Vi presento Toni Erdmann

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raffele mercoledì 8 marzo 2017
insomma, papà Valutazione 0 stelle su cinque
47%
No
53%

un padre ed una figlia quarantenne che la vita ha inesorabilmente allontanato. questa figlia vive immersa in un ruolo professionale cinico e pervasivo, questo padre, scherzomane impenitente, irrompe nelle  giornate di lei, a prima vista come un cialtrone, con le sue "ragazzate" grossolane, la sconcerta, la irrita,  alla fine le tocca delicatamente un involucro dimenticato, rinsecchito, di affetti, forse di ricordi, le strappa null'altro che una rincorsa e un' abbraccio (come da piccola?). il riapparire dell'espressione fredda sul viso di lei, quando si scrolla di dosso il senso del buffo provocato dal papà eterno ragazzone,  chiude la storia, e la restituisce al calcolo delle sue giornate di manager. [+]

[+] una commedia riflessiva (di tom87)
[+] bello (di jackbeauregard)
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no_data martedì 23 maggio 2017
il pacco tedesco è "servito" Valutazione 1 stelle su cinque
40%
No
60%

a mio modesto modo di vedere l'idea del film era buona ma nonostante questo è stata sviluppata in maniera superficiale e mediocre. La regista ha puntato tutto sugli espedienti delle scene sessuali totalmente fuori luogo e senza nessuna "indagine sull'animo umano", se non il puro intento scandalistico e di shock, per svegliare il pubblico dal torpore. Quale indagine c'è nel rapporto padre figlia, se non una carrellata di clichè tutti puntati sul "logorio della vita moderna". La scoperta dell'acqua calda, affrontata come farebbe un elefante in una stanza di cristalli, dovrebbe essere considerata un capolavoro? E' la cifra stilistica che manca. [+]

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cesare mercoledì 6 dicembre 2017
capolavoro da minima moralia Valutazione 5 stelle su cinque
25%
No
75%

Un padre e una figlia lontani non solo per chilometri o nazioni, ma perché appartenenti a mondi diversi.
Terreno, umano, scherzoso, fantasioso, comprensivo, duttile, professore di musica (unico stereotipo) il primo; algida, mediata dal profitto, schematica, scontrosa la seconda, ragazza di successo da business school d’obbligo e consulting firm di aspirazione.
“Sei un essere umano?” chiede il padre alla figlia, lui che l’ha allevata, “Sei una bestia!” le dice il collega, lui che la conosce.
Nel mondo della figlia tutto è strumento per altro, persone comprese: “più ne licenzia lui, meno ne licenzio io”.
Per lei un uomo non è altro che l’aggiunta a un pasticcino in una scena di sesso che non ha bisogno del corpo per esserlo e ciò nonostante rivoltante. [+]

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zoomecontrozoom martedì 7 marzo 2017
non sarai certo tu o la tua grattugia
40%
No
60%

Vi presento Toni Erdmann
Regia di Maren Ade
con Peter Simonischek, Sandra Hüller, Michael Wittenborn, Thomas Loibl, Trystan Pütter
Germania, Austria, 2016

Se l’irritazione è quello che si prova iniziando a vedere questo film, siamo sulla buona strada per apprezzarlo, per coglierne i molteplici aspetti che rifiutiamo perché è facile supporre che decidiamo che non ci appartengono.
Winfried, il protagonista, è il parente che non si vorrebbe avere, troppo fuori dagli schemi, troppo invadente, troppo candore in ogni suo intervento, per non essere giudicato uno stupido fastidioso ottuso ingombrante personaggio.
Tutto intorno a lui, corrisponde a una normalità accettata e stabilita per un benessere e una felicità che non corrispondono ai suoi canoni, e questo lo si intende dalle prime inquadrature dove si ha la netta percezione della sua umanità, dei suoi valori, della sua capacità di accettarsi e di proporsi agli altri senza nulla pretendere, nemmeno che apprezzino i suoi scherzi che lui stesso peraltro, minimizza nelle finalità. [+]

[+] bella recensione (di jackbeauregard)
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zarar lunedì 13 marzo 2017
la candida follia contro la triste follia di chi non sa vivere Valutazione 3 stelle su cinque
18%
No
82%

Per tutto il tempo del film ho pensato come sarebbe stato perfetto Dario Fo nei panni del protagonista, al posto di un impacciato Peter Simonischek. Perché la cifra di questo film è quella che il nostro Fo esprimeva al suo meglio con straordinaria leggerezza (nel senso calviniano della parola): il valore liberatorio di una tenera follia di fronte all’alienazione, alla disumanità, all’incapacità di vivere e godere che gli uomini riescono ad infliggersi con grande successo. Nel caso del film i due poli opposti sono espressi da Ines, una figlia carrierista rampante nei meccanismi tritura-persone dell’economia globale e da un padre tutt’altro che ambizioso maestro di musica. Lei è una giovane donna di successo in servizio 24 ore su 24, attaccata allo smartphone, al problem solving, alla caccia perenne dell’obiettivo a denti stretti, sadica con i deboli e masochista con i potenti, senza vita privata e indifferente al suo prossimo, in definitiva super-stressata e profondamente infelice; lui vive all’opposto una vita tranquilla, senza storia ma non senza emozioni e affetti , con una particolarità che fa anche di lui una persona un po’ particolare: una corda pazza e clownesca che esplode in frequenti scherzi, travestimenti, battute, la forza della fantasia allegra contro la negatività. [+]

