fabio
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venerdì 22 giugno 2018
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capolavoro imperdibile
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Da vedere assolutamente; in primis al cinema (e chi non c'è la fatta a casa). Film dell'anno sotto ogni aspetto.
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lollomoso
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giovedì 22 marzo 2018
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sopravalutato
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Secondo me questo film è più che mediocre, non avrebbe meritato l'attenzione mediatica e le candidature che ha ricevuto.
Trama inconsistente, performance recitative di scarsa difficoltà, da compitino, tanto fumo e ben poca sostanza.
Film banale, inconsistente, vuoto, consigliato solo per i feticisti del ballo poichè le scene di danza sono ottimmamente girate.
Un furto totale l'oscar a Emma Stone, che sicuramente è una buona attrice ma che in questo film si limita al compitino attoriale.
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elgatoloco
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martedì 27 febbraio 2018
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il sogno al potere
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In questo "La la Land"(2016, di Damien Chazelle), se è vero che l'autore-regista prende spunto -ma criticamente-da "Les Parapluies de Cherbourg"e da"Dancing in the Rain", il film è però dominato da altro , ossia dal sogno di una vita(il jazz per il pianista uomo, la recitazione per la donna). Il sogno, le re^ve, the dream, non l'immaginazione("L'ima au pouvoir", slogan del 1968)che è comunque molto più"mentale", più filtrato, anzi mediato dal pensiero razionale o meglio logico-deduttivo, è qui la forza motrice dei due protagonisti, che si amano follemente ma non lo riconoscono neppure a loro medesimi, tanto da finire per vivere due vite diverse, con altri(o meglio, lei sposata abbastanza infelicemente, lui da solo), ma si sognano(appunto)sempre: straordinarie le bellissime sequenze di sogno quando la protagonista(un'eccelsa Emma Stone)ascolta, ormai da donna sposata e madre, il concerto dell'"amato"(ma la reciproca conoscenza era anche iniziata male, con tanto di offese in un ingorgo nel traffico)-un altrettanto straordinario Ryan Gosling.
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In questo "La la Land"(2016, di Damien Chazelle), se è vero che l'autore-regista prende spunto -ma criticamente-da "Les Parapluies de Cherbourg"e da"Dancing in the Rain", il film è però dominato da altro , ossia dal sogno di una vita(il jazz per il pianista uomo, la recitazione per la donna). Il sogno, le re^ve, the dream, non l'immaginazione("L'ima au pouvoir", slogan del 1968)che è comunque molto più"mentale", più filtrato, anzi mediato dal pensiero razionale o meglio logico-deduttivo, è qui la forza motrice dei due protagonisti, che si amano follemente ma non lo riconoscono neppure a loro medesimi, tanto da finire per vivere due vite diverse, con altri(o meglio, lei sposata abbastanza infelicemente, lui da solo), ma si sognano(appunto)sempre: straordinarie le bellissime sequenze di sogno quando la protagonista(un'eccelsa Emma Stone)ascolta, ormai da donna sposata e madre, il concerto dell'"amato"(ma la reciproca conoscenza era anche iniziata male, con tanto di offese in un ingorgo nel traffico)-un altrettanto straordinario Ryan Gosling. e lo sogna... o meglio sogna una vita diversa con lui-nulla di patinato, da rivista, appunto "patinata"... Uno dei pochi film, in cui la musica(jazz ma non solo)entra sinergicamente nel film, non semplicemente"completandolo"ma divenendo forza trainante, "combustibile"assoluto, in una sintesi che oserei definire perfetta.La questione , poi, se si tratti di un musical del tutto o solo parzialmente appare, francamente, oziosa... El Gato
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jennyx
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lunedì 26 febbraio 2018
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deludente
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Banale, noioso, pieno di canzonette che allungano il brodo di un film già di per sé lento e melenso. Non riesco proprio a comprenderne il successo. Brava Emma Stone (pure a ballare) ma non basta a risollevare un film dalla trama fanciullesca e senza sorprese. Troppo sempliciotto per i miei gusti
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enricodanelli
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mercoledì 31 gennaio 2018
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una esperienza agghiacciante
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Non interesserà a nessuno, ma solo dopo quasi un anno trovo la voglia e la forza di scrivere la mia personale esperienza nel vedere questo film: disgusto. E quel che è peggio questa sensazione spiacevole non si è limiatata al solo film in questione, ma si è propagata a macchia d'olio: per diversi mesi non sono più riuscito a vedere con piacere un film, un po' come dopo una scorpacciata di formaggio avariato non si riesce più ad apprezzare alcun formaggio per diverso tempo a seguire, se non per tutta la vita. Questo film irreale e caricaturale trasuda infatti celluloide di pessima qualità da tutti i pori, in misura tale da far passare la voglia di andare al cinema.
