bizantino73
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mercoledì 6 gennaio 2016
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vederlo? non ci penso neanche.
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Premetto: non ho visto il film e non ho intenzione di andarci. Però ho visto "Natale col boss" ed ho visto "La felicità è un sistema completo (o complesso?)" e tutte e due le volte sono uscito a metà film annoiato e sbalordito dalla fragilità della trama e dalla mediocrità della realizzazione. Risate? zero. Emozioni? zero. Imbarazzo? Altissimo.
Ma a parte le critiche negative pur riscontrate, ho visto anche una critica ufficiale favorevole, un assenso positivo pressochè unanime per quello che io (e alcuni altri, pochi per la verità) ritengo delle grandi PRESE IN GIRO prive della minima validità cinematografica.
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Premetto: non ho visto il film e non ho intenzione di andarci. Però ho visto "Natale col boss" ed ho visto "La felicità è un sistema completo (o complesso?)" e tutte e due le volte sono uscito a metà film annoiato e sbalordito dalla fragilità della trama e dalla mediocrità della realizzazione. Risate? zero. Emozioni? zero. Imbarazzo? Altissimo.
Ma a parte le critiche negative pur riscontrate, ho visto anche una critica ufficiale favorevole, un assenso positivo pressochè unanime per quello che io (e alcuni altri, pochi per la verità) ritengo delle grandi PRESE IN GIRO prive della minima validità cinematografica. E allora ho ritenuto che , visto che l'accoglienza per questo film è pari o superiore ai precedenti citati , è meglio che mi tenga ben alla larga per evitare di BUTTAR VIA NUOVAMENTE tempo e danaro. Se proprio devo spegnere il cervello per farmi quattro risate riguardo alla TV le repliche di Alvaro Vitali dopo la mezzanotte. Gratis.
Correrò il rischio che magari Checco Zanone faccia veramente dei film intelligenti e che facciano ridere.
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marezia
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mercoledì 6 gennaio 2016
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volete capire che zalone non è comico?
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Comincio così perché sento - anche da persone a me vicine - che veramente si pensa che i film di Zalone siano comici! Ed è per questo poi che, paradossalmente, nasce la figura del detrattore "seriale" nel senso che, di film in film, si ostina a considerarlo un attore sciocco perché lui NON HA RISO, sentendosi ingannato per giunta! Allora: i film di Zalone, caro pubblico, sono UMORISTICI. CHIARO? Comico è De Sica; comici erano i film di Banfi degli anni '70; il film UMORISTICO si distingue dal film COMICO perché vuole FAR PENSARE. Usa il PARADOSSO per mettere in evidenza difetti, debolezze, pregi e mode del genere umano. Fa satira, NON FOLKLORE come i cinepanettoni che da decenni infestano gli schermi - ultimo esempio dei quali è stato Vacanze ai Caraibi, che, sbaglio?, ha fatto schifo al botteghino.
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Comincio così perché sento - anche da persone a me vicine - che veramente si pensa che i film di Zalone siano comici! Ed è per questo poi che, paradossalmente, nasce la figura del detrattore "seriale" nel senso che, di film in film, si ostina a considerarlo un attore sciocco perché lui NON HA RISO, sentendosi ingannato per giunta! Allora: i film di Zalone, caro pubblico, sono UMORISTICI. CHIARO? Comico è De Sica; comici erano i film di Banfi degli anni '70; il film UMORISTICO si distingue dal film COMICO perché vuole FAR PENSARE. Usa il PARADOSSO per mettere in evidenza difetti, debolezze, pregi e mode del genere umano. Fa satira, NON FOLKLORE come i cinepanettoni che da decenni infestano gli schermi - ultimo esempio dei quali è stato Vacanze ai Caraibi, che, sbaglio?, ha fatto schifo al botteghino. La particolarità di Zalone è di essere riuscito non solo a far pensare ma anche a far sorridere rendendo la denuncia sociale una denuncia di massa vale a dire intellegibile perché intuitiva. Quasi naif. Chi ride non si rende conto di ridere di quello che fa lui stesso - o vede fare vicino a sé. Non si rende conto di ridere di SE STESSO, della sua MESCHINITA', della sua PICCOLEZZA UMANA. Solo pochi gli riconoscono questo talento, purtroppo. Vabbeh, pazienza. Grandissimo Zalone.
