felicity
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mercoledì 17 febbraio 2021
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commedia ironica che racconta il dramma dei vinti
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Norman Oppenheimer, lo sfuggente protagonista di questo film dal sapore dolce-agro che ha l’aspetto di una tragedia,è come un agnello fra i lupi.
Ha una predisposizione alla nobiltà d’animo che tradisce il suo untuoso agire e, a ben vedere, è un uomo semplice, buono, dominato da una solitudine severa e mortificante. Non sembra avere una famiglia (benché finga di averne una), né affetti, né casa: si rifugia saltuariamente in una sinagoga dove si ristora e si ripara dal freddo.
È il suo luogo di lavoro, la sede della sedicente “Oppenheimer Strategies” che Norman ostenta sui biglietti da visita in modo tanto goffo da far quasi tenerezza.
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Norman Oppenheimer, lo sfuggente protagonista di questo film dal sapore dolce-agro che ha l’aspetto di una tragedia,è come un agnello fra i lupi.
Ha una predisposizione alla nobiltà d’animo che tradisce il suo untuoso agire e, a ben vedere, è un uomo semplice, buono, dominato da una solitudine severa e mortificante. Non sembra avere una famiglia (benché finga di averne una), né affetti, né casa: si rifugia saltuariamente in una sinagoga dove si ristora e si ripara dal freddo.
È il suo luogo di lavoro, la sede della sedicente “Oppenheimer Strategies” che Norman ostenta sui biglietti da visita in modo tanto goffo da far quasi tenerezza. Qui riflette, struttura la maglia delle proprie ventilate conoscenze, studia come aggrapparsi a chi può trarlo fuori dalla vita che conduce, cerca una boccata d’aria.
Norman vive solo per mettersi in gioco. La sceneggiatura e la regia di Cedar lasciano ampio spazio di manovra a pensieri e azioni del protagonista, riuscendo a costruire un’indagine psicologica non banale senza forzature o invadenze: Cedar sa valorizzare (con molti insistiti primissimi piani per esempio) dettagli e sfumature della notevole interpretazione di Richard Gere: l’espressione, la gestualità, i movimenti dimessi e impacciati.
Malauguratamente ingenuo, inevitabilmente solo, Norman si dimostra capace di trasformare in bene tutto il male che gli piove addosso proprio consacrandosi all’eterno anonimato, come fosse l'ironica sublimazione di una vita passata a fare in modo che il proprio nome conti qualcosa, ma ancora di più a cercare di contare qualcosa per qualcuno.
Gere butta gli abiti eleganti per diventare quello che tutti evitano: il rompiscatole di professione, l’imbucato alle cene di famiglia, che millanta conoscenze ai piani alti quando non sa dove passare la notte. Strega ancora con il suo fascino, diverte nella burrasca e si destreggia in una sterminata rubrica telefonica. Norman brama la felicità e cerca di soddisfare la sua anima e il prossimo, come un antieroe alla ricerca della redenzione. Ma gli squali non hanno il cuore tenero.
Il regista Joseph Cedar gira una commedia ironica, che gioca con l’umorismo in salsa yiddish per raccontare il dramma dei vinti. Il protagonista crede nei principi della Torah e si comporta come un ebreo – cortigiano al servizio dei potenti, che accarezza Shakespeare e punta al cinema irraggiungibile di Woody Allen. Tutti conosciamo un “Norman” e ancora una volta il cinema si dimostra il più grande testimone del nostro tempo.
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nanobrontolo
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domenica 9 agosto 2020
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solo gere!
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Il film si basa esclusivamente sulla pedanteria, la pena e il fastidio che pervadono la pellicola grazie alle straordinarie qualità di attore di Richard Gere. Oltre allo stupore suscitato dalla bravura del protagonista tutto il resto dopo un po' perde di interesse.
