ivanleone
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mercoledì 12 aprile 2017
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up&down
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Il vero problema, con il cinema di Tim Burton, è che ad ogni sua nuova opera ci aspettiamo il CAPOLAVORO o almeno un film capace di emozionarci e commuoverci. Semplicemente dimentichiamo che tutti i grandi registi, anche i Maestri, hanno nella loro carrera delle pause, il che non vuol dire che quanto prodotto in queste "pause" sia in assoluto brutto o poco piacevole, ma semplicemente che non sono film che s'avvicinano al meglio realizzato in passato. Miss Peregrine rientra in questa categoria, presentando alcune pagine di chiara marca "Burton" a fianco di momenti che riecheggiano i prodotti Marvel. Peraltro il canovacco è pur sempre lo stesso: la straordinarietà del "diverso", questa volta minacciato da altri "diversi", in un universo parallelo dove la logica spazio-temporale è completamente ribaltata, ma in maniera magica (à la Burton, verrebbe da dre) piuttosto che fantascientifica (à la Star Trek, per intenderci).
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Il vero problema, con il cinema di Tim Burton, è che ad ogni sua nuova opera ci aspettiamo il CAPOLAVORO o almeno un film capace di emozionarci e commuoverci. Semplicemente dimentichiamo che tutti i grandi registi, anche i Maestri, hanno nella loro carrera delle pause, il che non vuol dire che quanto prodotto in queste "pause" sia in assoluto brutto o poco piacevole, ma semplicemente che non sono film che s'avvicinano al meglio realizzato in passato. Miss Peregrine rientra in questa categoria, presentando alcune pagine di chiara marca "Burton" a fianco di momenti che riecheggiano i prodotti Marvel. Peraltro il canovacco è pur sempre lo stesso: la straordinarietà del "diverso", questa volta minacciato da altri "diversi", in un universo parallelo dove la logica spazio-temporale è completamente ribaltata, ma in maniera magica (à la Burton, verrebbe da dre) piuttosto che fantascientifica (à la Star Trek, per intenderci).
Merita senz'altro la visone, ma non aspettatevi Edward né Beetlejuice
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frague
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lunedì 23 gennaio 2017
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a me è piaciuto
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Ho letto numerose recensioni negative su questo film eppure a me è piaciuto molto, ho avuto sempre gli occhi incollati allo schermo e mi sono affezionata ai personaggi, in particolare a Eva Green e al suo essere così protettiva nei confronti di questi ragazzi speciali. Forse non è il Tim Burton di vecchi capolavori, ma è lui, e non solo quando degli scheletri tornati in vita combattono mostri invisibili a suon di Rock. Lo consiglio senza dubbio.
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kyotrix
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sabato 14 gennaio 2017
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fantasy dark
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Abbastanza piatto. Si lascia vedere, ma poche emozioni, insipido.
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tim_darkshadows
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sabato 7 gennaio 2017
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tim burton incanta ancora
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Un film di Tim Burton è, che piaccia o meno, un appuntamento cinematografico che perlomeno suscita l’interesse di non pochi cinefili, anche ai non conquistati dal suo recente adattamento alla cultura pop di cui “Dark shadows” ed “Alice in wonderland” sono i più lampanti esempi. Dopo un biopic atipico e personale come quello di “Big eyes”, il regista californiano torna nelle sale con un adattamento del best-seller di Ransom Riggs, romanzo che offriva troppi spunti per non passare tra le mani del geniale regista. Protagonista ed adorabile mattatrice ne è una meravigliosa Eva Green, alla sua seconda collaborazione con Burton.
Le grandi aspettative del film vengono altamente ripagate da cast e crew, confezionando uno dei lavori più riusciti e sentiti della carriera di Burton.
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Un film di Tim Burton è, che piaccia o meno, un appuntamento cinematografico che perlomeno suscita l’interesse di non pochi cinefili, anche ai non conquistati dal suo recente adattamento alla cultura pop di cui “Dark shadows” ed “Alice in wonderland” sono i più lampanti esempi. Dopo un biopic atipico e personale come quello di “Big eyes”, il regista californiano torna nelle sale con un adattamento del best-seller di Ransom Riggs, romanzo che offriva troppi spunti per non passare tra le mani del geniale regista. Protagonista ed adorabile mattatrice ne è una meravigliosa Eva Green, alla sua seconda collaborazione con Burton.