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klatur
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mercoledì 6 gennaio 2016
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zalone sopravvalutato
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ci sono cascato anch'io, spinto dalla pubblicitá che prometteva risate dall'inizio alla fine , e invece è il classico film mediocre da vedere e dimenticare.
meno male che avevo i biglietti gratuiti, altrimenti avrei chiesto il rimborso.
Provate a contare le volte che si ride durante la proiezione. La sala era muta altro che risate a crepapelle.
a mio parere Zalone è sopravvalutato.
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vito spericolato
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martedì 5 gennaio 2016
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stupendo!
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Checco distrugge una generazione di italiani che ha vissuto una vita da privilegiati, quelli del posto fisso, indennità a gogo e via di seguito, "tanto poi saranno cazzi dei nostri figli", come canta nella sua altrettanto bella colonna sonora, e lo fa facendoci ridere a crepapelle con una comicità che riesce a rimanere sempre nei limiti di una volgarità accettabile. Straordinaria la scena finale con il pachiderma! E' il nuovo Fantozzi, e come lui dà fastidio agli intellettuali della risata politically correct.
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(di fabian t.)
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rescart
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martedì 5 gennaio 2016
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nevica sul bagnato
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Dei quattro film di Checco nazionale, questo è l’unico che non ho visto. Premessa necessaria per giustificare l’assenza di un giudizio, ovvero numero di stelline, da parte mia. La trama è quella che è, il tema scottante è trattato con l’ironia che tutti si aspettano. Insomma niente di nuovo sotto il sole con o senza catinelle di Luca Pasquale Medici, alias Checco Zalone. Anche il regista non cambia e questo forse è un errore per un attore che promette di essere, almeno stando agli incassi, paragonabile al fenomeno Adam Sandler negli States. Con una differenza: quest’ultimo ha il coraggio di farsi anche dirigere da più registi e mettere da parte le esigenze di cassetta senza rinunciare alla vena comica.
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Dei quattro film di Checco nazionale, questo è l’unico che non ho visto. Premessa necessaria per giustificare l’assenza di un giudizio, ovvero numero di stelline, da parte mia. La trama è quella che è, il tema scottante è trattato con l’ironia che tutti si aspettano. Insomma niente di nuovo sotto il sole con o senza catinelle di Luca Pasquale Medici, alias Checco Zalone. Anche il regista non cambia e questo forse è un errore per un attore che promette di essere, almeno stando agli incassi, paragonabile al fenomeno Adam Sandler negli States. Con una differenza: quest’ultimo ha il coraggio di farsi anche dirigere da più registi e mettere da parte le esigenze di cassetta senza rinunciare alla vena comica. Come nel caso della direzione affidata a Judd Apatow in Funny People. Avrà lo stesso coraggio il comico di Zelig che ha sfondato anche sul grande schermo? Per ora, volendo parafrasare il titolo del suo primo film cult, piove sul bagnato. Il sospetto è che Zalone abbia coraggio da vendere quando si tratta di cambiare attori, meno quando si tratta di cambiare regista. Simbiosi o legame a doppio filo all’italiana, visto che l’amicizia con Nunziante è di lunga data e risale ai tempi di Tele Norba? Nel secondo caso si tratterebbe di un vizietto radicato nel comico pugliese, che finora ha saputo mettere alla berlina molti dei vizi degli italiani, meno quello dei politici. Mi riferisco al film precedente in cui passava in rassegna le varie figure professionali all’italiana. Allora mancava quella del posto fisso, quasi esaltato nel personaggio della moglie. Lacuna colmata con questo film. Ma di vizio ne manca evidentemente ancora uno, il suo, ovvero quella del comico che non sa rinunciare a sbancare il botteghino. Così almeno sinora.
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[+] che cosa c'entra ora adam sandler?
