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maramaldo
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domenica 8 gennaio 2017
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un gioiello
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Solidarietà a chi ha stroncato Paterson ovvero a chi non si è divertito, si è annoiato, ha reagito a fumosità intellettualistiche. Poco male, nuocciono di più ad un film criptico e fin tropp denso come questo, lodi sperticate ed entusiasmi inconsulti. Disorientano e distolgono dall'andare a vederlo specie se si nutrono pregiudizi negativi su un autore come Jim Jarmusch, spesso oscuro e controverso (ricordate Daunbailò?). Contento di non averlo perso anche se non ne condivido un granchè e sospetto sotto sotto una presa per i fondelli.
Poesia, eh? Il lirismo emana dalla consuetudine abitudinaria abbinata all'encefalogramma piatto del protagonista.
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Solidarietà a chi ha stroncato Paterson ovvero a chi non si è divertito, si è annoiato, ha reagito a fumosità intellettualistiche. Poco male, nuocciono di più ad un film criptico e fin tropp denso come questo, lodi sperticate ed entusiasmi inconsulti. Disorientano e distolgono dall'andare a vederlo specie se si nutrono pregiudizi negativi su un autore come Jim Jarmusch, spesso oscuro e controverso (ricordate Daunbailò?). Contento di non averlo perso anche se non ne condivido un granchè e sospetto sotto sotto una presa per i fondelli.
Poesia, eh? Il lirismo emana dalla consuetudine abitudinaria abbinata all'encefalogramma piatto del protagonista. E quegli epigrammi, puerilità inventate da un bravo parodista incaricato di spacciarli per minimalismi delicati e interrogativi profondi. Quanto ai fiammiferi, lasciateli usare solo a Prévert che con sole trois allumettes ti illumina una notte d'amore, a Parigi. Vi sarebbero i versi della poetessina: non male; li ha scritti lo stesso Jarmusch; non se ne vergogna. I Poeti? L'Alighieri, un santino; Petrarca, "mi chiamo Laura". I noti O'Hara (parente di Rossella?) e William Williams (genitori dalla fantasia sfrenata): i vati di Paterson, l'Atene, la Firenze del New Jersey. Te la fa visitare il perfido Jim: squallida e anonima. Inorgoglirsi, poi, perchè vi dimorarono un comico di serie B, un feticcio fumato della beat generation, un anarchico assassino. Simbolismi. Quel giapponese in pellegrinaggio, fa sorridere perfino Paterson, un alter ego dello stesso Jarmusch al pari dell'attore principale. E tutti quei gemelli? La Natura, così indifferente all'individuo da replicarlo a capriccio.
Nella vicenda (si fa per dire) c'è forse un riflesso di un vissuto non soltanto artistico. Le donne, non proprio esaltazione dell'eterno femminino. I latrati della moglie del barista; la crudeltà di Marie, la moretta decolorata: scontenta di sè, avvilisce lo spasimante che non piace, da indurlo a distruggersi in una pietosa simulazione tesa ad impressionare, ad impietosire. Riempe il vuoto Black&White, occhi ferini che vedono la realtà in luci ed ombre senza gingillarsi con il caleidoscopio dell'immaginazione.
Jarmusch non intacca il simbolo della dolce metà, affettuosa e devota, uno standard dell'immaginario americano per impersonare il quale si è impiegata un'iraniana. Preserva pure il mito dell'unione felice: questa sì poesia. Sospetta che, se c'è, sia profonda, viscerale, una sola carne. Li osserva i due, più di una volta e fino all'ultimo: dormienti, avvinti stretti l'una all'altro; indifesi cuccioli appena nati, abbandonati ad una qualche sorte che ignorano.
