Titolo originale | The Mule |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 116 minuti |
Al cinema | 436 sale cinematografiche |
Regia di | Clint Eastwood |
Attori | Clint Eastwood, Bradley Cooper, Laurence Fishburne, Michael Peña, Dianne Wiest Andy Garcia, Taissa Farmiga, Alison Eastwood, Ignacio Serricchio, Clifton Collins Jr., Robert LaSardo, Jill Flint, Manny Montana, Noel Gugliemi, Katie Gill, Loren Dean, Eugene Cordero. |
Uscita | giovedì 7 febbraio 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,87 su 45 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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L'incredibile storia di Leo Sharp, un novantenne che divenne un corriere della droga per il cartello messicano. Il Corriere - The Mule è 1° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 84.675,00 e registrato 14.574 presenze.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Earl Stone, floricoltore appassionato dell'Illinois, è specializzato nella cultura di un fiore effimero che vive solo un giorno. A quel fiore ha sacrificato la vita e la famiglia, che di lui adesso non vuole più saperne. Nel Midwest, piegato dalla deindustrializzazione, il commercio crolla e Earl è costretto a vendere la casa. Il solo bene che gli resta è il pick-up con cui ha raggiunto 41 stati su 50 senza mai prendere una contravvenzione. La sua attitudine alla guida attira l'attenzione di uno sconosciuto, che gli propone un lavoro redditizio. Un cartello poco convenzionale di narcotrafficanti messicani, comandati da un boss edonista e gourmand, vorrebbe trasportare dal Texas a Chicago grossi carichi di droga. Earl accetta senza fare domande, caricando in un garage e consegnando in un motel. La veneranda età lo rende insospettabile e irrilevabile per la DEA. Veterano di guerra convertito in 'mulo', Earl dimentica i principi di fiero difensore del Paese per qualche dollaro in più. Ma la strada è lunga.
Per Clint Eastwood la questione è il tempo che gli resta. Una questione pressante emersa dalle acque del Mystic River e risolta cinque anni dopo in Gran Torino. Walt Kowalski, misantropo irascibile e veterano della Guerra di Corea, sarà il suo ultimo ruolo. Clint Eastwood mette in scena la sua fine, fino alla prossima volta almeno. Perché undici anni dopo, l'autore che beneficia dell'eterna proroga degli dei del cinema, riprende la strada in un road-trip testamentario supplementare.
Ma Il corriere - The Mule è più di questo, più del nuovo ritratto di un vecchio eroe reazionario che monda i suoi peccati. Per Clint Eastwood non è più il tempo di scrivere la sua leggenda e di giocare col suo mito. Perfettamente cosciente di quello che suscita, si diverte ma resta secco e autentico dietro le rughe di un uomo che non ha più l'angoscia di invecchiare ma la paura di morire.
Quando appare sullo schermo il cuore si ferma perché Clint Eastwood è sempre maledettamente bello, col suo sguardo chiaro, il sorriso franco e quella silhouette torreggiante che non ha perso niente della sua eleganza ma che non può e non vuole nascondere il peso delle sue primavere, quella vulnerabilità che accompagna la vecchiaia. Al tempo che incalza, come gli scagnozzi del cartello messicano, l'autore risponde rallentando.
Il ritmo in The Mule, dopo la frenesia di American Sniper e le sperimentazioni di Ore 15:17 - Attacco al treno, è quello di un uomo cosciente che non gli rimane più molta strada da percorrere ma che non ha davvero nessuna fretta di arrivare a destinazione. A bordo di un Ford F-100 degli anni Settanta si gode il viaggio. The Mule è il secondo film 'fordista' di Eastwood dopo Gran Torino, titolo dedicato a un'altra luccicante muscle car della Ford. La fascinazione per il fordismo, peculiare metodo di produzione a catena, spiega forse la cadenza infernale con la quale il regista realizza i suoi film, trentotto dal 1971 e il trentanovesimo è già 'in montaggio' (Impossible Odds).
