Advertisement
Julia Roberts: «Homecoming? La scelta migliore per il mio esordio nella serialità tv»

L'attrice racconta con Sam Esmail la serie che la vede protagonista, dal 2 novembre su Amazon Prime Video.

Homecoming

Impostazioni dei sottotitoli

Posticipa di 0.1s
Anticipa di 0.1s
Sposta verticalmente
Sposta orizzontalmente
Grandezza font
Colore del testo
Colore dello sfondo
0:00
/
0:00
Julia Roberts (Julie Fiona Roberts) (56 anni) 28 ottobre 1967, Smyrna (Georgia - USA) - Scorpione. Interpreta Heidi Bergman nel film di Sam Esmail Homecoming.
martedì 30 ottobre 2018 - prime video

La serie di Amazon Prime Video Homecoming ispirata a un podcast con Catherine Keener è l'opera più recente di Sam Esmail, il creatore della serie Mr Robot. Dieci puntate per arrivare al cuore di un mistero che debuttano sulla piattaforma digitale il 2 novembre, un thriller psicologico tutto basato sui personaggi e la loro disamina. Esmail ha voluto come protagonista Julia Roberts, nei panni dell'operatrice sociale Heidi, chiamata da una misteriosa organizzazione a lavorare con un gruppo di veterani di guerra bisognosi di riabilitazione psicologica.

L'attrice di popolari commedie cinematografiche come Il matrimonio del mio migliore amico e Se scappi ti sposo, l'iconica prostituta Vivian di Pretty Woman si era già cimentata con questo genere - basti ricordare Il rapporto Pelican - ma non con la serialità.
MYmovies.it

Homecoming segna il suo debutto - "Perché non l'ho fatto prima? Nessuno me lo aveva proposto!" ha commentato ironicamente - come attrice in una serie di cui, tra l'altro, è anche produttrice: "Il mondo di oggi è un luogo completamente differente rispetto a trent'anni fa, anche per gli attori. E anche io mi trovo in una posizione diversa, per cui ho la possibilità di essere coinvolta in più cose" ha replicato.

Ecco cos'altro ci hanno raccontato Julia Roberts e Sam Esmail.

Homecoming è un thriller paranoico che ricorda molto i film sulle teorie della cospirazione degli anni '70: sente di dovere qualcosa ad Alan J. Pakula e Brian de Palma?
Sam Esmail: Quando ho ascoltato per la prima volta il podcast, ciò che mi ha colpito maggiormente è stata proprio l'atmosfera oppressiva di paranoia che lo permeava e il fatto che si concentrasse molto di più sui personaggi che sull'intreccio. De Palma è una delle ragioni per cui ho deciso di fare il film maker e mi capita spesso di riguardare i suoi film ossessivamente perché contengono una scena specifica o una specifica ripresa. Se poi penso ai thriller politici di Pakula, a Una squillo per l'Ispettore Klute o Perché un assassinio, e alle iconiche musiche di Michael Small, beh, quelli erano capolavori e quando mi si è presentata l'occasione di realizzare Homecoming ho cercato di catturare quei toni. Questo decennio ha in più che la tecnologia, da un punto di vista sociale, contribuisce a dare un senso straniante di paranoia, qualcosa che si percepisce nell'aria e che si connette molto bene con il genere.

Di Homecoming non è solo attrice ma anche produttrice.
Julia Roberts: La mia compagnia di produzione - penso sappiate che ho una mia compagna di produzione - mi ha dato grandi soddisfazioni. Quando sei un'attrice, il tuo livello di partecipazione è limitato: arrivi quando i giochi sono fatti, e ovviamente non hai la visione completa di tutto quello che succede. È interessante, invece, fare parte della conversazione, sapere cosa succede prima che inizino le riprese, partecipare alle operazioni che regolano la creazione di un film molto prima delle riprese. Com'è essere una produttrice donna oggi rispetto a un uomo? Non lo so, non sono mai stata un produttore uomo, ma penso di avere sempre ragione. Sì, non posso esserne sicura al 100% ma di solito è così.


GUARDALO SUBITO
In foto una scena della serie Homecoming.
In foto una scena della serie Homecoming.
In foto una scena della serie Homecoming.

