Come ti divento bella

Film 2018 | Commedia, +13 110 min.

Regia di Abby Kohn, Marc Silverstein. Un film con Amy Schumer, Michelle Williams, Tom Hopper, Rory Scovel, Adrian Martinez. Cast completo Titolo originale: I Feel Pretty. Genere Commedia, - USA, 2018, durata 110 minuti. Uscita cinema mercoledì 22 agosto 2018 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 2,74 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 31 agosto 2018

Dopo aver sbattuto la testa, Renee crede di essere diventata bellissima. La sua fiducia in se stessa la porta a progredire anche nel mondo del lavoro. In Italia al Box Office Come ti divento bella ha incassato 2,3 milioni di euro .

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Consigliato sì!
2,74/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,33
PUBBLICO 2,88
CONSIGLIATO SÌ
Amy Schumer cammina con allegria lungo il filo che separa il comico dal patetico in una storia che si dipana con una certa grazia.
Recensione di Paola Casella
martedì 17 luglio 2018
Recensione di Paola Casella
martedì 17 luglio 2018

Renée è una trentenne newyorkese che lavora al sito di un'azienda di cosmetici superglamour dal sottoscala di un appartamento a Chinatown. Il suo sogno è trasferirsi presso la casa madre dell'azienda, un sontuoso grattacielo nel centro di Manhattan, ma Renée ritiene di non essere adeguata al look delle sue colleghe, tutte magre, altissime e bellissime. Lei, al contrario, ha qualche chilo di troppo e non è quello che le riviste patinate identificano come "innegabilmente bella". Ma quando, in seguito ad un incidente in palestra, Renée vede realizzato il suo sogno di bellezza innegabile, tutte le strade improvvisamente sembrano aprirsi davanti ai suoi occhi.

È solo il suo sguardo a percepire, riflessa nello specchio, una Renée da copertina: gli altri continuano a vederla esattamente com'è.

Come ti divento bella lavora proprio sul potere deformante dello sguardo - quello degli altri su di noi, ma soprattutto il nostro su noi stessi (e in particolare noi stesse) - e fa leva su un mezzo eminentemente visivo come il cinema per pilotarci a riconoscere Renée come lei si vede, ovvero sempre più attraente. A differenza di molti altri film sulla repentina trasformazione fisica di un protagonista (come Big, cui Come ti divento bella fa esplicito riferimento), questa commedia introduce l'elemento di novità di una percezione soggettiva sufficiente ad innescare un cambiamento interiore che, agli occhi degli altri, diventa graduale miglioramento estetico.

Big non è l'unico film cui Come ti divento bella, debutto alla regia del duo di sceneggiatori che ha firmato altre commedie in cui l'aspetto fisico era un elemento importante come La verità è che non gli piaci abbastanza e Mai stata baciata, fa riferimento: sopra Renée aleggia il fantasma di Bridget Jones (interpretata, guarda caso, da Renée Zellweger) e tutta l'estetica chick lit, da Sex and the City a Il diavolo veste Prada a I Love Shopping.

Come ti divento bella è imbevuto di cultura pop concernente il look femminile da "it girl": i riferimenti alle Kardashian e alle Hadid, i cammei dal mondo della moda (Lauren Hutton nei panni della fondatrice dell'azienda di cosmetici, Naomi Campbell in quelli di un membro del direttivo) e del web (Emily Ratajkowski, più famosa per i suoi selfie che per le sue interpretazioni cinematografiche).

La storia si dipana con una certa grazia, e la protagonista, la comedienne Amy Schumer che ha fatto dell'autoironia politically incorrect la sua cifra distintiva, cammina con allegria lungo il filo che separa il comico dal patetico. Ma ci sono almeno due problemi vistosi in questa storia. Il primo è che Schumer non è affatto la "culona inchiavabile" (per usare l'infelice espressione di un uomo politico che ha informato l'estetica della nostra televisione) che il film vorrebbe presentarci: ha un bel viso ed è solo un poco sovrappeso. Inoltre - e questo è più grave - è intelligente, sexy e competente, dunque non dovrebbe aver bisogno di un miracolo per cominciare a vedere se stessa come "brava, bionda e in grado di farcela". Il secondo problema, direttamente collegato al primo, riguarda i venti minuti finali del film, che non possiamo rivelare ma che contraddicono tutto il discorso di empowerment femminile (e umano) fatto fino a quel momento.