[+] errata corrige (di zarar)
[+] d'acordo su tutto trannhe che su fo (di cesare)
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fabiofeli domenica 12 marzo 2017
"la prima volta che sei andata in bicicletta ..." Valutazione 4 stelle su cinque
31%
No
69%

Winfried (Peter Simonishek) è un insegnante tedesco di musica che sta per perdere l’ultimo discepolo. “Adesso posso anche vendere il pianoforte.” dice al ragazzo. Anche il suo vecchio cane sta per lasciarlo e lui resterà solo nella modesta casa in Germania, perché è divorziato e sua figlia Ines (Sandra Hűller ) lavora in Romania per una compagnia petrolifera. Ama gli scherzi e i travestimenti. Al postino che gli recapita un pacco dice che il plico lo ha spedito il fratello che vive con lui e che si diletta di spedire pacchi-bomba. Si allontana e torna in accappatoio con una parrucca in testa fingendo di essere il fratello. [+]

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sergiolino63 domenica 12 marzo 2017
interessante, ma ritmo troppo blando Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

E' la storia di un padre colto ma buontempone che cerca di far comprendere alla propria figlia 40 enne in carriera l'importanza di non prendersi troppo sul serio....e il tentativo riuscirà! Film interesante, a tratti surreale, a tratti di una comocità esilarante, talvolta toccante. Però il ritmo è esageratamente blando e la durata eccessivamente lunga.... altrimenti le stelle sarebbero state 4 e non 3!!! 

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zarar lunedì 13 marzo 2017
candida follia per riscoprire il senso della vita Valutazione 3 stelle su cinque
6%
No
94%

Per tutto il tempo del film ho pensato come sarebbe stato perfetto Dario Fo nei panni del protagonista, al posto di un impacciato Peter Simonischek.  Perché la cifra di questo film è quella che il nostro Fo esprimeva al suo meglio con straordinaria leggerezza (nel senso calviniano della parola): il valore liberatorio di una tenera follia di fronte all’alienazione, alla disumanità,  all’incapacità di vivere e godere  che gli uomini riescono ad infliggersi con grande successo. Nel caso del film i due poli opposti sono espressi da Ines, una figlia carrierista rampante  nei meccanismi tritura-persone dell’economia globale e da un padre tutt’altro che ambizioso  maestro di musica. [+]

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zoomecontrozoom martedì 7 marzo 2017
non sarai certo tu o la tua grattugia a fermarmi Valutazione 4 stelle su cinque
24%
No
76%

Se l’irritazione è quello che si prova iniziando a vedere questo film, siamo sulla buona strada per apprezzarlo, per coglierne i molteplici aspetti che rifiutiamo perché è facile supporre che decidiamo che non ci appartengono.
Winfried, il protagonista, è il parente che non si vorrebbe avere, troppo fuori dagli schemi, troppo invadente, troppo candore in ogni suo intervento, per non essere giudicato uno stupido fastidioso ottuso ingombrante personaggio.
Tutto intorno a lui, corrisponde a una normalità accettata e stabilita per un benessere e una felicità che non corrispondono ai suoi canoni, e questo lo si intende dalle prime inquadrature dove si ha la netta percezione della sua umanità, dei suoi valori, della sua capacità di accettarsi e di proporsi agli altri senza nulla pretendere, nemmeno che apprezzino i suoi scherzi che lui stesso peraltro, minimizza nelle finalità. [+]

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angelo umana lunedì 6 marzo 2017
fermare i momenti Valutazione 4 stelle su cinque
25%
No
75%

 Sei un essere umano? Questa è la domanda più spiazzante che papà “Toni” (Peter Simonischeck) fa alla figlia Ines (Sandra Hueller). In tarda età gli è venuta voglia di starle vicino, di indagare su come realmente viva, e piomba nella sua vita all’estero, Bucarest, dove da tempo vive e lavora per una multinazionale tedesca. La sua venuta è molto inopportuna: una donna single e in carriera come Ines ha tanti obblighi sociali da rispettare, compiti che le derivano dal ruolo professionale. Questi papà!, che per solitudine o per affetto mettono il naso negli affari dei figli già grandi, sebbene con le migliori intenzioni: così avvenne nei due Stanno tutti bene, l’uno con Marcello Mastroianni nel ’90 e l’altro con Robert De Niro nel 2009. [+]

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