Le grandi aspettative del film vengono altamente ripagate da cast e crew, confezionando uno dei lavori più riusciti e sentiti della carriera di Burton. Un’avventura mozzafiato, ricca di colpi di scena, sottile umorismo, personaggi a cui è impossibile non affezionarsi, alternati a numerosi momenti di profondità riguardanti l’elaborazione del lutto, l’eterno conflitto burtoniano tra un mondo fantastico e uno reale, e anche una geniale rilettura sulla Seconda Guerra Mondiale. La mano del regista è riconoscibile sin dai titoli di testa, accompagnati da una soundtrack perfettamente in simbiosi coi toni della pellicola, per poi introdurre il film con una regia sempre delicata ma accattivante verso un magico racconto il cui azzeccato protagonista è Asa Butterfield, il quale riesce a tenere testa ai suoi comprimari.
D’altro canto è Eva Green il cuore pulsante del film, tratteggiando magnificamente la sua Miss Peregrine, della quale dà un ritratto a tutto tondo, toccante, ricco di sfumature grazie alla sua grande capacità espressiva e al suo magnetico sguardo, qui al servizio di una regia che riesce a valorizzarla a dovere. Non da meno è Samuel L Jackson, nei panni di un antagonista inquietante e meschino, il cui carisma ne fa un villain di tutto rispetto. Degno di nota è tutto il cast di supporto, a cominciare dal team di giovani attori che impersonano i “ragazzi speciali” che lasciano tutti il segno, fino ai gustosissimi camei degli inglesi Rupert Everett e Judi Dench, talentuosi anche in piccole parti come queste.
Impeccabile l’apparato tecnico del film, un montaggio che serra sapientemente i ritmi del film, i costumi sempre molto curati del tre volte Premio Oscar Coleen Atwood, una colonna sonora che ben accompagna i momenti di vario registro del film (la mancanza di Danny Elfman in questo caso non si fa sentire), e uno scipt che dosa con equilibrio le atmosfere fantasy con sequenze d’azione. Non manca un uso splendido della grafica CGI, che rende ancor più spettacolari alcune scene del film. Il make-up riesce a trasformare gli attori al servizio della sempre viva immaginazione del regista. Pur mantenendo i tratti distintivi del romanzo, Tim Burton aggiunge momenti in cui la sua vena più dark viene fuori, che risultano le trovate più suggestive dell’intera pellicola, rielaborando il testo di partenza.
Difficile incasellare l’ultima fatica di Burton in un genere solo: film per famiglie? young adult movie? Più di un semplice fantasy, la pellicola è la testimonianza che il regista californiano ha (fortunatamente) ancora qualcosa da dire al mondo del cinema.
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aigle des alpes
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giovedì 5 gennaio 2017
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un buon burton
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Lo stile di Burton è quello e anche Fellini diceva che per tutta la vita aveva girato sempre lo stesso film. Quindi inutile aspettarsi troppo di più di un onesta fiaba gotica ben fatta, il che di questi tempi è già qualcosa!
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elpiezo
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lunedì 2 gennaio 2017
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godibile e intelligente!!!!
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Tim Burton attinge dall'omonimo romanzo e confeziona un pregevole favola dalle venature gotiche e magiche che diverte e incuriosisce fin dalle prime sequenze. Eva Green e la sua banda di esuberanti ragazzi sono i protagonisti di un fantasy formativo e ottimista, incastonati in un infinito loop spazio temporale dove fioriscono costantemente gli aspetti più energici di un'inconsueta adolescenza; arricchito dalla presenza di attori di rilievo (Samuel l. Jackson, Judi Dench, Rupert Everett), il film è una curiosa avventura tecnicamente impeccabile, il degno marchio di fabbrica del celebre visionario regista.