Come avete creato le atmosfere di Homecoming, decisamente retrò e claustrofobiche?
Sam Esmail: Di nuovo, abbiamo volto lo sguardo ai film degli anni '70. Mi hanno ispirato soprattutto per quanto riguarda i colori. A essere onesti quella parte è merito dell'ispirazione del mio production designer, Anastasia White, e del direttore della fotografia Tod Campbell che hanno lavorato in tandem. Volevamo dare un'impronta distinta a entrambe le linee temporali: il passato ha colori più vividi e saturi mentre il presente è slavato, come appiattato, sembra di stare in un mondo dove tutto è un po' più piccolo.

Cosa pensa, in genere, delle serie rispetto ai film?
Julia Roberts: Posso dire come mi sento all'idea di costruire un personaggio avendo a disposizione un periodo più lungo di tempo. Quando ho cominciato a lavorare come attrice i tempi di produzione cinematografici erano diversi, più dilatati, e potevo rimanere su un personaggio dai tre ai sei mesi. Oggi le cose non si fanno più così, è tutto molto più più veloce, per cui è stato bello avere il tempo di studiare il personaggio, espanderlo e diffondere la sua energia. La serialità mi attrae anche perché mi piace avere tutti questi 'compartimenti', ogni episodio è come una scatola connessa alle altre scatole. Per me come attrice è stato anche fondamentale avere Sam come regista di tutti gli episodi. Con lui sono in sintonia, anche se è bravissimo a farti sentire a disagio. Ho chiesto che ci fosse sempre lui dietro la macchina da presa perché non me la sentivo di dover iniziare tutto di nuovo - creare il rapporto col regista, arrivare a una comprensione artistica - a ogni episodio. Per me ha fatto davvero la differenza.

Molte scene si svolgono a telefono, come avete lavorato per realizzarle?
Sam Esmail: realizzare le telefonate tra il personaggio di Julia e quello di Bobby Cannavale è stato abbastanza folle. Ho preteso che l'altro attore fosse sul set anche quando si giravano le parti dell'altro. So che si poteva fare senza, ma non ci sarebbe stata quella energia tra gli attori che io invece volevo.
Julia Roberts: Non ho incontrato Bobby sul set per un pezzo, ma anche se non condividevamo fisicamente lo spazio fisico della stessa scena funzionavamo bene. Poi quando finalmente lo abbiamo fatto è stato veramente strano. È un attore meraviglioso ma... non riuscivo mai e vederlo, eravamo sempre a telefono! Sam mi faceva venire al lavoro anche quando non ero nella ripresa, mi metteva in un'altra stanza; a volte c'erano dei monitor di modo che potessi vedere cosa accadeva, altre volte no.

In Homecoming c'è una deliziosa rimpatriata: quella tra Julia e Dermot Mulroney, che hanno recitato insieme in Il matrimonio del mio migliore amico.
Julia Roberts: Quale Homecoming? In realtà vi stiamo facendo vedere una serializzazione nel futuro di Il matrimonio del mio migliore amico! Quello è il mio film che Sam preferisce, per cui quando si è cominciato a cercare un attore che interpretasse il mio fidanzato, Sam ha proposto di arruolare Dermot e io non ho potuto far altro che esultare perché è un mio grande amico. È molto ironico e decisamente fantastico nella serie.

Come avete creato qualcosa di diverso dal podcast?
Sam Esmail: Non volevamo semplicemente copiare pedissequamente. Abbiamo estrapolato dal podcast alcuni concetti e idee differenti sul personaggio di Heidi per fare qualcosa di nuovo: il nostro non è stato solamente un ri-raccontare ma piuttosto una reinterpretazione delle cose che succedono.
Julia Roberts: Nel podcast la parte di Heidi spetta a Catherine Keener. È una mia grande amica, una grandissima attrice, ha una voce meravigliosa e mi piace il modo curioso in cui naviga nella frase. L'avrei imitata al 100% se ne fossi stata in grado ma non potevo, per cui ho cercato di creare una Heidi mia.


GUARDALO SUBITO

{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati