flaw54
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mercoledì 7 novembre 2018
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un film solido
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Un buon film con uno prima parte eccessivamente lunga, ma con una seconda coinvolgente ed emozionante. Forti le influenze di Kubrick specie nel momento dello sbarco sulla Luna e di Demme in Pholadelphia nelle scene conclusive. Ottima la prova della Foy, attrice che non conoscevo, mentre eccessivamente narcisista mi è sembrato Gosling nella costruziine di un personaggio eccessivamente chiuso e riservato. Chazelle ha saputo rendere bene le difficoltà e i rischi degli astronauti dell'epoca e viene da chiederci come possano aver raggiunto la luna con quei mezzi così obsoleti. Il film comunque si concentra molto di più sugli aspetti psicologici. Da vedere
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mercoledì 7 novembre 2018
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ad ognuno la sua luna
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Indubbiamente un gran bel film, dalla storia solida ,personaggi convincenti ed interpreti di grande levatura.L'astro notturno rappresenta per ognuno di essi l'obiettivo di diversissime aspirazioni, e nel finale il self control e la scienza essenziale di Neil si sciolgono nel volo del suo cuore abbattuto, che d'ora in poi si sente più vicino a Karen e più leggero per averla potuta salutare per l'ultima volta così da vicino.E l'amore paterno offusca tutti gli afflati politici e scientifici possibili.Così come lo sguardo intenso dell'amore coniugale , in un silenzio obbligato per proteggersi dai microfoni e dalle telecamere della NASA , rivela tutta la dimensione umana di un pezzo di storia .
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cornelia burcea
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martedì 6 novembre 2018
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fantastico
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una trama bellissima , vedere da un altra angolazione come è stato il primo passo sulla luna inutile e insignificante per un grande essere umano come Armstrong, per me è stata come una rivelazione , come una conferma... ,ed è accaduto nel 69 ' un mese prima della mia nascita .E' BELLO VIAGGIARE NELL'UNIVERSO CON IL PENSIERO, CON L'ANIMA CON LO SPIRITO ma non fisicamente ,è come andare contro la propria natura , che senso ha tutta quella sofferenza , tutto quel male inutile .Molto bello il film ,fatto molto bene mi è sembrato di essere li sulla luna ,nello spazio.
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doctorcinema
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martedì 6 novembre 2018
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aspettative alte, grande delusione!
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Personalmente nutrivo grandi speranze verso questa pellicola, per vari motivi: perché apprezzo molto il regista; perché ritengo il genere biografico il mio preferito in ambito cinematografico; inoltre le immagini mostrate nel trailer avevano contribuito ad aumentare in me l’attesa per il film. Mi sono recato in sala, quindi, con tutte le intenzioni positive del caso, ma già dopo i primi 30 minuti mi sono reso conto che stavo avviandomi verso una grande delusione. Mi incuriosiva capire come Chazelle avrebbe reso da un punto di vista visivo e narrativo un evento noto a chiunque.
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Personalmente nutrivo grandi speranze verso questa pellicola, per vari motivi: perché apprezzo molto il regista; perché ritengo il genere biografico il mio preferito in ambito cinematografico; inoltre le immagini mostrate nel trailer avevano contribuito ad aumentare in me l’attesa per il film. Mi sono recato in sala, quindi, con tutte le intenzioni positive del caso, ma già dopo i primi 30 minuti mi sono reso conto che stavo avviandomi verso una grande delusione. Mi incuriosiva capire come Chazelle avrebbe reso da un punto di vista visivo e narrativo un evento noto a chiunque. Il risultato finale, purtroppo, non mi ha convinto per molti aspetti.
Innanzitutto, per valutare in modo accurato un film come “First man” non bisogna cadere nello sbaglio di fare paragoni con film di fantascienza (più o meno recenti), perché NON è un film di fantascienza. Ho letto diversi paragoni di questo tipo e sono dell’opinione che sia un errore. L’unico confronto che potrei in parte giustificare è quello con pellicole come “Apollo 13”, fermo restando che non ha neanche particolare senso effettuare paragoni tra pellicole.
