carloalberto
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mercoledì 23 febbraio 2022
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film dalla scrittura complessa e ricca di temi
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Molti sono i temi, dal particolare all’universale, che si intrecciano sovrapponendosi nella trama, dal conflitto interiore della protagonista, divisa tra il desiderio di maternità e l’aspirazione a svolgere un ruolo decisivo nella società a quello della lotta epocale per la difesa dell’ambiente, minacciato dall’industrializzazione globalizzata giunta fin nella sperduta Islanda, fino all’eterna battaglia che si combatte da sempre nell’animo umano tra eros e polemos nel relazionarsi con il prossimo e con il mondo.
I generi che si alternano nel film sono i più vari e vanno dal drammatico alla commedia, dall’action movie al thriller politico.
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Molti sono i temi, dal particolare all’universale, che si intrecciano sovrapponendosi nella trama, dal conflitto interiore della protagonista, divisa tra il desiderio di maternità e l’aspirazione a svolgere un ruolo decisivo nella società a quello della lotta epocale per la difesa dell’ambiente, minacciato dall’industrializzazione globalizzata giunta fin nella sperduta Islanda, fino all’eterna battaglia che si combatte da sempre nell’animo umano tra eros e polemos nel relazionarsi con il prossimo e con il mondo.
I generi che si alternano nel film sono i più vari e vanno dal drammatico alla commedia, dall’action movie al thriller politico.
Benedikt Erlingsson aggiunge alla sceneggiatura, già sovraccarica concettualmente, l’elemento surreale degli immaginari suonatori, che appaiono sullo sfondo, partecipando talvolta all’azione, e delle cantanti vestite in abiti tradizionali, che sorprendentemente prende il sopravvento su tutto il resto avvolgendo il film in un’atmosfera fiabesca.
La favola esopica sembra il mezzo più efficace per sintetizzare la complessità dei contenuti del film veicolandoli nella forma di una metafora, in cui l’amore della madre per la propria figlia adottiva, simbolicamente ed in modo speculare, rappresenta la cura che l’uomo dovrebbe avere per la madre terra e lo sdoppiamento della protagonista, nelle due personalità diverse delle gemelle, mima icasticamente le opposte scelte che l’individuo può fare di fronte al destino, in apparenza ineluttabile, del mondo avviatosi alla catastrofe, ossia il ritiro ad una vita ascetica oppure l’impegno civile e politico per fermare a tutti i costi e con ogni mezzo, anche con la violenza, il processo autodistruttivo in corso.
La risoluzione del conflitto tra le opposte visioni del mondo, con le conseguenti prese di posizione, incarnate dal sacrificio di sé stessa per l’umanità nell’una e dalla ricerca spirituale e quasi solipsistica nell’altra, Erlingsson la trova, ricorrendo ad un ennesimo genere, in un escamotage che sta a metà strada tra la narrazione favolistica ed il colpo di scena del giallo alla Hitchcock.
La cerebralità del film non impedisce un certo coinvolgimento emotivo, sebbene limitato alla naturale empatia che suscitano le gesta spettacolari ed audaci dell’eroina sola contro tutti pronta ad immolarsi per la difesa di madre natura.
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enzo70
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domenica 29 novembre 2020
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ottima intenzione, ma il film alla fine è piatto
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Il regista Benedikt Erlingsson trova un modo intelligente per affrontare un tema di grande attualità, la sostenibilità ambientale. La donna elettrica, Halla, non è un eroe, anzi è una donna semplice che dirige un piccolo coro in Islanda, sta per avere la gioia di un’adozione internazionale non avendo potuto avere figli. Ma è una terrorista ricercata da mesi dalla polizia del suo Paese: Halla non usa le armi, ma sistemi artigianali per boicottare le linee elettriche per mettere in difficoltà le industri siderurgiche che attentano all’ambiente dell’Islanda, una terra per definizione magica. Ed è proprio l’Islanda con i suoi straordinari paesaggi la cosa più bella del film.