Solido come un mito, lucida la sua 'carrozzeria' e avanza nel film radioso, col cappello in testa, increspando il sopracciglio, canzonando degli spacciatori armati fino ai denti, regalando fiori alle signore o cantando canzoni al volante, impeccabile florilegio di country e di soul, lungo le autostrade vuote del Midwest. Basta guardarlo, osservare con attenzione tutti i suoi gesti, che costituiscono la materia prima del film, per indovinare cosa lo anima a ottantotto anni: cavare tutta la vitalità che rimane nel suo corpo e in quello della sua nazione, i due finiscono sempre per coincidere nel suo cinema. Corpi di cui non smette di sondare le crepe e le contraddizioni. Ma è troppo tardi per colmarle, manca il tempo, e allora è meglio forse prendere quello che si può. Per farlo, Eastwood trova il travestimento perfetto: quello di un bianco un po' misogino e un po' razzista, tanto conservatore e tanto vecchio, così vecchio che nessun poliziotto potrebbe mai sospettarlo. Il perfetto criminale è un americano medio, irreprensibile e inoffensivo. Il buon repubblicano si converte in mulo del cartello e sfida la legge, incarnata dall'agente di Bradley Cooper, eco lontano ma invertito, cacciatore e non cacciato, di Kevin Costner in Un mondo perfetto.
In un mondo regolato dal politicamente corretto, il suo Earl ha un linguaggio e un comportamento irriducibilmente inappropriati, tratta i messicani da "fagioli rossi", prende le lesbiche per uomini e chiama "negro" un viaggiatore afroamericano in panne sul bordo della strada. Se nella vita Eastwood disprezza apertamente il politicamente corretto e insiste sulla responsabilità individuale, nel cinema è infinitamente più sottile.
The Mule non fa che ribadire la complessità, la ricchezza e anche il carattere (in)discutibile del suo cinema. Repubblicano di fatto, libertario di cuore, come il suo Earl ha una 'buona parola per tutti' ma non esita mai quando si tratta di difendere i più deboli. In una scena narrativamente gratuita, e appassionante nella sua gratuità, Eastwood rivela la paura viscerale di un automobilista latino fermato dalla polizia durante la battuta di caccia 'al mulo'. Pochi minuti per regolare i suoi conti col razzismo e gli abusi di potere della polizia americana. Chi conosce la sua opera non sarà forse troppo sorpreso ma vederlo incarnare quei valori, donarsi anima e corpo, divorare il cinema con desiderio, rassicura.
Trasposizione di una storia vera, quella di Leo Sharp, veterano della Seconda Guerra Mondiale arrestato a novant'anni per traffico di droga e ossessionato unicamente dai suoi fiori, The Mule permette a Clint Eastwood di elaborare il rimorso per i suoi cari dietro e davanti alla m.d.p. Non è un caso che Alison Eastwood interpreti il ruolo di Iris, figlia ferita dalla negligenza di un padre a cui non rivolge più la parola. Come Earl, Clint ha sacrificato la vita personale alla passione professionale, come lui prova a incollare i frammenti di quella vita davanti alla morte dell'altra. Lui che si è filmato morire tante volte, adesso veglia impietrito la fine di chi ama. Per Dianne Wiest nel film, per Sondra Locke nella vita, l'attrice ed ex compagna morta a novembre, Earl cambia itinerario e Clint firma un film personale e struggente. Un comeback di contrabbando che disegna un riavvicinamento possibile tra padre e figlia senza minimizzare mai le ferite del passato.
Niente adesso conta più per lui che rivedere i volti amati, prima che svaniscano, prima che lui svanisca, gringo bianco e obsoleto, leggenda salda e fantasmatica, inafferrabile per la DEA e per il pubblico. Nella scena orizzontale in Messico, incongrua per qualsiasi altro vegliardo, Earl è sedotto a letto da due prostitute e Eastwood spegne la luce, insinuando di fatto un sospetto sulla presenza reale del trio. La verticalità non è più da ricercare, Clint Eastwood non ha più niente da dimostrare e procede oltre e verso quell'ultimo movimento laterale che abbraccia tutta la superficie, manifestazione sensibile della sua spettralità. Nell'epilogo avanza a sinistra dello schermo ed esce di scena. Gli resta un'ultima frontiera ma fino ad allora continuerà a coltivare il suo giardino.
Earl Stone è un reduce della guerra di Corea e, ormai novantenne, continua a lavorare nell'orticultura. Separato dalla moglie e distante dalla figlia, ha un rapporto discreto solo con la nipote, inoltre è prossimo alla bancarotta così coglie al volo l'occasione di un ingaggio da parte di loschi figuri messicani, che gli offrono abbastanza soldi da pagare il matrimonio della nipote e da rimettersi in sesto. Quando poi il centro per veterani è a sua volta in difficoltà economiche, Stone non può che continuare a lavorare per il cartello come "mulo", anche se ormai ha capito di partecipare ad attività criminali, che cerca in qualche modo di compensare con le proprie buone azioni e provando a farsi perdonare dalla ex moglie e dalla figlia.
