jonnylogan
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sabato 11 dicembre 2021
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quel pomeriggio di una serie da cani
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Un gruppo di sconosciuti è riunito in un’aula improvvisata nelle campagne di Toledo, il loro scopo è dare vita a un progetto ambizioso. Una rapina preparata in ogni minimo dettaglio alla Zecca di Madrid. L’anonimato di ciascuno è protetto dall’essere identificati con il nome di una città e dal divieto di svelare informazioni riguardo il proprio passato. A riunire il gruppo uno sconosciuto dall’aspetto da intellettuale che si fa chiamare “il Professore” e che per anni ha studiato il colpo in ogni minimo dettaglio, compresa la scelta dei componenti il gruppo, ognuno esperto di una particolare tecnica.
Alex Pina, laureato in informatica e ideatore della serie, saccheggia a piene mani dal mondo del cinema e della tv, riuscendo a tracciare un preciso solco fra un prima e un dopo rispetto a un prodotto che una volta spiccato il volo dalla natia Spagna ha saputo tramutarsi in una progressione geometrica in termini di visualizzazioni.
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Un gruppo di sconosciuti è riunito in un’aula improvvisata nelle campagne di Toledo, il loro scopo è dare vita a un progetto ambizioso. Una rapina preparata in ogni minimo dettaglio alla Zecca di Madrid. L’anonimato di ciascuno è protetto dall’essere identificati con il nome di una città e dal divieto di svelare informazioni riguardo il proprio passato. A riunire il gruppo uno sconosciuto dall’aspetto da intellettuale che si fa chiamare “il Professore” e che per anni ha studiato il colpo in ogni minimo dettaglio, compresa la scelta dei componenti il gruppo, ognuno esperto di una particolare tecnica.
Alex Pina, laureato in informatica e ideatore della serie, saccheggia a piene mani dal mondo del cinema e della tv, riuscendo a tracciare un preciso solco fra un prima e un dopo rispetto a un prodotto che una volta spiccato il volo dalla natia Spagna ha saputo tramutarsi in una progressione geometrica in termini di visualizzazioni. Il tutto sapendo mischiare sapientemente le più classiche caratteristiche dei Caper Movie, dalla preparazione del primo colpo alla Zecca di Stato, e in seguito alla Banca di Spagna, con i primi inevitabili coinvolgimenti sentimentali e scontri fra personaggi dalle caratteristiche profondamente differenti e che in barba ai vari divieti iniziano a interagire e conoscersi. Passando per l’irruzione all’interno della Zecca, muniti di tuta rossa e una maschera stilizzata raffigurante il volto di Salvador Dalì, citazione non troppo velata al blockbuster firmato da Spike Lee, Inside Man, e mixando il tutto in un soggetto che regge inizialmente il ritmo dei diversi piani narrativi: Il pathos creato dalle continue e imprevedibili reazioni delle forze dell’ordine, al cospetto di un interlocutore che non vuole mai usare quella forza della disperazione che caratterizzava il Sonny Wortzik di Quel pomeriggio di un giorno da cani, ma la propria intelligenza e forza di persuasione. La vita passata di ogni componente del gruppo, centellinata per mantenere alta la suspense, il tutto grazie a continui flashback che svelano come ognuno sia stato avvicinato per fare parte di un operazione suicida e i rapporti fra i singoli. E infine le reazioni degli ostaggi identificati come merce di scambio ai quali non succederà nulla se i termini dell’accordo saranno rispettati. A orchestrare ogni livello della trattativa e ogni aspetto dell’assedio Sergio Marquina (il Professore) personaggio solitario, apparentemente sociopatico, dalle mille sfaccettature esaltate dall’interpretazione mai sopra le righe del poco più che quarantenne Alvaro Morte, attore di teatro e docente di recitazione, che al personaggio più iconico della serie aggiunge pochi ma significativi cambi di espressione, teorie Marxiste e citazioni del miglior Bertolt Brecht sempre con il desiderio di voler sfruttare a proprio vantaggio, ma mascherandole da lotta verso il sistema ed esaltate dall’uso della canzone ‘Bella Ciao’, le pieghe di un’economia capitalista da combattere dal suo interno.
Serie che, come dicevamo, ha segnato un pre e post Casa di Carta e che nonostante le troppe puntate spesso uguali, con un iter narrativo sfruttato in ogni anfratto, rappresenta la pietra angolare del cosa ci possa attendere da qua in poi dalla serializzazione di matrice europea che strizza l’occhio, in maniera nemmeno troppo nascosta, al mondo a stelle e strisce.