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Il regista Benedikt Erlingsson trova un modo intelligente per affrontare un tema di grande attualità, la sostenibilità ambientale. La donna elettrica, Halla, non è un eroe, anzi è una donna semplice che dirige un piccolo coro in Islanda, sta per avere la gioia di un’adozione internazionale non avendo potuto avere figli. Ma è una terrorista ricercata da mesi dalla polizia del suo Paese: Halla non usa le armi, ma sistemi artigianali per boicottare le linee elettriche per mettere in difficoltà le industri siderurgiche che attentano all’ambiente dell’Islanda, una terra per definizione magica. Ed è proprio l’Islanda con i suoi straordinari paesaggi la cosa più bella del film. L’attrice Hallora Geirharosdottir è molto brava e la regia posata non limita la sua capacità espressiva. Ma alcuni intelligenti tentativi di ravvivare il tono narrativo del film, come quello del coro di montagna, non riescono nell’obiettivo. Rimane un film intelligente e di cui consiglio la visione. Ma non è un grande film.
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vepra81
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giovedì 23 aprile 2020
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spot islanda
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Un film da sapore di spot turistico con strumenti e abiti tipici. La colonna sonora suonata dal vivo nella scena è una idea originale che si va a fondere con il paesaggio. La storia un pò assurda ma alla fine riesce a tenere lo spettatore fino alla fine.
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matteo
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martedì 21 aprile 2020
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lotta ed ecologismo in islanda
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Il film non convince del tutto, vuoi per il finale un po' improbabile e forzato, vuoi per il non approfondire il tema per il quale la protagonista lotta e mette a rischio la propria vita. Si corre il rischio di banalizzare la messa in discussione di un sistema aberrante e distruttivo ripiegando su un ecologismo chiuso in se stesso. Sorprende la colonna sonora "dal vivo". Forse si è voluto aggiungere troppo alla storia con l'inserimento della maternità e della bambina orfana. Però è un film che si lascia guardare e riempie gli occhi con paesaggi selvaggi e (quasi) incontaminati.
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astromelia
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lunedì 8 aprile 2019
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gran bel film
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gran bel film senza frizzi e lazzi ma conforme alla realtà odierna,bravi attori,bella fotografia,anche se il finale resta surreale...
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ragnetto46
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mercoledì 13 marzo 2019
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visto lunedì a milano per la serie "rivediamoli"
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SONO COMPLETAMENTE D'ACCORDO CON QUANTO DA LEI SCRITTO. AL MOMENTO LO TROVATO ALQUANTO IMVEROSIMILE, MA POI RIPENSANDOCI, HO CAPITO CHE SI E' UNA DONNA UN PO' SOPRA LE RIGHE QUELLA DEL PERSONAGGIO INTERPRETATO BENISSIMO DALL'ATTRICE ISLANDESE PERO' AFFASCINANTE NELL'ESSERE CONTRO QUESTO MODO DI FAR ANDARE LE COSE DEL MONDO. PER ME E' COME SE FOSSE UN BEL SOGNO. MAGARI FOSSE POSSIBILE FERMARE IL DISFACIMENTO DELLA TERRA COSI' COME FA IL PERSONAGGIO DEL FILM!!! PURTROPPO ANCHE NEL FILM NON SI APPRODA A NIENTE E LEI PENSO CHE DIVENTERA' UNA BRAVA MAMMA PER LA PICCOLA UCRAINA ADOTTATA. COMUNQUE SONO CONTENTA DI AVERLO VISTO E IL SUO COMMENTO ME LO HA FATTO APPREZZARE DI PIU'.
