Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Austria, Italia, USA |
Durata | 65 minuti |
Regia di | Bernadette Wegenstein |
Attori | Donatella Finocchiaro . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 13 giugno 2023
Un film che fonde animazione e cinema verité per tessere una storia di donne che cercano di superare il trauma della violenza sessuale.
CONSIGLIATO SÌ
|
Ogni anno, dal 3 al 5 febbraio, la città di Catania celebra la sua patrona, Sant'Agata. Considerata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, la festa di Sant'Agata è una delle più partecipate al mondo e gli abitanti di Catania trovano nella martire conforto e sicurezza. Vissuta nel III secolo d.C., Sant'Agata rifiutò di abiurare alla sua fede come ordinatole da Quinziano, proconsole romano che si invaghì di lei e l'accusò di vilipendio della religione di Stato. Rifiutato, Quinziano imbastì un processo contro la giovane donna: nonostante le torture - tra cui la rimozione dei seni - Agata rimase inamovibile nella sua fede e dopo essere stata bruciata viva, morì nella sua cella. Tutt'oggi la martire rappresenta un esempio di forza e resilienza agli occhi delle donne catanesi vittime di violenza.
Coproduzione Stati Uniti e Austria, il documentario Devoti tutti racconta in modo intimo e delicato gli abitanti di Catania, mettendo in scena una storia di liberazione femminile che affonda le sue radici nel culto di Sant'Agata.
L'utilizzo del rotoscopio come tecnica di animazione non è nuovo: ideato da Max Fleischer - che lo impiegò per la prima volta nella serie Out of the Inkwell (1918-1929) - venne preso in prestito anche dalla Disney per la realizzazione di Cenerentola (1950) e La Carica dei 101 (1961). Si tratta di una tecnica di animazione incentrata sul ricalcare le scene a partire da una pellicola filmata in precedenza. Dopo la creazione dello storyboard, le scene vengono infatti girate con attori in carne ossa e, in seguito, con l'ausilio del rotoscopio, vengono trasformate in un disegno animato che può essere colorato e manipolato a piacere. Oggi l'impiego del rotoscopio è stato quasi totalmente sostituito dalla Computer Grafica (CGI): ciononostante, la regista Bernadette Wegenstein decide di affidarsi proprio a questo strumento per animare le immagini che coinvolgono Sant'Agata, interpretata dalla figlia di Wegenstein e doppiata dall'attrice Donatella Finocchiaro. Di recente anche la serie Undone, dei creatori di BoJack Horseman, aveva fatto ampio utilizzo di questa tecnica: se in quel caso alimentava l'atmosfera onirica della narrazione, sospesa tra inconscio e realtà, in Devoti tutti il rotoscopio conferisce al documentario un tocco magico o, ancora meglio, mistico. Sant'Agata e i suoi seni volanti vengono così avvolti in un'aura incantata, che trasporta l'immaginario percorso di liberazione della martire su un piano parallelo eppure vicino a quello delle abitanti di Catania, riprese nell'estrema crudezza e realtà delle loro vite. L'aspetto più efficace del film è infatti il contrasto - anche estetico - tra Sant'Agata e le storie di vita delle donne protagoniste: l'accostarsi delle loro vicende, temporalmente distanti, è sicuramente immaginifico, ma comunque pertinente.
Molti cittadini di Catania trovano in Sant'Agata conforto e sicurezza, tuttavia sono soprattutto le donne a vedere in lei un modello di forza e resilienza. Prima fra tutte Angela che, come una moderna Agata, racconta alla telecamera il suo passato di abusi e violenza. Accanto a lei c'è Vera, la cui figlia adolescente è stata uccisa in un brutale femminicidio, ma anche una suora di clausura fermamente convinta della propria libertà e una chirurga che ha dovuto farsi strada in un contesto lavorativo fortemente maschile. Le confessioni di tutti protagonisti del documentario, uomini e donne, giovani e anziani, sono intime e sincere; mentre lo sguardo della regista si rivolge in modo delicato e poetico alle loro confidenze, cui vengono riconosciute importanza e dignità. Unica nota dolente i dialoghi attribuiti alla martire, talvolta eccessivamente retorici e artificiosi: ciononostante, la bellezza delle animazioni di Agata riesce a non farcelo pesare troppo.
Il documentario Devoti tutti racconta in modo intimo e delicato gli abitanti di Catania, mettendo in scena una storia di liberazione femminile che affonda le sue radici nel culto di Sant’Agata. Il rotoscopio conferisce al questo documentario un tocco magico o, ancora meglio, mistico: Sant’Agata e i suoi seni volanti vengono avvolti in un’aura incantata, che trasporta l’immaginario percorso di liberazione della martire su un piano parallelo eppure vicino a quello delle abitanti di Catania, riprese nell’estrema crudezza e realtà delle loro vite.
L’aspetto più efficace del film è infatti il contrasto - anche estetico - tra Sant’Agata e le storie di vita delle donne protagoniste: l’accostarsi delle loro vicende, temporalmente distanti, è sicuramente immaginifico, ma comunque pertinente.
Le confessioni di tutti protagonisti del documentario, uomini e donne, giovani e anziani, sono intime e sincere; mentre lo sguardo della regista si rivolge in modo delicato e poetico alle loro confidenze, cui vengono riconosciute importanza e dignità.