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Non interesserà a nessuno, ma solo dopo quasi un anno trovo la voglia e la forza di scrivere la mia personale esperienza nel vedere questo film: disgusto. E quel che è peggio questa sensazione spiacevole non si è limiatata al solo film in questione, ma si è propagata a macchia d'olio: per diversi mesi non sono più riuscito a vedere con piacere un film, un po' come dopo una scorpacciata di formaggio avariato non si riesce più ad apprezzare alcun formaggio per diverso tempo a seguire, se non per tutta la vita. Questo film irreale e caricaturale trasuda infatti celluloide di pessima qualità da tutti i pori, in misura tale da far passare la voglia di andare al cinema. A cominciare dalla trama scontatissima e dallo squallido personaggio di Mia (cinico e incoerente) questo film ricorda allo spettatore quello che tutti volutamente ci dimentichiamo quando andiamo al cinema: tutti i film sono finzione e cercano di rappresentare la realtà in pochi minuti, ma sempre finzione rimangono. Cercando di ricreare atmosfere americane di altri tempi, il film riesce solo ad intontire lo spettatore con colori sgarcianti e dialoghi piatti. La recitazione della antipatica protagonista è in linea con il resto: mostruoso il primo piano del provino, una attrice al culmine della sua bruttezza con gli occhi a palla sgranati per cercare di magnetizzare lo spettatore e fargli dire per compassione "poveretta, ma quanto si sforza !". Anni luce lontano dalla stupenda e misurata recitazione di Natalie Portman in Jackie. Cerco infine di capire le differenze con un altro film musicale come Grease e riesco a trovare una risposta solo nel fatto questo film di oggi è artefatto, commerciale, iniziato già con lo scopo di vincere gli Oscar mentre Grease è fresco, artigianale, improvvisato, nato senza pretese per poi diventare la poesia di una generazione.
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[+] buttiamoci sulla corazzata potemkin
(di rikitikitawi)
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brata
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martedì 9 gennaio 2018
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la la land
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Un film praticamente perfetto sotto ogni aspetto. Dopo il bellissimo e crudele "Whiplash", Damien Chazelle ci regala una storia ambientata ai giorni nostri di amore e voglia di successo. Tutta la parte tecnica, curata in ogni minimo dettaglio, è spettacolo per gli occhi. La musica e le canzoni sono uno spettacolo per le orecchie. Recitazione buona ma non eccezzionale. Veramente bello e da non perdere.
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marci
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sabato 4 novembre 2017
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delusione
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Film deludente per le aspettative che avevo per le nomination e premi vinti. Inizia bene con una maestosa scena di ballo di gruppo sulla strada delle auto in coda. Poi una noia mortale per due ore. Si salva solo la scena finale, anche se non originale ma ben realizzata che ti strappa una "facile" emozione.
Ibrido di generi venuto male!