"Quando mi hanno proposto di interpretare questo personaggio mi sono detto che sarebbe stato divertente vestire i panni di qualcuno più vecchio persino di me! La criminalità è economicamente un'ancora di salvezza per Stone, ma moralmente è un collasso. Per cui da una parte la sua vita migliora, ma dall'altra va a fondo. E uno di questi giorni dovrà pagare le conseguenze e affrontare le cose sbagliate che ha fatto".
Clint Eastwood
Scritto dallo sceneggiatore di Gran Torino Nick Schenk, il film è tratto da una storia vera, raccontata nell'articolo 'The Sinaloa Cartel's 90-Year-Old Drug Mule' (ossia: 'Il novantenne mulo della droga del cartello Sinaloa') di Sam Dolnick per il The New York Times. La storia era venuta alla luce in seguito a un'intervista di Dolnick all'agente DEA Jeff Moore, che aveva arrestato il vecchio Leo Sharp, arricchitosi in tarda età con le proprie attività illecite i cui proventi ha in gran parte impiegato a fin di bene. Si parlava di trarne un film già dal 2014 e inizialmente era stato scelto come regista Ruben Fleischer, cui poi è stato saggiamente preferito Clint Eastwood che per una storia del genere non ha rivali.
Il personaggio di un vecchio cocciuto e coriaceo, che si rimette in carreggiata ma non si adegua alla correttezza politica dei nostri tempi ma dice quello che pensa anche se è sconveniente, è esattamente nelle corde del regista e aver interpretato il personaggio ha portato un considerevole successo al film: terza miglior apertura di sempre per un suo titolo da protagonista dopo Gran Torino e Space Cowboys.
Nel cast il regista ha richiamato il suo American Sniper Bradley Cooper, affidandogli il ruolo di un agente DEA e per la stessa agenzia federale qui lavorano anche Laurence Fishburne e Michael Peña. Sul fronte femminile troviamo rispettivamente nei panni della ex moglie, della figlia e delle nipote Dianne Wiest, Alison Eastwood (che è davvero la figlia di Clint) e Taissa Farmiga. Inoltre completano il cast il buon caratterista Clifton Collins Jr. e Andy Garcia nei panni di un boss del cartello. Quest'ultimo ha anche avuto il merito di portare Eastwood a conoscere di persona il jazzista cubano Arturo Sandoval, a cui il regista ha affidato la colonna sonora per avere sonorità più latine rispetto allo score jazz che avrebbe potuto scrivere lui stesso.
È poi una novità anche il direttore della fotografia Yves Bélanger, che sostituisce il soldale Tom Stern e che Eastwood aveva conosciuto come producer del film Indian Horse del 2017, fotografato appunto da Bélanger. Da American Sniper ritorna poi il più fedele montatore di Eastwood, Joel Cox, che ha collaborato con il regista a ben trenta film, quasi tutti quelli realizzati da Il texano dagli occhi di ghiaccio in poi, tolti i soli Firefox, Sully e Ore 15:17 - Attacco al treno.
Earl Stone, un uomo di circa 80 anni rimasto solo e al verde, costretto ad affrontare la chiusura anticipata della sua impresa, quando gli viene offerto un lavoro per cui è richiesta la sola abilità di saper guidare un auto. Compito semplice, ma, ciò che Earl non sa è che ha appena accettato di diventare un corriere della droga di un cartello messicano. Nel suo nuovo lavoro è bravo, così bravo che il suo carico diventa di volta in volta più grande e per questo motivo gli viene assegnato un assistente. Questi non è però l'unico a tenere d'occhio Earl: il misterioso nuovo "mulo" della droga è finito anche nel radar dell'efficiente agente della DEA, Colin Bates. E anche se i suoi problemi di natura finanziaria appartengono ormai al passato, i suoi errori affiorano e si fanno pesanti nella testa, portandolo a domandarsi se riuscirà a porvi rimedio prima che venga beccato dalla legge... o addirittura da qualcuno del cartello stesso.
Con The Mule, il premio Oscar® Eastwood torna sia dietro che davanti la macchina da presa, cosa che non accadeva dai tempi di Gran Torino del 2009, film acclamato dala critica.
Cooper, che nel film interpreta Bates, ha ricevuto le sue più recenti candidature agli Oscar proprio grazie al lavoro con Eastwood, come attore e produttore di American Sniper. Il candidato all'Oscar® Fishburne è un agente speciale della DEA; Peña interpreta un suo collega; il premio Oscar® Wiest interpreta la ex moglie di Earl; Alison Eastwood è la figlia di Earl; Farmiga è la nipote di Earl mentre Serricchio interpreta l'assistente di cartello di Earl.