Tutto ciò sostenuto da Marvin: mille volte più espressiva dell'umanoide della galassia qui travestito da autista (gioco di parole, fatemelo passare). Deliziosa Marvin, ti trattiene sul ciglio dell'abisso della malinconia e della depressione. Una femmina, è chiaro, lo sapevate. E chi altri, pensa Jim, può farti andare storto un perno del tuo mondo e maciullarti all'improvviso i poveri sogni più belli che hai fatto.
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mamad
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domenica 8 gennaio 2017
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film lento e noioso
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Se le intenzioni del regista erano quelle di esaltare la bellezza delle piccole cose, guardando la vita del protagonista e le sue poesie questo messaggio non mi è arrivato. Non mi ha trasmesso nessuna emozione e in alcuni momenti le poesie mi sembrtavano banali.
Per tutto il film mi aspetto che si sviluppi una storia, ma non succede niente ... e ci può stare se l0intento non sia quello di raccontare una storia, ma la poesia della quiotidianità che spesso ci sfugge. Ilk problema è che questa poesia non mi è arrivata.
Ciò che mi è stato trasmetto dal protagonista, su cui si regge tutti il film, è un misto fra noia, da cui cerca di evadere scrivendo poesie (che per la verità il più delle volte non erano un granchè), indifferenza e talvolta finzione: non trasmette nessuna emozione, nè quando la moglie si entusiasma per ogni suo piccolo progetto, nè quando perde le sue poesie per colpa del cane.
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Se le intenzioni del regista erano quelle di esaltare la bellezza delle piccole cose, guardando la vita del protagonista e le sue poesie questo messaggio non mi è arrivato. Non mi ha trasmesso nessuna emozione e in alcuni momenti le poesie mi sembrtavano banali.
Per tutto il film mi aspetto che si sviluppi una storia, ma non succede niente ... e ci può stare se l0intento non sia quello di raccontare una storia, ma la poesia della quiotidianità che spesso ci sfugge. Ilk problema è che questa poesia non mi è arrivata.
Ciò che mi è stato trasmetto dal protagonista, su cui si regge tutti il film, è un misto fra noia, da cui cerca di evadere scrivendo poesie (che per la verità il più delle volte non erano un granchè), indifferenza e talvolta finzione: non trasmette nessuna emozione, nè quando la moglie si entusiasma per ogni suo piccolo progetto, nè quando perde le sue poesie per colpa del cane. Sembra quasi che finga, nei confronti della moglie le cui creazioni non apprezza ma finge di apprezzare, nei confronti del cane, che sembra malsopportare e che alla fine ammette di odiare, ma che lo porta fuori tutte le sere per il pretesto di bersi una birra.
L'impressione che il protagonista mi ha trasmesso è di una persona in alcuni momenti gentile e cordiale e in altri apatica, una persona che si emoziona e non emoziona, non di uno affascinato dalla bellezza delle piccole cose.
La moglie, benchè sia personaggio bizzarro e improbabile, appare più positivo del marito e riesce meglio di lui a comunicare emozioni e entusiasmo per le piccole cose. Ma resta un personaggio con un rilievo secondario.
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no_data
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sabato 7 gennaio 2017
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assaporare le poesie e assopirsi un po'
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Una moglie strampalata e creativa che ama alla follia, un bulldog che ama un po' meno, l' autobus 23 che guida ogni mattina a partire dalle 7.35 nella tranquilla cittadina di Paterson, New Jersey: le giornate di Paterson scorrono sempre uguali. Ma l'autista riesce a evadere da questa serrata routine (fortunatamente per lui, altrimenti probabilmente impazzirebbe) grazie alle poesie che si diletta ad annotare su uno sfortunato taccuino.
Il film di Jarmusch è a mio avviso decisamente sopravvalutato - da una certa critica "intellettualoide" (inclusi cinefilo ed amanti di Moorise Kingdom da cui è tratto un intero scambio di battute). La lentezza che lo caratterizza è senz'altro funzionale a fare assaporare allo spettatore, come con un buon vino, le poesie che vengono lette a voce alta mentre sullo schermo scorre il testo in inglese; tuttavia da assaporare ad assopirsi il passo è breve.