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roberto
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mercoledì 11 ottobre 2017
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Bravo, Giancarlo e complimenti per la tua professionalità. Condivido pienamente la tua " bella recensione". Il film è contemporaneamente "allegro e commovente" ed è "ben realizzato". Con grande stima. Roberto
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ziosam
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venerdì 29 settembre 2017
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"il ragazzo è giovane, ma si farà"
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Del regista di LaLaLand si potrebbe dire "il ragazzo è giovane, ma si farà". Film certamente originale, un "musical nonmusical" a tratti entusuasmante, e di certo uno dei pochi che trasmettono emozioni. Stupore a tratti per le coreografie, sorriso semipermanente per l' ironia pervasiva, tristezza d'amore (chi non ne ha provata?), attenzione per la trama, peraltro scontata. Ma non è certo la trama il protagonista dell'opera, semmai lo sono la fotografia, le musiche e gli attori: versatili, poliedrici, espressivi ed estensivi.
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Del regista di LaLaLand si potrebbe dire "il ragazzo è giovane, ma si farà". Film certamente originale, un "musical nonmusical" a tratti entusuasmante, e di certo uno dei pochi che trasmettono emozioni. Stupore a tratti per le coreografie, sorriso semipermanente per l' ironia pervasiva, tristezza d'amore (chi non ne ha provata?), attenzione per la trama, peraltro scontata. Ma non è certo la trama il protagonista dell'opera, semmai lo sono la fotografia, le musiche e gli attori: versatili, poliedrici, espressivi ed estensivi. Bravi, tutti, senza se e senza ma.
Il film parla con le immagini, con la scelta delle inquadrature e delle luci, riprendendo a tratti elementi da Birdman ("piano unico, drone volante") e da Whiplash, dello stesso autore ora già più maturo.
E' ricco di citazioni: da Fred Astaire ad Ave Cesare (citazione di citazioni), passando per quel capolavoro di Anna Karenina versione Joe Wright, e perfino per Sliding Doors.
Ambisce ad essere un Kolossal, e potrebbe anche riuscirci - se solo si rivedessero una stonatura (la scena surreale della danza fra le stelle) e tutta una parte in cui perde ritmo. Nel complesso, buon lavoro: non so quanti Oscar vincerà, ma di sicuro si è ben meritato i suoi sette Golden Globe. Se poi si è anche amanti del Jazz, non si può fare a meno di innamorarsi di LaLaLand, che ben ne trasmette l'essenza. Voto nel complesso 8, ma in molte parti 10.
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daniela
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martedì 29 agosto 2017
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melodramma rivisitato con eleganza
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Film assolutamente sopravalutato, incomprensibili le statuette. Gli attori principali belli e bravi, ma la struttura del film molto frammentaria, dialoghi un po' zoppicanti e dilungati. Le ambizioni artistiche dei due protagonisti sono più forti del loro amore e per questo motivo il loro rapporto naufraga. Mi sembra un po' il vecchio ingrediente di tutti i melodrammi, l'impossibilità del lieto fine a causa di qualche forza superiore che si abbatte sui due giovani amanti che vedono il loro futuro irrimediabilmente segnato. Anche le coreografie non mi sono sembrate niente di eccezionale, pur essendo una grande fan dello swing e del jazz, non sono riuscita a sentirmi coinvolta, il passaggio dal recitativo al musical l'ho avvertito sempre come un po' forzato.
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Film assolutamente sopravalutato, incomprensibili le statuette. Gli attori principali belli e bravi, ma la struttura del film molto frammentaria, dialoghi un po' zoppicanti e dilungati. Le ambizioni artistiche dei due protagonisti sono più forti del loro amore e per questo motivo il loro rapporto naufraga. Mi sembra un po' il vecchio ingrediente di tutti i melodrammi, l'impossibilità del lieto fine a causa di qualche forza superiore che si abbatte sui due giovani amanti che vedono il loro futuro irrimediabilmente segnato. Anche le coreografie non mi sono sembrate niente di eccezionale, pur essendo una grande fan dello swing e del jazz, non sono riuscita a sentirmi coinvolta, il passaggio dal recitativo al musical l'ho avvertito sempre come un po' forzato.
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