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slowfilm
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lunedì 2 gennaio 2017
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un burton horror finalmente convincente
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A voler fare i conti, questo è il miglior film di Tim Burton da almeno dieci anni. E arriva quando titoli di assoluta piattezza come Dark Shadows e Big Eyes mi avevano ormai convinto che nient’altro di buono sarebbe venuto dal regista di Burbank. Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children è una sorpresa, un intreccio di piani e temi che racconta storie universali e sentimenti particolari, portando ora sullo sfondo, ora in primo piano, la Guerra vera e personaggi fantastici, che riflettono nella propria unicità l’assurdità e l’orrore del conflitto. E si tratta, per molti versi, del film di Burton più vicino all’horror. Pur avendo consacrato la sua filmografia al dark e al fantastico, l’autore li ha sempre declinati in modo favolistico, o folkloristico.
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A voler fare i conti, questo è il miglior film di Tim Burton da almeno dieci anni. E arriva quando titoli di assoluta piattezza come Dark Shadows e Big Eyes mi avevano ormai convinto che nient’altro di buono sarebbe venuto dal regista di Burbank. Miss Peregrine’s Home for Peculiar Children è una sorpresa, un intreccio di piani e temi che racconta storie universali e sentimenti particolari, portando ora sullo sfondo, ora in primo piano, la Guerra vera e personaggi fantastici, che riflettono nella propria unicità l’assurdità e l’orrore del conflitto. E si tratta, per molti versi, del film di Burton più vicino all’horror. Pur avendo consacrato la sua filmografia al dark e al fantastico, l’autore li ha sempre declinati in modo favolistico, o folkloristico. Qui, invece, trovano spazio diverse scene e immagini piuttosto impressionanti, direttamente legate al genere.
Tratto dal libro del 2011 di Ransom Riggs, Miss Peregrine offre numerose invenzioni fantastiche, dalle caratterizzazioni – ben riuscite – dei ragazzi speciali e delle figure mostruose che li perseguitano, alla creazione di loop e intrecci temporali, alla realizzazione di scene dal forte impatto visivo. Anche se in modo forse non perfettamente armonioso, trovano spazio diversi riferimenti e citazioni, dagli X-Men ai primi lavori di Guillermo del Toro, all’omaggio ai pionieristici scheletri a passo uno di Harryhausen. Nella miscela di umori e generi riesce a prendere forma una sensazione definita, opprimente: la minaccia costante della guerra e dei bombardamenti. Che si riflette, senza annullarsi, nella cappa temporale in cui Miss Peregrine (una Eva Green assolutamente in parte) cerca di dare protezione a bambini e ragazzini che appaiono mutati dagli orrori che sono costretti a vivere. Pur nell’enorme distanza, alcuni dettagli e, in certo modo, il tono uniforme dei colori che costruisce attorno ai protagonisti una sorta di gabbia, mi hanno ricordato sensazioni legate alla Trilogia della città di K.
La paura, nel film di Burton, è strettamente legata al tempo e alla realtà inaccettabile che porta con sé, alla scena sospesa di bambini che osservano aerei da guerra volare sopra le loro teste. La cosa più preziosa che posseggono sono i propri occhi, che consentono di legarsi al cinema, al racconto che regala l’illusione di poter sopravvivere in un sogno.
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loland10
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sabato 31 dicembre 2016
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arcobaleno 'noir'
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Miss peregrine. La casa dei ragazzi speciali ( Miss Peregrine's Home For Peculiar Children, 2016) è il diciottesimo lungometraggio del regista Tim Burton.
La fantasia, l'arcobaleno e il cielo di ripresa del cinema sono coniugazione lineare e arcaica, moderna e vistosa in un film come questo che ha dalla sua la voglia di farci pensare, volare, sognare e, vagamente, allontanare ogni gusto di fatica e di peso sopra la nostra testa.
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Miss peregrine. La casa dei ragazzi speciali ( Miss Peregrine's Home For Peculiar Children, 2016) è il diciottesimo lungometraggio del regista Tim Burton.
La fantasia, l'arcobaleno e il cielo di ripresa del cinema sono coniugazione lineare e arcaica, moderna e vistosa in un film come questo che ha dalla sua la voglia di farci pensare, volare, sognare e, vagamente, allontanare ogni gusto di fatica e di peso sopra la nostra testa.