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gabrjack
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venerdì 18 settembre 2020
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inverosimile ma geniale
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La critica maggiore a questa serie osserva che La casa de papel scopiazza un po'dappertutto dal crime americano alla telenovelas, alcuni vi vedono anche un richiamo al cinema di Almodovar(mi chiedo dove)del resto non si può dire che tutto quello che è cinema spagnolo si rapporti a lui. Ma ditemi quale film e sopratutto quale serie non si richiami a qualcosa di già visto e forse è meglio così: scopiazzare(bene se possibile) piuttosto che inventarsi storie astruse che si allungano in un brodo imbevibile?
L'idea geniale sta che invece di fare una rapina dove il tempo dev'essere consumato nel piu breve tempo possibile per portarla a termine,qui è tutto il contrario.
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La critica maggiore a questa serie osserva che La casa de papel scopiazza un po'dappertutto dal crime americano alla telenovelas, alcuni vi vedono anche un richiamo al cinema di Almodovar(mi chiedo dove)del resto non si può dire che tutto quello che è cinema spagnolo si rapporti a lui. Ma ditemi quale film e sopratutto quale serie non si richiami a qualcosa di già visto e forse è meglio così: scopiazzare(bene se possibile) piuttosto che inventarsi storie astruse che si allungano in un brodo imbevibile?
L'idea geniale sta che invece di fare una rapina dove il tempo dev'essere consumato nel piu breve tempo possibile per portarla a termine,qui è tutto il contrario. Più tempo la polizia ci mette per arrivare a capo della faccenda e piu soldi si portano a casa. Parlo ovviamente della prima stagione. Chiariamo : ha tanti difetti questa serie, i personaggi e gli attori si arrabattano, a volte sembrano tirati fuori dai cartoons poi ci sono cadute di ritmo pesanti, scene inverosimili, sparatorie ridicole. Ma certe idee come il cavallo di troia all'interno della tenda della polizia è assai originale. Il professore/seduttore timido e incerto con le donne riesce però a inguaiare la piu importante cioè l'ispettrice che conduce le indagini. Questa ambivalenza di azione e amore/sesso è sconcertante. Il messaggio sottotraccia è che non ci sono limiti, tutto viene piegato in nome dello spettacolo ma con originalità(nel suo insieme ovviamente). Il vero problema è che se si fossero accontentati di 7/8 episodi quindi condensando e riducendo i vuoti sopratutto nelle inutili finte introspezioni psicologiche sarebbe un must. Del resto se hai successo, di stagioni ne puoi fare fin che ne vuoi: ma viene il sospetto che probabilmente neppure gli autori si aspettassero un riscontro cosi vasto dal pubblico televisivo e dunque si sono trovati a gestire un seguito difficile da inventare. E' la legge dello spettacolo. Raggiungere il successo non è difficile, mantenerlo è il problema.
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giovedì 9 aprile 2020
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stagione 4: la guerra
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Se tiri troppo la corda prima o poi si spezza. La quarta stagione cade nella classica fase di stanca di una serie tv, il nodo principale va avanti troppo lentamente scivolando in una sceneggiatura a tratti banale e ridondante, con episodi noiosi ed evitabilissimi. L'episodio finale rimette in piedi la storia tenendo accesa la passione iniziale e protraendo il colpo, che intanto è passato a vera e propria Guerra.
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martedì 7 aprile 2020
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stagione 3: bum bum ciao
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Il meritato riposo dopo il colpo più importante della storia, dura poco più di due anni; Rio si caccia nei guai e viene scoperto e fatto prigioniero. Qual'è l'unico modo per riportarlo in libertà? semplicissimo, organizzare una nuova rapina, rubando l'oro della Banca di Spagna. Inizia così una nuova avventura per i personaggi mascherati, una storia un tantino forzata, figlia del grande successo delle prime due stagioni, che riesce comunque a mantenere vivo l'interesse grazie a dei colpi di scena in grado di coprire le numerose fasi di stallo (presenti anche nelle prime due stagioni). Lo spettatore ormai si è affezionato a questi valorosi "Partigiani" che adesso sono impegnati in una vera e propria guerra allo Stato.
