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Avengers: Infinity War e l'angoscia della sostenibilità

Il film di Joe e Anthony Russo riprende un tema sempre più al centro del dibattito accademico e politico. Al cinema.
di Marco Castelli, vincitore del Premio Scrivere di Cinema

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Josh Brolin (56 anni) 12 febbraio 1968, Los Angeles (California - USA) - Acquario. Interpreta Thanos nel film di Joe Russo, Anthony Russo Avengers: Infinity War.
mercoledì 2 maggio 2018 - Scrivere di Cinema

Nel libro "Una modesta proposta" Jonathan Swift (più conosciuto per il celeberrimo "I viaggi di Gulliver") propone il suo metodo «onesto, facile e poco costoso» per evitare il sovrappopolamento e ridurre carenza alimentare. Secondo l'autore il duplice obiettivo si potrebbe facilmente ottenere utilizzando alla lettera l'unica ricchezza del "proletariato" e facendo quindi mangiare i figli dei poveri contadini irlandesi ai proprietari terrieri anglo-irlandesi: si sarebbe così sia ridotta la popolazione povera sia, tramite la vendita dell'infante, arricchite le regioni sottosviluppate. Qualche decennio dopo, calmatosi lo scandalo sollevato da questo pamphlet satirico, fu l'economista Malthus a provare a dimostrare come le risorse agricole ed alimentari in genere non sarebbero capaci di sostenere la crescita della popolazione e di come si dovesse pertanto ricorrere a metodi di controllo delle nascite per evitare che l'iper-sfruttamento dell'ambiente non provochi un crollo della produttività agricola ed una conseguente distruzione dell'umanità.

Più di due secoli dopo e molti studi e tentativi (ad esempio la politica del figlio unico cinese) il problema dei limiti della crescita rimane all'ordine del giorno e parole come "sostenibilità" e "decrescita" sono sempre più al centro del dibattito tanto accademico quanto politico.
Marco Castelli

È sicuramente sulla base di questa angoscia che si è mosso lo sviluppo della trama di Avengers: Infinity War che, come tutti i buoni film, pur articolandosi nell'elaborazione di altri universi o nell'invenzione di nuovi superpoteri non può che dar voce alle inquietudini della contemporaneità. D'altronde i temi ambientali ed energetici si pongono già nella saga come punti di riferimento a partire dalle invenzioni e scoperte di Anthony Stark e sono diventati negli ultimi anni un riferimento nell'inventario fantascientifico.

La soluzione arrogantemente proposta dal villain è chiaramente aberrante - come lo fu a suo tempo la proposta di Swift - e come tale non può che essere percepita dallo spettatore. La battaglia non è più però solo militare o politica e sarà interessante però vedere cosa gli Avengers potranno opporre alla scientifica follia di colui che, con uno schiocco di dita, tenta a suo modo di riportare l'ordine e l'equilibrio nell'intero universo.


RECENSIONE

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