Clint Eastwood (Sully, American Sniper) dirige da una sceneggiatura di Nick Schenk (Gran Torino). Eastwood è anche uno dei produttori del film con la sua Malpaso, assieme a Tim Moore, Kristina Rivera e Jessica Meier, e alla Imperative Entertainment di Dan Friedkin e Bradley Thomas. I produttori esecutivi del film sono Dave Bernad, Ruben Fleischer e Todd Hoffman. Jillian Apfelbaum della Imperative sarà coproduttrice. Il film sarà girato principalmente tra la Georgia ed il New Mexico.
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L’ultima cavalcata di Clint su un vecchio pick up si ispira alla storia vera di un floricoltore che per problemi economici diventa corriere della droga in tarda età. Ma questo è solo lo spunto per un racconto nostalgico e autobiografico, tutto incentrato sull’Io di Clint messo a confronto con il mondo degli Altri. Gli altri sono quelli che utilizzano Internet, quelli [...] Vai alla recensione »
In questo film il grande Clint Eastwood narra una storia che per certi versi mi pare assimilabile a quelle antiche storielle attribuite ai vecchi saggi orientali ... storielle all'apparenza molto semplici, ma che portano con sé insegnamenti morali molto profondi e penetranti. Se credo di avere capito il messaggio principale che il film vuole lasciare (tanto è esplicito che è [...] Vai alla recensione »
“The Mule. Il Corriere” (The Mule, 2018) è il trentottesimo lungometraggio del regista-attore-produttore di San Francisco Clint Eastwood. Scorrere i miti, attraversare i sentieri, percorrere i visi, sbilanciare i vuoti, contare i tempi, radersi male, specchiare gli asfalti, tracimare gli schermi e silenziare ogni radio musicante.
Clint Eastwood jr. con questo film dà una calibrata risposta al “The Man & the Gun” di Robert Redford. Entrambi attori e registi, entrambi anziani (89 il primo e 83 il secondo) si cuciono addosso delle parti e dirigono se stessi inserendo molta storia del cinema nei loro film. Così scrive Pietro Masciullo in “Sentieri Selvaggi”.
Ero indeciso che punteggio dare se 3 o 4 stelle, ma ho scelto 4 perché la storia, che è tratta da un fatto di cronaca vero riguardante un certo Leo Sharp che a 90 anni si era messo a fare il corriere della droga, è non solo interessante, ma esce dagli schemi ordinari, confermando il fatto che spesso la realtà supera la fantasia.
E’ il film che ti aspetti da Clint Eastwood che a 88 anni, segaligno, rugoso con movimenti lenti, ci racconta l’ennesima storia americana ispirandosi ad una vicenda vera di un novantenne insospettabile il quale, perduta per debiti con le banche la sua azienda florovivaistica, diventa corriere del cartello messicano della droga. Inizialmente lo fa per trovare il danaro necessario a [...] Vai alla recensione »
Un quasi novantenne floricoltore, ha passato tutta la sua vita a perfezionare un particolare fiore ed a vincere con esso svariati concorsi per tutto il paese; tutto ciò lo ha fatto a scapito della famiglia e del suo amor proprio, ritrovandosi così in tarda età con la casa pignorata, ed uno sfratto subito a causa dell’esponenziale crescita delle vendite online, che hanno mandato [...] Vai alla recensione »
Pensavo di annoiarmi e quando ho visto, in sovrimpressione, la scritta, Primo viaggio e poi Secondo...credevo che sarebbe stato un film noioso: e invece...Invece il caro vecchio Clint ha fatto centro ancora una volta. Il vecchietto saggio del Far West, quello che suona il piano nel saloon nei film di Ford è diventato Leo Earl che per sbarcare il lunario, s'imbarca in un'impresa rischiosa [...] Vai alla recensione »
Dal Texas all’Illinois, il novantenne Earl Stone accetta di fare il corriere della droga per rifarsi dei soldi che ha perso dalla sua attività di fiorista. Buona la prima, il vecchietto ci prende gusto mentre la polizia ci impiega una vita per arrivare sulle sue tracce. Earl sembra spassarsela, tra chili di eroina, donne facili (?!) e fiumi di soldi, con cui riassesta il fallimentare (in [...] Vai alla recensione »
Un'opera molto asciutta e senza fronzoli questa ultima opera di Clint Eastwood che narra la vera storia di un floricoltore diventato corriere della droga a causa della chiusura della sua attività. Il titolo originale cita "The Mule" ovvero il mulo e il nostro protagonista ne prende incosapevolmente le caratteristiche, per la maggior parte della sua vita si è dedicato al [...] Vai alla recensione »
