Nella scelta del Cinema di Sky e disponibile anche on demand, un film che segna nuovi esaltanti record per Steven Spielberg.
di Alessandro Buttitta
Il governo americano ha mentito per decenni sulla Guerra in Vietnam. Almeno quattro presidenti hanno insabbiato prove sulle reali condizioni delle truppe statunitensi in territorio straniero, nascondendo all'opinione pubblica verità troppo difficili da accettare. Convinti che i giornalisti debbano sempre osservare e raccontare criticamente le mosse di chi detiene il potere, l'editore e il direttore del Washington Post decidono di divulgare al mondo i Pentagon Papers, ovvero dei documenti top secret del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. È il 1971, Richard Nixon occupa la Casa Bianca, uno scandalo di immani proporzioni anima quella che è definita la più grande democrazia al mondo.
Tra le prime visioni di Sky, disponibile anche on demand, The Post è un vibrante manifesto sulle responsabilità del giornalismo, un vademecum sui diritti e i doveri che i cronisti hanno nei confronti dei propri lettori.
Tra le opere più memorabili delle ultime stagioni cinematografiche, è sublimato dalle prove impeccabili di Tom Hanks e Meryl Streep, rispettivamente interpreti di Ben Bradlee e Kay Graham. I due attori vengono affiancati da Sarah Paulson, Bob Odenkirk, Bradley Whitford, Matthew Rhys e Bruce Greenwood. Dietro alla macchina da presa c'è Steven Spielberg.
Attraverso un'interpretazione strabiliante Meryl Streep, stella sempre più splendente del firmamento hollywoodiano, riesce a trasmettere il travaglio interiore e le titubanze dell'editore del Washington Post, prima donna a ricoprire un simile ruolo nel giornalismo statunitense. Restituendo la figura della Graham, l'attrice sottolinea a più riprese quanta forza e quanta determinazione ci siano volute per guidare un quotidiano così autorevole e influente nell'America maschilista degli anni Settanta.
Con all'attivo diverse nomination ai Golden Globe e agli Oscar, The Post è uno dei migliori film del regista americano, sicuramente uno dei più incisivi sul piano politico.
Il film segna inoltre diversi record per Spielberg: è il primo con Meryl Streep in scena; è il quinto con protagonista Tom Hanks che diventa così l'attore più utilizzato da lui; è il ventottesimo che si avvale della colonna sonora di John Williams, pluripremiato compositore che ha segnato la storia del cinema.