Allo stesso modo di un'altra recente commedia americana, Tully, anche Come ti divento bella scansa la soluzione naturale della storia, molto più radicale nel criticare il modo in cui il costrutto sociale patriarcale informa i comportamenti e l'autostima delle donne. In questo senso sono state infinitamente più coraggiose, e utili a quelle spettatrici che vogliono smarcarsi dalla dittatura dello sguardo altrui, sia Lena Dunham con la sua esibizione dei propri difetti fisici (sanciti come tali dalla cultura mediatica) o Bridget Jones con il suo sdoganamento dei mutandoni contenitivi. Persino Amore a prima svista e La morte ti fa bella (entrambi scritti e girati da uomini, e parecchi anni fa) erano molto più sovversivi nell'affrontare l'argomento dei canonici estetici dettati da una cultura a dominazione maschile.

Invece anche Come ti divento bella fa due passi avanti e uno indietro, mettendo sul tavolo un'importante (e cinematograficamente potente) riflessione su quanto molte donne abbiano interiorizzato canoni estetici punitivi e limitanti, e poi evitando una conclusione davvero empowering per il pubblico femminile. È questa compulsione a dare un colpo al cerchio e uno alla botte, da parte di alcuni film recenti a tematica femminile, a rendere meno efficaci non solo i loro tentativi di andare incontro alle esigenze del pubblico post-Weinstein, ma anche la riuscita artistica del "prodotto filmico".

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 2 settembre 2018
Nino Pellino

Simpatica ed ottima interpretazione da parte dell'attrice Amy Schumer che da sola riesce a rendere interessante e spassosa questa commedia del regista Abby Kohn. L'attrice in questione si cala nel ruolo della giovane ed insicura Renée, una trentenne di New York che lavora presso un'azienda di cosmetici all'interno di un isolato appartamento ubicato prsso il sottoscala di un [...] Vai alla recensione »

giovedì 7 febbraio 2019
Felicity

Il messaggio del film non è “quel che conta è essere belli dentro”, ma non mentire su quello che sei, dentro o fuori non importa. In questo senso è un film fondamentale perché sgonfia le pubblicità, i videoclip e gli scatti alla moda.  E in realtà Amy Schumer poteva essere spinta ancora di più al limite, come un ippopotamo gigante [...] Vai alla recensione »

giovedì 30 agosto 2018
Flyanto

 Quanto è importante l’aspetto fisico? Oppure è meglio puntare sulle proprie capacità personali, qualunque esse siano, che contraddistinguono un individuo dall’altro e lo rendono unico? Insomma, avere autostima, senza eccedere nella presunzione, diventa la ‘carta vincente’, per non dire necessaria, per imporsi nella vita ed avere un’esistenza [...] Vai alla recensione »

mercoledì 12 giugno 2019
balunzen

Una “roba” avvilente. Situazioni, dialoghi, interpretazioni, tutto stupido, banale e insignificante, da recita parrocchiale. La recitazione della protagonista? Infame.

Frasi
La bellezza è un fatto soggettivo ma adesso tu sei oggettivamente una brutta stronza!
Una frase di Renee Bennett (Amy Schumer)
dal film Come ti divento bella - a cura di MYmovies.it
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 31 agosto 2018
Sara Del Corona
Marie Claire

Renée, prima della botta in testa alla lezione di cycling, era cicciotta e si sentiva bruttissima. Dopo, è cicciotta ma si vede bellissima. Un equivoco, se vogliamo. Ma la prospettiva sulle cose è tutto, e la vita le cambia in meglio. Un film senza pretese ma godibile. E poi c'è Michelle Williams, in un delizioso ruolo a sorpresa. Da Marie Claire, settembre 2018

giovedì 23 agosto 2018
Stefano Giani
Il Giornale

Caduta da una bici da spinning, si risveglia credendosi bellissima. In realtà nulla è cambiato. La bruttina però trova un piglio e una grinta sconosciute. Miete successi in amore e lavoro fino a un nuovo disarcionamento dai pedali... L'autostima è faccenda da psicologi ma il film, un giro sul lettino, lo dovrebbe fare. Troppo prolisso questo ironico déjà vu e il brodo allungato rende inefficaci molte [...] Vai alla recensione »

sabato 25 agosto 2018
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Amy Schumer ha le curve (e un'andatura sui tacchi alti, in minigonna, che raramente si ammira dal vivo: al Festival di Locarno sfidava i sampietrini, sembra camminasse sulla moquette). Ma non è abbastanza grassa - hanno decretato i nemici della recitazione - per passarla liscia in una commedia che racconta una ragazza sovrappeso che dopo ore di spinning batte la testa.

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