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SONO COMPLETAMENTE D'ACCORDO CON QUANTO DA LEI SCRITTO. AL MOMENTO LO TROVATO ALQUANTO IMVEROSIMILE, MA POI RIPENSANDOCI, HO CAPITO CHE SI E' UNA DONNA UN PO' SOPRA LE RIGHE QUELLA DEL PERSONAGGIO INTERPRETATO BENISSIMO DALL'ATTRICE ISLANDESE PERO' AFFASCINANTE NELL'ESSERE CONTRO QUESTO MODO DI FAR ANDARE LE COSE DEL MONDO. PER ME E' COME SE FOSSE UN BEL SOGNO. MAGARI FOSSE POSSIBILE FERMARE IL DISFACIMENTO DELLA TERRA COSI' COME FA IL PERSONAGGIO DEL FILM!!! PURTROPPO ANCHE NEL FILM NON SI APPRODA A NIENTE E LEI PENSO CHE DIVENTERA' UNA BRAVA MAMMA PER LA PICCOLA UCRAINA ADOTTATA. COMUNQUE SONO CONTENTA DI AVERLO VISTO E IL SUO COMMENTO ME LO HA FATTO APPREZZARE DI PIU'. SALUTI CORDIALI.
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vanessa zarastro
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martedì 12 febbraio 2019
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doppio impegno per le donne
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In maniera fantasiosa e grottesca, Benedikt Erlingsson tratta tematiche estremamente serie e importanti come la salvaguardia ecologica del pianeta e le diverse visioni politiche. Il regista ha bisogno di due gemelle (interpretate magistralmente da Halldóra Geirharðsdóttir) per esprimere posizioni ideologiche contrapposte: quella politicizzata e rivoluzionaria versus quella spiritual intimista. Entrambe vorrebbero essere madri – hanno fatto domande di adozione – poiché in Islanda lo si può essere anche da single. Il regista rende evidente anche la difficoltà della donna di mettere insieme le proprie parti, il pubblico e il privato, la ribellione e la conservazione.
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In maniera fantasiosa e grottesca, Benedikt Erlingsson tratta tematiche estremamente serie e importanti come la salvaguardia ecologica del pianeta e le diverse visioni politiche. Il regista ha bisogno di due gemelle (interpretate magistralmente da Halldóra Geirharðsdóttir) per esprimere posizioni ideologiche contrapposte: quella politicizzata e rivoluzionaria versus quella spiritual intimista. Entrambe vorrebbero essere madri – hanno fatto domande di adozione – poiché in Islanda lo si può essere anche da single. Il regista rende evidente anche la difficoltà della donna di mettere insieme le proprie parti, il pubblico e il privato, la ribellione e la conservazione. Thriller o film action? Commedia surreale o film ribelle? Avevo già notato lo humour bizzarro nella cinematografia islandese attraverso il film 'L'Albero del vicino' di Hafsteinn Gunnar Sigurðsson del 2017 che mostra un'umanità litigiosa, spigolosa e dispettosa che sopporta la convivenza e, dal problema dell'ombra di un albero sulla veranda dei vicini, in modo paradossale, sarà innescata una spirale di violenza. Qui ne 'La donna elettrica il dato grottesco è palese. Halla, una delle due gemelle quasi sessantenni, ha una doppia vita: da un lato è un po' Robin Hood o Giovanna d'Arco - in maglione islandese jacquard – in guerra contro le multinazionali, dall'altra una signora pacifista che insegna canto agli adulti e ha appesi alle pareti i ritratti di Nelson Mandela, Gandhi e Virginia Wolf. Asa, l'altra gemella, insegna yoga, si veste di arancione e sta per partire per un Ashram in India per due anni. Halla è un nome comune in Islanda, ma è anche un riferimento alla storia del Paese perché è il nome di uno dei due fuorilegge (Halle ed Eyvindur), ribelli e ladri di pecore, che nel diciassettesimo secolo sfuggirono alla cattura per vent'anni. La nostra eroina ha come obiettivo i tralicci dell'alta tensione dei giganteschi impianti industriali fortemente inquinanti, da qui il titolo italiano della pellicola che invece è 'Woman at War'. Sarà aiutata, nelle sue battaglie, dal simpatico pastore cugino (supposto) di campagna (Jóhann Sigurðarson) e dalla sua cagnetta, che abbaia a comando. Quando poi torna a casa mette sempre il cellulare in frigorifero o nel microonde per la paranoia di essere controllata. Nel suo messaggio scritto, che fotocopiato in diversi esemplari spargerà dalla cima di un