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Una moglie strampalata e creativa che ama alla follia, un bulldog che ama un po' meno, l' autobus 23 che guida ogni mattina a partire dalle 7.35 nella tranquilla cittadina di Paterson, New Jersey: le giornate di Paterson scorrono sempre uguali. Ma l'autista riesce a evadere da questa serrata routine (fortunatamente per lui, altrimenti probabilmente impazzirebbe) grazie alle poesie che si diletta ad annotare su uno sfortunato taccuino.
Il film di Jarmusch è a mio avviso decisamente sopravvalutato - da una certa critica "intellettualoide" (inclusi cinefilo ed amanti di Moorise Kingdom da cui è tratto un intero scambio di battute). La lentezza che lo caratterizza è senz'altro funzionale a fare assaporare allo spettatore, come con un buon vino, le poesie che vengono lette a voce alta mentre sullo schermo scorre il testo in inglese; tuttavia da assaporare ad assopirsi il passo è breve.
Fil ruoge del film sono le poesie minimaliste, realmente composte da Ron Padgett, che prendono le mosse dal quotidiano per poi portare a riflessioni più ampie su sentimenti ed impressioni dell'autore, caratterizzate per lo più da brevi immagini giustapposte. Poesie che non suscitano né forti né delicate emozioni. Sembrano certe opere di arte contemporanea: se non se ne capisce il significato assurgono automaticamente a capolavoro. Alla fine lo si ama ma ci si annoia un po'. (fortunatamente per lui, altrimenti probabilmente impazzirebbe) grazie alle poesie che si diletta ad annotare su uno sfortunato taccuino.
Il film di Jarmusch è a mio avviso decisamente sopravvalutato - da una certa critica "intellettualoide" (inclusi cinefilo ed amanti di Moorise Kingdom da cui è tratto un intero scambio di battute). La lentezza che lo caratterizza è senz'altro funzionale a fare assaporare allo spettatore, come con un buon vino, le poesie che vengono lette a voce alta mentre sullo schermo scorre il testo in inglese; tuttavia da assaporare ad assopirsi il passo è breve.
Fil ruoge del film sono le poesie minimaliste, realmente composte da Ron Padgett, che prendono le mosse dal quotidiano per poi portare a riflessioni più ampie su sentimenti ed impressioni dell'autore, caratterizzate per lo più da brevi immagini giustapposte.
Sarà, ma a me queste poesie non hanno né emozionato né fatto riflettere. Mi sembrna moglie strampalata e creativa che ama alla follia, un bulldog che ama un po' meno, un autobus, sempre lo stesso che guida ogni mattina a partire dalle 7.35 nella tranquilla cittadina di Paterson, New Jersey: le giornate di Paterson scorrono (quasi) sempre uguali. Ma l'autista riesce a evadervi (fortunatamente per lui, altrimenti probabilmente impazzirebbe) grazie alle poesie che si diletta ad annotare su uno sfortunato taccuino.
Il film di Jarmusch è a mio avviso decisamente sopravvalutato - da una certa critica "intellettualoide" (inclusi cinefilo ed amanti di Moorise Kingdom da cui è tratto un intero scambio di battute). La lentezza che lo caratterizza è senz'altro funzionale a fare assaporare allo spettatore, come con un buon vino, le poesie che vengono lette a voce alta mentre sullo schermo scorre il testo in inglese; tuttavia da assaporare ad assopirsi il passo è breve.
Fil ruoge del film sono le poesie minimaliste, realmente composte da Ron Padgett, che prendono le mosse dal quotidiano per poi portare a riflessioni più ampie su sentimenti ed impressioni dell'autore, caratterizzate per lo più da brevi immagini giustapposte.
