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Suburbicon, una dark comedy intrisa di perfida e spietata ironia

Nella scelta del cinema di Sky, il film diretto da Clooney e tratto da una sceneggiatura dei fratelli Coen.
di Alessandro Buttitta

Suburbicon

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Matt Damon (Matthew Paige Damon) (53 anni) 8 ottobre 1970, Cambridge (Massachusetts - USA) - Bilancia. Interpreta Gardner nel film di George Clooney Suburbicon.
giovedì 3 gennaio 2019 - Sky

Mai fidarsi delle villette a schiera con giardini curati e bianche staccionate. Spesso nascondono segreti inconfessabili, misteri ben custoditi, più di un malessere esistenziale. Mai fidarsi soprattutto degli inquilini delle suddette villette a schiera. Talvolta possono avere il sorriso ambiguo e la doppiezza morale di chi conduce un'esistenza all'insegna dell'ipocrisia. Ci ricorda questa regola aurea del cinema americano Suburbicon, sesto film da regista di George Clooney, da oggi in prima visione su Sky Cinema e disponibile on demand.

In questa dark comedy, tratta da una sceneggiatura dei fratelli Coen, la trama ruota attorno a quanto accade nella rassicurante cittadina di Suburbicon.
Alessandro Buttitta

Siamo alla fine degli anni Cinquanta, tutti desiderano avere sicurezza e protezione, tutti anelano pace e prosperità. Nel sobborgo, abitato unicamente da persone dalla pelle bianca, da persone tutte appartenenti alla middle class, giunge una famiglia nera, i Mayers. Il loro ingresso nella comunità suscita scalpore. C'è chi firma petizioni per fare andare via i nuovi arrivati, c'è chi bisbiglia sul loro conto, c'è chi non pone freni a istinti razzisti e xenofobi.

La situazione si aggrava quando Suburbicon è funestata dall'omicidio di Rose, moglie di Gardner Lodge. I primi a essere sospettati sono proprio gli afroamericani. Ben presto si scoprirà però che la realtà è assai diversa. Difatti, come si intuisce ben presto, ad essere responsabile della morte della donna è il marito. Quest'ultimo, con la complicità della cognata con la quale ha una relazione, ha assoldato due sicari per liberarsi degli obblighi matrimoniali. Gardner inoltre vuole truffare un'agenzia assicurativa locale che poco tempo prima ha stipulato con lei una polizza vita.


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In foto una scena del film Suburbicon.
In foto una scena del film Suburbicon.
In foto una scena del film Suburbicon.

Tra indagini condotte placidamente dalla polizia e l'investigazione privata di un detective che lavora per conto dell'assicurazione, si sviluppa un thriller intriso di perfida ironia. Clooney, sfruttando al meglio la sceneggiatura dei fratelli Coen, mette in scena simulazioni e dissimulazioni di personaggi chiamati sempre a mentire per mantenere in piedi un castello di carte destinato inevitabilmente a crollare. Con dialoghi pungenti e personaggi ben caratterizzati, il regista due volte premio Oscar punta il dito sul razzismo che, tutt'altro che latente, ha condizionato gli anni Cinquanta e Sessanta della storia americana.

"Quando Trump dice 'Rifacciamo grande l'America' si riferisce al periodo di Eisenhower degli anni Cinquanta, che tutti pensano fosse perfetto, con il boom economico", ha fatto notare Clooney in un'intervista a Repubblica. "Certo, era fantastico se eri bianco ed eterosessuale, altrimenti non proprio. È interessante scoprire i casini che succedevano anche allora; non tutto era rose e fiori in tante parti d'America".

Se Suburbicon funziona e diventa una chiave di lettura del presente, grande merito va dato al cast. Tra i protagonisti vanno segnalati Matt Damon, maschera perfetta del personaggio di Gardner Lodge, e Julianne Moore, interprete di una grandissima prova. Benissimo anche Oscar Isaac, assai convincente nei panni dell'investigatore assicurativo che vuole far luce sul caso. Completano la squadra comprimari di buonissimo livello come Glenn Fleshler, Megan Ferguson e Gary Basaraba. Una menzione speciale è doverosa inoltre per il tredicenne Noah Jupe, già apprezzato in Wonder e A Quiet Place - Un posto tranquillo.


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