La grandezza e il genio non hanno eta'. Alla guida del suo pick-up, uno straordinario Clint percorre le ultime corse di una vita fuori da schemi convenzionali. Trasporta droga e paradossalmente riconquista una propria insperata dignità e soprattutto l'affetto perduto della famiglia. Non cerca scusanti al suo essere complice di un cartello spietato e si proclama colpevole senza attenuanti [...] Vai alla recensione »
Clint Eastwood ci regala, con questa sua ultima pellicola, un altro saggio della sua esperienza di regista, di attore, ma soprattutto di uomo. Attraverso la storia di un novantenne floricoltore che, a causa di improvvise difficolltà finanziarie, si vede costretto a svolgere un lavoro illegale per conto di un'organizzazione di narcotrafficanti messicani in territorio americano, [...] Vai alla recensione »
Earl Stone (Clint Eastwood), carico di anni, coltiva lilium, fiori deperibili la bellezza dei quali dura poco più di un giorno. Cerca l’effimero Earl: le scontate medaglie raccolte nelle fiere dei coltivatori, la riconoscenza per bulbi e semi distribuiti gratis, la freschezza di una birra al circolo di amici coetanei. La sua famiglia è da tempo in pezzi per la scarsa attenzione [...] Vai alla recensione »
Ancora una volta Clint Eastwood crea un quadro perfetto di una famiglia Americana,attingendo da una storia vera con risvolti umani cogliendo tutta la superficialità dei personaggi ma entrando in un intimo nascosto di una persona molto anziana che nella vita pensava soltanto a se stesso e al suo lavoro trascurando moglie e i figli nel modo più crudele come se non esistessero ma alla fine [...] Vai alla recensione »
Earl, ultra ottantenne, coltiva un particolare tipo di giglio che resta fiorito un solo giorno (hemerocallis) non per vezzo, o perchè si creda un giardiniere tenace. A lui non importa dei fiori, men che meno della famiglia, con la quale non ha più rapporti se non con la nipote prossima alle nozze, ma insegue qualcosa di invisibile, che non lo faccia sentire un ex-combattente, un [...] Vai alla recensione »
Un film on the road a tratti Narcos, a tratti Prova a Prendermi (2002), anche se privo della crudezza del primo, mostrandoci al massimo gli stereotipi dei narcotrafficanti, delle macchine di lusso e della ricchezza ostentata, e privo del ritmo e della suspense del secondo, che più di una caccia all’uomo, assomiglia ad un’allegra passeggiata per le highways dell’Illinois.
Clint Eastwood è un grande regista e un grande attore, dimostra di avere ancora cartucce da sparare. Mettendo da parte la bravura, che c’è, vediamo cosa ci fa vedere. La storia principale del film, come si snoda nelle due ore della visione, è quella di Earl Stone (tratta da quella vera di Leo Sharp), un ex illustre floricultore ottantotenne dell’Illinois, adesso assai [...] Vai alla recensione »
Il percorso realizzato da Clint Eastwood, ancora una volta, sorprende nel suo magistero di attore e regista. Un vecchio uomo, disfatto nel ruolo istituzionale di marito e padre, ma sorprendentemente vitale in quello di nonno, che è slancio e pretesto di una propria ritrovata gioventù, ritrova il suo ruolo familiare attraverso quello insospettabile di corriere di droga.
GRANDE VECCHIO YANKEE, non smentisce il suo ruolo di americano del nord che sempre reduce di qualche guerra si ritrova a sfuggire a sé stesso in una patria di vecchi che però di eroico non hanno niente. Anzi difendono quel poco di ricchezza dei fondi pensione americani che permettono alle classi medie di sopravvivere. Quando per caso o per motivi di crisi economica le cose [...] Vai alla recensione »
È sempre un piacere vedere i suoi film mai monotoni o banali e pieni di riflessioni intelligenti che mostrano l'importanza dei sentimenti e il valore della famiglia.Ci fa vedere poi la vera America quella della provincia e non delle grandi città
...CI SI DEVE METTERE IL PUBBLICO A FARE LO SCHIZZINOSO ED ABBASSARE LA MEDIA???Fosse brutto poi questo film, o noioso, o superficiale, contenti voi.