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Il meritato riposo dopo il colpo più importante della storia, dura poco più di due anni; Rio si caccia nei guai e viene scoperto e fatto prigioniero. Qual'è l'unico modo per riportarlo in libertà? semplicissimo, organizzare una nuova rapina, rubando l'oro della Banca di Spagna. Inizia così una nuova avventura per i personaggi mascherati, una storia un tantino forzata, figlia del grande successo delle prime due stagioni, che riesce comunque a mantenere vivo l'interesse grazie a dei colpi di scena in grado di coprire le numerose fasi di stallo (presenti anche nelle prime due stagioni). Lo spettatore ormai si è affezionato a questi valorosi "Partigiani" che adesso sono impegnati in una vera e propria guerra allo Stato.
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mercoledì 1 aprile 2020
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stagione 2: bella ciao
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La seconda stagione, che in realtà sarebbe la seconda parte della Prima Stagione, conclude con ulteriori 9 episodi la complessa rapina alla zecca dello stato. Tutti i nodi verranno al pettine in un escalation di emozioni e colpi di scena, anche qui però interrotte da troppe pause all'interno di ogni singolo episodio. La storia si conferma valida e brillante, lo sviluppo un pò meno, poichè perde di continuità in quel che è lo scopo principale di questa Serie tv: La Rapina.
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lunedì 30 marzo 2020
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stagione 1: la zecca dello stato
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Il Professore, un uomo colto dal passato misterioso, recluta una serie di persone valide per realizzare un folle colpo: Impadronirsi della Zecca dello stato spagnolo, Madrid, e stampare una somma stratosferica di banconote all'interno di essa. Un piano studiato nei minimi particolari dal Professore, ma che per forza di cose riscontrerà numerosi imprevisti. L'idea di base è molto interessante e ben costruita, ma durante ogni singolo episodio ci sono numerose fasi di stanca, dialoghi superflui e situazioni evitabili.
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balordo
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venerdì 26 luglio 2019
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spike lee iberico?
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Alcuni personaggi sono godibili, altri sanno pure recitare. Non ho ancora visto la terza serie, ma il modo in cui vengono sviluppate le prime due mi hanno fatto ricordare Inside Man di Spike Lee, solo che lì hanno risolto in due ore e mezza e qui stanno entrando nel quarto anno di produzione. Mi viene da dire che non hanno il dono della sintesi :)
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marco.scini
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mercoledì 24 luglio 2019
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5 parole
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visto brutto brutto brutto brutto
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zapata
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lunedì 1 aprile 2019
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bluff o capolavoro?
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con questo titolo vanity fair commentava la serie televisiva spagnola piu seguita al mondo. Per essere politicamente corretti il giornale ha fornito due recensioni opposte.Il lettore puo' dunque scegliere se pensare che sia una telenovelas di bassissimo livello o un'opera degna di spielberg. Ma perché ne parlo? cosa ce ne frega di vanity fair? c'è in verità un motivo. Si tratta della chiave di interpretazione della serie che è, senza dubbio, interessantissima. Eppure è vero che c'è qualcosa della telenovelas...se i giornalisti di vanity fair avessero u minimo di fantasia sarebbero arrivari alla soluzione, semplicissima, dell'apparente contraddizione. Nel paese che ha dato i natali ad Almodovar perché mai una sceneggiatura contemporanea non dovrebbe essere intrisa del più grande regista spagnolo del ventesimo secolo? Almodovar è tragedia, commedia, regie scalcagnate e copioni inverossimili, frasi genaili e dialoghi banalissimi, un caleidoscopio di contraddizioni che fanno del cinema spagnolo qualcosa di inimitabile.
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con questo titolo vanity fair commentava la serie televisiva spagnola piu seguita al mondo. Per essere politicamente corretti il giornale ha fornito due recensioni opposte.Il lettore puo' dunque scegliere se pensare che sia una telenovelas di bassissimo livello o un'opera degna di spielberg. Ma perché ne parlo? cosa ce ne frega di vanity fair? c'è in verità un motivo. Si tratta della chiave di interpretazione della serie che è, senza dubbio, interessantissima. Eppure è vero che c'è qualcosa della telenovelas...se i giornalisti di vanity fair avessero u minimo di fantasia sarebbero arrivari alla soluzione, semplicissima, dell'apparente contraddizione. Nel paese che ha dato i natali ad Almodovar perché mai una sceneggiatura contemporanea non dovrebbe essere intrisa del più grande regista spagnolo del ventesimo secolo? Almodovar è tragedia, commedia, regie scalcagnate e copioni inverossimili, frasi genaili e dialoghi banalissimi, un caleidoscopio di contraddizioni che fanno del cinema spagnolo qualcosa di inimitabile. Questa serie puo' essere amata od odiata, ma sicuramente è inimitabile!
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