Sarà, ma a me queste poesie non hanno né emozionato né fatto riflettere. Mi sembrano c
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maurizio meres
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venerdì 6 gennaio 2017
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la quarta dimensione di paterson
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Il tempo scandito da poesie che rappresentano la vita di tutti i giorni,tutto si colloca in una dimensione quasi surreale in un astrattismo ripetitivo di una persona qualunque,Paterson questo è il suo nome,così come è il nome della cittadina in cui vive,la sua vita è fatta di semplici gesti quotidiani,la sua calma rasenta l'immaginabile per chi vive in una città frenetica,è autista di un autobus,sua moglie,mai la contraddice,ogni giorno subisce il suo fascino della creatività artistica,ramificata in tutti i campi che ella possiede,un cane Marvin splendido attore,conosce i sentimenti dei suoi padroni,riempie la casa,così come una terza persona.
La poesia è l'estratto esistenziale del pensiero,il regista bravissimo riesce a farla fuoriuscire,attraverso Paterson,nei gesti,dagli sguardi quasi sempre increduli,dai dialoghi statici mai frenetici,attraverso una bellissima ambientazione,di una città semplice,complice dei natali di grandi poeti,dove l'aria che si respira diventa complice.
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Il tempo scandito da poesie che rappresentano la vita di tutti i giorni,tutto si colloca in una dimensione quasi surreale in un astrattismo ripetitivo di una persona qualunque,Paterson questo è il suo nome,così come è il nome della cittadina in cui vive,la sua vita è fatta di semplici gesti quotidiani,la sua calma rasenta l'immaginabile per chi vive in una città frenetica,è autista di un autobus,sua moglie,mai la contraddice,ogni giorno subisce il suo fascino della creatività artistica,ramificata in tutti i campi che ella possiede,un cane Marvin splendido attore,conosce i sentimenti dei suoi padroni,riempie la casa,così come una terza persona.
La poesia è l'estratto esistenziale del pensiero,il regista bravissimo riesce a farla fuoriuscire,attraverso Paterson,nei gesti,dagli sguardi quasi sempre increduli,dai dialoghi statici mai frenetici,attraverso una bellissima ambientazione,di una città semplice,complice dei natali di grandi poeti,dove l'aria che si respira diventa complice.
Citazioni,come Dante,Petrarca rendono il film universale nella conoscenza poetica,degno tributo ad un Italia culturalmente sempre presente nel pensiero di grandi registi.
Tutti gli attori senza tralasciare nessuno recitano tutti con grande duttilità,ogni ruolo è studiato,incastonato in un quadro all'apparenza astratto,ma pieno di sentimento,dove il buonismo di tutti,rende perfetta ogni sequenza.
Ottimo cinema contemporaneo,d'apprezzare,da vedere e non giudicare perché bisogna sempre sapere quando si va al cinema ciò che si guarda.
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maumauroma
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venerdì 6 gennaio 2017
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paterson
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Comunemente si pensa che i poeti vivano con la testa fra le nuvole, in qualche empireo sperduto, lontano dalle insidie e dai problemi che offre questo mondo, abitato da persone che consumano le loro esistenze attraversando continuamente trilioni di molecole che si aprono al loro passaggio e che si richiudono alle loro spalle, sempre. Paterson guida tutti i giorni il suo autobus attraverso le strade della cittadina del New Jersey che porta il suo stesso nome. Per lui ogni giorno della settimana e' sempre lo stesso. Sveglia la mattina , una fugace colazione, il lavoro di autista, una birra al pub la sera. Eppure a Paterson ogni giorno rivela sorprese: uno scorcio della citta' visto sotto una luce diversa , un discorso rubato ai passeggeri, un'esperienza nel pub mentre conversa con la gente che lo frequenta.