Bellissimo!! A quasi novant’anni ha fatto centro di nuovo.Grande Clint Eastwood!!!
Film monotono, ripetitivo, noioso con un primo tempo quasi insopportabile. Migliore la seconda parte, ma la vicenda rimane piatta, senza guizzi, con un'interpretazione di Clint sempre uguale e direi anche poco credibile. Mi chiedo una cosa: perché attori e autori importanti e con film di grande livello alle spalle come Eastwood e Robert Redford non accettano serenamente lo scorrere dell'et&ag [...] Vai alla recensione »
Confesso che di questi tempi avevo quasi perso la speranza di vedere ancora film di questo spessore umano, di questa potenza espressiva e, insieme, di questa leggerezza. Densissimo e allo stesso tempo pieno di quello humor che deriva direttamente dalla capacità che ha il protagonista di cercare sempre l'intimità e il rapporto diretto con tutti, anche con lo sconosciuto o con chi pensa [...] Vai alla recensione »
il tuo nome è cinema, oggi. Harrison Ford, Richard Gere, Robert Redford, ecchè...Clint Eastwood si eleva su di loro, merito della magistrale padronanza del suo mestiere. THE MULE, un racconto dinamico, svelto, puntuale. Eccellenza di stile, eppure costruito su imitazioni, richiami, manierismi. Riguardatevi facce e fogge di quella banda costituita da moglie, figlie, parenti ed amici.
Non stai un poco esagerando ? vedendo quel che vuoi vedere ?
Un po deluso perchè avevo più aspettative, tutto qua, però penso sia un buon film, su questa linea personalmente più belli barry seal una storia americana 2017 oppure i trafficanti 2016 , sono curioso di leggere altri illustri colleghi
Ci si sente in imbarazzo, guardando Il corriere - The Mule di Clint Eastwood. In imbarazzo per tutto il tempo che spesso sprechiamo a parlare di altri film evidentemente impreparati a sostenere lunghe riflessioni o attente valutazioni, e ad elogiare cineasti che meritano la metà della metà dell'importanza che dovremmo dare a uno dei più grandi autori della storia del cinema. Rimediamo subito. Il corriere - The Mule mette a contatto due elementi apparentemente contraddittori dei racconti per immagini: la libertà espressiva e la vulnerabilità. Invece che lasciare alla seconda il compito di proteggere il vecchio protagonista dagli strali della severità o di suscitare la commossa partecipazione del pubblico (come accaduto, in modo del tutto sincero e legittimo, a Robert Redford nel non dissimile Old Man & the Gun), Clint Eastwood espone apertamente il suo Earl e si espone come corpo cinematografico in modo incredibilmente osato e privo di qualsiasi filtro.
Solo innalzando la propria fragilità al rischio più assoluto (di ridicolo, qua e là, o di disorientamento dello spettatore, talvolta), Eastwood sa di poter andare oltre il cinema "della serenità" e del pacifico congedo dai grandi vecchi.
Chi pensava che Il corriere - The Mule sarebbe stato un addio di troppo, dopo quello già così perfetto e intoccabile di Gran Torino, si ricrederà vedendo quali contropiede e quali sfocature il cineasta vuole cocciutamente portare sullo schermo. E qui entra in scena la libertà, quella che sta spiazzando anche i commentatori più raffinati del cinema eastwoodiano, già straniti dallo sperimentalismo azzardatissimo di Ore 15:17 - Attacco al treno, e ora alle prese con questo ameboidale ibrido tra commedia, road movie, thriller e melodramma.
Lavorando come i grandi registi degli anni Quaranta sempre e comunque su sceneggiature scritte da altri, Eastwood le abita e la torce fino ad appropriarsene completamente. Eppure il gioco sull'icona, per quanto possa contenere alcune civetterie (i burger col nome Gunny, o le inquadrature prese di peso da Un mondo perfetto), si colloca appunto in una zona rischiosa, impervia, denudata.