(di marezia)
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beppe77
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martedì 5 gennaio 2016
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spero di sbagliarmi
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spero di sbagliarmi, ma io nel film ho colto una non leggera critica al posto fisso (il protagonista si sente realmente realizzato solo dopo la firma delle dimissioni) che eticamente condivido ma in realtà ci sarebbe molto da discutere, considerando i tempi, i bisogni di una famiglia, il senso di sicurezza che questa richiede, considerando i tempi oggi piu' che mai. condivido invece l' uso dei diritti dei lavoratori (aspettativa, congedo parentale, mutua, ecc...ho detto uso non abuso) che oggi vengono "violentati" visto lo stato di ricattabilità in cui siamo finiti...oppure anche questo aspetto è rappresentato in modo ironico e critico? dal momento che rispetto tantissimo il pubblico di Saverio Tommasi chiedo, che ne pensate?
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nuragix
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martedì 5 gennaio 2016
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ho riso di gusto
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Ho riso di gusto ed è quello che mi aspetto da un film comico.
Quattro stelle più che meritate.
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franci9292
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martedì 5 gennaio 2016
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per l'ennesima volta checco non delude
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Un film che consiglierei a tutti, amanti e non di Checco Zalone.
Il fatto che la pellicola abbia superato i 22 milioni in tre giorni la dice lunga sul comico barese: un mix di bravura, intelligenza e comicità esasperata ma mai pesante.
Zalone ha portato nelle sale tematiche giornaliere ricorrenti: riusicre ad ottenere il fatidico "posto fisso", l'ansia di poterlo perdere, la tenacia nel non scendere a compromessi, la mancanza del proprio paese e delle proprie abitudini e infine la morale ultima, che può sembrare banale ma quando si parla d'amore nulla è banale, la scelta di diventare padre e amare la propria donna, rinunciando al posto fisso nella propria cittadina, che il protagonista aveva riottenuto con diligenza e sacrificio.
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Un film che consiglierei a tutti, amanti e non di Checco Zalone.
Il fatto che la pellicola abbia superato i 22 milioni in tre giorni la dice lunga sul comico barese: un mix di bravura, intelligenza e comicità esasperata ma mai pesante.
Zalone ha portato nelle sale tematiche giornaliere ricorrenti: riusicre ad ottenere il fatidico "posto fisso", l'ansia di poterlo perdere, la tenacia nel non scendere a compromessi, la mancanza del proprio paese e delle proprie abitudini e infine la morale ultima, che può sembrare banale ma quando si parla d'amore nulla è banale, la scelta di diventare padre e amare la propria donna, rinunciando al posto fisso nella propria cittadina, che il protagonista aveva riottenuto con diligenza e sacrificio.
Tra momenti di comicità esilarante e momenti di riflessione in cui, però, non manca mai il sorriso, è stato un film sicuramente riuscito e che, per l'ennesima volta, conferma il talento di un comico nato che ha la capacità di farti ridere solo grazie alla sua "variegata" mimica facciale.
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nino pell.
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martedì 5 gennaio 2016
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un film apparentemente leggero
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La comicità di Checco Zalone sicuramente non è più una novità ed anche in questo film egli conferma il suo personalissimo modo di essere solo all'apparenza un comico leggero. In "Quo vado" infatti si sorride, ma allo stesso tempo si riflette e, magari, ci si immedesima nella mentalità dell'italiano medio. Questa volta l'attore pugliese ci descrive l'ambizione (e perché no, sicuramente la garanzia) di poter raggiungere nel nostro paese l'obiettivo di un posto fisso che allo stesso tempo non risulti troppo stressante, ma anzi facile da svolgere e possibilmente ripetitivo nelle mansioni, come appunto questo film ironicamente ci mostra nelle sue sequenze iniziali.