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Comunemente si pensa che i poeti vivano con la testa fra le nuvole, in qualche empireo sperduto, lontano dalle insidie e dai problemi che offre questo mondo, abitato da persone che consumano le loro esistenze attraversando continuamente trilioni di molecole che si aprono al loro passaggio e che si richiudono alle loro spalle, sempre. Paterson guida tutti i giorni il suo autobus attraverso le strade della cittadina del New Jersey che porta il suo stesso nome. Per lui ogni giorno della settimana e' sempre lo stesso. Sveglia la mattina , una fugace colazione, il lavoro di autista, una birra al pub la sera. Eppure a Paterson ogni giorno rivela sorprese: uno scorcio della citta' visto sotto una luce diversa , un discorso rubato ai passeggeri, un'esperienza nel pub mentre conversa con la gente che lo frequenta. E questo continuo fluire di esperienze lo spinge a scrivere versi su un semplice taccuino, a sublimare con la poesia il duro e noioso tran tran quotidiano. Tra un dialogo con la sua compagna Laura ,ragazza idealista e con velleita' artistiche e una passeggiata con Marvin, irresistibile bull dog un po' dispettosetto, la sua vita scorre lenta e inesorabile come il fiume che attraversa la citta'. Anche in questo suo ultimo film, dai ritmi volutamente lenti e ripetitivi, Jim Jarmusch si conferma grande regista. La sceneggiatura di Paterson appare come un caleidoscopio dove gli stessi frammenti colorati muovendosi al suo interno si dispongono in maniera sempre diversa e originale agli occhi dello spettatore. Il carattere di ogni personaggio, anche secondario, viene scolpto dal regista americano con poche inquadrature e un semplice tratto di dialogo. E affascinano anche le metafore simboliche che egli introduce qua e la' nello script e che ognuno puo' interpretare come crede: la presenza ossessiva di gemelli di tutte le eta', le manie di Laura per il bianco e nero, i dispetti del cane Marvin, il misterioso poeta giapponese deus ex machina finale che finira' per alimentare di nuova linfa artistica il nostro poeta autista.
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flyanto
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giovedì 5 gennaio 2017
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solo le passioni risollevano dalla routine
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Se si parla di routine e di ambizioni occorre dire che il regista Jìm Jarmusch nel suo ultimo film "Paterson" ha perfettamente reso l'idea, presentando la vita quotidiana e quanto mai abitudinaria e piatta del protagonista, un giovane autista di bus. Egli convive con una ragazza, ogni mattina si sveglia presto, alla stessa ora, per andare a lavorare e condurre il bus per la città di Paterson, dove egli vive, poi torna a casa, cena e parla (con scarso entusiasmo) con la compagna e, mentre porta fuori il cane per i suoi bisogni, si ferma a bere una birra un poco al pub gestito da un uomo di colore con cui conversa del più e del meno. Le sue giornate sono intervallate soltanto dal suo "isolarsi" nei pochi momenti liberi che il giovane ha a disposizione, scrivendo versi di poesie che gli scaturiscono improvvisamente nella mente ed annotarli in un quaderno che si porta sempre con sè e che custodisce gelosamente.
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Se si parla di routine e di ambizioni occorre dire che il regista Jìm Jarmusch nel suo ultimo film "Paterson" ha perfettamente reso l'idea, presentando la vita quotidiana e quanto mai abitudinaria e piatta del protagonista, un giovane autista di bus. Egli convive con una ragazza, ogni mattina si sveglia presto, alla stessa ora, per andare a lavorare e condurre il bus per la città di Paterson, dove egli vive, poi torna a casa, cena e parla (con scarso entusiasmo) con la compagna e, mentre porta fuori il cane per i suoi bisogni, si ferma a bere una birra un poco al pub gestito da un uomo di colore con cui conversa del più e del meno. Le sue giornate sono intervallate soltanto dal suo "isolarsi" nei pochi momenti liberi che il giovane ha a disposizione, scrivendo versi di poesie che gli scaturiscono improvvisamente nella mente ed annotarli in un quaderno che si porta sempre con sè e che custodisce gelosamente. La sua aspirazione artistica e la sua passione è costituita, infatti, da questo dedicarsi alla composizione scritta, lenta e a tratti nel corso delle proprie monotone giornate, soltanto osservando ciò che gli sta intorno, se il personaggio abbia un qualche talento o meno, poco importa saperlo .....