Il problema principale che io ho ritrovato in “First man” è che il regista e lo sceneggiatore non sono stati in grado di dare un tono ben preciso al loro film, perdendo il filo del discorso tra diverse tematiche che risultano essere tutte mal descritte e mal approfondite. Ciò che si vuole narrare, infatti, è principalmente la componente psicologica, emotiva ed introspettiva della preparazione al viaggio astronomico da parte di Neil Armstrong, che come già detto prima fu costretto ad affrontare molte problematiche prima di poter compiere l’impresa storica. L’idea di fondo non sarebbe neanche sbagliata, perché se tutti noi conosciamo dall’esterno ciò che avvenne quel giorno di luglio del 1969, quasi nessuno ha piena conoscenza di tutto ciò che nel corso degli anni ha portato il mondo a raggiungere la Luna.
Il difetto di fondo risiede in una sceneggiatura non incisiva, non in grado di esaltare l’evoluzione delle vicende che hanno attorniato colui che è il fulcro della storia, Neil Armstrong. Probabilmente, questo è dovuto anche alla prova attoriale non convincente di Ryan Gosling. Gosling, a mio modo di vedere, soffre di una piattezza recitativa che in alcuni film può anche risultare proficua (“Drive”, su tutti), ma che in altri tende a penalizzare il suo personaggio e il contesto complessivo. Nonostante Neil Armstrong, a detta di chi lo conosceva, fosse un uomo schivo, poco incline alle esternazioni emotive e alla ribalta pubblica, la prova di Gosling mi è sembrata eccessivamente sotto le righe. In un film che vuole approfondire maggiormente la componente emotiva e personale di un’impresa titanica come quella dell’Apollo 11, mi sarei aspettato dei personaggi in grado di creare una maggiore empatia con lo spettatore. Ciò secondo me non è avvenuto, perché neanche gli altri componenti del cast mi hanno convinto. La stessa Claire Foy, nei panni della moglie di Armstrong, non ha regalato a mio parere una prova complessivamente convincente, anche se probabilmente non ha trovato un appoggio adeguato nel suo compagno di recitazione.
La sceneggiatura, inoltre, evidenzia diversi momenti di rallentamento eccessivo, con delle sequenze che a mio parere potevano tranquillamente essere tagliate permettendo così uno snellimento narrativo che avrebbe giovato al film. E’ come se Chazelle avesse voluto analizzare momento dopo momento il percorso di Armstrong dalla morte della figlia sino allo sbarco sulla Luna, ma secondo me diversi elementi potevano essere messi in scena in maniera più incisiva e lasciando allo spettatore l’interpretazione del momento specifico, permettendo così anche un migliore coinvolgimento emotivo dello spettatore stesso.
A Chazelle imputo inoltre una non adeguata gestione delle scene “spaziali”. Anche in questo caso gli occhi del regista si sono voluti concentrare sui personaggi, più che sugli elementi esterni, e anche in questo caso mi ritrovo ad apprezzare la scelta di fondo, ma non la messa in scena finale. Alcune sequenze sono troppo caotiche, incomprensibili, mettono a dura prova lo spettatore da un punto di vista della resa visiva e risultano troppo lunghe. Anche la scena dell’allunaggio poteva essere concepita meglio, molto meglio. Occorreva tralasciare “l’aspetto adrenalinico”, sfruttato meno durante tutto il resto della pellicola e che risulta in quel momento inutile (dato che tutti noi sappiamo che sulla Luna ci siamo effettivamente arrivati). Secondo me bisognava esplorare in maniera migliore la componente psicologica di quegli uomini che stavano per toccare un suolo “alieno”.
Un altro punto debole della pellicola è il finale, del quale non rivelerò nulla per ovvie ragioni. Dico solo che se il film si fosse concluso 5-7 minuti prima, probabilmente avrebbe guadagnato quei punti in più che avrebbero reso possibile un giudizio leggermente più positivo. Invece Chazelle è voluto andare oltre, strafare, senza un apparente motivazione logica.
Per quanto concerne la componente più strettamente tecnica, il punto forte della pellicola risiede nella fotografia. La scelta di dar vita ad un’atmosfera retrò, con le scene attraversate da una sottile trama e con i colori tendenzialmente caldi che regalano l’aspetto di un filmato d’epoca, è secondo me azzeccata. Tra l’altro ciò va a contrastare nettamente con l’algido cosmo nel quale si ritrovano gli astronauti durante le spedizioni, come a voler sottolineare l’estrema solitudine provata da quegli uomini a migliaia di chilometri dalla Terra. Non mi sorprenderebbe in tal senso una candidatura agli Oscar e anche una possibile vittoria.
