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Joaquin Phoenix: più che un attore, una forza della natura

L'attore tornerà presto in sala con Don't Worry di Gus Van Sant, emozionante dramma sul potere curativo dell'arte. Presentato alla Berlinale e dal 29 agosto al cinema.
di Paola Casella

Don't Worry

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Joaquin Phoenix (Joaquin Raphael Phoenix) (49 anni) 28 ottobre 1974, San Juan (Portorico - USA) - Scorpione. Interpreta John Callahan nel film di Gus Van Sant Don't Worry.
martedì 14 agosto 2018 - Celebrities

"Non ho fatto altro che cavalcare la forza vitale di Joaquin Phoenix", ha dichiarato Philip Seymour Hoffman nell'accettare la Coppa Volpi ex aequo alla 69esima edizione della Mostra di Venezia per The Master. E in effetti è più giusto descrivere Phoenix come una forza della natura che come un semplice attore: da quando è comparso sulla scena - a 8 anni, in una trasposizione televisiva del musical Sette spose per sette fratelli - il pubblico ha dovuto fare i conti con la sua presenza scenica potente (nonostante un labbro leporino mal ricucito) e la sua recitazione intensa.

Terzo dei cinque fratelli Phoenix dopo River e Rain, anche loro attori (il primo scomparso a 23 anni), ha rinunciato al "nome d'arte" Leaf ("Foglia") per recuperare quello assegnatogli dai genitori, Joaquin, in onore del suo luogo di nascita, Porto Rico.
Paola Casella

Anche il cognome è un'invenzione: in origine era Bottom, cioè "fondo" o "base", ma poiché la tendenza famigliare era quella di risorgere dalle proprie ceneri come la Fenice, è diventato Phoenix. Nel caso di Joaquin, però, l'animale di riferimento resta il camaleonte. Dal ruolo del problematico amante 19enne di Nicole Kidman in Da morire a quello del perverso imperatore Commodo ne Il Gladiatore, dal re della musica country Johnny Cash in Quando l'amore brucia l'anima al divo ingestibile e strafottente del mockumentary Joaquin Phoenix: Io sono qui!, in cui interpretava se stesso con straordinaria autoironia sotto la regia del cognato Casey Affleck, Joaquin si è trasformato incessantemente, spesso anche fisicamente, acquistando e poi perdendo decine di chili di peso, passando da una barba incolta e un capello hippie a una rasatura da Marine senza alcuna lamentela da divo.


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In foto una scena del film Don't Worry.
In foto una scena del film Don't Worry.
In foto una scena del film Don't Worry.

È anche per questo che i registi che hanno lavorato con lui, nonostante il suo carattere pignolo, l'hanno richiamato ancora e ancora: M. Night Shyamalan l'ha voluto in Signs e The Village; James Gray in The Yards, I padroni della notte, Two Lovers e C'era una volta a New York; Paul Thomas Anderson per The Master e Vizio di forma; Gus Van Sant per Da morire e ora Don't Worry, in cui interpreta il ruolo del vignettista John Callahan, alcolizzato e confinato su una sedia a rotelle.

"Joaquin è molto attento ai dettagli. Abbiamo analizzato ogni singola pagina della sceneggiatura, discutendo di tutto. Portava sempre con sé l'autobiografia di John, con tutti i passi salienti evidenziati in giallo, e quando dovevamo girare una scena rileggeva la parte del libro in cui era descritta. La sua devozione e la fedeltà verso il personaggio e la storia sono state incredibili: voleva trovare la sua voce personale e creare la sua versione di questo personaggio".

Del resto già Paul Thomas Anderson in The Master gli aveva dato carta bianca, definendolo "un John McEnroe in duello con il Bjorn Borg di Philip Seymour Hoffman"; Spike Jonze lo considerava l'unico attore in grado di rendere credibile il ruolo del protagonista solitario che si innamora di una voce virtuale in Lei; Woody Allen gli ha affidato il ruolo autobiografico del professore in crisi esistenziale; Lynne Ramsay ha sviluppato insieme a lui il personaggio del giustiziere armato di martello in A Beautiful Day (guarda la video recensione).

Perché Joaquin Phoenix è incapace di affrontare un'interpretazione come un "buono pasto": studia il personaggio, lo sviscera, lo scompone e alla fine lo ricostruisce a modo suo. Già pregustiamo la sua personale rilettura del Joker, annunciata il mese scorso. Per ora però ci godiamo la sua strepitosa interpretazione in Don't Worry, altra probabile candidatura ai prossimi Oscar, ennesima dimostrazione che attori si nasce e col tempo, se si ha talento, non si fa altro che migliorare.


RECENSIONE

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