Titolo originale | The Distant Barking of Dogs |
Anno | 2017 |
Genere | Documentario |
Produzione | Danimarca, Svezia, Finlandia |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Simon Lereng Wilmont |
Attori | Oleg Afanasyev, Alexandra Ryabichkina, Jarik . |
Tag | Da vedere 2017 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 maggio 2019
La vita di un bambino in una zona di guerra dell'Ucraina.
CONSIGLIATO SÌ
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Oleg, di dieci anni, vive nella regione di Donetsk nell'est dell'Ucraina, una zona di guerra in cui spesso riecheggia il fuoco antiaereo e hanno luogo attacchi missilistici. A scuola, Oleg apprende cosa fare quando incontra una mina terrestre. Mentre molti hanno lasciato questa zona pericolosa, Oleg rimane con sua nonna, che si è presa cura di lui dalla morte di sua madre. Il film segue per un anno la vita del bambino.
Assistendo a questo documentario di Simon Lereng Wilmont tornano in superficie dai recessi della memoria cinefila immagini di un capolavoro di tanti anni fa: L'infanzia di Ivan di Andrei Tarkovsky.
Era un film di finzione, la guerra era il secondo conflitto mondiale, il protagonista finiva con il prendervi parte attiva quindi c'erano molte differenze ma ciò che si leggeva nello sguardo di quell'Ivan lo si ritrova oggi in quello di Oleg. L'infanzia che viene rubata da quell'evento che si racchiude in un solo termine ('guerra') ma che ha una portata enorme nella vita di chi ne viene anche solo sfiorato viene descritta passo dopo passo, stagione dopo stagione. Il sonoro di questo film è straordinario. Ci fa percepire come la paura (quella che fa tremare le mani alla nonna che cerca di far sì che il bambino non se ne accorga) scava nell'animo. Le immagini delle stragi si vedono in televisione ma le notizie di ciò che avviene anche a poca distanza si apprendono dal passaparola mentre a scuola la maestra spiega come evitare le mine.
Il regista segue un anno nella vita di questo orfano che ha la fortuna di avere una nonna davvero amorevole e attenta ed è abile nel farci comprendere come la presenza delle armi dia luogo a sentimenti opposti. Da un lato c'è il timore, il bisogno di attrezzare spazi in cui rifugiarsi mentre dall'altro c'è il desiderio di impugnarne una, ci sono l'attrazione e la repulsione che convivono dinanzi alla possibilità di sopprimere un essere vivente. Ma non c'è solo il buio dell'incertezza in questo film, possiamo scoprirvi anche lampi di serenità in grado di aprire i volti al sorriso come quando, con poco sforzo e molta partecipazione, si può trasferire una foresta in una stanza e, anche se per poco, si può sognare un mondo diverso.