Nel complesso, però, non riesco a trovare altri punti positivi nel film, che mi appare come un’opera con tanti buoni propositi di fondo, ma che li vede portare a termine in maniera molto parziale. E se per qualunque altro film avrei accettato un risultato del genere senza particolari problemi, nel caso di questa pellicola invece sento un misto di rabbia e delusione per qualcosa che, secondo il mio punto di vista, un regista bravo come Chazelle poteva realizzare in modo nettamente migliore.
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eccome!
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martedì 6 novembre 2018
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imperdibile: più bello di apollo 13
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Avventura umana, fantascienza, tecnologia, sentimenti, ma tutto vero, tutto autentico.
Resti incollato al sedile fino all'ultimo fotogramma.
Ryan Gosling è il solito pessimo attore con espressione fissa, ma il film è favoloso.
Da non perdere.
Evitatelo se vi è piaciuta la Bullock che salta dentro e fuori dalle navi spaziali: questo, è una storia vera.
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flyanto
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lunedì 5 novembre 2018
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un uomo ed un'impresa memorabile
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“First Man – Il Primo Uomo” del regista Damien Chazelle racconta la storia dell’astronauta americano Neil Armstrong che il primo uomo al mondo a sbarcare sulla Luna il 20 Luglio1969.
Il film molto dettagliatamente (anche fin troppo: abbreviato di circa 20 minuti esso sarebbe risultato meglio) presenta la figura dell’aviatore ed ingegnere aeronautico Armstrong sia nell’ambito privato e, cioè, all’interno della propria famiglia colpita dal lutto prematuro della piccola figlia, che in quello professionale e, più precisamente, dalla sua candidatura per entrare a fare parte del programma di preparazione per la spedizione sulla Luna sino alle fasi dei vari collaudi prima del lancio definitivo in orbita.
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“First Man – Il Primo Uomo” del regista Damien Chazelle racconta la storia dell’astronauta americano Neil Armstrong che il primo uomo al mondo a sbarcare sulla Luna il 20 Luglio1969.
Il film molto dettagliatamente (anche fin troppo: abbreviato di circa 20 minuti esso sarebbe risultato meglio) presenta la figura dell’aviatore ed ingegnere aeronautico Armstrong sia nell’ambito privato e, cioè, all’interno della propria famiglia colpita dal lutto prematuro della piccola figlia, che in quello professionale e, più precisamente, dalla sua candidatura per entrare a fare parte del programma di preparazione per la spedizione sulla Luna sino alle fasi dei vari collaudi prima del lancio definitivo in orbita. Lo spettatore in tal modo viene reso edotto di quanto la Nasa ai tempi si adoperò al fine di attuare il tanto agognato sbarco su un pianeta sino allora completamente sconosciuto e soprattutto di quanti tragici fallimenti anticiparono il grande evento.
Da un punto di vista, dunque, informativo e documentaristico la pellicola di Chazelle risulta molto interessante e, senza alcun dubbio anche ben girata con uno stile rigoroso e molto attinente ai fatti reali ma, ripeto, dilungandosi così eccessivamente in ciò che riguarda la fase preparatoria allo sbarco vero e proprio (più o meno tre quarti della durata del film), essa rischia di far perdere la concentrazione allo spettatore, annoiandolo un poco. Gli ultimi 20 minuti, invece, dedicati esclusivamente al vero e proprio sbarco sulla Luna da parte di Armstrong risultano talmente emozionanti, suggestivi e quanto mai fedeli alle vere riprese del tempo che valgono tutto il film.
Ryan Gosling, che già nel precedente “La La Land” ha lavorato con Chazelle, interpreta in maniera soddisfacente il personaggio di Armstrong, presentando il ritratto di un uomo serio, provato dal dolore, dedito alla famiglia e con il sogno da realizzare di compiere un’impresa unica sino a quel momento.