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luca scialo
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sabato 4 luglio 2020
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le vie del potere sono infami
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Joseph Cedar ha dedicato fino ad oggi la sua filmografia - ancora breve, costituita da 3 film - al potere politico che muove i fili di Israele. Tutti gli intrecci che avvengono nel retroscena, invisibili a chi guarda dall'esterno. Pur avendo consapevolezza che certe cose sicuramente accadano. Protagonista della vicenda è Norman Oppheneimer, persona onesta, spesso ingenua e fin troppo disponibile. La cui professione è quella di consulente per privati ed aziende. Un giorno però si introduce in un gioco troppo più grande di lui, fatto di intrighi di potere ed arrivismo. Dove religione e politica si mescolano e si confondono. Soprattutto se riguarda uno stato, come quello di Israele, giustificato proprio dalla religione.
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Joseph Cedar ha dedicato fino ad oggi la sua filmografia - ancora breve, costituita da 3 film - al potere politico che muove i fili di Israele. Tutti gli intrecci che avvengono nel retroscena, invisibili a chi guarda dall'esterno. Pur avendo consapevolezza che certe cose sicuramente accadano. Protagonista della vicenda è Norman Oppheneimer, persona onesta, spesso ingenua e fin troppo disponibile. La cui professione è quella di consulente per privati ed aziende. Un giorno però si introduce in un gioco troppo più grande di lui, fatto di intrighi di potere ed arrivismo. Dove religione e politica si mescolano e si confondono. Soprattutto se riguarda uno stato, come quello di Israele, giustificato proprio dalla religione. Norman sarà tradito da tutti i personaggi che gli muovono intorno, anche quelli più vicini e fidati. Ma anche dalla propria eccessiva propensione verso gli altri. La pellicola si apprezza soprattutto per il fatto che sia stata scritta dallo stesso regista. Il quale mette in campo una storia intrigante e intrigata. Una sorta di spionaggio e controspionaggio tipico di una Guerra Fredda 2.0. Dove ai sentimenti umani si antepongono quelli del potere e dell'arrivismo. Del politically correct freddo e spietato. Manca forse un po' di dinamismo in più tipico del genere. Ma Richard Gere è sempre ottimo.
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xerox
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domenica 22 ottobre 2017
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che disagio.....
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NOOOOOOOOOOO!!!!!! Non mi fate vedere Richard col cappottone, la sciarpetta, la coppola, e gli occhiali! Aridateme il Gigolò, il Pretty Woman, o anche L'Angolo Rosso!
Che shock vederlo in questo film come un pensionato al minimo come Aldo, Giovanni e Giacomo negli sketchs appunto dei pensionati...
Del film poco da dire... storia inverosimile con l'intenzione di mettere a fuoco il sottobosco di personaggi che gravitano intorno alla politica, agli affari, al potere in genere.
Le 5 stelle sono per il Richard che ricordo io: per un attore e un uomo che stimo profondamente.
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alex2044
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lunedì 16 ottobre 2017
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ottimo richard gere vale il biglietto !
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Una sorpresa , il film è simpatico , interessante , originale e ben realizzato . Richard Gere è bravissimo . Forse questa è la sua migliore interpretazione .
Mezzo voto in più per la sua prova d'attore .
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k.s.stanislavskij
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lunedì 16 ottobre 2017
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gere notevole, e meraviglia dell'ambiguità
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due le cose su cui si basa il film, credibilità dell'ex fascinoso gere, bravissimo nel diventare un ometto grigio, un signor nessuno, che nella sua vitalistica esigenza di essere qualcuno, qualcosa, tra bluff, sotterfuggi e qualità reali insospettabili è capace di metere in moto gli eventi fino a diventarne il fulcro vitale, il vero deus ex machina di cose più grandi di lui; e l'equilibrio tra iperrealismo, commedia, e dramma . Un piccolo gioiellino da non perdere. Molto ebraica l'atmosfera e il tipo di raffinata intelligenza. Non per tutti, o per chi cerca grandi azioni e dinamicità.
