È cambiata la tecnologia ma è sempre il solito film di paura
di Paolo D'Agostini La Repubblica
Alla fine degli anni 90 fece molto rumore The Blaiir Witch Project. Per il rapporto tra costo esiguo di un'operazione amatoriale ed esiti commerciali clamorosi. Molto più che per la presunta carica di rottura pionieristica della sua tecnica squinternata. Per la quale s'invocarono sofisticato intenzioni di contaminazione linguistica, secondo le categorie del mockumentary (finto documentario) e del found footagemovie, il film realizzato assemblando e manipolando rnateriale preesistente. Amici e parenti dei ragazzi allora scomparsi nel bosco lasciando come unica traccia di sé una videocassetta, ci tornano carichi di scetticismo verso quella che liquidano come sciocca leggenda ma ad ogni buon conto questa volta molto più attrezzati a documentare. Servirà a poco, si imbatteranno nei medesimi misteri e orrori. Quelli che vogliono il luogo maledetto da una strega che l'aveva abitato secoli prima. Il nuovo regista Adam Wingard nemmeno prova a far passare per altro un banalissimo film di paura.
Da La Repubblica, 22 settembre 2016
di Paolo D'Agostini, 22 settembre 2016
twitter
diventa fan