La cosa più giusta l'ha scritta The Hollywood Reporter: Lodare The Mule dicendo che è il miglior film mai realizzato da un 88enne regista che vi recita anche non significa nulla, perché non è mai successo prima. Del resto, stiamo parlando di un demiurgo, tra i più determinati e ostinati del cinema tutto: Clint Eastwood. Nella doppia veste di regista e attore mancava da Gran Torino del 2009 e, dovesse [...] Vai alla recensione »
Fermate il tempo? anzi riavvolgetelo. Questo non può essere il canto del cigno di quel grande artista che risponde al nome di Clint Eastwood. Eppure, The Mule, da lui girato e magnificamente interpretato a 88 anni, pellicola di una bellezza disarmante, ha tutte le caratteristiche del testamento artistico dettato dal grande Clint. Perché dietro il soggetto (sceneggiato da Nick Schenk, guarda caso quello [...] Vai alla recensione »
L'11 ottobre 2011, dopo lungo appostamento, una squadra della Dea di Detroit fermò un pick up diretto a Jackson. Alla guida del veicolo, che conteneva cocaina per tre milioni di dollari, c'era un ottantasettenne dall'aria trasandata. Si trattava di Leo Sharp, veterano della II Guerra mondiale e premiato orticoltore che da circa un decennio con il nomignolo di «El Tata» (il nonnino) trasportava indisturbato [...] Vai alla recensione »
Se il protagonista di una storia è un novantenne e il regista-attore che decide di farne un film è un novantenne, pare giusto che la parte l'affidi a se stesso: perché quel vecchio potrebbe interpretarlo anche un giovanotto di cinquanta, ma nessun trucco, nessuna protesi, nessuna sapienza professionale gli consentirebbe di imitare quella lenta fragilità, quel passo incerto, quelle spalle dignitosamente [...] Vai alla recensione »
Io sono una forza del Passato/Solo nella tradizione è il mio amore. Clint Eastwood, 89 anni a maggio, non c'entra nulla con Pasolini, ma il suo trentasettesimo film "The Mule" -iddio non voglia che resti l'ultimo- trasmette una malinconia ispida, asciutta, autoironica, a tratti addirittura stravagante che ne rilancia la forza poetica senza scalfire, anzi accrescendo la mitografia dell'icona.
Earl Stone è vecchio e coltiva emerocallidi, dei fiori effmeri che sbocciano al mattino e appassiscono la sera: delicati e fragili ma talmente belli da meritare un impegno irrazionale e totalizzante, un impegno che gli uomini non meritano. Earl infatti è bravissimo nel suo lavoro - con tanto di premi a fiere ed esposizioni del settore - quanto incapace nei rapporti umani: non parla con la figlia dal [...] Vai alla recensione »
Basta guardare come cammina. Lentamente. Un passo dopo l'altro. Con eleganza, con dignità. Ma anche con l'inevitabile stanchezza di chi calpesta il suolo terrestre da quasi novant'anni. Dinoccolato, appena appena incerto, spalle dignitosamente incurvate in avanti, ma testa orgogliosamente ritta, il personaggio di Earl Stone - il giardiniere messo sul lastrico dalla crisi economica e diventato corriere [...] Vai alla recensione »
Dal 2008, da Gran Torino, Clint Eastwood non interpretava un suo film, e non raccontava di uomini vecchi e malati che hanno delle colpe da scontare. Ne Il Corriere, non solo è processato per trasporto di droga, ma in coscienza si sente imputato di insensibilità ed egoismo nei confronti della famiglia. Il suo personaggio è un coltivatore di "daylilies", una specie di gigli coloratissimi che durano 24 [...] Vai alla recensione »
Parlarne troppo bene può essere controproducente. "La favorita" di Yorgos Lanthimos ha prodotto reazioni tiepidine, rispetto al divertimento che il film aveva procurato a noi. O dobbiamo pensare che le femmine in lotta per il potere, a furia di battute e colpi bassi, non suscitino negli spettatori grande interesse (speriamo solo che il film non sia stato confuso con "Maria Regina di Scozia" di Josie [...] Vai alla recensione »
All'età di 88 anni, Clint Eastwood - il custode del sacro fuoco del cinema, l'ormai eterno Dirty Harry - si piega ma non si rompe mai ne Il Corriere - The Mule, la vera storia di Earl Stone, che di anni ne ha 90. Earl è un orticoltore divorziato di Peoria, Illinois, che si è stancato di far crescere cose piccole, tranne forse il suo portafoglio. Così, quasi per caso, Earl si trova a trasportare carichi [...] Vai alla recensione »