tetto, Halla affermerà: «Il sabotaggio contro la natura ha causato il riscaldamento globale. È un crimine contro l'umanità e contro la vita tutta». Il film, attraverso il personaggio di Halla, esalta sia la Natura naturale sia la natura umana: lei è lottatrice eco-terrorista per un ideale nobile, ma anche una donna sola desiderosa di maternità e di prendersi 'cura' di qualcun'altra che non sia se stessa. Infatti, adotterà Nika, una deliziosa bambina ucraina di quattro anni rimasta orfana durante la guerra. Così racconta l'attrice Halldóra Geirharðsdóttir: «In una società patriarcale c'è qualcuno che stabilisce chi può o non può essere genitore o come deve essere un buon genitore siamo tutti d'accordo che un buon genitore è quello che si prende cura del benessere del figlio e per questo a volte è meglio crescere un bambino da soli piuttosto che all'interno di una pessima relazione. Se Halla porterà avanti le proprie battaglie anche da mamma, il regista sceglie di non dircelo, lasciando il finale aperto». Le vicende sono seguite da una sorta di coro greco formato da tre cantanti vestite da ucraine e dal terzetto tuba/percussioni/fisarmonica DavÃð Þór Jónsson/Magnús Trygvason Eliasen/Ómar Guðjónsson, con musica 'in campo' folk e classica. Così spiega il regista: «La musica è stata la prima visione originale che mi ha condotto al film. Stavo fantasticando e sognando a occhi aperti sul mio prossimo film e all'improvviso ho visto una donna correre in una strada vuota, sotto la pioggia, verso di me. Quando si è fermata l'ho guardata da vicino e ho visto che a fianco c'era un complesso di tre musicisti: ascoltando la musica con attenzione ho capito che si trattava della colonna sonora della vita di quella donna». Ci sono un paio di citazioni cinematografiche esplicite in 'La donna elettrica': la copertura ovina per sfuggire al monitoraggio dei droni in stile Di Caprio nel film 'The Revenant', e quella più aulica di "2001 Odissea nello Spazio", con l'accostamento della scimmia che vibra colpi con Nelson Mandela. Molto divertenti i siparietti con il 'turista per caso' interpretato da Juan Camillo Roman Estrada arrestato come 'il solito sospetto'. Il film mostra un'Islanda in cui sono vivi antichi riti vichinghi, allevamento di bovini e modernissimi droni con videocamere di sorveglianza. Il tutto è raccontato con minimalismo scenico, poco movimento della macchina da presa, ambienti e persone ridotti all'essenziale, e con una splendida natura ripresa da Bergsteinn Björgúlfsson. 'La donna elettrica' ha vinto il premio Lux del Parlamento europeo, premio che ogni anno viene assegnato alla migliore produzione europea, portando di fatto a Strasburgo temi importanti che la storia tratta in alcuni momenti come commedia divertente in altri come film d'azione.
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ralphscott
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domenica 3 febbraio 2019
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a.a.a. pasionaria amante muschio...
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Il piacere di abbracciare la natura trionfante l'ho vissuto in Finlandia,e mi ritrovo in Atla,la protagonista,anche per miei trascorsi giovanili come attivista ambientalista. La storia è interessante,non convenzionale,e ben recitata. Un limite è la messa in scena un po' fredda;forse,spiegandoci meglio le ragioni che muovono l'intraprendente eroina,si potrebbe esser più partecipi alle sue gesta. Scena finale apocalittica,con tutti a bagno.
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emanuele 1968
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domenica 27 gennaio 2019
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piacevole
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Sala di paese al completo, un biografico piacevole, mancavano solo qualche foto e video reali, però personalmente merita. Penso che nei cineforum con dibattito finale potrebbe avere un buon esito, discreta carne la fuoco, tra favorevoli e contrari, analogine con situazioni note. Clienti visibilmente soddisfatti.
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