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raffaella
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domenica 8 ottobre 2017
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richard gere da oscar
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Se Richard Gere voleva togliersi i panni dei suoi personaggi di successo, c'è perfettamente riuscito. Ha dimostrato di essere un vero grande attore.
Condiderando che il film è di un regista ebreo, mi sembra che ci sia molta critica per il relativo ambiente degli affari newyorkese.
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flaw54
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domenica 8 ottobre 2017
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l' incredibile resistenza dello spettatore!
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Occorre una vera forza morale ed una resistenza oltre il limite per sopportare un film del genere. Caotico, in molte parti incomprensibile con un Norman che non si sa chi sia, dove abiti e chi lo campi. Richard Gere gigioneggia come nei suoi peggiori momenti, la sceneggiatura è apocalittica e la noia regna sovrana. Solo la certezza di una bella cena all' uscita mi ha dato la forza di resistere. Riuscirò a vedere un film vero in questa stagione?
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sabato 7 ottobre 2017
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un tema speciale
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Ottimo film non per tutti i palati e i gusti. Grande attore da oscar, mondo ebraico newyorkese dipinto alla perfezione.
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vanessa zarastro
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giovedì 5 ottobre 2017
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un “faccendiere” solitario
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Gli ultimi film che ho visto di Richard Gere mi sembrano un po’ inconsistenti. Invecchiando Gere ha anche imparato a recitare, ma mi pare che siano proprio i film nei quali recita che non vanno. Franny di Andrew Renzi del 2015, ad esempio poteva essere una tematica anche interessante e Gere ce l’ha messa tutta, ma il film era proprio scarso! Qui poi è totalmente fuori luoghi così WASP che non si riesce proprio a vederlo in un personaggio ebreo. Io ci avrei visto James Caan che di parti sbruffoncelle ne ha interpretate nella sua lunga carriera. La figura dell’”ebreo cortigiano” si ritrova nella letteratura ebraica (dalla Bibbia al Mercante di Venezia e all’Ulisse di Joyce).
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Gli ultimi film che ho visto di Richard Gere mi sembrano un po’ inconsistenti. Invecchiando Gere ha anche imparato a recitare, ma mi pare che siano proprio i film nei quali recita che non vanno. Franny di Andrew Renzi del 2015, ad esempio poteva essere una tematica anche interessante e Gere ce l’ha messa tutta, ma il film era proprio scarso! Qui poi è totalmente fuori luoghi così WASP che non si riesce proprio a vederlo in un personaggio ebreo. Io ci avrei visto James Caan che di parti sbruffoncelle ne ha interpretate nella sua lunga carriera. La figura dell’”ebreo cortigiano” si ritrova nella letteratura ebraica (dalla Bibbia al Mercante di Venezia e all’Ulisse di Joyce). Oggi tale persona può essere chiamato ”faccendiere” (ma il mondo è pieno di questi personaggi anche ariani!).
L’idea poteva suggerire forse un film comico, o almeno divertente. Oppure un film decisamente drammatico dove la mancanza di autostima fa soffrire il protagonista che la cerca disperatamente negli altri cercando di essere utile. Norman è un imbroglione con manie di grandezza che si intrufola nei meandri della politica e dei businessmen cercando di metterli a contatto e risolvendo con bugie e piccoli inganni varie questioni. Finirà per diventare amico di Lior Ashkenazi che diventerà Primo Ministro d’Israele che lo nomina ambasciatore a New York. Ma poi gli antipacifisti vogliono fare le scarpe al Primo Ministro e lo accusano di corruzione proprio per aver accettato favori da Norman. Un finale agrodolce di un film noioso e troppo L’incredibile vita di Norman è il terzo film di Joseph Cedar (il primo in inglese), un newyorkese trasferitosi a sei anni in Israele. Qui è la prima volta che la Charlotte Gainsbourg recitare “normalmente” senza quell’aer di erotismo di cui la cinematografia europea l’ha sempre graziata. Il film è troppo parlato e risulta piuttosto noioso. Gere fa simpatia ma non fa ridere.
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