Eastwood su Eastwood. Anziano floricoltore negato per la famiglia, fallito il negozio causa Internet diventa un insospettabile corriere della droga. Con i soldi lava il senso di colpa per i parenti dimenticati e impone il suo tempo lento alla fretta del profitto criminale. Più volte, nella storia inverosimile e verissima del 90enne Earl detto Tata (dalla cronaca di Sam Dolnick sul NY Times, da leggere [...] Vai alla recensione »
Peoria, Illinois, 2005. Quando il vecchio fioricoltore Earl Stone esce dalla sua casa residenziale e dileggia con sprezzante ironia l'auto dei suoi dipendenti messicani, sembra veramente che Walt Kowalski sia in qualche modo sopravvissuto ai proiettili che lo avevano crivellato nel finale di Gran Torino. E forse non a caso Clint Eastwood torna dieci anni dopo a recitare in un suo film affidandosi allo [...] Vai alla recensione »
Molti anni fa, nel 2007, scrivemmo un lungo articolo che passava in rassegna il tema della figura paterna che sempre più, assieme all'avanzare dell'età del suo autore, affiorava all'interno della filmografia di Clint Eastwood: '(De)gradazioni della figura paterna nelle opere di Clint Eastwood' è il suo titolo. Pezzo che si concludeva quando il maestro californiano non aveva ancora realizzato né Changeling [...] Vai alla recensione »
Ispirato da una storia vera (ripescata in un servizio sul New York Times di Sam Dolnick). Peoria, Illinois, 2005. Earl Stone è un uomo che vive per il lavoro, coltivare bellissimi fiori. Carattere di quelli che non si piegano ("Ti hanno mai detto che sei un po' stronzo?" "Sempre, anche in spagnolo") ha trascurato la famiglia; moglie e figlia non lo possono più vedere, l'unica persona con cui ha contatti [...] Vai alla recensione »
Un fioraio che ha sempre trascurato la famiglia, per pagare il matrimonio della figlia diventa corriere della droga. Dovrebbe essere solo un viaggio, ma il vecchietto ci prende gusto. Eastwood, non lontano dai 90 anni, fa un film ironico, letteralmente crepuscolare (la luce è spesso quella del pomeriggio, con le ombre lunghe), sincero, autobiografico come può esserlo lui, riepilogo in minore di tutto [...] Vai alla recensione »
Dopo il trascurabile e deludente Ore 15:17 - Attacco al treno (2018), Clint Eastwood torna con Il corriere - The Mule, dal 7 febbraio al cinema. E torna alla grande. Non solo regista, ma anche attore e protagonista, come non accadeva da oltre un decennio, quando nel 2008 ci regalò quel gran bel film di sostanza, ruvidità e ironia di Gran Torino. La grande differenza da allora è che nel frattempo [...] Vai alla recensione »
Ma dov'è finita l'America dei reduci e dei motel, delle strade infinite che attraversano pianure sterminate e la polka del sabato sera? Il mito della libertà più libertaria, la terra delle opportunità, l'orgoglio della bandiera, l'edonismo provinciale (l'individualismo comunitario) con le sue tribù divise per mestiere, etnia, folklore? Archeologia cinematografica, immaginario gerontocratico? Earl [...] Vai alla recensione »
Il corriere - the mule **** L'emerocallide è un fiore simile al giglio, dai colori vivissimi, giallo, arancio, rosso, e dalla fioritura vorticosa. Il nome viene dal greco e significa "bellezza di un giorno" (in inglese daylily): infatti sbocciano per un solo giorno, poi appassiscono, subito sostituiti da altri fiori. Sono unici, ed Earl Stone li ama tanto da aver trascurato la famiglia e gli affetti [...] Vai alla recensione »
Primissima immagine. I fiori, poi la casa, quella di Gran Torino, con la bandiera americana. Caro vecchio Clint, conservatore e sempre all'avanguardia. L'idea (basata sull'incredibile storia vera di Leo Sharp) è geniale, un vecchietto che fa "the mule", il corriere della droga per un cartello messicano. Non esiste copertura migliore. Qualcuno infatti ci aveva già pensato negli anni Ottanta.
Un orticultore novantenne di Peoria, specializzato in un tipo particolare di gigli arancioni (Hemerocallis) che fioriscono e appassiscono nell'arco di un giorno, non è la prima cosa che viene in mente quando si pensa a Clint Eastwood. Ma «Clint», da sempre, modula le sue scelte e vira il suo personaggio con la precisione e la temeraria libertà del free jazz che ama tanto.
La sola cosa che non si può comprare è il tempo. L'affermazione è ovvia, ma cruciale. Per Earl Stone lo è dolorosamente. A lui, più che ottantenne, l'ottantottenne Clint Eastwood presta il corpo smagrito, il volto scavato, i passi incerti. Questo è Il corriere - The Mule (The Mule, Usa, 2018), lo specchiarsi di un vecchio in un vecchio. E chissà, forse per fare come lui i conti con la vita.