Tim Burton riesce a conquistare con una dolcezza e uno stile tipici suoi: non ha armi particolari ma una grazia insita è un kitsch avvolgente, sapiente e, misteriosamente, avvenente. Ciò che sembra ordinario in una sceneggiatura di pezzi e puzzle, ritagli e omaggi, nel cinema del regista californiano si rivitalizza, si apre e si schiude in tanti petali fantasmagoricamente soffici e colorati, leggeri e tenui. Un cinema dove il sogno è vitale, dove il velo del reale gioca con pazienza con la voce interiore di un ragazzo itinerante che pare perde la bussola ma trova ( sempre) il sentiero verde di un'età gentile e sapiente ( aiutato dalla voce e dai modi di un nonno che è saggezza sempre).
Jacob e Abraham sono uno accanto all'altro sempre, si ascoltano, si inseguono, si alimentano nel ricordo e nel costante incontro. Ciò che suggerisce il nonno diventa fonte di fantasia insperata per un nipote di viva forza. La paura si allontana e gli occhi diventano espressione di un'interiorità inespressa. Il nonno aspetta l'arrivo del suo adorato.
Mentire mai ad un nonno, mentire mai ad un nipote. Aspettare le buone notizie, sapere la storia è ricordarsi del tre settembre millenovecentoquarantatre.
Il ragazzo silenzioso e preso in giro, il figlio dagli occhi lucenti, il nipote dalla facile visione s'addentra dentro un misterioso passaggio, quello speciale.
Senza compagnia e senza amici, Jacob vuole visitare la casa dei bambini speciali; aiutato all'inizio da coetanei (non proprio amici) per sapere dove incamminarsi poi è solo senza nessuno ma dentro il visionario mondo del regista (e del romanzo, parte prima, di Ransom Riggs).
Spostare. il cuore oltre il confine del finto reale e farsi conquistare dalle leggi non fisiche e dall'istantanea tempo passato dentro un data è un evento. I bambini sono veramente speciali.
Peregrine e il volo, la donna uccello che riesce a vedere oltre il sogno del suo (piccolo) eroe.
Esempio di cinema stereotipato.mente volitivo, inebriante e zuccheroso al punto giusto.
Rivenderlo con voglia: ecco ciò che sembra dire l'occhio appena esce dalla sala e vede il 'frastuono' ordinario di una misera vita.
Eccedente, fluente e, soprattutto, malinconicamente vezzeggiativo gioioso.
Galles oltre il mare, una terra piccola, un respiro di un tempo dentro un giardino con adolescenti vitali e mai perdenti.
Ride lo sguardo di Jacob ad ogni incontro che (non) s'aspetta e il suo ego in ribasso costante diventa ancora di salvezza per ogni cosa che assapora con vero gusto.
Isola lontana, oltre il suo mondo, la casa aspetta e i bambini speciali svegliano ogni desiderio.
Niente di come vedeva, i bambini speciali che incontra Jacob hanno la follia di un racconto: la bambina leggera, l'invisibile, i gemelli con l'indumento bianco, la bambina con i denti dietro la nuca, e poi Browyn, Fiona, Olive, Enoch e Hugh che ha un rapporto speciale con le api. Tutte cos'è mai viste (verrebbe da parafrasare....'ho visto cose che voi umani...').
Emma è la leggerezza di un film che per mantenersi ad altezza sguardo ha bisogno delle sue scarpe di piombo. Un film che vola istericamente in alto. Meno denso delle particelle da respirare.
Nella pellicola, tipicamente burtoniana nel suo paradigma visionario, pur tuttavia si rintracciano aggettivi, consolazioni e sagacità di altri: il mondo bambino di Scorsese (come non pensare a 'Hugo Cabret' con lo stesso attore Asa Butterfield, è una stretto connubio tra i due personaggi), l'acqua di Cameron (come non pensare al 'Titanic' e non solo), il volo di Spielberg (come non pensare a 'Hook' e 'A.I. ...' e '...Tin Tin ' come una fiaba all'unisono col sognatore), il gioco di kubrick (come non pensare a 'Arancia meccanica' e agli spalancati come una battaglia dello sguardo continuo, ora visionario ora orribile), il respiro fantasioso dello stesso Burton che con meraviglia si aggiorna, si copia e si esalta alla meglio. La meraviglia si alza e il cinema manifesta il suo 'appeal' come nel meglio per far fantasticare.
