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Detroit, i quattro giorni che devastarono una città e sconvolsero un Paese

Nella scelta del Cinema di Sky, il film del Premio Oscar Kathryn Bigelow sui tragici fatti del luglio 1967.
di Alessandro Buttitta

Detroit

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John Boyega (32 anni) 17 marzo 1992, Londra (Gran Bretagna) - Pesci. Interpreta Dismukes nel film di Kathryn Bigelow Detroit.
venerdì 23 novembre 2018 - Sky

43 morti, più di 1000 feriti, circa 7000 arresti. É il tragico bilancio di quattro giorni di follia che funestarono e devastarono Detroit tra il 23 e il 27 luglio 1967. Tutto iniziò con una retata della Polizia finita nel sangue. Gli agenti si inoltrarono in un club notturno senza licenza. Lì molti ragazzi afroamericani stavano festeggiando il ritorno di due amici dalla guerra del Vietnam. L'azione dei poliziotti scatenò il putiferio, soprattutto per i modi bruschi da loro utilizzati. Infatti, nel giro di poche ore, si alimentò una protesta che rabbia e frustrazione trasformarono ben presto in una sommossa popolare di immani proporzioni.

Chi racconta questa storia, caricandola di messaggi e sottotesti politici che sembrano oggi più attuali che mai, è Detroit (guarda la video recensione), film di Kathryn Bigelow disponibile on demand su Sky Cinema.
Alessandro Buttitta

La regista concentra la sua attenzione principalmente sull'episodio del Motel Algiers, in cui persero la vita tre persone di colore per colpa di alcuni agenti che non avevano compreso il valore della divisa che indossavano. Si seguono così Larry, un giovanissimo cantante nero che si ritrova coinvolto suo malgrado in una situazione imprevedibile, e Krauss, sadico comandante della polizia locale della città del Michigan. Si indugia infine sull'operato di Melvin Dismukes. A causa del suo lavoro di guardia giurata quest'ultimo viene messo tremendamente in difficoltà dalla rapida e incontrollabile evoluzione degli eventi.


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In foto una scena del film Detroit.
In foto una scena del film Detroit.
In foto una scena del film Detroit.

Con una regia e un montaggio che rendono palpabili l'agitazione e i tumulti di un'epoca dominata dal risentimento sociale legato alle questioni razziali, la Bigelow mostra le assurde contraddizioni della società a stelle e strisce del tempo. Accartoccia così quel che resta della retorica dell'american dream, indicando ogni tipo di violenza e prevaricazione. Del resto, a ben vedere, non è un caso se i fatti di Detroit trovano spazio tra il 1965, anno della morte di Malcolm X, e il 1968, anno dell'assassinio di Martin Luther King.

Il film, fortemente caratterizzato dalle tematiche affrontate, è diretto con mano decisa dalla regista premio Oscar, già apprezzata per opere come The Hurt Locker (2008) e Zero Dark Thirty (2012). In Detroit si affida nuovamente alla sceneggiatura di Mark Boal, suo sodale nei precedenti lavori.
Alessandro Buttitta

La cineasta dedica grandissima attenzione alla ricostruzione del clima infuocato di quegli anni, curando non poco tutte le implicazioni etiche e morali delle scelte prese dai diversi personaggi in causa. Il film, che forse qualcuno potrà trovare eccessivamente tendenzioso, in special modo quando mette in scena i contrasti tra gli agenti della polizia e la comunità nera, procede per schemi di contrasto che hanno il merito di mettere in risalto una delle pagine più aberranti della storia degli Stati Uniti.

In Detroit vanno segnalate inoltre le grandi qualità degli interpreti. Tra questi spicca senz'altro John Boyega, noto al grande pubblico per aver preso parte nei panni di Finn agli ultimi capitoli della saga di Star Wars. È lui a dare il volto a Melvin Dismukes con un'interpretazione di rara efficacia. Nel cast vanno ricordati Will Poulter (Revenant), Algee Smith (The Hate U Give), Anthony Mackie (Lei mi odia), Jacob Latimore (The Chi), Hannah Murray (Game of Thrones), Jack Reynor (Macbeth), John Krasinski (A Quiet Place - Un posto tranquillo (guarda la video recensione)), Kaitlyn Dever (Justified - L'uomo della legge), Tyler James Williams (Dear White People), Jason Mitchell (Straight Outta Compton) e Gbenga Akinnagbe (The Wire).


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