meccanico trantran del vivere [...] Vai alla recensione »

martedì 20 novembre 2018
figliounico

 Magnifica prova di Ben Foster, nel ruolo di un veterano traumatizzato dalla guerra, che decide di chiudere per sempre i ponti con ogni tipo di comunità umana, coinvolgendo la figlia adolescente in una vita da eremita nei boschi. Non è la scelta per una vita bucolica e “sana” in armonia con la natura selvaggia, in alternativa al caotico e meccanico trantran del vivere [...] Vai alla recensione »

giovedì 27 febbraio 2020
Felicity

C’è un nuovo filone, nel cinema americano, incentrato su stili di vita alternativi, fra utopia e contestazione. "Senza lasciare traccia" si trasforma pian piano dall’essere una riflessione sulle comunità escluse dal sogno americano, al racconto di un puro e semplice rito di passaggio, in cui una ragazza che ha sempre avuto il padre come unico punto di riferimento [...] Vai alla recensione »

giovedì 15 novembre 2018
Flyanto

 Come si evince dal titolo, “Senza Lasciare Traccia” della regista Debra Granik è un film che fa intuire il fatto di vivere in clandestinità o, comunque, con la totale intenzione di non venire identificati o scoperti dagli altri. Ed è la situazione, alquanto insolita, rappresentata in questa pellicola dove un padre ed una figlia adolescente vivono da anni nascosti [...] Vai alla recensione »

domenica 11 novembre 2018
cardclau

Il coraggioso film di Debra Granik, Senza Lasciare Traccia, mi ha fatto di primo acchito venire in mente quella strofa della canzone della prima guerra mondiale, Sui Monti Scarpazi, “… O mio sposo eri andato soldato per difendere l'imperator, ma la morte quassù hai trovato e mai più non potrai ritornar … “.

domenica 16 giugno 2019
Peer Gynt

La cultura americana non può fare a meno dell'utopia ecologico-libertaria di "Walden" di Henry David Thoreau, e ogni tanto quest'utopia rispunta, come un fiume carsico, in qualche film. La rivediamo oggi in questo ottimo lavoro di Debra Granik, incarnata da un padre, che fugge la società traumatizzato dalla guerra, e dalla sua figlia adolescente, che fugge dalla società [...] Vai alla recensione »

mercoledì 17 aprile 2019
Nuttyn

 Will (Ben Foster) e la figlia quindicenne Tom (Thomasin Mc Kenzie) vivono isolati e  illegalmente in un lussureggiante parco pubblico di Portland. Will soffre di Disturbo Post Traumatico da Stress (PTSD) - in seguito al servizio militare prestato in Iraq - e nella vita isolata immersa nella natura sembra aver trovato un sollievo alla sofferenza.

martedì 9 ottobre 2018
gianleo67

Vivere fra i boschi di un parco nazionale vicino Portland è per il veterano Will e la figlia adolescente Tomasine, l'unico modo in cui l'uomo sente di potersi ancora rapportare con la società e con un mondo di bisogni superflui che vive come una opprimente e angosciosa prigionia. Quando vengono scoperti dalle autorità, inizia per loro una trafila burocratica fatta di colloqui psicologici, assistenti [...] Vai alla recensione »

lunedì 12 novembre 2018
FreeRider

Non mi ha lasciato l’impressione di un’evoluzione o di un passo in avanti questo nuovo lavoro di Debra Granik, regista la cui sensibilità rimane rivolta all’America dimenticata, dove la natura è ancora selvatica e può costituire allo stesso tempo minaccia ma anche rifugio per coloro che non possono o non vogliono accettare tutte le convenzioni e le norme delle [...] Vai alla recensione »

mercoledì 28 novembre 2018
SCRIGNO MAGICO

Struggente percorso doloroso e intimista.   Se riesci a stare dentro quella lentezza e quello sguardo perso di sofferenza senza appigli, ti rimane un sapore amaro e sfuggente di impotenza, di destini senza soluzione, di vite sfiorate e mai raggiunte.  E resti in silenzio ad ascoltare fino all'ultima nota, con quel groppo in gola che poi se ne andrà, ma non senza [...] Vai alla recensione »

sabato 10 novembre 2018
goldy

Film come questo ci inducono a riflettere su quanto deprimente siano i rapporti che regolano la nostra quotidianità. Stupisce scoprire che l’ agire secondo bontà e comprensione è diventato eccezione e non regola al punto che chi vuole impostare la propria vita con regole più rispettose della nostra natura deve rifugiarsi e vivere in una foresta.

sabato 8 dicembre 2018
Chiara

Se avessi avuto la possibilità di votare " in negativo " l'avrei fatto molto volentieri. Ho atteso per due strazianti ore il momento di svolta che non è mai arrivato. Troppe scene inutili sul paesaggio che il regista avrebbe potuto elidere. La trama non ha uno sviluppo e non ci è fornita alcuna informazione riguardante i protagonisti: alla fine del film non si sanno [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 8 novembre 2018
Giulia D'Agnolo Vallan
Il Manifesto