“First Man” , concludendo, è un’opera sicuramente consigliabile per rivivere e soprattutto per rendersi realmente conto di quello che l’uomo è riuscito a raggiungere tanti anni fa, inducendo anche a riflettere sulla grandezza dell’Universo e sulla piccolezza dell’individuo di fronte ad esso ancor oggi pieno di mistero.
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lunedì 5 novembre 2018
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pesante come un mattone
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un film che fa sembrare il primo sbarco sulla luna un'impresa più tragica che epica (si perde il conto del numero dei funerali che si celebrano in questa pellicola). ryan gosling nel suo solito ruolo del duro imbronciato e taciturno; ma un ingegnere aerospaziale, con tutta la buona volontà, non riesce proprio a risultare il personaggio affascinante e dannato a cui ci ha abituato l'attore canadese. film talmente pesante che mi ha quasi rovinato un primo appuntamento.
[+] eh, infatti: la verità mica è fatta di paillettes
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paulnacci
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lunedì 5 novembre 2018
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gli uomini migliori
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Qualche anno fa in tv ho visto il film "uomini veri" che narrava le vicende dei primi piloti che facevano le selezioni per partecipare al programma mercury e divetare astronauti dal quale si evinceva che per poterne fare parte bisognava essere il meglio del meglio.Questo film totalmente diverso da quello precedetemente citato , narra la storia della conquista della luna attraverso la vicenda familiare del primo uomo che ci ha messo piede Neil Armstrong, mettendono in luce i tratti caratteriali che poi probabilmente hanno fatto si che fosse il prescelto.Molto belle le scene di pilotaggio dei vari prototipi (x15,simulatori ) sopratutto quelle della missione Gemini 8 e Apollo 11.
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Qualche anno fa in tv ho visto il film "uomini veri" che narrava le vicende dei primi piloti che facevano le selezioni per partecipare al programma mercury e divetare astronauti dal quale si evinceva che per poterne fare parte bisognava essere il meglio del meglio.Questo film totalmente diverso da quello precedetemente citato , narra la storia della conquista della luna attraverso la vicenda familiare del primo uomo che ci ha messo piede Neil Armstrong, mettendono in luce i tratti caratteriali che poi probabilmente hanno fatto si che fosse il prescelto.Molto belle le scene di pilotaggio dei vari prototipi (x15,simulatori ) sopratutto quelle della missione Gemini 8 e Apollo 11.Forse per chi non è veramente interessato può risultare un pochino lento in alcuni momenti ,ma le scene delle missioni sono veramente adrenaliche e fanno capire quanto coraggio ci volesse per affrontare quelle sfide !!!
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no_data
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lunedì 5 novembre 2018
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pietra miliare - un nuovo modo di fare cinema
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La questione relativa alla bellezza del film “il primo uomo” riguarda il modo in cui è stato fatto. Stiamo parlando di un opera di narrazione , precisamente storica, che in altri casi si sarebbe definita di fantascienza o drammatica, a seconda che si guardi il lato umano o quello tecnologico che riveste la sceneggiatura.
La bellezza del film però non riguarda la sceneggiatura ( anche se poi vedremo come il soggetto appaia quantomeno simbolico ) ma riguarda la regia.
Siamo di fronte alla creazione di un nuovo modo di fare film che sta al XXI secolo come il Neo-Realismo sta al XX secolo. Ad essere audaci si potrebbe parlare di Iper-Realismo.
La questione relativa alla bellezza del film “il primo uomo” riguarda inoltre l’impatto culturale che genera nell’osservatore.
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La questione relativa alla bellezza del film “il primo uomo” riguarda il modo in cui è stato fatto. Stiamo parlando di un opera di narrazione , precisamente storica, che in altri casi si sarebbe definita di fantascienza o drammatica, a seconda che si guardi il lato umano o quello tecnologico che riveste la sceneggiatura.
La bellezza del film però non riguarda la sceneggiatura ( anche se poi vedremo come il soggetto appaia quantomeno simbolico ) ma riguarda la regia.
Siamo di fronte alla creazione di un nuovo modo di fare film che sta al XXI secolo come il Neo-Realismo sta al XX secolo. Ad essere audaci si potrebbe parlare di Iper-Realismo.