La poesia del protagonista, ma qualunque altra passione che anima un individuo (come, per esempio, l'aspirazione a suonare la chitarra od il piacere di preparare dolci che si riscontrano nella compagna del protagonista) sono, secondo Jarmusch, l'unica ragione di vita che aiutano gli essere umani a sopportare e superare la propria esistenza quotidiana, tanto più quando questa si manifesta banale, monotona all'inverosimile e, magari, se si ha anche un'occupazione che non soddisfa affatto. Anche la vita di coppia rappresentata nella pellicola, viene descritta dal regista in maniera piuttosto piatta e riflettente un rapporto che sembra andare avanti per per abitudine che sincera passione amorosa. Per quanto i protagonisti si vogliano bene, soprattutto da parte del giovane uomo che non esterna mai un'atteggiamento di entusiasmo od anche di collera, Jarmusch dimostra chiaramente quanto anche la routine sentimentale conduca ad una vita noiosa in cui l' unica via di fuga o, per lo meno, di necessaria sopportazione, è costituita, appunto, dal perseguire con entusiasmo le proprie passioni, a prescindere dal proprio talento o meno. Solo i propri desideri, il crederci e l'inseguirli fervidamente, aiutano a vivere al di là della pura e semplice sopravvivenza e, pertanto, a salvare un individuo dal baratro della noia e dell'alienazione in cui rischia di cadere o è caduto. Jarmusch, ribadisco, attraverso anche lo scandire tutta la durata del film esattamente nei sette giorni della settimana vissuti dalla coppia in questione, trasmette allo spettatore quanto mai efficacemente la sensazione dell' esistenza "trascinata" e quasi subita in cui si può incorrere e che è vissuta dal protagonista.
Consigliabile ma solo per chi ama e comprende Jarmusch.
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flaw54
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giovedì 5 gennaio 2017
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non capisco
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Non riesco a capire le critiche entusiastiche per questo film! È un qualcosa di inspiegabile. Film iterativo di una noia assoluta che non trasmette alcun messaggio. Silenzi e azioni ripetitive servono per farlo passare come un film di autore. Ma se Jarmush è un regista allora lo sono anch' io. Una vera presa di giro per il pubblico ed appare comprensibile il danno di pellicole di questo genere che hanno la forza di allontanare il pubblico dalle sale. E i critici dovrebbero porsi delle domande....
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giasone
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domenica 1 gennaio 2017
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una boiata pazzesca
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Noioso, inutilmente lungo, da sbadiglio. Non vedevo l'ora che finisse.. Se potete, evitatelo. Non merita i nostri soldi.
[+] titolo scritto col cuore
(di emanuele 1968)
[ - ] titolo scritto col cuore
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dade70
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sabato 31 dicembre 2016
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sopravvalutato
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Va bene l'elogio del trovare la bellezza nelle piccole cose della quotidianità ma qui non succede proprio nulla e di poesia sinceramente se ne vede poca.
Non c'è un guitto, un sussulto alla momotonia od un aneddoto divertente che strappi il velo alla sottile disperazione che pervade il protagonista.
Il rapporto di coppia pessimo, la compagna centrata solo su se stessa, affiatamento zero.
Ci sono tantissime persone, la maggior parte, che vivono con pochi mezzi e con semplicità ma almeno momenti ironici, divertenti o comunque intensi sono parte delle loro giornate. Qui il nulla.
Fosse stato un autista dell'Atac oltre alla difficoltà del quotidiano e a qualche saggia considerazione sul godersi le cose della vita forse una risata ce la strappava.
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Va bene l'elogio del trovare la bellezza nelle piccole cose della quotidianità ma qui non succede proprio nulla e di poesia sinceramente se ne vede poca.