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La comicità di Checco Zalone sicuramente non è più una novità ed anche in questo film egli conferma il suo personalissimo modo di essere solo all'apparenza un comico leggero. In "Quo vado" infatti si sorride, ma allo stesso tempo si riflette e, magari, ci si immedesima nella mentalità dell'italiano medio. Questa volta l'attore pugliese ci descrive l'ambizione (e perché no, sicuramente la garanzia) di poter raggiungere nel nostro paese l'obiettivo di un posto fisso che allo stesso tempo non risulti troppo stressante, ma anzi facile da svolgere e possibilmente ripetitivo nelle mansioni, come appunto questo film ironicamente ci mostra nelle sue sequenze iniziali. La caratteristica particolare di questa pellicola, che alla fine entusiasma e rincuora lo spettatore, è sicuramente la convinzione assoluta del protagonista nel difendere a tutti i costi i propri ideali, dimostrando così sin dall'inizio di essere deciso e imperturbabile ad ogni forma di compromesso o di alternative che possano compromettere il suo percorso ordinario che egli si è prefisso di raggiungere sin dall'inizio. Così accade quando il suo posto fisso viene compromesso dal subentrare di una legge sulla riforma del pubblico impiego a seguito della quale la sua situazione occupazionale è a rischio licenziamento in quanto secondo i criteri della nuova normativa egli non è nè sposato e nè ha prole. Ed ecco allora che una spietata dirigente di settore lo spinge in maniera continuativa nel tempo a fargli firmare l'assegno di buonuscita ai fini del TFR minacciandolo di trasferirlo magari anche al Polo Nord. Ma in tale circostanza Checco dimostra una forza d'animo che ha dell'incredibile e così accetta di essere trasferito anche nei posti più sperduti del mondo pur doi conservare il mito del posto fisso. In una delle sue varie trasferte incontrerà l'amore di una donna che gli darà ancora più determinazione e coraggio nel non demordere da questo suo ideale. Molto belle e poetiche le scene finali del film ambientate in Africa dove a seguito dell'amore per la sua compagna ma soprattutto per un figlioletto che egli avrà da lei, il buon Checco compirà un'azione umanitaria che non potrà non commuovere e che lo riscatterà in maniera straordinaria dalla sua precedente vita agiata e forse egoistica. Bravo Zalone nel trasmetterci sentimenti di altruismo e di bontà attraverso un modo di fare film molto diretto, schietto e, appunto, apparentemente leggero. Un quattro stelle per il profondo significato che l'attore ha voluto trasmetterci e naturalmente per distinguerloo giustamente dai consueti cinepattenoni che da sempre girano in circolazione, con i quali magari lo si potrebbe associare nella forma, ma assolutamente non nella sostanza. Fortunatamente sotto questo aspetto, Checco Zalone è unico.
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uomoqualsiasi
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lunedì 4 gennaio 2016
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un canovaccio consolidato
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L'ultimo film del comico pugliese prosegue sulla falsa riga dei precedenti; Zalone si affida ad un canovaccio ormai consolidato,impersonifica piuttosto bene (la fisionomia lo aiuta molto in tal senso) il cittadino italiano comune mettendone in mostra difetti e contraddizioni in chiave satirica ma sempre all'interno del "politicamente corretto". Fino a qualche anno fa i comici prediligevano soprattutto la satira politica, ora ci si è accorti che alle persone piace ridere di se stessi fino a quando non gli si dice che il loro atteggiamento è sbagliato. In tal senso l'impressione che Zalone sia la nuova gallina dalle uova d'oro del cinema mainstream italiano è forte, anche perchè non esistono alternative all'esuberanza del comico in grado di produrre quel volume di incassi.
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L'ultimo film del comico pugliese prosegue sulla falsa riga dei precedenti; Zalone si affida ad un canovaccio ormai consolidato,impersonifica piuttosto bene (la fisionomia lo aiuta molto in tal senso) il cittadino italiano comune mettendone in mostra difetti e contraddizioni in chiave satirica ma sempre all'interno del "politicamente corretto". Fino a qualche anno fa i comici prediligevano soprattutto la satira politica, ora ci si è accorti che alle persone piace ridere di se stessi fino a quando non gli si dice che il loro atteggiamento è sbagliato. In tal senso l'impressione che Zalone sia la nuova gallina dalle uova d'oro del cinema mainstream italiano è forte, anche perchè non esistono alternative all'esuberanza del comico in grado di produrre quel volume di incassi. Al quarto film prodotto era lecito attendersi un salto di qualità sul piano dei contenuti, ma nonostante ciò rimane una pellicola godibile.
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