Un veterano (Ben Foster) e sua figlia (la scoperta neozelandese Thomasin Harcourt McKenzie) vivono nascosti nei boschi di un parco alla periferia di Portland come se fossero le giungle del Vietnam, fino a che non vengono scoperti, e i servizi sociali cercano di reintegrarli. È Senza lasciare traccia (Leave No Trace), di Debra Granik, regista dallo sguardo non compiaciuto, non paternalistico e non sentimenta [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 novembre 2018
Francesco Alò
Il Messaggero

Reduce dall'Iraq (Ben Foster) vaga con figlia tredicenne (Thomasin McKenzie) nei rigogliosi boschi dell'Oregon. Meglio quella giungla che la società. Ancora la Granik ossessionata da figlie & padri nelle selve americane. Nel 2010 il notevole Un gelido inverno (4 candidature all'Oscar: Jennifer Lawrence pre-star in cerca del genitore tra gli alberi secchi dell'Ozark) e ora questo delicato dramma dove [...] Vai alla recensione »

sabato 10 novembre 2018
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Bellissimo film, il primo da vedere questa settimana (facciamo finta che qualcuno ancora vada al cinema più di una volta al mese, e che un film come questo regga in sala più di sette giorni). Trama ben costruita, originale, senza grasso superfluo. Recitata da due attori meravigliosi e pressoché sconosciuti. Vedere i soliti noti che si trasformano fa godere, ma ogni tanto resta il bisogno di facce mai [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 novembre 2018
Alessandra De Luca
Avvenire

Per anni Will e sua figlia Thomasin hanno vissuto in una vasta riserva naturale ai margini di Portland, nell'Oregon, fuori da ogni regola. Quando vengono scoperti dalle autorità locali sono costretti dai servizi ad abbandonare il loro stile di vita per trasferirsi in una casa vera e propria in città, dove la ragazza potrà frequentare la scuola. Ma i due non riescono ad adattarsi alla nuova vita e fuggono [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 novembre 2018
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

È così esclusivo e duro l'isolamento nei boschi perseguito da un veterano di guerra e dalla figlia adolescente mentre il mondo va avanti senza di loro, che alla fine vai a controllare sul web i siti americani dei reduci per capire e sapere di più. Autrice a cui viene bene già dal primo film innalzare un ambiente e inospitale a personaggio alla pari dei protagonisti, la Granik ricombina il conflitto [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 novembre 2018
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

È di certo il titolo più incongruente, diciamo pure, più menzognero dell'anno, perché Senza lasciare traccia (Leave No Trace) rimane, altroché. Dietro la macchina da presa c'è l'americana, indie e classe 1963, Debra Granik, che aveva incantato con Un gelido inverno (Winter's Bone), quattro nomination agli Oscar e la consacrazione di Jennifer Lawrence nel 2010.

venerdì 9 novembre 2018
Stephanie Zacharek
Time

Come ha dimostrato con Un gelido inverno, la regista Debra Granik ci sa fare. Senza lasciare traccia, dramma scritto con finezza che coinvolge un padre e sua figlia, si apre con alcune meravigliose istantanee (fotografate da Michael McDonough) della natura selvaggia. Foglie illuminate dal sole, muschio intrappolato in un albero, la perfezione di alcune ragnatele.

giovedì 8 novembre 2018
Maurizio Acerbi
Il Giornale

Will (intenso Ben Foster), tormentato reduce di guerra, vive nel parco cittadino di Portland con la figlia adolescente Tom (bravissima Thomasi McKenzie). I due se la cavano, ogni giorno, cercando di isolarsi dagli altri, limitando le puntate in città per rifornirsi. Scoperti dai servizi sociali, vengono costretti a trasferirsi in una vera abitazione.

giovedì 8 novembre 2018
Emiliano Morreale
La Repubblica

Un reduce della guerra in Iraq vive con la figlia nei boschi appena fuori da Portland, in Oregon, quasi nascosti da tutti e lontani dalla civiltà. Quando le autorità se ne accorgono, la ragazzina viene affidata ai servizi sociali e il padre a lavorare in una segheria. Ma per l'uomo la tentazione di fuggire di nuovo è forte. Il film di Debra Granik, presentato al Sundance e alla Quinzaine des Réalisateurs [...] Vai alla recensione »

NEWS
VIDEO RECENSIONE
martedì 13 novembre 2018
A cura della redazione

In fondo al bosco vivono un padre e una figlia. Will e Thomasin formano da soli una comunità con le sue regole e la sua filosofia. Esperto nell'arte della sopravvivenza, Will ha trasmesso a Tom solide conoscenze e adesso vive clandestinamente con lei. [...]

TRAILER
lunedì 8 ottobre 2018
 

Una ragazza adolescente e suo padre hanno vissuto di nascosto per anni in Forest Park, un grande bosco situato alle porte di Portland, in Oregon. Un incontro casuale li poterà allo scoperto, ed entrambi saranno costretti a lasciare il parco per essere [...]

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