Non c'è un guitto, un sussulto alla momotonia od un aneddoto divertente che strappi il velo alla sottile disperazione che pervade il protagonista.
Il rapporto di coppia pessimo, la compagna centrata solo su se stessa, affiatamento zero.
Ci sono tantissime persone, la maggior parte, che vivono con pochi mezzi e con semplicità ma almeno momenti ironici, divertenti o comunque intensi sono parte delle loro giornate. Qui il nulla.
Fosse stato un autista dell'Atac oltre alla difficoltà del quotidiano e a qualche saggia considerazione sul godersi le cose della vita forse una risata ce la strappava.
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vanessa zarastro
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giovedì 29 dicembre 2016
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taumaturgia
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Il film Paterson potrebbe essere considerato un tributo alla poesia e al suo potere taumaturgico. A Paterson, una piccola cittadina del New Jersey, vive una giovane coppia dove lui fa l’autista di autobus comunale e lei ama dipingere di bianco e nero, tessuti, dolci, vestiti, chitarra, tende e quant’altro le capiti sottomano.
Lui scrive poesie e i pochi momenti di pausa nel lavoro li passa a scrivere. Sembra che la poesia sia l’unico modo per riscattarsi di una vita monotona, anche un po’ squallida, priva di ambizioni, di amicizie e di socialità. Laura, la sua donna, è un condensato di banalità misto con un pizzico di creatività che però non l’aiuta a superare la mediocrità di una bricoleuse.
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Il film Paterson potrebbe essere considerato un tributo alla poesia e al suo potere taumaturgico. A Paterson, una piccola cittadina del New Jersey, vive una giovane coppia dove lui fa l’autista di autobus comunale e lei ama dipingere di bianco e nero, tessuti, dolci, vestiti, chitarra, tende e quant’altro le capiti sottomano.
Lui scrive poesie e i pochi momenti di pausa nel lavoro li passa a scrivere. Sembra che la poesia sia l’unico modo per riscattarsi di una vita monotona, anche un po’ squallida, priva di ambizioni, di amicizie e di socialità. Laura, la sua donna, è un condensato di banalità misto con un pizzico di creatività che però non l’aiuta a superare la mediocrità di una bricoleuse.
Il film ci propone un’intera settimana di giornate noiose e ripetitive dove, avrei pensato, succedesse qualcosa di assolutamente inaspettato del tipo: “lui scappa e molla tutto” oppure: “va in una scuola e compie una strage”, ma nulla di tutto ciò succede. Lui è un ragazzo dolce e gentile che non si arrabbia neanche quando Marvin, il gelosissimo bulldog, gli distrugge il taccuino segreto.
Abbiamo molti fiammiferi in casa nostra
Li teniamo a portata di mano, sempre
Attualmente la nostra marca preferita è Ohio Blue Tip
Anche se una volta preferivamo la marca Diamond
Questo era prima che scoprissimo
I fiammiferi Ohio Blue Tip
Sono confezionati benissimo
Piccole scatole resistenti
Con lettere blu scuro e blu chiaro bordate di bianco
Con le parole scritte
A forma di megafono
Come per dire ancora più forte al mondo
"Ecco il più bel fiammifero del mondo
Il suo stelo di tre centimetri e mezzo in legno di pino
Sormontato da una testa granulosa viola scuro
Così sobrio e furioso e caparbiamente pronto
A esplodere in fiamme
Per accendere, magari, la sigaretta della donna che ami
Per la prima volta
E che dopo non sarà mai più davvero lo stesso
Tutto questo noi vi daremo
Questo è ciò che tu hai dato a me
Io divento la sigaretta e tu il fiammifero,
O io il fiammifero e tu la sigaretta,
Risplendente di baci che si stemperano
nel cielo.
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[+] non del tutto d'accordo...
(di writer58)
[ - ] non del tutto d'accordo...
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