L'affabulazione di Tim Burton è convincente e la gamma del suo sguardo riesce a ubriacarci oltre ogni film fatto. Tutto il suo excursus è vivo dalle mani di forbice alla cioccolata, dai pupazzi ai cadaveri, dal grigiore woodiano all'adunata finale in 'Big Fish'. E il cinema è un vero miscuglio di colori variegati, più o meno sfumati, e di svolazzamenti, più o meno alimentati.
Il cast è riempitivo di ogni suggerimento con il ragazzo Jacob che unisce tutti. Come non ricordare Terence Stamp (il nonno) e Judi Dench (Esmeralda) con un carisma totale che va oltre alle loro parti. Repert Everett (John Lemmon) non ci distoglie dal film rivedendo altre sue pellicole (da 'Ballando con uno sconosciuto' a Cortesie per gli ospiti'). E che dire di Samuel L. Jackson (Barron) che impersonando il capo dei vacui avrà lo scontro con Jake e tutti i bambini per salvare Miss Peregrine. Un attore già impresso nell'immaginario per ciò che riesce a dare alla storia e al pubblico.
Da menzionare la scenografia di Gavin Bocquet che riesce plasmare la pura fantasia del regista.
Tim Burton ha una prova che gongola bene sui vari personaggi e a distanza debita rinvigorisce il suo sguardo.
Voto: 8+/10.
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tom87
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sabato 31 dicembre 2016
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la deriva più astratta del cinema di burton
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Sembra un incrocio tra ”X-men” e “Big Fish” l’ultima pellicola di Burton, ”Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali”, tratta dall’omonimo romanzo di Ransom Riggs e sceneggiata da Jane Goldman. Il film è una immaginifica favola sulla “diversità” da difendere a tutti costi e proteggere da qualsiasi minaccia esterna che la voglia reprimere. Un’opera godibile, piacevole, con molti pregi (un immaginario culturale affascinante con le sue surreali immagini, le sue toccanti bizzarrie messe in scena, le stupefacenti caratterizzazioni dei bambini speciali, gli attimi inquietanti), ma anche altrettanti difetti (buchi di sceneggiatura, sequenze frettolose, debolezze narrative, psicologie poco approfondite, ecc).
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Sembra un incrocio tra ”X-men” e “Big Fish” l’ultima pellicola di Burton, ”Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali”, tratta dall’omonimo romanzo di Ransom Riggs e sceneggiata da Jane Goldman. Il film è una immaginifica favola sulla “diversità” da difendere a tutti costi e proteggere da qualsiasi minaccia esterna che la voglia reprimere. Un’opera godibile, piacevole, con molti pregi (un immaginario culturale affascinante con le sue surreali immagini, le sue toccanti bizzarrie messe in scena, le stupefacenti caratterizzazioni dei bambini speciali, gli attimi inquietanti), ma anche altrettanti difetti (buchi di sceneggiatura, sequenze frettolose, debolezze narrative, psicologie poco approfondite, ecc). Sia tecnicamente, sia formalmente è ottimamente confezionato. Se il tutto lo si vive senza cercare connessioni logiche, è davvero uno spettacolo astratto e suggestivo, nel bene e nel male fuori controllo, che coinvolge molto. Si è come rapiti da una sorta di magia. Ciò che purtroppo sembra mancare è ancora una volta la poesia che questa magia dovrebbe trasmettere. E le emozioni autentiche e intense a cui il regista ci ha abituati sono ancora rimandate.
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franky108
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giovedì 29 dicembre 2016
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un buon film
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Il film mi è decisamente piaciuto.
Lo stile inconfondibile di Tim Burton si sposa perfettamente con la storia raccontata dai sapori antichi ma puri.
La maschera grottesca che pone a tutti i suoi personaggi è particolarmente adatta per i personaggi, le situazioni e l'avventura raccontata.
I personaggi li ho trovati tutti piuttosto piacevoli e la storia fila senza incongruenze.
Le scene in barca, la scoperta dei bambini speciali e dei loro poteri, la magia del combattimento così infantile mi hanno lasciato particolarmente soddisfatto.
sicuramente non il migliore di Burton ma non così scarso da 2 stelle e mezzo.
Fantastico,come sempre, Samuel L Jackson
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