La questione relativa alla bellezza del film “il primo uomo” riguarda inoltre l’impatto culturale che genera nell’osservatore. Stiamo parlando di uno spessore artistico tale da confondere l’intrattenimento con cultura anticipatrice.
Sulla tecnica registica utilizzata è difficile dare spiegazioni rappresentative. Non è, come stato scritto, un insieme di più generi. Non lo è perché se pensiamo ad un genere come ad una strada , e a un insieme di più generi come a molte strade , dove la scena viene ripresa prima da una prospettiva poi da un'altra, ci troveremmo, almeno in alcuni passaggi, ad osservare linee di discontinuità tra l’uno e l’altro taglio .
La caratteristica della pellicola è la mancanza di discontinuità . Questo induce a pensare alla nascita appunto di una nuova forma espressiva.
Questo Iper-Realismo rende la finzione un esperienza. Come osservatore sei disorientato , ti sembra di essere in un film dell’orrore per poi passare a danzare con tua moglie nel silenzio dell’attesa di ciò che sarà. Dunque la brutale condizione di stare dentro il film e di provare le emozioni originali che ogni vita vera fa vivere.
Nessuna nostra vita assomiglia minimamente a un genere cinematografico . Non c’è Western nella nostra vista e tanto meno Action o Thriller perché sono semplificazioni utili a rappresentare verosimilmente una storia . La vita è troppo complessa per essere rinchiusa in un genere o più generi. Il film “il primo uomo” riesce nell’intento di rappresentare la dinamica del complesso in un quadro espressionista per immersività e realismo.
Sulla questione di intrattenimento come cultura anticipatrice , in relazione alla società in cui viviamo, ci sono stati alcuni esempio più o meno prossimi . Penso alla Serie “ the night of”dove è palese l’intento di rappresentare più piani , trasversali e longitudinali , in modo da coagulare la complessità del reale.
Si giunge quindi alla questione sociologica. Ossia che finalmente la techne è stata in grado di fornirci alcuni strumenti per interpretare la realtà liquida che viviamo in costrutti complessi ma finalmente solidi , da un punto di vista esperienziale.
Stiamo parlando del passaggio travagliato registrato nell’ultimo secolo, da una società organizzata su base piramidale e pertanto solida ad una orizzontale e liquida. Quest’ultima molto difficile da rappresentare per sua stessa natura. I generi ordinari quali il Drama, il Thriller , Action etc. riuscivano a rappresentare la semplicità del reale quale ricordo della società che fù. "Il primo uomo" rappresenta, tramite una storia del passato, la complessità che è.
Possibile ?
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feraud
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lunedì 5 novembre 2018
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film inutile, anzi dannoso
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Chi non ha un minimo di informazione sulla storia della conquista della Luna esce dal cinema avendo capito ben poco sulle tappe percorse per arrivarci; chi invece è informato, non può che restare profontamente deluso da come l'aspetto tecnologico della vicenda sia stato poco trattato, ancor meno chiarito e più che altro evidenziato come rozzezza primitiva.
C'è da sperare che questo film almeno muova curiosità per visionare quanto sia ricca la parte documentale che si trova in rete.
Si scoprirà. per esempio, che il lancio dell'Apollo 11 è avvenuto in una giornata di sole, non sotto quel cielo coperto di nubi, e che Armtrong era più loquace di come è stato ermeticamente rappresentato.
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Chi non ha un minimo di informazione sulla storia della conquista della Luna esce dal cinema avendo capito ben poco sulle tappe percorse per arrivarci; chi invece è informato, non può che restare profontamente deluso da come l'aspetto tecnologico della vicenda sia stato poco trattato, ancor meno chiarito e più che altro evidenziato come rozzezza primitiva.
C'è da sperare che questo film almeno muova curiosità per visionare quanto sia ricca la parte documentale che si trova in rete.
Si scoprirà. per esempio, che il lancio dell'Apollo 11 è avvenuto in una giornata di sole, non sotto quel cielo coperto di nubi, e che Armtrong era più loquace di come è stato ermeticamente rappresentato.
Un film così fatto, che si propone come un omaggio documentaristico e celebrativo, risulta inutile, se non dannoso, per la conoscenza.
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[+] a me è sembrato molto realistico, finalmente
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[ - ] a me è sembrato molto realistico, finalmente
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